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TENSIONE SUPERFICIALE

Le goccioline di acqua si dispongono in questa forma: = .

TENSIONE INTERFACCIALE

Si parla di tensione interfacciale quando si hanno due liquidi non miscibili, ad esempio acqua e olio. Per poter preparare un'emulsione è necessario che l'olio venga disperso nell'acqua (fase disperdente). Per poterlo fare, è necessario fornire energia, agitando fortemente per favorire la dispersione sotto forma di goccioline. Dal punto di vista termodinamico, questa energia è un lavoro W = γ x S, dove γ è la tensione interfacciale (poiché si ha una superficie di contatto tra due liquidi non miscibili tra loro) ed S corrisponde all'area superficiale della nostra fase (incremento dell'area superficiale). Se questa tensione è elevata, il sistema è fortemente instabile; quindi deve essere bassa.

AGENTI EMULSIONANTI

Gli agenti emulsionanti sono molecole in grado di formare un film attorno alle goccioline della fase dispersa, creando una barriera interfacciale.

previene la riaggregazione dei globuli durante la preparazione impartisce alle goccioline un adeguato potenziale elettrico, in modo che si abbia una mutua repulsione aumenta la viscosità dell'emulsione. In base al tipo di film che si produce all'interfaccia delle 2 fasi, si distinguono 3 tipi di emulsionanti: - Idrocolloidi (sostanze macromolecolari idrofile): formano un film multimolecolare forte e rigido e vengono utilizzati per preparare emulsioni O/A. - Solidi finemente suddivisi insolubili in entrambe le fasi (bentonite, magnesio idrossido): formano un film solido particellare stabile se sufficientemente bagnato da entrambe le fasi. Utilizzati per emulsioni O/A e A/O. - Tensioattivi ionici e non-ionici: sono sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido, agevolando la bagnabilità delle superfici o la miscibilità tra liquidi diversi. In generale sono composti organici con un gruppo polare ed

Una coda non polare; i composti con tali caratteristiche sono detti più in generale "anfifilici" o "anfipatici". Convenzionalmente una molecola di tensioattivo viene schematizzata da una "testa" idrofila a cui è legata una "coda" idrofoba. Numerosi tensioattivi, superata la concentrazione micellare critica (cmc), si organizzano in aggregati sopramolecolari, chiamati micelle. Le micelle si respingono reciprocamente per via della repulsione elettrostatica delle loro "teste" ionizzate, ciò impedisce alle particelle di oli e grassi di riaggregarsi nuovamente mantenendole sospese nell'acqua e consentendone l'allontanamento. È stata creata la scala di Griffin che permette di classificare i tensioattivi, in base alla loro caratteristica HLB, se sono lipofili o idrofili = bilancio idrofilo-lipofilo (hydrophilic-lipophilic balance = HLB): rapporto esistente nella molecola fra gruppi idrofili e gruppi lipofili.

Tensioattivo idrofilo al 100% → HLB = 20 HLB > 10 idrofili e quindi tendenzialmente solubili in acqua HLB < 10 lipofili e quindi tendenzialmente solubili negli oli Requisiti degli emulsionanti: 1. Essere privi di tossicità 2. Non essere irritanti per le mucose gastrointestinali 3. Non interferire sull'assorbimento gastrointestinale 4. Non avere sapore sgradevole Idrocolloidi naturali: GOMMA ARABICA, gomma adragante, alginati, pectine, gelatina, agar-agar, glucomannano, carragenine. Idrocolloidi semisintetici: carbossimetilcellulosa sodica La GOMMA ARABICA è un polisaccaride neutro ottenuto dall'essudazione di Acacia Senegal e Acacia spp. Contiene ossidasi e perossidasi che sia dispersione acquosa a 80° C per un'ora. Le mucillaggini ottenute hanno debole viscosità, invariata fra pH 4 e 10, e modeste proprietà tensioattive. Presenta un HLB = 7,5. Può essere presente sotto forma di cristalli, di granulato o di polvere. FATTORI cheINFLUISCONO nel DETERMINARE il TIPO di EMULSIONE:
  • Tensioattivo impiegato come emulsionante: si utilizza la regola di Bancroft (1913): la fase nella quale il tensioattivo è più solubile forma la fase esterna. Il film che il tenside forma all'interfaccia tende a piegarsi dalla parte dove la tensione interfacciale è maggiore e cioè la solubilità è minore: se prevale il carattere idrofilo le goccioline di olio si circonderanno di uno strato di tensioattivo e si formerà un'emulsione O/A; al contrario, se nel tensioattivo prevale il carattere lipofilo, il film monomolecolare si piegherà dalla parte dell'acqua (solubilità minore) e l'emulsione sarà A/O. gruppi idrofili > gruppi lipofili: maggiore solubilità in acqua gruppi lipofili > gruppi idrofili: maggiore solubilità in olio
  • Quantità relativa delle due fasi: il componente più abbondante tende a formare la fase

esterna.

  • Metodo di preparazione: unire le due fasi e mescolare (emulsione O/A) oppure versare A in O sottoagitazione continua (emulsione A/O).
  • Viscosità delle due fasi: la fase che ha viscosità maggiore tende a formare la fase esterna.

I principali fenomeni d'instabilità fisica delle emulsioni sono:

  • SEDIMENTAZIONE e AFFIORAMENTO (creaming). La SEDIMENTAZIONE è quando la fase dispersa si concentra sul fondo della preparazione e l'AFFIORAMENTO è quando si dispone alla superficie. Il fenomeno è dovuto all'azione della forza di gravità sui globuli e sui flocculi della fase dispersa che, di norma, hanno densità diversa dalla fase continua; il suo andamento è indicato dalla legge di Stokes:

d = diametro medio dei globuli

η = viscosità del mezzo in poises

ρ = densità della fase dispersa

ρ = densità del mezzo disperdente

g = accelerazione di gravità e viene accelerato

da un aumento di temperatura, che diminuisce la viscosità e dall'applicazione di una forza centrifuga che aumenta il valore di g. Nel creaming le goccioline della fase dispersa sono ancora circondate dal film di emulsionante ed è sufficiente un'accurata agitazione per riportare l'emulsione allo stato iniziale. ▪ FLOCCULAZIONE: aggregazione delle goccioline della fase dispersa in formazioni più o meno voluminose, senza che perdano la loro individualità e si fondano insieme rimanendo comunque separate da un film di fase disperdente. Gli aggregati possono assumere velocità notevoli con tendenza all'affioramento o alla sedimentazione. Il fenomeno è REVERSIBILE: agitazione per disgregare "fiocchi" e restituire omogeneità all'emulsione. ▪ COALESCENZA: si ha coalescenza quando il film del tensioattivo che circonda le goccioline disperse si rompe e queste si riuniscono per formare dei globuli più grandi che,

A loro volta, si riuniscono (si fondono tra di loro) con altri fino a portare alla rottura totale dell'emulsione e cioè alla separazione delle due fasi. In questo caso non è possibile ottenere di nuovo un'emulsione stabile per semplice agitazione = processo irreversibile.

Discontinuità del film di emulsionante alla superficie delle goccioline, lasciandone alcune zone scoperte. Entrando in collisione in corrispondenza di tali zone, si fondono in goccia più grossa.

Le emulsioni possono essere preparate con due diversi metodi che differiscono per i passaggi della formazione del nucleo (la scelta dell'uno o dell'altro dipende dalla manualità del soggetto che ha nel preparare un nucleo piuttosto che un altro). Con entrambi i metodi si ottengono delle belle emulsioni di colore lattescente. Quando si devono preparare le emulsioni è fondamentale preparare bene il nucleo poiché si ha poi il rischio che l'emulsione impazzisca.

cioè si vede la netta separazione tra olio e acqua.
  • Metodo per sospensione o "metodo continentale": si mescolano accuratamente 4 parti di olio (goccia agoccia), in un mortaio perfettamente asciutto, con 1 parte di emulsionante (gomma arabica) e si aggiunge in una sola volta le 2 parti di fase acquosa. Si mescola energicamente col pestello fino a formazione di una emulsione densa e biancastra detta nucleo. A questo punto si aggiunge la restante fase acquosa (tutta insieme oppure a piccole porzioni) mescolando.
  • Metodo per soluzione o "metodo inglese": col "metodo inglese" in 2 parti di fase acquosa viene dispersa 1 parte di emulsionante (triturando lungamente) quindi si aggiungono, a piccole porzioni, le 4 parti di olio triturando continuamente ed aggiungendo la porzione successiva solo quando la precedente è emulsionata. Anche in questo caso si ottiene il nucleo che può essere diluito con la restante fase acquosa esterna.
Nel casodelle emulsioni è utile fare dei saggi sulla stabilità fisica: si ricorda il controllo che si effettua sottoponendo le emulsioni a forti sbalzi di temperatura per vedere se nel tempo l'emulsione rimane stabile= controllo di cicli termici alternati. Generalmente le O/A sono sensibili alle alte temperature, mentre le emulsioni A/O sono sensibili a basse temperature. Generalmente si utilizza la temperatura di 40°C per tre mesi. Un altro saggio è quello della sedimentazione che permette di verificare il comportamento dell'emulsione nel tempo, se si forma del sedimento o l'affioramento. Con altri saggi si può determinare l'aspetto fisico e la stabilità del principio attivo (per tutto il tempo di validità dell'emulsione). Gli strumenti che si possono utilizzare per preparare le emulsioni sono abbastanza semplici: in laboratorio sicuramente mortaio e pestello, ma anche turbo-emulsore che permette di disperdere bene ed.

abbastanzavelocemente la fase dispersa in quella disperdente. Inoltre, si ha lariempitrice per poter confezionare le emulsioni, in particolare quelleliquide per via orale, nei vari flaconi.

EMULSIONI PER USO ORALE sono emulsioni di tipo O/A. Le f inalità sono:

  • rendere più palatabili medicamenti lipofili (oli o p.a. liposolubili). Fase lipofila, dispersa in quellaacquosa non viene a contatto con le papille gustative, minimizzando la percezione del cattivo sapore;
  • somministrare p.a. insolubili in acqua, mediante solubilizzazione in olio e successivo emulsionamento
  • favorire un veloce e completo assorbimento di principi attivi lipofili: nell’emulsione O/A la fase oleosaè suddivisa in piccoli globuli con conseguente aumento della superficie di diffusione del principioattivo a contatto con la mucosa gastrointestinale. La fase oleosa è più rapidamente attaccata e“digerita”
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Publisher
A.A. 2019-2020
134 pagine
2 download
SSD Scienze chimiche CHIM/09 Farmaceutico tecnologico applicativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ariannapara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologia e Legislazione farmaceutica I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Cerchiara Teresa.