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CREME
Vere e proprie emulsioni. Sono idrofile se del tipo O/A, idrofobe se A/O. Userò dei tensioattivi, emulsionanti, che potranno avere HLB richiesto (se usiamo più di un emulsionante) >10, nelle creme A/O invece l’HLB richiesto sarà <10 (tra 4 e 7). Posso avere agenti gelificanti che modulano la fase idrofila, e stabilizzanti per la fase lipofila (come la cerad’api) che sono sostanze lipofile solide a t amb e quindi conferiranno una consistenza maggiore alla fase oleosa.
CONTROLLI SUI SISTEMI DERMATOLOGICI:
- Se il preparato è destinato all’uso su cute lesa deve essere sterile, quindi devo fare un saggio di sterilità dal punto di vista microbiologico.
- Studi di rilascio e penetrazione del pa in vivo, o esperimenti in vitro su membrane polimeriche: posso controllare il rilascio nel tempo del pa dalla forma farmaceutica.
- Test usando microscopi ottici o elettronici: posso vedere com’è costituita la fase interna dell’emulsione.
le goccioline della fase interna, se ci sono aggregati, se è uniforme ecc-analisi termica: attraverso la dsc e tga posso vedere la situazione all'interno della preparazione-il più importante è la misura della viscosità del sistema tramite viscosimetro, reometro (reologia). Il classico sistema che si usa per analizzare sia il rilascio del p.a. che le sue capacità penetranti attraverso quella forma farmaceutica tramite le celle di FRANZ (FRANZ DIFFUSION CELL): è un sistema in vitro codificato in farmacopea, c'è la monografia che descrive questo saggio; questo saggio si svolge analizzando contemporaneamente il preparato su 6 celle diverse: ho una cella di vetro, dove all'interno ho una sezione separata dall'esterno, quindi una camicia esterna di vetro dove faccio entrare acqua che poi uscirà, la camicia serve per far passare acqua termostatata a 32 gradi. nel contenitore primario inserisco una soluzione di tampone
PBS (tampone fosfato), dove posso effettuare dei prelievi. Sopra inserisco una membrana polimerica che mima le condizioni fisiologiche dello strato corneo, o un tessuto cutaneo ex vivo di suino, ratto o umano, lo spazio all'interno è aperto, il sistema esterno di doppia camicia è aperto, l'acqua entra e esce, il sistema che mi permette di fare dei prelievi è forato, poi metto sopra la membrana un sistema che mi aiuta a schiacciare la membrana, e all'interno di quel foro posso inserire la mia preparazione, chiudo con un disco, poi un sistema cap viene clampato con una pinza metallica che tiene stretti tutti gli strati che abbiamo visto. Poi la preparazione inserita in alto inizia a penetrare attraverso la membrana che avrà determinate caratteristiche, con una certa cinetica e poi arriva in un contenitore di PBS e all'interno della cella c'è un'ancoretta magnetica che, girando grazie alla piastra magnetica sotto, fa girare
una molla che mantiene omogenea la soluzione che si verrà a formare in questo contenitore, il farmaco piano piano lascia la preparazione, entra nel PBS, faccio dei prelievi con intervalli regolari e costruisco una cinetica di rilascio, vado a simulare in quanto tempo quel farmaco verrà assorbito attraverso la cute. La concentrazione di p.a. che poi piano piano aumenta all'interno del contenitore di PBS la misuro con sistemi di spettroscopia uv-vis o cromatografia HPLC.
REOLOGIA
Studia le proprietà di deformazione e di flusso della materia. Sezione della fisica che descrive, spiega e misura e applica i fenomeni meccanici che avvengono nei materiali quando questi vengono deformati. Studia le caratteristiche di scorrimento e deformazione della materia, in seguito all'azione di una forza, ed in relazione all'intensità della forza, alla durata di applicazione della forza, alla velocità di applicazione della forza. A livello farmaceutico ci
interessaperché ci permette di studiare ad es lo scorrimento delle polveri, o come si deforma un materiale solido sottol’applicazione di una forza come avviene durante la compressione, o quando voglio determinare la consistenzasoprattutto dei semisolidi o liquidi viscosi per determinarne la spalmabilità a livello cutaneo o la stabilità nel tempo(sospensioni, velocità di sedimentazione che dipende dalla viscosità). Un sistema elastico (legge di Hooke), è unsistema che risponde alla forza in modo reversibile, un sistema plastico invece conserva la deformazione. Il parametropiù importante che definisce la reologia è la viscosità, definita come l’attrito interno di un materiale, ciò significa chese spingo un liquido con una forza tangenziale, questo si muoverà a una certa velocità in base alla forza, ma se applicola stessa forza su un altro materiale la viscosità cambia. Laviscosità è sempre strettamente dipendente dalla temperatura (es. carbossimetilcellulosa, scaldandola diminuisce la viscosità per poi aumentare al raffreddamento, ottenendo la gelificazione) e all'aumentare della temperatura diminuisce, per questo la temperatura di lavorazione è sempre specificata, perché a diverse temperature abbiamo diverse viscosità, ma dipende anche da dimensione, forma, forze intermolecolari, composizione chimica e struttura fisica del corpo. Quindi la reologia studia il flusso per i sistemi liquidi o semisolidi e la deformazione per i sistemi solidi e semisolidi molto consistenti. Il flusso è lo scorrimento di un materiale in cui gli elementi adiacenti che lo costituiscono si muovono in maniera relativa gli uni agli altri; se immagino un cubo costituito da tanti strati sovrapposti e applico da sinistra verso destra una forza tangenziale, quindi spingo la parte superiore del cubo verso destra, il primo strato si sposta diuna certa misura e gli strati inferiori si sposteranno sempre di meno fino a quello a contatto col piano che è rimasto fermo. Ciò significa che in base alla forza tangenziale applicata, questi strati si muoveranno con diversa velocità e con un gradiente di velocità (shear rate=velocità di taglio, flusso tra due lamine = differenza di velocità tra due strati/distanza tra essi) tra gli strati che sarà costante e misurabile. Se applico uno shear stress a un liquido o semisolido questi strati si muoveranno con velocità diverse a dare uno shear flow o flusso di taglio. I parametri reologici fondamentali sono lo shear stress (sforzo di taglio, forza su superficie o pressione), strain (deformazione per i solidi elastici) o il corrispondente shear rate (gradiente di velocità di scorrimento per i semisolidi), e il tempo, ma principalmente shear rate e shear stress. Ricapitolando nei liquidi e semisolidi applico uno shear stress e misuro
Uno shear rate, nei solidi applico uno stress applicando una compressione o una tensione (se tiro) e in questo caso non ottengo un flusso ma una deformazione. I solidi possono avere un comportamento elastico, plastico, fino alla frantumazione e per questi corpi, detti elastici si parla della legge di Hooke, mentre per sistemi viscosi come semisolidi, detti corpi newtoniani appunto, si parla di legge di Newton. Posso avere materiali solid-like o liquid-like, all'interfaccia tra un sistema liquido e uno solido ho i sistemi viscoelastici (che possono essere liquidi o solidi). Solidi puramente elastici rispondono alla legge di Hooke, il controllo del comportamento elastico che si può fare sui suppositori e ovuli di gelatina glicerinata che sono esempi di materiali elastici. Invece per le preparazioni semisolide per applicazione cutanea è più importante lo studio, il controllo della scorrevolezza. Per i liquidi puramente viscosi la legge di Newton mette a confronto loLo shear rate è il rapporto tra lo shear stress e l'osservabile scorrimento che si verifica in seguito all'applicazione di uno sforzo di taglio. Un fluido si definisce newtoniano quando la velocità di flusso aumenta linearmente con l'aumentare dello sforzo applicato. In questo caso, la viscosità è costante e dipende solo da pressione e temperatura.
Nel grafico si può osservare che aumentando lo shear stress, quindi aumentando la forza applicata, aumenta anche lo shear rate (ovvero la velocità di flusso o il gradiente di velocità). Infatti, la legge di Newton rappresenta l'equazione di una retta che parte dall'origine e la pendenza corrisponde alla viscosità. Quindi, la viscosità è uguale a shear stress diviso shear rate, e se il liquido è newtoniano, la viscosità è lineare.
Un sistema newtoniano è in realtà un sistema ideale e può essere rappresentato dall'acqua o dalla glicerina. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i sistemi non sono newtoniani.
REOGRAMMA se riportiamo in grafico valori di shear stress e shear rate nei casi di liquidi non newtoniani possiamo vedere comportamenti diversi, pendenze diverse della curva, viscosità diverse, a un certo punto la curva flette. Posso avere una viscosità che aumenta all'aumentare dello shear stress e shear rate e a un certo punto la curva inizia a flettere formando una pancia verso l'alto, al contrario posso avere un fluido dilatante se da 0 aumentando lo shear rate e stress e forma una pancia verso il basso. Oppure ci sono dei sistemi plastici, detti di Pingam, in cui per far sì che ci sia un aumento di viscosità (non si parte da 0 ma da un certo valore di shear stress) non ho all'inizio modifica di shear rate, quando poi raggiungo quel det valore di shear stress ho un aumento anche di shear rate e quindi a far fluire, muovere il sistema. Gli studi reologici, sulla viscosità, sono utili se ad esempio devo formulare una crema che abbia unaPer determinare la viscosità di un prodotto, ad esempio per conservarlo a una certa temperatura per un certo periodo di tempo o per ottenere una certa estrudibilità da un tubo o spalmabilità sulla cute di una crema, è necessario misurare e eventualmente regolare il valore di viscosità utilizzando gelificanti o fattori di consistenza.
Il test di viscosità viene effettuato utilizzando strumenti come:
- Viscosimetri capillari: sono tubi di vetro con diverse geometrie, ad esempio a forma di U, in cui è presente un serbatoio contenente il liquido da misurare. Il liquido scende attraverso un capillare stretto e poi risale. Il serbatoio superiore e inferiore servono per misurare la velocità e il tempo di flusso del liquido.
sisvuota di quella quantità di liquido. Ovviamente questo strumento non è adatto a sistemi semisolidi perché faccio sia fatica a inserire il sistema nel serbatoio superiore sia a farlo fluire, quindi è più adatto a sistemi liquidi, anche se alcune sostanze le potrei sciogliere in soluzione.