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Esempi di colliri sono quello di nafazolina e quello di tobramicina/desametasone.
Isotonia dei colliri
I colliri devono essere di norma isotonici con il fluido lacrimale, che ha la stessa tonicità del plasma.
Una soluzione oftalmica è definita isotonica quando la sua tonicità è uguale a quella di una soluzione
fisiologica di NaCl allo 0,9 %. Quindi nei colliri per soddisfare l’ isotonicità, si necessita dell’ aggiunta di
NaCl o altri agenti isotonicizzanti. In realtà, l occhio tollera anche valori di tonicità non fisiologici, come
concentrazioni di NaCl comprese tra lo 0,5 e l’ 1,8 %. Ad esempio, i colliri ipertonici, sono molto
utilizzati per ottenere concentrazioni di p.a. sufficienti ad assicurare l’ azione terapeutica.
Isoidria dei colliri
Il pH del collirio, può influenzare significativamente l’ assorbimento trans-corneale del farmaco.
Il concetto di isoidria (stesso pH del fluido lacrimale, ossia circa 7,4) non è facilmente applicabile, in
quanto bisogna trovare il giusto compromesso tra:
1) Effetto del pH sulla lacrimazione
2) Effetto del pH sulla ionizzazione e quindi sull’ assorbimento del farmaco
3) Effetto del pH sulla stabilità chimica del farmaco
4) Effetto del potere tamponante della formulazione.
La capacità tamponante del fluido lacrimale è assicurata dalla presenza di carbonati, proteine anfotere
e fosfati primari e secondari, le cui concentrazioni però sono inferiori a quelle presenti nel plasma. A
causa di ciò colliri alcalini inducono una lacrimazione più abbondante rispetto a colliri acidi.
Conservazione microbiologica dei colliri
Le preparazioni acquose fornite in contenitori multidose contengono, in opportuna concentrazione, un
adatto antimicrobico a meno che la preparazione stessa abbia sufficienti proprietà antimicrobiche. Se i
colliri non contengono antimicrobici, vengono forniti in contenitori a dose unica o multidose tali da
prevenire la contaminazione microbica dopo l’ apertura.
N.B. i colliri destinati all’ uso in interventi chirurgici non contengono antimicrobici.
Tra i conservanti più usati abbiamo l’ alcool feniletilico, la clorexidina, clorbutanolo, cloruro di
benzalconio, tiomersale e i paraben. Alcuni conservanti, come benzalconio, clorexidina e clorbutanolo,
possono esercitare, alle comuni concentrazioni d’ impiego un azione modificatrice sull’ epitelio
corneale, riducendone la funzione di barriera.
Agenti solubilizzati
Sono i classici visti per le preparazioni parenterali: poliossameri, polisorbati 20 e 80 ecc.
Lacrime artificiali
Sono prodotti farmaceutici che cercano di simulare gli effetti del fluido lacrimale vero, quando per
qualche ragione la sua produzione non è più sufficiente. Consistono in delle soluzioni atossiche, che
non devono influenzare la visione, non devono ostacolare le normali secrezioni, non devono
emulsionare lipidi e devono avere la minima concentrazione possibile di conservanti.
Sono costituiti da polimeri idrofili ( come i derivati della cellulosa e acido ialuronico) ad effetto
mucomimetico. L’acido ialuronico è un polisaccaride naturale, anionico, appartenente alla classe dei
glucosaminoglicani.
Bagno oculari
Sono soluzioni acquose sterili destinate a lavare o bagnare gli occhi, o per impacchi. Possono
contenere eccipienti, ad esempio isotonicizzanti, viscosizzanti o per aggiustare o stabilizzare il pH.
I bagni oculari, forniti in contenitori multidose (che non contengono oltre 200 ml, salvo diversa
giustificazione o autorizzazione), contengono, in opportuna concentrazione, un adatto antimicrobico a
meno che la preparazione stessa abbia sufficiente proprietà antimicrobiche. Se i bagni oculari non
contengono conservanti antimicrobici, vengono forniti in contenitori monodose.
Polveri per colliri e per bagni oculari
Sono fornite in forme sterile, secca, per essere disciolte o sospese in un adatto veicolo liquido al
momento della somministrazione. Quindi si tratta di preparazioni oftalmiche liquide estemporanee.