Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Tecnologia e legislazione farmaceutica I - preparati iniettabili Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La plasmolisi è un evento meno grave rispetto all‘ emolisi, perché le cellule possono ritornare, in questo

caso nel loro stato normale; per questo motivo una soluzione ipertonica è meglio tollerata rispetto ad

una ipotonica. Per via intramuscolare, una soluzione non isotonica causa dolore e irritazione.

Isoidria: il pH delle preparazioni parenterali può influenzare, la tollerabilità da parte dell’ organismo, la

stabilità e l’ attività del principio attivo (alcuni principi attivi hanno carattere di acido o base debole,

mentre altri sono instabili a pH fisiologico).

il pH dei distretti dove generalmente è effettuata un’ iniezione varia da 7.2 a 7.4 (pH fisiologico). Tale

valore di pH viene mantenuto da alcuni sistemi tampone fisiologici come quello dei bicarbonati (il più

importante) e quello dei fosfati.

Generalmente a valori estremi di pH è preferibile la somministrazione endovenosa rispetto a quella

intramuscolare, in quanto,grazie all’ azione tamponante del sangue, si evitano fenomeni di alcalosi o

acidosi.

Limpidezza: le preparazioni parenterali devono essere limpide ed esenti da particelle visibili ad occhio

nudo.

Sostanze coadiuvanti

Agenti solubilizzanti: servono per migliorare la solubilità del principio attivo. Esse sono:

1) Co-solventi (glicerolo, glicole propilenico, etanolo, alcool benzilico e i PEG). Per fare un esempio: il

Cremophor (derivato poliossietilienato dell’ olio di ricino) è usato come solvente di preparazioni

contenenti paclitaxel, diazepam ecc.

2) Tensioattivi (polisorbato 80 e 20, lecitina per la nutrizione parenterale e polossameri)

3) Agenti complessanti ( ciclodestrine, polivinilpirrolidone e alcuni amminoacidi come arginina, istidina

e lisina)

Agenti tamponanti: sono importanti per la stabilità del principio attivo. Quelli più usati sono l’ acetato, il

citrato e il fosfato ( il quale però può operare un attacco nucleofilo sulla molecola)

Antiossidanti: distinguibili in:

1) Agenti antiossidanti veri e propri

2) Agenti riducenti

3) Agenti chelanti (che esplicano una funzione sinergica)

L’ uso degli antiossidanti, è permesso solo se strettamente necessario, e alla formulazione della

preparazione tale uso va giustificato e supportato da dati sperimentali.

Conservanti: sono obbligatori per le preparazioni multidose, mentre sono sconsigliati dalla farmacopea

britannica ed europea nelle preparazioni monodose, fatta eccezione per quelle che superano i 15 ml;

inoltre sono assolutamente da evitare per quelle preparazione che andranno a contatto con il liquido

cerebrospinale.

Il più utilizzato è l alcool benzilico, poi c’è il paraben ( o paraidrossibenzoato di metile, etile o propile) e

il clorocresolo. Nei vaccini è utilizzato il tiomersale.

Isotonicizzanti: quelli di scelta sono mannitolo e sodio cloruro

Diluenti

Crioprottettori: principalmente lattosio, glicocolla e mannitolo

Altri additivi: zinco e protamina, per l ‘ insulina al fine di migliorarne la stabilità in forma esamerica e

prolungarne la durata di azione.

Saggi sulle preparazioni parenterali

1) Contaminazione particellare

2) Sterilità

3) Uniformità di contenuto

4) Endotossine batteriche- pirogeni

Infusioni endovenose

Sono soluzioni acquose o emulsioni olio in acqua sterili; sono esenti da pirogeni quindi, e generalmente

rese isotoniche con il sangue. Sono principalmente destinate alla somministrazione in grande volume,

non presentano addizioni di alcun antimicrobico, sono limpide ed esenti da particelle, e riguardo le

emulsioni, non presentano separazione di fase.

Saggi

Oltre i classici appena visti, c’è quello per il volume estraibile. La conformità alle specifiche di tale

saggio è assicurata dal riempimento con un volume in lieve eccesso rispetto al volume nominale; l’

eccesso è tale da non provocare danni per l organismo e serve solo per prelevare il volume

effettivamente dichiarato.

Per i contenitori monodose si sceglie:

1) Un contenitore se il volume è 10 ml o più

2) 3 contenitori se il volume è più di 3 ma meno di 10 ml

3) 5 contenitori se il volume è meno di 3 ml

Si prelevano singolarmente il volume di liquido presente nei contenitori, si espellono le bolle d’ aria da

ago e siringa e si travasa tutto il contenuto in un cilindro graduato per la determinazione del volume.

Tale volume non deve essere inferiore al volume nominale dei contenitori esaminato singolarmente, o

nel caso di contenitori di 2 ml o meno, il volume non deve essere inferiore alla somma dei volumi

nominali di tutti i contenitori

Per le cartuccie e siringhe preriempite vale la sts regola: il volume estraibile non deve essere inferiore

al volume nominale.

Concentrati per preparazioni iniettabili o infusioni endovenose

Sono soluzioni sterili per preparati iniettabili o infusione a seguito di una diluizione, ovvero vengono

diluiti con un liquido (acqua o olio) prima della somministrazione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
4 download
SSD Scienze chimiche CHIM/09 Farmaceutico tecnologico applicativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dariom_89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologia e legislazione farmaceutica I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Miro Agnese.