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ESTRAZIONE IN CONTINUO
Quando il composto organico è più solubile in H O che nel solvente organico,
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occorrono quantità molto grandi di solvente per ottenere una moderata resa di
estrazione. Tutto ciò può essere evitato mediante l’utilizzo degli estrattori in continui
che richiedono volumi relativamente piccoli di solvente. Ne esistono diversi a seconda
della soluzione acquosa che deve essere estratta e in base all’utilizzo di solventi più
pesanti o più leggeri dell’acqua.
1) Estrazioni in continuo che usano solventi più leggeri dell’acqua, come Benzene
o Etere: l’apparecchiatura varia solo per il volume che può contenere. La
soluzione da estrarre è posta nel corpo cilindrico dell’estrattore. Sul fondo viene
posta un’ancoretta magnetica che agita la soluzione. Il solvente estraente
(Benzene o Etere) è posto in un pallone connesso al cilindro e portato
all’ebollizione. I vapori passano attraverso il raccordo, arrivano al refrigerante,
condensano e cadono in un imbuto a gambo lungo che termina nella soluzione
da estrarre. Poiché il solvente estraente ha densità minore di quello della
soluzione da estrarre, si stratificherà sopra di essa. Nel passaggio dal basso
verso l’alto, il solvente porta via una certa quantità di sostanza da estrarre. Il
processo è in continuo perché il non appena il solvente raggiunge l’altezza del
raccordo, ricade nuovamente nel pallone e il processo va avanti fin quando
l’estrazione non è avvenuta completamente.
2) Estrazioni in continuo che usano solventi più pesanti dell’acqua, come Cloruro
di Metilene e Tetracloruro di Carbonio. Il solvente estraente è posto in un
pallone connesso al cilindro e portato all’ebollizione. I vapori passano attraverso
il raccordo, arrivano al refrigerante, condensano e cadono passando attraverso
la soluzione da estrarre. Poiché il solvente estraente ha densità maggiore di
quello della soluzione da estrarre, si stratificherà sotto di essa. Nel passaggio
dall’alto verso il basso, il solvente porta via una certa quantità di sostanza da
estrarre. Quando il solvente avrà raggiunto l’ansa di raccordo, ritornerà nel
pallone portando con se il soluto. Per recuperare il soluto alla fine
dell’estrazione, bisognerà quindi allontanare il solvente. (per capire meglio il
meccanismo fate riferimento alle immagini sulla dispensa)
ESTRAZIONE CON SOLVENTI CHIMICAMENTE ATTIVI
Non è raro che un prodotto grezzo di una reazione contenga una miscela di composti
acidi (fenoli, acidi carbossilici), basici e neutri in varie combinazioni. Si può ricorrere ad
un estrazione con reagenti basici e acidi che reagiscono rispettivamente con i
componenti acidi della miscela.
E’ necessario usare un solvente che sciolga il prodotto grezzo o la miscela. In genere si
utilizza l’etere perché è basso bollente, anche se non è totalmente anidro (presenta
tracce di H O). (anche qui fate riferimento alle immagini sulla dispensa)
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ESTRAZIONE DI SOLIDI
Metodo utilizzato per isolare prodotti naturali non volatili da tessuti da tessuti secchi di
piante, funghi e alghe, resine e sali pesanti, si effettua mediante l’estrattore di
Soxhlet). Il solido viene posto nel ditale poroso (costituito da carta da filtro resistente)
che viene posto nel tubo interno dell’estrattore; il solvente estraente è posto nel
pallone collegato all’apparecchio e portato a ebollizione. I vapori passano attraverso il
raccordo, arrivano al refrigerante, condensano e cadono nel ditale che contiene il
materiale da estrarre. Quando il solvente riempie il ditale poroso, passa nel sifone
adiacente e ricade nel pallone.
ESSICCANTI
Quando si estrae una soluzione acquosa con un solvente, si usa un solvente
immiscibile. Tuttavia non esiste un solvente completamente immiscibile in H O, l’etere
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stesso contiene il 3% di H O. Prima di recuperare il soluto è necessario essiccarlo
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togliendo il solvente.
L’essiccante deve avere determinate caratteristiche: