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Prove non verbali

I test verbali sono profondamente influenzati dalle nozioni e conoscenze della cultura di appartenenza: negli anni quaranta emerse l'ipotesi di fare ricorso a reattivi "non-verbali" nel tentativo di sottrarre tali prove alle influenze culturali e al grado di scolarità del soggetto. Vennero usati i termini di "imparzialità culturale" e di "indipendenza culturale" in riferimento ai test non verbali di intelligenza; tuttavia numerose ricerche non hanno confermato l'ipotesi dell'indipendenza culturale.

Il test "Culture fair" di Cattell e Cattell. Si tratta di un test cosiddetto libero da influenze culturali, che cerca quindi di escludere dalla valutazione le conoscenze, il livello d'istruzione e l'influenza di un determinato ambiente socioculturale [per edizione italiana cfr. Cattell e Cattell 1981]. Il test, una prova a tempo, può essere proposto individualmente o in gruppo.

Richiede che il soggetto sia in grado di percepire rapporti tra forme e figure; va però osservato che specie per i livelli d'età più bassa sono necessarie istruzioni verbali molto estese. Sono disponibili tre differenti scale: la prima per bambini tra i 4/8 anni d'età, la seconda per ragazzi tra gli 8/13 anni, la terza per ragazzi delle scuole medie superiori fino agli adulti. La scala dispone di due forme parallele. Lo strumento è composto da 4 differenti subtest (i subtest: "serie", in cui il soggetto deve scegliere la figura che completa la serie, "classificazioni", in cui si deve individuare la figura che non è congruente con le altre, "matrici", in cui si deve indicare la figura che completa correttamente le matrici, e "condizioni" in cui si deve scegliere una figura seguendo la logica con cui è stata costruita una figura campione, cfr. fig. 2.29).

Le Matrici di Raven. Il Test

di considerarlo come tale. Il test di Raven è stato ampiamente utilizzato nella valutazione dell'intelligenza e nella ricerca psicologica.

Considerarlo tale. I test di valutazione delle abilità scolastiche

Test di matematica

Negli ultimi anni si è accresciuto notevolmente l'interesse dei ricercatori in relazione alla cognizione aritmetica [cfr. Lucangelie Passolunghi 1995] e alla valutazione oggettiva delle abilità matematiche. Le prove più recenti sono quelle relative a una valutazione complessiva delle abilità matematiche di alunni frequentanti la scuola di base [Amoretti et al. 1994 Soresi Corcione e Gruppo Emmepiù 1992] e quelle relative al calcolo [Lucangeli, Tressoldi e Fiore 1998] e alla soluzione dei problemi [Lucangeli, Tressoldi e Cendron 1998].

In questo paragrafo illustreremo non solo questi strumenti più recenti, ma daremo anche una breve descrizione delle prove oggettive di matematica rintracciabili sul mercato italiano e ricorderemo alcuni test standardizzati, prevalentemente americani, che vengono generalmente usati negli studi relativi ad alunni con

difficoltà d'apprendimento. Nel 1961 Enrico Cimino predispose i Test di livello per la scuola elementare (TSE), ispirandosi ai programmi del 1955. Com'è noto dal 1985 sono in vigore i nuovi programmi per la scuola elementare che rappresentano una sintesi del processo di innovazione pedagogica e didattica che ha caratterizzato quegli anni. Ricordiamo questo test quindi soprattutto per il merito di aver introdotto una riflessione sulla necessità di una valutazione obiettiva delle abilità dell'alunno. Tali test comprendono due subtest, uno relativo alla valutazione delle abilità linguistiche l'altro per quelle matematiche, utilizzabili alla fine dell'anno come valutazione finale, o all'inizio dell'anno per accertare alcune carenze nelle conoscenze. Per quanto riguarda specificatamente la matematica sono previsti tre livelli: all'inizio della terza elementare vi sono prove di dettatura di numeri, scomposizione numerazione.calcolo e soluzione di problemi entro la decina. All'inizio della classe quarta viene considerata l'abilità nell'eseguire le quattro operazioni aritmetiche, nell'utilizzare il sistema metrico decimale e nel risolvere semplici problemi; mentre all'inizio della quinta classe viene valutata l'abilità nel risolvere problemi con due operazioni e nell'eseguire le operazioni aritmetiche anche con numeri decimali. Viene riportata una corrispondenza fra il punteggio grezzo e quello centile, basata però su un numero estremamente esiguo di soggetti (26 alunni), che non costituisce un indice attendibile. Nel 1965 Luigi Calonghi ha predisposto le Prove diagnostiche (e le schede di recupero) per le quattro operazioni indirizzate agli alunni frequentanti le prime tre classi della scuola elementare, che prevedono una serie di operazioni ordinate e classificate secondo la loro difficoltà. Per ogni classe di operazioni (per esempio addizioni senzariporto con addendi a due cifre entro il centinaio) è richiesta l'esecuzione di tre operazioni dello stesso tipo (24 + 15; 32 + 34; 51 + 17). E possibile quindi valutare se l'alunno compie errori sistematici (nel caso sbagli tutte le operazioni dello stesso tipo), errori casuali (nel caso in cui compia un solo errore), errori intermedi (quando sbaglia due operazioni), che dimostrano una notevole insicurezza nel padroneggiare quel tipo di calcolo. Vengono inoltre proposte schede di recupero specifiche a seconda del tipo di operazione. Ricordiamo inoltre che lo stesso autore nel 1970 ha predisposto le Prove oggettive di matematica per la scuola media. Calegari e Cavallini [1971] hanno progettato una batteria per la valutazione delle abilità scolastiche nella scuola elementare (BA.SE, batteria per la scuola elementare), che prevede subtest relativi alle abilità matematiche valutate in base al livello di scolarità. Anche nel caso di queste prove il

Il riferimento è ai programmi del 1955, e non vengono esaminati alcuni concetti e abilità rilevanti. Al termine del ciclo elementare è prevista una valutazione delle abilità di calcolo con numeri interi e decimali, l'uso del sistema metrico decimale, la capacità d'interpretare grafici e risolvere problemi. Le prove oggettive di matematica, di Soresi, Corcione e Gruppo Emmepiù [1992] sono state invece costruite con il preciso riferimento ai nuovi programmi della scuola elementare e individuano cinque aree fondamentali di insegnamento a cui corrispondono cinque subtest: logica, aritmetica, geometria, statistica/probabilità/informatica e problem-solving. Per ciascuna area sono previste prove d'ingresso e di uscita per ogni classe della scuola elementare. Il livello di abilità di un alunno può essere confrontato con le norme di prestazione di un campione di alunni dello stesso livello scolare. Qui di seguito (cfr.

Figura 4.3

Diamo un esempio di alcuni item. Le prove sono precedute da una griglia d'analisi dei prerequisiti da utilizzare all'inizio della scuola elementare, o al termine della scuola materna, che può permettere una precoce valutazione in funzione preventiva.

Il Test di matematica per la scuola dell'obbligo, a cura del nucleo di ricerca in didattica della matematica dell'Istituto di Psicologia dell'Università di Pavia [Amoretti et al. 1994] è un test di profitto, relativo in particolar modo a una valutazione sommativa (cfr. cap. 1) delle abilità al termine di un anno scolastico. Può essere anche usato come prova d'ingresso, se viene proposto all'inizio dell'anno utilizzando la prova del livello inferiore. Anche questo test tocca i temi proposti dai nuovi programmi della scuola elementare e da quelli della scuola media, con la sola eccezione dell'informatica ritenuta troppo dipendente dalle scelte didattiche del

Il test è composto da tre subtest, riguardanti rispettivamente la geometria, la logica e infine la probabilità e statistica. L'elaborazione delle domande di ciascuna prova è stata fatta in modo da focalizzare la valutazione sugli obiettivi previsti dai programmi quali per esempio la capacità di interpretare e elaborare le informazioni contenute in un testo (verbale, simbolico o figurato), di "matematizzare" una situazione data, di eseguire dei calcoli con consapevolezza e padronanza, e di riconoscere relazioni geometriche. Sono state impiegate in prevalenza domande a scelta multipla o domande aperte con risposta univoca. Qui di seguito (cfr. fig. 4.4) presentiamo alcuni esempi relativi alla classe quarta.

Il test ha dimostrato buone qualità psicometriche e si è dimostrato attendibile per evidenziare gli alunni con difficoltà nell'area matematica [cfr. per esempio Passolunghi, Cornoldi e De Liberto]

1999; Passolunghi e Cornoldi 2000; Passolunghi 2000]. Le prove per la scuola elementare sono mediamente facili e mediamente discriminative, mentre per la scuola media sono leggermente più difficili e più discriminative. Le prove permettono una valutazione rispetto a gruppi di riferimento, consentendo di paragonare i risultati degli alunni con quelli dei compagni di pari età e livello scolare. A tale scopo nel manuale vengono presentate per ciascuna prova tabelle di conversione dei punteggi grezzi in percentili. Oltre alla trasformazione in punti percentili è stata prevista anche una conversione in giudizi i, qualitativi basata sulle distribuzioni ottenute dai gruppi di riferimento (per esempio in prima media un punteggio compreso fra 47 e 51 corrisponde a un giudizio qualitativo di "ottimo"). Sempre per quanto riguarda la verifica delle abilità matematiche nella scuola dell'obbligo citiamo il test VAMIO a cura di Raimondo Bolletta [1988].

Questa prova riguarda una valutazione sommativa delle abilità matematiche che dovrebbero essere padroneggiate al termine della scuola media. La stesura definitiva comprende i subtest di: geometria, numeri, probabilità, equazioni, coordinate, trasformazioni. La versione definitiva del test è stata validata su un ampio campione nazionale (più di 2.000 alunni). È da segnalare che nel volume.
Dettagli
Publisher
A.A. 2004-2005
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/03 Psicometria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecniche e strumenti psicometrici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cuzzocrea Francesca.