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Prende in una mano la macchina blu e nell'altra il camioncino rosso, li muove ripetutamente e
poi li fa scontrare continuando a tenerli in mano. Quando le macchinine si scontrano
Alessandro emette un suono.
A: Bum!
Ogni volta che le macchinine sbattono tra di loro Alessandro guarda sua madre e sorride, lei
fa altrettanto.
Ancora Alessandro fa sbattere tra di loro le macchinine, a volte guarda suo padre che si trova
seduto affianco a sua madre. Poi inizia a portarsi le macchinine sopra la testa, le fa girare in
mano, sono piccole e quindi leggere.
Dopodichè Alessandro si stufa di giocare e inizia a fare i capricci, agita le braccia e le gambe,
sembra che stia per piangere, il suo viso diventa tutto rosso come se fosse arrabbiato per
qualcosa.
Suo padre allora prova a tranquillizzarlo mostrandogli il telefonino dal quale esce una musica.
Alessandro è molto interessato all'oggetto e lo indica per poterlo avere. Prima di porgerglielo, il
padre gli fa vedere il funzionamento del telefono che va avvicinato all'orecchio.
P: Pronto? Chi parla?
Alessandro lo prende in mano e fa lo stesso, non dice "pronto" ma emette dei suoni. Il padre
gli porge una mano, in modo da aiutarlo a portarsi il telefono all'orecchio, ma Alessandro urla
un pò e si agita così il padre lo lascia fare da solo.
Sul suo viso nasce un'espressione di sorpresa quando si accorge che dal telefono esce la
musica. Guarda il padre mentre resta a bocca aperta e gesticola con la mano libera per
attirare la sua attenzione e renderlo partecipe di questa sua nuova scoperta. Il padre lo guarda
sorridendo.
P: Ti piace? Cos'è?
Alessandro accenna un "si" con la testa.
Dopo porta il telefono davanti agli occhi per guardarlo, è attratto dai colori e dalle luci.
Sbarra gli occhi e inizia a girarselo tra le mani come se si aspettasse altro da quell'oggetto.
Ogni tanto alza gli occhi dal telefono per controllare la situazione circostante. Guarda
ripetutamente la madre e il padre che si trovano entrambi alla sua destra, mentre la nonna è
alla sua sinistra.
Porge il telefono verso i genitori guardando la madre.
A: Eeh eee... da...
La madre prende in mano il telefono e lo porta all'orecchio, guarda Alessandro sorridendo e fa
una faccia buffa.
M: Ooh, che bello!
Alessandro ride portandosi indietro con la schiena e sollevando un pò le gambe.
La mamma gli porge un altro giocattolo: una rana peluche. Alessandro la tiene un pò in mano
ma subito dopo la lancia per terra.
M: No Ale, non si fa!
La mamma ne prende un altro dalla cesta vicino a lei, prende un trenino di plastica colorato e
lo da in mano ad Alessandro che inizia a giocarci accennando un "ciuf ciuf". Lui la guarda e
sorride, cerca continuamente il suo sguardo. Il padre e la nonna stanno a guardare. Dopo circa
5 minuti Alessandro smette di giocare con il trenino e lo dà in mano a suo padre che si trova
affianco a lui.
Alessandro scende dal divano, aiutato dal padre, si siede a terra sul tappeto dove ci sono altri
giochi. Borbotta qualcosa indicando un peluche ai piedi di sua madre.
A: Mama... da...Lelèèè
La madre prende l'elefante-peluche e glielo porge. Alessandro lo tiene in mano, lo strapazza
un pò, quando si stanca lo lancia. Allora prende un altro gioco, il pezzo di un puzzle di gomma
colorato, lo mette in bocca.
M: No Ale, non si mette in bocca!
A: Ti Mama...da... eeeee
M: Prendi la scimmietta
Alessandro prende un peluche-scimmietta che si trova affianco a lui sul tappeto, lo tiene dalla
coda, lo sbatte su e giù.
Il mio tempo di osservazione è finito. Mi alzo e aspetto; la mamma e il papà di Alessandro si
avvicinano a salutarmi, mi accompagnano alla porta e passando vicino al divano saluto la
nonna e Alessandro. Mi abbasso e aspetto un suo movimento.
Alessandro mi guarda fisso e sorride, gli faccio "ciao" con la mano e mi dirigo verso la porta.
Saluto e ringrazio i genitori.
Np: Alessandro sembra che si sia accorto di essere osservato e sembra anche molto
•
incuriosito dalla mia presenza. All'inizio dell'osservazione mi guarda ripetutamente e si
avvicina per guardarmi da vicino dopo che gli sorrido, come se aspettasse un segnale positivo
da parte mia. Sono pienamente consapevole del fatto che la mia presenza modifica il
comportamento di Alessandro per il semplice fatto che egli probabilmente sente di essere
osservato.
Egli non parla, forse perchè non è ancora in grado di formulare parole; emette, infatti, dei
"mugolii" simili a gorgheggi vocali, seguiti molto spesso dal gesto di indicare. Utilizza
prevalentemente la "e" ripetendola più volte. Le uniche parole che gli sento dire
sono: Mama, da, ti, ecco, Lelè (riferito a se stesso usando il proprio nome).
Alessandro è molto determinato e caparbio, in quanto nel portare il telefono all'orecchio non
vuole essere aiutato dal padre, che gli porge la mano, pur essendo il telefono per lui pesante;
infatti quando il padre tenta di aiutarlo lui strilla e si agita per fargli capire che vuol fare da solo.
Dopo aver portato il telefono all'orecchio lo porge a sua madre, probabilmente vuole farle
ascoltare la musica per condividere anche con lei questa sua scoperta.
Il gioco di Alessandro è attivo, fa sbattere le macchinine, lancia l'elefante, sbatte su e giù sul
pavimento la scimmietta. Dimostra di non avere ancora padronanza con questi oggetti; il gioco
che fa con le macchinine mi dà l'impressione di essere una imitazione, probabilmente
qualcuno gli ha fatto vedere quel gioco e adesso lui lo ripete.
Alessandro ha dimostrato anche di saper, a suo modo, fare una richiesta. Ad un certo punto
infatti indica un peluche che si trova vicino sua madre e mentre lo indica pronuncia le parole
"Mama...da...Lelè".
Nm: Subito dopo essere entrata in casa ho cercato un angolo più nascosto, in modo da poter
•
osservare Alessandro senza disturbarlo. Sapevo che si sarebbe accorto della mia presenza
anche perchè per osservarlo non mi sarei potuta sedere troppo distante. Ogni volta che lui
rivolgeva lo sguardo verso di me, spontaneamente, gli sorridevo. Forse avrei potuto evitarlo,
per non dargli modo di inserirmi nel contesto osservato, nel suo ambiente naturale. Alessandro
è un bambino che non conosco, dunque è la prima volta che ci vediamo: ciò ha reso più facile
la mia osservazione poichè spesso è difficile vedere in modo nuovo ciò che cade sotto gli
occhi tutti i giorni. Per rendere il comportamento di Alessandro il più possibile naturale avrei
dovuto stare dentro restando fuori. Avrei dovuto essere il più possibile non intrusiva, dovevo
cercare di non "inquinare" il contesto, di non ostacolare il flusso regolare delle attività.
Nt: Da ciò che ho potuto constatare, la madre è probabilmente il suo principale punto di
•
riferimento. Alessandro la guarda continuamente, cerca il suo appoggio, il suo consenso, cerca
la sua partecipazione. Questo è dimostrato anche dal fatto che appena Alessandro mi vede
scappa in braccio a sua madre, probabilmente per cercare protezione. Sulle gambe della
madre si sente subito a suo agio e inizia a voler farsi notare agitando le braccia e muovendosi
continuamente. Alessandro sembra un bambino molto vivace ed estroverso, nonostante non
mi abbia mai visto non ci mette molto ad avvicinarsi; anche qui quando la madre lo chiama
(probabilmente per non turbare la mia osservazione) lui si gira e corre subito da lei. Dimostra
di saper comprendere quanto detto dalla madre (Vieni qui). Quando è la nonna a farlo giocare
con le macchinine, Alessandro guarda ancora sua madre per capire se ha attirato la sua
attenzione. In quel momento, mente gioca, ho l'impressione che si sia dimenticato della mia
presenza o che non mi reputi più così interessante. Sembra quasi che, in un certo senso, si sia