Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La validazione in psicoterapia cognitiva
Le tecniche di disputa cognitiva sono impegnative, dunque è necessario dosarle continuamente con interventi di validazione e rassicurazione. Con ciò si intende validare le emozioni e disputare i pensieri, ovvero riconoscere al paziente la propria comprensione per la sofferenza, ma comunque continuare a trasmettere la propria non comprensione verso le strutture cognitive che generano la stessa. Tale meccanismo evita la collusione, ovvero la complicità con le credenze negative del soggetto.
Linehan, la quale ha portato un contributo essenziale nell'ambito della validazione, facendo nucleo centrale della propria terapia definita dialettico-comportamentale, sancisce che l'aspetto essenziale di un intervento di validazione consiste nel comunicare al paziente che le sue reazioni hanno un senso e possono essere comprese, senza sminuirne il valore o banalizzarle.
All'interno di un intervento di validazione possiamo...
della terapia dialettico-comportamentale è la "dialettica", che consiste nell'accettare e nel cambiare allo stesso tempo. Questo approccio terapeutico si basa su tre momenti distinti: 1. Osservazione attiva: il primo passo consiste nel raccogliere informazioni assumendo una posizione di ascolto e osservando pensieri, emozioni e comportamenti manifesti. Il terapeuta deve quindi abbandonare i propri modelli precostituiti, i propri pregiudizi e ogni variabile personale che potrebbe intaccare la capacità di osservare le emozioni al momento manifeste. 2. Rispecchiamento: consiste nel rispecchiare fedelmente l'immagine di stati d'animo, pensieri, cognizioni e comportamenti del paziente, conservando un atteggiamento non giudicante e comunicando al paziente di essere consapevoli, presenti e attenti alle sue comunicazioni. 3. Validazione diretta: si evidenzia il fatto che ogni comportamento può avere una funzione importante in quanto permette all'individuo di adattarsi al suo ambiente. Linehan scrive che il cuore pulsante del cambiamento della terapia dialettico-comportamentale è la "dialettica", che consiste nell'accettare e nel cambiare allo stesso tempo.è dato dallo scontro delle due forze opposte, accettazione e cambiamento. La psicoterapia cognitivo-comportamentale tradizionalmente è uno strumento di cambiamento, che si focalizza sull'aiutare i pazienti a modificare i modelli di pensiero e comportamento disfunzionali. Porre però il focus della terapia esclusivamente sul cambiamento spesso può costituire per il paziente un'esperienza invalidante, in quanto egli può sentirsi oltre modo giudicato. Il compito continuo del terapeuta è quindi quello di accettare il modo di essere, di sentire e di pensare del paziente in ogni momento della terapia, in modo che gli possa meglio giungere al cambiamento (questo perché l'accettazione non implica forzatamente una valutazione positiva dell'esperienza del paziente, piuttosto una comprensione). TECNICHE DI VALIDAZIONE IN PSICOTERAPIA COGNITIVA L'atteggiamento del terapeuta, in particolar modo nelle prime fasi della psicoterapia, deveesserecaratterizzato da apertura, disponibilità, accettazione, nonché sincerità, calma, chiarezza e rispetto per ciò che il paziente porta in seduta. Ciò al fine di stabilire una relazione solida, orientata, accogliente e adeguata. Mi sembra molto importante quello che mi sta dicendo. Potremmo, se se la sente, approfondire? Questi primi incontri ci aiutano a capire meglio cosa per lei è importante ora, cosa la fa stare così male. Dal punto di vista sia della comunicazione verbale che di quella non verbale, l'atteggiamento del terapeuta dovrebbe essere diretto verso la chiarezza. Guardi, non so lei come si senta, ma io sono molto confuso… Ho la sensazione che se continuiamo così non andremo molto lontano. Cosa ne pensa? Infine è bene ricordare che la validazione implica il riconoscimento e la legittimazione di stati mentali, emozioni e credenze del paziente. Mi sembra che quello che è successo l'abbia fattoarrabbiare…Mi sembra molto triste in questo momento…Deve essere stato duro per lei affrontare tutto questo…
TECNICHE SULLA COMPASSIONE (o meglio sul SE’ COMPASSIONEVOLE)
Sono tecniche sviluppatesi nell'ambito della CBT di terza generazione. Esse sono basate sul sécompassionevole, al fine di acuire la comprensione di se stessi, di attivare il sistema motivazionaledell’accudimento, verso se stessi, e dunque di sapersi accettare e comprendere.
Una frase che potrebbe tranquillizzare il paziente, alleggerendone la tendenza a non accettarsi, è:"siamo versioni non scelte”. Tale frase sancisce il fattore per il quale tutto è frutto dell’esperienza.
Perché hanno il proprio focus sul sentimento di vergogna, hanno mostrato particolare efficacia suindividui particolarmente autocritici e severi con se stessi.
In quanto alla vergogna stessa, molto spesso essa è confusa con la colpa, ma durante il colloquio
è necessario specificare, e si può ricorrere ad espressioni come: "che cosa intende per vergogna/colpa?” oppure "mi spieghi meglio”. Sono entrambe autocoscienti, ma caratterizzate da differenze:
VERGOGNA
- Legata all'immagine di sé, non alla moralità
- Legata alla moralità
- Associata al processo motivazionale della competizione
- Associata al processo motivazionale dell'accudimento
- Focus su immagine e reputazione sociale, e sull’evitamento dei danni agli altri
- Focus sull’evitamento di inferiorità e ansia
- Disgusto e rabbia come sentimenti associati
- Anticipazioni della colpa, rimorso e tristezza come sentimenti associati
- Maggiormente associata a rischi psicologici, in quanto implica una messa in discussione del sé
La vergogna allora può essere:
- interna, nel caso di personali giudizi negativi sul sé. Ha le sue radici nello
sviluppo dell'autoconsapevolezza e nelle valutazioni che la persona ha rispetto al proprio modo di essere. La persona si sente inadeguata, cattiva, manchevole o difettosa; tende all'autosvalutazione e all'autocritica. La persona diventa il suo stesso giudice svolgendo la funzione che gli altri hanno nella vergogna esterna.
La vergogna esterna si lega all'idea che gli altri ci vedano negativamente (non attraenti, rifiutabili, deboli) e provino di noi sentimenti di rabbia e disprezzo. Quando l'emozione di vergogna esterna si attiva, il mondo viene rappresentato come minaccioso favorendo l'emergere di comportamenti protettivi come evitamento, ritiro, fuga. L'attivazione della vergogna esterna sembra connessa a una disregolazione momentanea della capacità di elaborare le informazioni provenienti dall'esterno.
I ricordi di vergogna sono
dunque come esperienze traumatiche, anzi sono dei veri e propri traumisociali, poiché possono strutturare la vita ed essere centrali. In tal caso più sono centrali, più sono correlati a probabilità di sviluppare psicopatologie. Inoltre essendo tali permettono all'individuo di definirsi in base a quell'esperienza.-
TECNICA DELLA SEDIA
È una tecnica esperienziale, proposta da Perls (fondatore della Gestalt) e usata principalmente nell'ambito della ST (Schema Therapy). È inoltre una tecnica basata sul roleplay, e in quanto tale conferisce ampia flessibilità; inoltre prevede esercizi sia in seduta che compiti a casa.
La stessa assolve a molteplici funzioni:
- migliorare l'attenzione per i processi interni e per aumentare la consapevolezza di ciò che il paziente sta provando,
- lavorare sui modelli disfunzionali,
- gestire perdite e conflitti irrisolti, o relazioni difficili,
- apprendere comportamenti di
assertività per compiere delle scelte.
In tale tecnica emergono emozioni dolorose, dunque il terapeuta deve saper quando utilizzarla: devono essere dunque pronti sia il paziente che il terapeuta, poiché la tecnica della sedia è un lavoro di "condivisione".
Alcuni esempi di domande che possono essere formulate:
- Ogni colloquio inizia con un resoconto della
- Hai un messaggio per X? - durante il roleplay, quasi in chiusura seduta precedente.
- C'è altro che vorresti dirmi? - durante il roleplay, a chiusura
- Come potrebbe essere sentire quel messaggio? - terminato il roleplay
Cambiare allora punto di vista aumenta la consapevolezza dei pensieri e dei sentimenti profondi, smentendo alcuni aspetti disfunzionali.
2. TECNICA IMMAGINATIVA
Utilizzata per esplorare i ricordi di vergogna, tramite il calarsi in quella specifica situazione. Si introduce la tecnica proponendo al paziente un quesito: "si ricorda il giorno in cui ha
provatovergogna?”. Tale tecnica permette la descrizione della situazione, dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti associati e di come tale situazione ha impattato sulla vita dell'individuo in modo sia negativo che positivo.
3. SEDIA COMPASSIONEVOLE
Tecnica del parlare con se stessi, narrando l'episodio in cui l'individuo non riesce a perdonarsi e attiva autocritica.
4. LETTERA COMPASSIONEVOLE
Tecnica dello scrivere a se stessi, alla parte di sé che ha provato vergogna. Tali tecniche necessitano di tre indici: validazione (nota bene: l'emozione va sempre validata: "è normale che sia così"), rassicurazione e incoraggiamento.
APPLICAZIONI A DISTURBI SPECIFICI
DISTURBI DI ASSE I CON IL PAZIENTE "FACILE"
I disturbi bersaglio della psicoterapia cognitiva sono quelli appunto basati sulla depressione e l'ansia. Dunque per alcuni pazienti l'evento è pericoloso perché se ne ritengono responsabili (disturbo ossessivo-compulsivo),
o perché sono convinti che dipenda da una loro imperfezione o da un loro errore (fobia sociale o disturbo ossessivo-compulsivo), o ancora perché per alcuni individui è intollerabile la semplice possibilità che un evento dannoso si verifichi (ansia generalizzata). È fondamentale sancire comunque che, generalmente, tali pazienti hanno una buona capacità di alleanza terapeutica, in quanto comprendono la natura psicologica del loro disturbo, accettano abbastanza facilmente il patto terapeutico di esplorare e mettere in discussione le proprie convinzioni cognitive distorte al fine di modificarle. DISTURBO DI PANICO - "Paura di aver paura" Anzitutto la caratteristica centrale di tale disturbo è la presenza di attacchi di panico, ovvero episodi di paura intensa e apparentemente non determinata dal timore di un pericolo esterno, paura che sembra intollerabile e capace di generare conseguenze catastrofiche: morte, impazzimento, debolezza o.vulnerabilità. Nel disturbo di panico la previsione negativa è dunque collegata alle sensazioni.