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-RIFLESSIONE
-INDIRIZZAMENTO
1) L’ASCOLTO è la prima operazione investigativa del colloquio psicoterapeutico, in cui
il terapeuta accoglie l’altro che è di fronte e chiede aiuto e sostegno. Lo psicologo si
pone in una condizione di silenzio interno al fine di cogliere il reale significato delle
parole del paziente
2) LA SELEZIONE rappresenta la seconda operazione investigativa che consiste nel
selezionare i dati significativi e le frasi non neutre riferite dal soggetto durante il
colloquio. Estrarre.selezionare frasi,palore,tracce su un evento ecc.. che ci rapporti a
qualcosi e che ci segnali la possibilità di trovare qualcosa.che non è neutro per il
soggetto e privo di significato, ma che sia legata ad una motivazione che scopriremo
pian piano avere interesse per il paziente.
3)ANALISI DEI SIGNIFICATI:L’analisi dei significati è la terza operazione investigativa
che consiste nel conoscere e verificare qual è il significato attribuito dal soggetto alle
sue parole.Le parole possono essere usate con intenzione di significazione molto
diversa da persona a persona. La parola è la via per conoscere la direzione della sua
volontà. La finalità che aveva il soggetto,quello che lui vedeva e voleva trasmettere.
Non si tratta dunque di una semplice comprensione delle parole. Attravero il dialogo
socratico si può approfondire l’analisi dei significati. Esempio: -COSA VUOLE
INTENDERE? QUALE SIGNIFICATO HA PER LEI?
Logicamente bisogna prestare particolare attenzione a ciò che il paziente dice più
frequentemente o che esprime con maggiori implicazioni emotive.
4)LA RIFLESSIONE: la riflessione rappresenta la quarta fase in cui comincia la
contemplazione dei dati che il paziente ha fornito in modo da poter individuare quelle
aree in cui si hanno poche conoscenze ,dove manca ancora qualcosa. La riflessione
culmina con la scelta di un indicatore che assume rilevanza superiore rispetto ad altri
indicatori.
5)L’INDIRIZZAMENTO, il terapeuta mette in atto una serie di azioni utili per
approfondire le zone che mancano, individuate tramite la riflessione es: rapporti
sociali,percezione di sé.
Queste cinque operazioni investigative sono da tenere costantemente attive durante
tutto il percorso terapeutico.
LA RACCOLTA DEI DATI BIO-PSICO-SOCIALI NEL COLLOQUIO PSICOLOGICO:
AREE DI INDAGINE E LIVELLI DI APPROFONDIMENTO
Non esiste un unico modello di raccolta dei dati bio-psicosociali. Non con tutti i
pazienti è possibile seguire nella raccoltà dei dati bio-psico-sociali,l’iter che il clinico
preferirebbe.
Esistono 5 modalità differenti di raccolta dei dati bio-psico-sociali
1-APPROCCIO ANAMNESTICO NON FOCALIZZATO: raccolta di informazioni NON
STRUTTURATA. Non è completa e non utile al lavoro psicoterapeutico.
2-ANAMNESI DETTAGLIATA: Approfondita visione diacronica della vita del paziente-
approccio medico e domande puntuali (completo e affidabile, posizione di passività del
paziente.
3-ANAMNESI SELETTIVAMENTE ORIENTATA: Focalizzata principalmente sui dati
connessi al problema riportato.Paziento attivo, focus sul problema,tempo ridotto.
Buona alleanza diagnostica e quindi psicoterapeutica.
4-ANAMNESI MIRATA: Focus su soecifica area di vita(pz con dipendenze,DCA,DSA)
5-ANAMNESI RACCOLTA AI FINI DELLA RICERCA: indagine accurata su specifici dati
tramite questionari standardizzati.
Il colloquio anamnestico segue uno schema che prevede di considerare con un
DIVERSO LIVELLO DI SPECIFICITA’ tutte le aree di vita del paziente.Se gestito in modo
adeguato,il momento dell’anamnesi può produrre un consolidamento dell’alleanza con
il paziente,perché la raccolta delle info può trasmettere a quest’ultimo il sentimento di
un sincero interesse per la sua sofferenza e per le sue difficoltà da parte del
clinico.Quando il contatto con esperienze dolorose del passato causa
un’intensa reazione emotiva che strategia adottare?
Nel caso in cui il paziente abbia particolari difficoltà nel raccontare la propria storia o
quando i fatti che riesce a esporre altro non sono che descrizione asettiche di eventi di
vita, può essere necessario,ricorrere a strumenti di indagine che vanno oltre il
colloquio clinico.
Nella raccolta dei dati anamnestici le domande sono scelte in base ai criteri della
maggiore accessibilità all’argomento da parte del paziente e della probabilità di
attivare i ricordi. La psicopatologia del pz può interferire con il buon andamento del
colloquio anamnestico.
-difficoltà nella regolazione delle emozioni
-solo eventi negativi o solo eventi positivi
- schemi cognitivi su di sé (es-ansia soiale)
-narrative,povere generiche con pochi dettagli (depressione)
-narrative povere, disorganizzate,frammentata(es. ptsd, disturbi di personalità)
-traumi precoci
-RISCHI E LIMITI DA CONSIDERARE
Spetta al clinico mettere il paziente in una condizione emotiva adeguata alla raccolta
dei dati ,monitorando costantemente l’andamento della relazione e ricordando la
natura del lavoro anamnestico, senza mai forzare il paziente.
E’ comunque possibile che nonostante gli accorgimenti del clinico in determinate
situazioni i dati emersi rimangono parziali,lacunosi o inattendibili.
Il clinico deve avere piena consapevolezza e accettare di misurarsi con tutte le
difficoltà connesse all’ inevitabile precario equilibrio fra realtà e finzione.
Il colloquio anamnestico è un incontro tra due esperti, il clinico è l’esperto
dell’interazione possibili fra i dati riportati dal soggetto. Il paziente è l’esperto delle
conseguenze che differenti accadimenti hanno avuto sulla propria evoluzione
psicologica.
Il colloquio anamnestico non deve limitarsi a una mera raccolta di info, ma indagare
sempre senza giudizio, i vissuti del paziente connessi ai vari episodi o specifiche
situazioni(al momento dell’accaduto o al momento della narrazione).Non tutti i dati
hanno la stessa importanza nella vita del paziente, né lo stesso rilievo nella genesi
della condizione attuale di disagio.E’ preferibile condurre un indagine ampia e
completa, che copra tutte le aree della vita e della storia del paziente.
-LA STORIA DI VITA: Ciò che ci interessa raccogliere in questa fase dell'assessment
sono i ricordi che il paziente ha della sua storia, così come egli se li é costruiti, senza
porci il problema di quale sia la "realtà oggettiva" dei fatti narrati. •Per ciascun
avvenimento siamo interessati a sapere:
a) i dati specifici, i fatti così come sono stati memorizzati dal paziente (ad esempio:
«mi ricordo che bisticciavo sempre con mia sorella. i nostri litigi avvenivano
soprattutto quando si giocava insieme e spesso finivano a botte»);
b) la loro interpretazione, il significato che il paziente ha loro attribuito (che nel caso
dell'esempio di cui sopra possono emergere da domande del tipo «perché pensa che
avvenissero questi litigi? Chi li provocava?»).
Quanti primi colloqui servono a completare un assessment che includa l’anamnesi
personale e familiare, la storia del problema e il funzionamento attuale La Durata
media: 3-5 sedute. Tre-cinque incontri vengono interamente dedicati alla raccolta dei
dati necessari per la prima fase dell'assessment con la successiva formulazione e
restituzione del piano terapeutico
Innanzitutto si inseriscono i principali dati biografico-anamnestici e l’invio e il motivo
della richiesta. L’invio può essere:
-AUTOINVIO: il pz si reca autonomamente
-INVIO DA PARTE DI FAMILIARI
-INVIO DA PARTE DI COLLEGA O ALTRI PROFESSIONISTI.
ECCO UN ESEMPIO:
-NEL PRIMO COLLOQUIO: gli obbiettivi del terapeuta sono essenzialmente due
Esame e identificazione del problema del paziente/cliente al fine di collocarlo
all’interno di un più ampio scenario costituito dalle problematiche e dalle
caratteristiche complessive del paziente, sia a livello individuale sia a livello
familiare e socio-relazionale.
Costruirsi una prima Idea del problema che il paziente ci sta presentando (che
possa guidarci nel successivo percorso di ricerca di informazioni).
Definire gli elementi espliciti essenziali del contratto terapeutico
-CONTRATTO TERAPUETICO come già detto prima prevede che si vada a specificare
e ad accordarsi con il paziente riguardo:
• Accordi relativi ad alcuni elementi normativi della relazione
• Frequenza e durata delle sedute
• Svolgimento e obiettivo delle prime sedute
• Modalità di pagamento
• Eventuale registrazione delle sedute
• Elementi psicoeducazionali
• Collaborazione del paziente
• Modello teorico di riferimento (es approccio cognitivo-comportamentale
-STORIA DEL PROBLEMA CHE HA PORTATO IL PAZIENTE A RICERCARE AIUTO
DA UN PROFESSIONISTA
Si utilizzano frasi del tipo:
• Cosa l’ha portata qui oggi?
• Lei si è rivolto a me per qualche problema che l’affligge. Mi dica, cosa la preoccupa?
Quali sono gli aspetti e le situazioni che costituiscono attualmente un problema per
lei? Che cosa la preoccupa?" invece che: "Qual è il suo problema? (direzione
terapeutica del colloquio) Cosa la preoccupa di più? Di tutte le cose di cui ha
parlato qual è quella che le crea più disagio? Queste domande permettono al
terapeuta di effettuare un accertamento del problema.
Prima di esplorare il perché dì un certo problema, il terapeuta accerta quando
si manifesta questo pericolo nella mente del paziente:
Quindi si valuta prima il quando e poi il perché.
"In quali momenti della giornata accadono gli episodi problematici? In concomitanza
con quali stimoli o situazioni? E inoltre, con quale frequenza?".
Es: Mi può raccontare un'occasione determinata in cui si è presentato il suo problema?
Un'occasione di cui ricorda concretamente le circostanze, il momento e il luogo in cui è
avvenuta, e che sia per lei particolarmente rappresentativa. Oppure, più
semplicemente, mi può raccontare l'ultima volta che si è presentato il suo problema?
Occorre continuare a chiedere chiarimenti. Chiedere: "Quando?" "In che giorno? A che
ora? Dove e con chi?".
Si valuta anche la FREQUENZA DURATA ED INTENSITA’.
Si inzia successivamente ad indagare il perché di tale problematica analizzando la
genesi del problema riportato, questo è possibile utilizzando domande del tipo:
-Quando ha avuto inizio, che cosa accadeva in quel periodo?
-Da allora si sono verificati cambiamenti?
-Ci sono stati episodi simili in altre fasi della sua vita
Si valutano le reazioni a tale problematiche da parte del paziente :
•Quali ten