Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
A TU X TU CON LA MORTE: ATTEGGIAMENTI E DIFFICOLTÀ
La morte fa parte della vita (non è la solita retorica, ma è proprio così, che ti piaccia o no è una certezza assoluta!) e nonostante ciò, la società contemporanea la rifiuta per varie ragioni:
- Scarsa esperienza della morte in famiglia: la morte è stata istituzionalizzata (ospedali, case di riposo...) e quasi nessuno muore più in casa al giorno d'oggi. La gente non è abituata ed è pertanto facilmente impressionabile.
- Elevate aspettative di salute e di vita: i progressi della medicina sono spesso presentati come clamorosi successi e sopravvalutati dai media che alimentano una seducente prospettiva d'immortalità. Non c'è da meravigliarsi se non si accetta il fatto di non poter guarire.
- Materialismo: morire significa lasciare tutti i beni materiali che magari abbiamo accumulato durante la nostra vita a costo anche di fatiche e sacrifici.
praticadurante l'assistenza quotidiana al paziente moribondo. Detto questo, l'autore propone un modello alternativo che ha in comune con quello appena presentato la fase di accettazione della morte: IL MODELLO IN 3 STADI: INIZIALE, INTERMEDIO, FINALE
-
INIZIALE: "affrontare il rischio"
Il paziente si rende conto che sta rischiando la vita, mostra reazioni ed emozioni che variano da persona a persona e che dipendono anche dal modo con cui ha affrontato difficoltà precedenti.
-
INTERMEDIO: "essere malato"
Non è possibile una guarigione, ma non vi sono neanche rischi di una morte imminente. In questa fase il tono emotivo è sempre quello, ma l'intensità è minore. Predomina la depressione, in risposta alla noia e alla fatica sia del paziente che dei suoi famigliari.
-
FINALE: "accettazione"
Il paziente comunica con famigliari e amici e prende decisioni appropriate alla sua condizione.
In breve... - Le cattive notizie
Le cattive notizie alterano drasticamente e negativamente la vita delle persone e consistono nella differenza tra le aspettative, le ambizioni, le speranze per il futuro da un lato e la realtà clinica dall'altro.
Le cattive notizie riguardo la salute implicano stigmatizzazione da parte della società di oggi.
I pazienti come i medici temono le cattive notizie per svariati motivi, alcuni comuni, altri diversi perché legati più che altro al training professionale dei medici.
Morire è un processo che avviene in 3 stadi nel corso dei quali il paziente manifesta più emozioni nello stesso momento, a differenza del modello a 5 stadi di E. Kubler-Ross.
CAPITOLO 4 – DARE CATTIVE NOTIZIE: UN PERCORSO IN 6 STADI
Innanzitutto bisogna dire che il colloquio in cui si danno cattive notizie è asimmetrico, nel senso che il paziente viene informato di fatti che ancora non conosce. Il colloquio può essere scomposto in due parti:
-una in cui si danno notizie precise circa lo
del paziente e gli date l'opportunità di esprimere le sue sensazioni. 2. ASCOLTARE ATTENTAMENTE Durante il colloquio, è fondamentale mostrarsi disponibili e attenti all'ascolto. Evitate di interrompere il paziente e lasciate che esprima liberamente le sue emozioni e preoccupazioni. Fate domande aperte per incoraggiare una comunicazione più approfondita e cercate di comprendere pienamente ciò che il paziente sta dicendo. 3. EMPATIA ED EMPATIA Mostrate empatia nei confronti del paziente, dimostrando comprensione e sensibilità verso le sue emozioni. Evitate di giudicare o minimizzare i suoi sentimenti. Siate empatici, mettendovi nei suoi panni e cercando di capire come si sente. Questo aiuterà il paziente a sentirsi ascoltato e supportato. 4. CHIARIRE LE INFORMAZIONI Quando fornite informazioni al paziente, assicuratevi di essere chiari e comprensibili. Utilizzate un linguaggio semplice e evitate termini tecnici o complessi. Chiedete al paziente se ha capito tutto e se ha domande o dubbi. Siate disponibili a ripetere o spiegare ulteriormente le informazioni se necessario. 5. CONTENIMENTO EMOTIVO Durante il colloquio, è possibile che il paziente manifesti reazioni emotive intense. Mostrate comprensione e offrite sostegno emotivo. Evitate di minimizzare o negare le sue emozioni. Se necessario, suggerite al paziente di cercare supporto psicologico o di parlare con un familiare o un amico di fiducia. 6. CONCLUSIONE DEL COLLOQUIO Al termine del colloquio, ringraziate il paziente per la sua disponibilità e collaborazione. Offrite ulteriori informazioni o risorse, se necessario, e pianificate eventuali appuntamenti futuri. Assicuratevi che il paziente si senta supportato e che abbia chiaro cosa fare successivamente. Ricordate che ogni paziente è unico e potrebbe richiedere un approccio personalizzato. Utilizzate queste linee guida come base, adattandole alle esigenze specifiche del paziente e alla situazione.posizione di giudizio.3. STABILIRE UNA BUONA RELAZIONE-Ascoltate attivamente il paziente, mostrando interesse e rispetto per le sue parole.-Fate domande aperte per incoraggiare il paziente a esprimersi liberamente.-Utilizzate il linguaggio chiaro e semplice, evitando tecnicismi medici.-Dimostrate empatia e comprensione, cercando di mettervi nei panni del paziente.-Evitate interruzioni e lasciate che il paziente completi il suo discorso.-Rispondete in modo chiaro e onesto alle domande del paziente, senza nascondere informazioni importanti.4. VALUTARE LE NECESSITÀ DEL PAZIENTE-Indagate sulle preoccupazioni e le aspettative del paziente riguardo alla sua situazione clinica.-Valutate il livello di comprensione del paziente riguardo alle informazioni mediche.-Identificate eventuali bisogni psicologici, sociali o pratici del paziente e offrite il supporto necessario.-Considerate la possibilità di coinvolgere altri professionisti sanitari o servizi di supporto, se necessario.5. CONCLUDERE IL COLLOQUIO-Riassumete le informazioni discusse durante il colloquio, per assicurarvi che il paziente abbia compreso tutto.-Chiedete al paziente se ha altre domande o dubbi da chiarire.-Ringraziate il paziente per la sua collaborazione e offritevi disponibili per eventuali ulteriori necessità.-Pianificate il prossimo appuntamento o eventuali ulteriori azioni da intraprendere.posizione inquisitoria e giudicante. 3. CAPIRE QUANTO IL PAZIENTE DESIDERA SAPERE Desidera un colloquio approfondito oppure preferisce sorvolare sui dettagli e gli aspetti più scabrosi della sua malattia? Nella maggior parte dei casi i pazienti preferiscono sapere tutto, ma ci sono anche quelli che invece non vogliono avere informazioni e vanno rispettati. In quest'ultimo caso ci limiteremo a discutere delle caratteristiche della terapia e delle modalità con cui ci si prenderà cura di loro in futuro. Siate comunque sempre disponibili a fornire informazioni di qualunque tipo qualora vi venissero richieste e, se non siete in grado di rispondere, fatevi portavoce delle domande dei pazienti e chiedete aiuto ai membri dello staff medico. 4. CONDIVIDERE LE INFORMAZIONI COL PAZIENTE Attraverso due fasi: allineamento & educazione: mettere a fuoco le informazioni rilevanti da dare al paziente, partendo da quelle che già conosce, per portarlo il più vicino possibile allareale situazione medica. La regola fondamentale del dare informazioni è di "somministrarle a poco a poco, in piccole dosi" e se ci si rende conto che c'è un divario troppo vasto tra quello che crede il soggetto e la realtà, utilizzare la tecnica del "colpo di allerta": richiamare l'attenzione sul fatto che le cose sono più serie di quanto sembrano. È decisamente importante utilizzare durante l'intero colloquio e ogni volta che si interagisce col paziente o i suoi familiari un linguaggio "base", comprensibile a tutti e verificare se quanto è stato detto è stato anche compreso. Alcuni appunti su carta lasciati al paziente possono essere di grande aiuto. Tenete in considerazione "l'agenda del paziente" e cercate di integrarla con la vostra. Per "agenda del paziente" si intende l'insieme dei sentimenti, delle aspettative, dei desideri e delle interpretazioni del paziente.che il paziente si senta solo e abbandonato, ma accompagnatelo nel suo percorso di cura.7. COMUNICARE IN MODO CHIARO E SEMPLICELa comunicazione è fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia con il paziente. Utilizzate un linguaggio chiaro e semplice, evitando tecnicismi e parole complicate. Spiegate in modo comprensibile le informazioni e rispondete alle domande del paziente in modo esaustivo.8. ESSERE EMPATICILa capacità di mettersi nei panni del paziente e comprendere le sue emozioni è essenziale per una comunicazione efficace. Mostrate empatia e dimostrate di capire le sue preoccupazioni e paure.9. RISPETTARE LA PRIVACY E LA CONFIDENZIALITÀIl paziente ha il diritto alla riservatezza delle sue informazioni personali. Rispettate la sua privacy e garantite la confidenzialità dei suoi dati. Non divulgate informazioni senza il suo consenso.10. VALORIZZARE IL PAZIENTEInfine, valorizzate il paziente come individuo unico e importante. Riconoscete i suoi progressi e incoraggiatelo nel suo percorso di cura. Mostrate apprezzamento per la sua collaborazione e partecipazione attiva.nullad'intentato,nulla al caso,insomma siate scrupolosi!Parlatene poi col paziente che ha il diritto inalienabile di accettare o meno il trattamento a cui avete pensato e che vi sarà in ogni modo riconoscente.-Identificate le strategie di coping del paziente e rinforzatele se risultano adattive nell'affrontare la malattia.-Trovate altre risorse di possibile supporto al paziente,come relazioni (aldi fuori di quella medico-paziente) che siano d'aiuto.-Stabilite una sorta di "contratto",un accordo col paziente ricapitolando ciò che avete stabilito insieme e poi rispettatelo!In breve...-Il colloquio in cui si danno cattive notizie è composto da una parte in cui si forniscono le informazioni e una parte dedicata all'allacciamento di una relazione terapeutica di supporto e progettualità a vantaggio del paziente.-Ricordiamoci che la cattiva notizia è intrinsecamente fonte di disagio per chiunque,per chi la dà e perchi la riceve. Ergo, un colloquio fatto "come si deve" può ridurne l'impatto emotivo.
Il percorso a sei stadi per fare un colloquio ottimale:
- Avviare il colloquio:
- creare un contesto adeguato
- chi deve essere presente
- come iniziare
- Esplorare che cosa il paziente sa.
- Capire quanto il paziente vuole sapere.
- Condividere le informazioni col paziente:
- allineamento ed educazione: dare le informazioni in piccole dosi, "il colpo d'allerta", parlare in un linguaggio comprensibile e verificare la comprensione dell'interlocutore chiarando se necessario, considerare l'agenda del paziente e confrontarla con la vostra (diagnosi, trattamento, progetto, prognosi, supporto).
- Rispondere ai sentimenti e alle reazioni del paziente