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FATTORI LEGATI ALL’EVENTO FATTORI LEGATI ALLA VITTIMA
Tempo di esposizione all’evento Stato emotivo
Posizione seriale dello stimolo Esperienze precedenti
Salienza dei dettagli Abitudini
Ambiente Pregiudizi
Posizione dell’osservatore Deficit sensoriali
Assunzione droghe e alcool
Disturbi psicologici
Sesso
Razza
Età
Secondo il Codice di Procedura Penale la testimonianza costituisce un “factum
probandi” , un mezzo di prova in seduta processuale, durante la quale il testimone è
chiamato a rispondere in maniera veritiera a tutte le domande che gli vengono poste
nel tentativo di massimizzare la probabilità di ottenere informazioni che risultino il
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più possibile vicine alla realtà dei fatti. Molti studi hanno però sottolineato diverse
problematiche nell’ambito della valutazione dell’attendibilità e dell’accuratezza di
una testimonianza, ponendo in primo piano le caratteristiche di percezione degli
eventi e la natura della memoria connessa soprattutto alla fase di rievocazione e
recupero delle tracce mnesiche. La memoria è la capacità di un organismo vivente di
conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al
mondo e agli eventi futuri. Essa è fondata sul funzionamento di un gran numero di
sistemi cognitivi, che sono relativamente indipendenti e che possono essere
danneggiati in maniera selettiva da una lesione cerebrale. In definitiva la memoria è
considerata una funzione multi-componenziale.
MEMORIA
MEMORIA A
BREVE TERMINE MEMORIA A
LUNGO TERMINE
MEMORIA
DICHIARATIVA MEMORIA NON
DICHIARATIVA 3
MEMORIA EPISODICA MEMORIA
SEMANTICA
MEMORIA SISTEMA
PROCEDURALE PERCETTIVO-
RAPPRESENTAZIO
NALE
Tale processo risulta tuttavia assai vulnerabile e fragile e quindi sottoposto a
numerose modifiche nel corso del tempo. Nella fase di recupero mnestico, il nostro
cervello è impegnato in un atto di costruzione che vede coinvolto diverse strutture
anatomiche come i sistemi frontali e l’ippocampo. Anche questa fase come le altre,
non è esente da possibili distorsioni dovute alle capacità cognitive del soggetto, dal
suo grado di coinvolgimento nell’evento, e soprattutto dal tempo che intercorre tra
l’acquisizione del fatto e la sua rievocazione,che è in grado di alterare la fedeltà del
ricordo. I contenuti memorizzati nelle fasi precedenti subiscono una spontanea e
inconsapevole attività ricostruttiva da parte dell’individuo, il cui risultato può essere
anche di sostanziali modifiche all’evento percepito. Può accadere ad esempio che in
sede testimoniale, un resoconto risulti molto dettagliato di quanto non fosse nelle
deposizioni precedenti per un lavoro inconsapevole che il soggetto ha effettuato per
aumentare la coerenza interna del suo racconto, o in altri casi egli tende ad una
rielaborazione fantastica dell’evento, aggiungendo elementi non realmente presenti,
per rendere il suo resoconto più accettabile e comprensibile. Inoltre sono frequenti le
distorsioni di memoria dovute al fatto che il soggetto assimila in un nuovo ricordo,
ciò che si aspetta accada, distorcendo così il reale ricordo, o ancora spesso si
verificano fenomeni di suggestionabilità o meglio la tendenza ad includere nei propri
ricordi informazioni fuorvianti che provengono da fonti esterne. La nostra memoria
autobiografica è estremamente duttile e può essere facilmente condizionabile da tutto
ciò che viene detto o fatto in tempi successivi all’evento accaduto. Tali informazioni
fuorvianti posso stimolare un falso ricordo; si è disposti cioè ad accettare come veri
elementi che non appartengono effettivamente al reale episodio ricostruendo così l
‘effettivo ricordo autobiografico. La condizione principale però, affinché ciò
avvenga, è che l’evento disinformante sia plausibile e quindi più facilmente credibile.
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Nel caso di una vittima, essa maggiormente può esser sottoposta a falsi ricordi.
Essere vittima di un reato è una delle esperienze più negative che si possano
immaginare. Una vittima può soffrire a lungo a causa delle lesioni fisiche riportate e
dei gravi problemi e dello stress psicologico insorti in conseguenza del reato subito.
Può trovarsi a dover sostenere spese per cure mediche e necessitare di un lungo
ricovero ospedaliero e può perdere la propria fonte di reddito per l'impossibilità di
continuare a lavorare. Può avere la sensazione che la propria integrità personale sia
stata violata, soffrire per lungo tempo di attacchi di ansia al comparire in pubblico e,
in generale, provare un interesse ridotto nei confronti della vita. L’evento traumatico
viene classificato come un evento di cui si è protagonisti e testimoni allo stesso
tempo che viene percepito come una minaccia alla propria integrità fisica, alla vita
stessa, in cui la persona prova paura, terrore, senso di impotenza. Le esperienze
emotive vissute possono fortemente influenzare le modalità con cui i dettagli di un
evento drammatico vengono ritenuti in memoria. Questo quindi può far aumentare la
possibilità di rilasciare una deposizione meno fedele rispetto magari a quella di un
semplice testimone-osservatore. Il soggetto già fortemente stressato, è costretto a
subire ulteriori pressioni e a riaprire in un certo qual senso la sua ferita dolorosa, e
quindi risulta più esposto a commettere errori di tipo cognitivo. In casi
particolarmente gravi poi, l’esposizione ad un trauma può portare a fenomeni di iper-
amnesia intrusiva, ossia il trauma viene rivissuto a tratti sottoforma di flash-back, o di
amnesia post-traumatica non organica, che indica l’impossibilità per un certo periodo
di recuperare tutto o parte dell’evento, non dovuta a lesioni cerebrali o disturbi simili,
ma per l’intensità stessa dell’esperienza emotiva. In questi casi entra in gioco il
meccanismo della rimozione, fondamentale nella teoria psicoanalitica, che si riferisce
al fatto che pensieri particolarmente dolorosi per l’individuo, vengono immagazzinati
in memoria, ma non hanno accesso alla coscienza, in quanto essi nel caso in cui
emergessero, sarebbero portatori di emozioni intollerabili e sconvolgenti. La prima
reazione infatti di coloro che hanno subito un trauma o che sono stati vittime di atti
violenti e criminosi, è quella di cercare di dimenticare il prima possibile quanto
accaduto e di negare anche a sé stessi la realtà dei fatti. Ne evince che durante una
testimonianza il soggetto possa apparire chiuso, timido, ripiegato su di sé, non
disposto a collaborare, o nel caso in cui lo faccia, tende a narrare gli eventi in modo
impersonale, come se non li riguardassero in prima persona, con il rischio quindi di
poterli anche maggiormente distorcere e rendere quella testimonianza poco
attendibile a fini processuali. Ecco perché la giurisprudenza oggi, ritiene
fondamentale un esame accurato della personalità del testimone per valutarne
l’attendibilità , e anche laddove è possibile una verifica delle sue dichiarazioni con
dei riscontri esterni o con dei confronti con altre testimonianze.
Nella raccolta di una testimonianza però, non bisogna solo ed esclusivamente porre
l’attenzione sulla vittima e attribuire ad essa l’esito positivo o negativo della
testimonianza stessa. È fondamentale in tale sede infatti anche il lavoro messo a
punto dall’operatore di Polizia, o dall’investigatore, che sulla base della sua
esperienza deve trovar il modo di creare uno spazio d’incontro con la vittima,
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mettendola a suo agio e in maniera empatica trovare il giusto modo per accedere al
suo inconscio senza provocare ulteriori danni. Prima ancora della fase
dell’interrogatorio vera e propria, l’operatore è chiamato a svolgere una fase
investigativa in cui raccoglie delle informazioni preliminari sui possibili indiziati ma
anche sulle vittime stesse. Informazioni di carattere generale (età, sesso,
professione,ecc.),comportamento tenuto durante la commissione del crimine, tipo di
relazione esistente tra la vittima e l’autore del reato, natura delle lesioni e del danno
riportati, situazione finanziaria e assicurativa, caratteristiche fisiche e psicologiche,
eventuale presenza di perversioni sessuali, fanatismi, comportamenti
anormali, eventuali elementi che suggeriscono una qualche forma di ricatto da parte
della vittima a qualcuno o possibili elementi di complicità.
In seguito può iniziare l’interrogatorio in modo vero e proprio. In tale fase è
fondamentale la modalità di interazione che si viene ad istaurare tra colui che
interroga e il testimone-vittima, e soprattutto la modalità con la quale l’operatore
pone le sue domande ed anche il tono utilizzato. Solitamente è preferibile evitare
domande di tipo chiuso, ma privilegiare quelle aperte per due motivi: innanzitutto
perché le domande di tipo aperto lasciano ampio spazio al testimone e maggior
possibilità di dare delle risposte narrative, descrittive, più esaurienti, e poi perché al
contrario le domande di tipo chiuso richiedono una risposta molto più selettiva e
contengono in qualche modo già le risposte in modo implicito, potendo così favorire
la possibilità di errori e di suggestioni da parte del testimoni. Bisogna inoltre porre
delle domande in maniera semplice e coincisa, con un linguaggio che si adegui a
quello della persona che si ha di fronte per assicurarsi che essa abbia capito il
significato di quanto gli viene chiesto. È importante tenere sempre presente l’ansia
del soggetto sottoposto ad interrogatorio e quindi cercare di aiutare il testimone
anche con delle frasi di incoraggiamento o con delle tecniche di probing, che
includono cioè ripetizioni, semplificazioni, chiarificazioni, domande suppletive che
servono a mantenere un clima psicologico positivo e a rinforzare la motivazione del
soggetto. La motivazione infatti è una conditio sine qua non, un elemento che sta alla
base di qualsiasi tipologia di colloquio. In casi di raccolta di testimonianza, la
motivazione della vittima è certamente legata alla sua intenzione di segnalare
l’autore del reato ed è mossa più che altro dai sentimenti di odio, di rabbia, di
vendetta che essa prova nei suoi confronti. In altri casi invece, si cerca di aiutare il
soggetto a ricordare però pressandolo a collaborare, ottenendo alla fine delle
informazioni che possono inficiare l’intera operazione. Ad esempio i casi di identikit,
che consistono in delle tecniche utilizzate