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2. COMPORTAMENTO IN CASO DI INCENDIO
Qualora l’edificio lo richieda, la copertura dovrà rispondere a definiti requisiti di resistenza al fuoco e di
reazione al fuoco. In genere la resistenza al fuoco viene richiesta all’elemento portante (ad es. R 60; R120,
ecc.). Gli strati di finitura potrebbero costituire un veicolo di trasporto delle fiamme. Per questo motivo,
ove necessario, deve essere definita la classe di reazione al fuoco.
Alcuni edifici, a seconda della loro destinazione d’uso e delle loro caratteristiche geometriche, sono soggetti
alla normativa relativa alla sicurezza contro l’incendio. Gli elementi di separazione vanno dimensionati in
maniera tale da potere sopportare per un certo numero di minuti il carico d’incendio. È tuttavia importante
che anche gli altri elementi vengano progettati in maniera tale da ridurre il carico di incendio e limitare lo
sviluppo delle fiamme. Dunque anche lo strato di finitura deve avere una classe di reazione al fuoco idonea.
Il progettista deve dimensionare gli elementi portanti e/o gli elementi di separazione in relazione alla classe
di resistenza prevista (R/REI 60, R/REI 90, ecc.). Deve anche definire, per specifici elementi, la classe di
reazione dal fuoco ammissibile.
Con l’avvento dei tetti ventilati e l’utilizzo di canne fumarie in acciaio sono stati numerosi i casi di incendio
della canna fumaria con conseguente incendio generalizzato del tetto ventilato in legno che diffonde le
fiamme a tutta la copertura. Al fine di una efficace protezione alla diffusione dell’incendio non è solo
importante utilizzare materiali con una ridotta o nulla classe di reazione al fuoco, ma bisogna anche
compartimentare il colmo e le falde ventilate.
3. RESISTENZA AGLI AGENTI CHIMICI, BIOLOGICI, RADIATIVI
Aria, acqua e sole presuppongono che gli elementi e strati che possono venire a contatto con essi
mantengano le proprie prestazioni nel tempo. Molti dei materiali che vengono utilizzati normalmente per
realizzare le coperture devono essere “trattati” in quanto sono sensibili alle azioni di tali agenti.
• Resistenza agli agenti chimici:
Possono essere presenti nell’aria o nell’acqua o possono venire dispersi. Casi tipici sono quelli di aree
industriali, o di destinazioni d’uso della copertura quali: parcheggio (gasolio o benzine), depositi (oli o
prodotti particolari) o a verde (concimi).
• Resistenza agli agenti biologici:
È il caso di coperture a verde. Le radici potrebbero danneggiare elementi e strati a contatto con esse. In
genere l’elemento maggiormente sensibile è quello di tenuta.
• Resistenza agli agenti radiativi:
È un requisiti molto importante e può modificare la stratificazione della copertura. In genere l’elemento
maggiormente sensibile è quello di tenuta. Se esso dovesse subire degrado dall’azione radiativa è
necessario proteggerlo mediante uno strato di protezione.
Il progettista deve individuare i possibili agenti, valutare il possibile inserimento di strati di protezione e
fare la richiesta di resistenza all’azione dello specifico agente.
4. RESISTENZA AL GELO:
Il gelo può danneggiare gli elementi che possono venire in contatto con acque a basse temperature. Molti
dei materiali che vengono utilizzati normalmente per realizzare le coperture devono essere “trattati” in
quanto sono sensibili alle azioni del gelo.
I materiali che normalmente possono subire degrado dall’azione del gelo sono quelli porosi. Il progettista
deve valutare le temperature alle quali l’elemento può essere sottoposto durante la vita utile e richiedere
per tutti gli elementi che possono subire l’azione del gelo la resistenza a tale azione.
5. RESISTENZA AGLI URTI:
Azioni antropiche o legate a condizioni atmosferiche (grandine) possono deformare o lesionare gli elementi
che compongono la copertura.
Le azioni connesse alla fase di cantiere possono essere evitate o con la stesura di strati di protezione
meccanica o evitando il passaggio di persone e cose in copertura dopo la stesura di strati considerati critici.
Gli elementi maggiormente critici sono l’elemento di tenuta e l’elemento termoisolante. Le azioni dovute
alla fasi di esercizio devono essere controllate al fine di evitare lesioni, deformazioni o quant’altro possa
provocare perdita di funzionalità. Le azioni dovute alla grandine devono essere valutate qualitativamente e,
nel caso di zone particolarmente colpite, è possibile prevedere la messa in opera di uno strato di finitura
idoneo a resistere all’azione di essa.
Il progettista deve individuare le possibili azioni presenti e la loro entità, progettare l’inserimento di strati di
protezione meccanica, richiedere, possibilmente secondo procedure normate, la resistenza all’azione della
grandine.
6. TENUTA ALL’ACQUA:
La tenuta all’acqua è fondamentale per una copertura sia in sezione corrente che in corrispondenza dei
dettagli. Essa è assolta unicamente da un elemento dedicato (se coperture continue) oppure dalla
pendenza e dalla sovrapposizione di singoli elementi giustapposti (se coperture discontinue). Da non
confondere tenuta all’acqua e resistenza all’acqua.
La tenuta all’acqua può essere garantita in diverse maniere:
1. coperture a falda: per gravità. L’acqua precipitata (o formatasi) sulla superficie si muove verso il basso;
2. coperture piane: per impermeabilità sia in parte corrente che dei giunti.
La norma definisce i criteri di progettazione, esecuzione e manutenzione delle coperture discontinue in cui
elemento di tenuta è costituito da tegole di laterizio o calcestruzzo.
Nel valutare la tenuta all’acqua bisogna tenere in considerazione il grado di esposizione (vento: sito
protetto, sito normale, sito esposto), e il grado di innevamento (ridotto, medio, alto).
7. PERMEABILITA’ ALL’ARIA:
La permeabilità all’aria della copertura deve essere controllata per evitare flusso diretto di aria all’interno
dell’ambiente confinato ma anche per evitare condensazioni interstiziali dovute al suo raffreddamento
notturno.
L’aria può penetrare all’interno dell’edificio per fenomeni di pressione e depressione. È quindi necessario
fare in modo che gli elementi presenti possano evitare tale fenomeno. In caso di coperture continue
l’elemento di tenuta assolve già a tale funzione. In caso di coperture discontinue è consigliabile inserire un
elemento dedicato (foglio di polietilene). È importante garantire la continuità dell’elemento anche in
corrispondenza di tutti i nodi con altri elementi o impianti. Il progettista dunque deve progettare i dettagli
in maniera tale da garantire la continuità della funzione.
8. ISOLAMENTO TERMICO E CONTROLLO DEI CONSUMI ENERGETICI:
L’isolamento termico soddisfa la necessità di garantire idonee condizioni d’uso per l’ambiente confinato e a
ridurre i consumi energetici.
Per coperture continue le alternative tecniche possibili sono tre: copertura “diritta”, copertura “rovescia”
oppure copertura “sandwich”. Nel primo caso l’elemento termoisolante è posto sotto l’elemento di tenuta,
nel secondo caso al di sopra, nel terzo l’elemento di tenuta è racchiuso tra elementi termoisolanti. Nel
primo caso è solitamente necessaria una barriera al vapore. Nel secondo caso l’elemento di tenuta è
maggiormente protetto dall’azione radiativa, non è necessaria una barriera al vapore e l’elemento
termoisolante deve essere del tipo a ridotto assorbimento idrico. Il terzo caso è una combinazione dei due.
Il progettista deve definire il valore minimo della resistenza termica del pacchetto di copertura,
determinando, in particolare, le caratteristiche del materiale termoisolante utilizzato.
9. CONTROLLO DEL RISCHIO DI CONDENSA INTERSTIZIALE:
La condensazione interstiziale avviene sul lato “freddo” dell’elemento termoisolante quando la pressione di
vapore raggiunge il punto di rugiada.
Il rischio di condensazione si ha tutte le volte in cui l’elemento termoisolante è posizionato verso l’interno
della stratificazione o è presente un elemento a ridotta permeabilità al vapore posto successivamente
all’elemento termoisolante. Il progettista, nel progetto della sequenza degli elementi, deve preferire
soluzioni che prevedano elementi a elevata permeabilità al vapore. E’ importante che venga garantita la
continuità in ogni punto della copertura al fine di evitare dei “ponti” dove possa permeare il vapore e
quindi condensare.
Il progettista deve effettuare il calcolo secondo procedura normata. Se del caso inserire uno strato dedicato
di controllo della diffusione del vapore sul lato “caldo” dell’elemento termoisolante.
10. ISOLAMENTO ACUSTICO AI RUMORI AEREI
L’isolamento acustico ai rumori aerei è connesso alla necessità di garantire un idoneo livello sonoro
all’interno dell’ambiente confinato atto a sviluppare specifiche attività oppure a evitare che il suono
prodotto all’interno possa disturbare il contesto esterno.
L’isolamento acustico ai rumori aerei si può attuare o con elementi massivi o con una serie di elementi
collegati fra di loro. I solai realizzati con struttura in legno devono essere adeguatamente valutati anche in
termini di permeabilità all’aria in quanto si potrebbero avere forti riduzione del potere fonoisolante.
Il progettista deve effettuare il calcolo secondo procedura di legge, determinando il valore minimo
dell’isolamento acustico necessario
11. COMPARTIMENTAZIONE DI COPERTURE PIANE
La compartimentazione idrica della copertura è molto importante al fine di facilitare la ricerca di eventuali
difetti connessi all’impermeabilizzazione. Nel caso in cui sia presente al di sotto dell’elemento di tenuta uno
strato termoisolante ed eventualmente uno strato di barriera a vapore, il dispositivo di
compartimentazione deve dare una continuità impermeabile a partire dall’elemento di tenuta fino
all’elemento portante o fino allo strato di controllo del vapore, qualora quest’ultimo fosse posato in totale
adesione.
12. RACCOLTA ACQUE METEORICHE
IL PROGETTO DELLE COPERTURE Pt 2
ELEMENTO PORTANTE:
La progettazione dell’elemento portante è connessa ai seguenti requisiti:
1. resistenza meccanica ai carichi statici e dinamici;
2. controllo della deformabilità;
3. comportamento in caso di incendio;
4. isolamento acustico;
5. isolamento termico.
STRATO DI PENDENZA:
La progettazione dello strato è connessa ai seguenti requisiti:
1. resistenza meccanica ai carichi statici e dinamici;
2. isolamento termico