vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CONTEMPORANEI DI SHAKESPEARE
• IL TEATRO PLURALE è un aggettivo che descrive il teatro elisabettiano caratterizzato
da molte storie, molti temi, diversi stili (aulico, grottesco, poetico, popolaresco). La
sede teatrale è nuova e apertaa un pubblico meno selezionato. Es. Spanish Tragedy di
Thomas Kid rappresentata nel 1586 (pluralità di stili e richiami – biblici e
classicheggianti: fa parte della revenge tragedy infatti il protagonista Hieronimo cerca e
ottiene vendetta per l’omicidio del figlio)
• MODELLO E FONTI: Il modello dell’autore è la figura del poeta, sebbene ci sia la
questione se l’autore di teatro possa esserlo. Lo spettatore deve fare appello
all’immaginazione date le limitazioni della scena e del contesto. Il repertorio è vario, ma
la costante è l’allusione al passato: dalla Bibbia, alla chiesa, alla storia inglese. Dietro il
privato (le vicende individuali) ci sono le preoccupazioni dell’epoca moderna. I modelli
formali ed espressivi sono di fonti straniere (spagnole, francesi, italiane) o delle due
tradizioni autoctone: didattica (riferimenti alla Bibbia e alla religione come mystery e
morality) e retorica.
• IL NUOVO TEATRO PUBBLICO: Il The Theatre (1576) è il primo teatro pubblico. I
successivi (Rose, Swan, Globe, Fortune, Red Bull) sono costruiti sulla sponda
meridionale del Tamigi dove ci sono le liberties con divertimenti già affermati (bordelli e
spettacoli con animali). La struttura è circolare e tre gallerie danno sul palcoscenico
(forma squadrata). Su tre lati del cortile i posti erano in piedi e economici. Sopra la
pedana due colonne reggevano lo spazio superiore. Il palco aveva due porte laterali
per entrata e uscita di attori e sopra un balcone. Le rappresentazioni avvenivano alla
luce del giorno. Le parti femminili erano interpretate da ragazzi. Il repertorio deve
catturare l’attenzione degli spettatori ma allo stesso tempo superare la censura.
Spesso i teatri sono chiusi per disordini o pestilenze.
• L’IMITAZIONE: Gli autori del teatro elisabettiano hanno avuto grandi istruzioni (es.
Oxford, Cambridge) dunque gli studi di retorica, conoscenze di lingue classiche o
europee e viaggi esteri permettono l’imitazione con altri modelli. Spesso l’argomento
esotico si mischia con la storia locale o con la storia biblica o classica. Gli esponenti
sono Chettle, Peele, Nashe, Lodge, Greene ecc.
• LA TRADUZIONE ELISABETTIANA: Un modello di riferimento è Marlowe. Egli trae
dalle fonti straniere soprattutto trame e dalle fonti classici il suo stile elevato. La
polifonia di Marlowe si concentra sul singolo passo dove ci sono diversi riferimenti
(aulici, biblici, contemporanei es. Doctor Faustus, Edward II). Un altro modello è Ben
Jonson ma la distinzione fondamentale è che il primo crea un linguaggio poetico aulico
a discapito della trama mentre il secondo punta alla formazione di intrecci.
SHAKESPEARE
• TRA OCCHIO E ORECCHIO: Shakespeare era attore presso la compagnia dei Lord
Chamberlain’s Men, era anche tra i proprietari del Globe dunque il suo era un triplice
interesse: attore, imprenditore, autore. Il primo che rende le sue produzioni accessibili
a tutti pur essendo complesse nella retorica, nella scena e nella narrativa.
Dall’importanza della retorica e della elocutio (discorso a fine persuasivo) nasce il
modo di dire “ascoltare un dramma”. Shakespeare vuole accontentare occhio e
orecchio insieme, far vivere la poesia sulla scena. La sua compagnia di attori era fidata
(prima dei Chamberlain’s men e poi King’s men) e le opere rappresentate prima al
Theatre e poi al Globe. Riesce nella difficoltà di rendere il contesto, luogo e tempo con
scarse indicazioni sceniche. Tutto spettava all’attore con le sue battute e i suoi gesti.
Es. Incipit Othello: da costumi , torce e movimenti capiamo che l’azione è una congiura
di notte per strada.
• IL TEATRO SHAKESPEARIANO:
1) La prima proprietà del teatro è la sua apertura: la scena è aggettante, proietta gli
attori in mezzo al pubblico. L’attore è oggetto dell’attenzione e fonte di intrattenimento e
gli spettatori hanno accesso visivo e uditivo senza barriere. L’azione si svolge in modo
dinamico e rapido in circa due ore.
2) La seconda è la sua multidimensionalità. La dimensione orizzontale permette a tutti
gli attori della compagnia di essere presenti sul palco creando effetti di simultaneità e
contrapposizione. Le due porte hanno un ruolo simbolico es. Hamlet: il fantasma porta
il figlio in un luogo appartato (escono da una porta e rientrano dall’altra, indicando uno
spostamento nello spazio e nel tempo). La dimensione verticale ha un sottopalco (che
indica una sorta di inferno) un palco e il soffitto sopra il palco (che indica una sorta di
paradiso). In Hamlet il conflitto heaven-hell è molto sentito dato che Amleto non
conosce la provenienza e l’affidabilità dello spettro (benigno o maligno?). Lo spettro
entra di sotto infatti. Il palco di sopra indica nei plays politici come Richard II la sacralità
della corona e il diritto divino dei re al trono.
3) La terza è la fluidità tra attore e spettatore data dalla profondità del palco. Il palco
aggettante garantisce vicinanza e quindi complicità. In Hamlet e Richard III soprattutto,
data la natura confidenziale dei discorsi che fanno. Non si parla di una storia ma
dell’interiorità di un personaggio che pensa ad alta voce, una sorta di drammaturgia
privata.
• LA FIGURA FEMMINILE: Shakespeare è il primo drammaturgo inglese a dare spazio
discorsivo e scenico alla donna (anche se dovevano essere impersonate da boy
actors). L’esempio più noto è il protagonismo di Cleopatra, delle sue passioni, la sua ira
e disperazione alla morte di Antonio e il suo monologo sul suicidio. O Lady Macbeth,
che domina il palco dall’inizio dell’opera quando legge la lettera alla fine con la scena di
sonnambulismo. Nelle tragedie però la figura femminile è parte di un insieme, di una
coppia. Nelle commedie invece ci sono solo loro e le loro vicende, ostacoli, soprusi. Se
sono in coppia non è dalla partenza ma è un punto di arrivo. Sono socialmente,
moralmente e intellettualmente superiori, e sinonimo di salvezza e redenzione.
• LA PUBBLICAZIONE DELLE OPERE: Nell’edizione postuma First Folio del 1623 sono
pubblicate le sue opere, molte già pubblicate nel corso della sua vita ma non sempre in
modo autorizzato. Alcune erano pirata, dette bad quartos. Gli attori in cambio di soldi
dettavano le battute a editori ma queste erano incompiute o confuse.
IL TEATRO DEL PRIMO 600
• GUERRE TRA TEATRI: A inizio 600 viene pubblicato The Knight of the burning Pestle
(parodia del dramma passato). Un commerciante interviene dalla platea e chiede che
non si rappresentino solo questioni della nobiltà ma anche di comuni cittadini. La war of
the theatres (con puritani e altri nemici) è segno di molteplicità: molte sedi, molti nuovi
teatri e nuovi generi, ad esempio il masque della corte (balli, musiche e poesie: modelli
Jonson, Beaumont e Middleton). La molteplicità è data anche dalla collaborazione tra
autori, che spesso attuano un doppio intreccio.
• TEATRI PRIVATI: Il primo nasce in un ex convento domenicano (black friars) dove
c’era una sala destinata a spettacoli. Il teatro venne acquistato dai King’s Men. Un altro
sorge in zona centrale, il Cockpit. I teatri privati avevano candele per ricreare scene al
buio, maggiore spazio per il pubblico (alcuni potevano addirittura sedersi sul palco) a
un costo però maggiore.
• TRE FILONI: Più che di Marlowe si sente l’influenza shakespeariana in fonti e
argomenti. C’è l’aggiunta però del linguaggio rinascimentale (ambientazione pastorale,
o esotica). La prima fase va dall’inizio 600 al 1616 (morte Shakespeare) e presenta
un’aggregazione dei generi tragico e comico, e dalla creazione di una commedia
domestica. La seconda è una fase di maturità della prima e dura fino al 1625 (sale al
trono Charles I) contraddistinta dalle commedie di Jonson e dalle tragedie di Middleton.
La terza è una fase di proliferazione dei generi e dura fino a chiusura teatri (1642).
• AGGREGAZIONE PER GENERI:
1) La tragedia era considerata la forma più alta. Ci sono molte sperimentazioni, ad
esempio quella di Jonson con le fonti classiche, ma prevale la tragedia domestica,
familiare. Ad esempio quella con eventi di cronaca nera, o la tragedia per vendetta, o
per psicologia contorta del personaggio. Dal punto di vista formale non c’è una linea
comune ma dipende dall’autore.
2) La commedia nasce dall’osservazione dei costumi corrotti londinesi. Nasce infatti la
city comedy. Dekker si concentra sui meccanismi economici e sul potere dell’autorità
con interesse moralistico. La commedia non ha una trama distante ma rappresenta la
scena sociale in cui vive lo stesso autore elisabettiano. Jonson unisce temi satirici
locali (corruzione) con fonti classiche e rinascimentali ed è molto abile nell’intreccio.
Molti scelgono un’ambientazione italiana, come Jonson in Volpone o come Webster in
The Duchess of Malfi (persecuzioni dei fratelli contro la duchessa a causa del suo
matrimonio segreto col maggiordomo). Webster si concentra su dettagli oscuri come la
tortura ma anche introspezione psicologica. Middleton riprende l’abilità dell’intreccio e
scrive A Game at Chess (allegoria della contesa tra Spagna e Inghilterra , ritirata poi
per ragioni politiche), e The changeling (negazione dell’amore reciproco tra i due
giovani Beatrice e Alsemero, finirà in orrore e omicidio. L’ambientazione è sempre
mediterranea).
3) Con la proliferazione si afferma la tragicommedia, caratterizzata da temi e elementi
avventurosi e romantici, tipici dell’età carolina. I modelli sono Beaumont e Fletcher.
Massinger invece riprende l’antica fede cattolica nei miracle plays e la tragedia classica
sul modello di Jonson. Ford si avvicina invece a tematiche di incesto, orrore,
introspezione psicologica.
IL TEATRO DEL SECONDO 600
• IL SISTEMA MONOPOLISTICO: Dopo gli editti contro le rappresentazioni teatrali dei
puritani e la chiusura dei teatri nel 1642, continuarono anche se irregolarmente gli
spettacoli durante il protettorato di Cromwell. Al termine dell’ Interregnum,il sovrano
restaurato Charles II concesse il privilegio di fare teatro di corte a Davenant e Killigrew.
Il secondo aveva i drammi più noti e gli attori più esperti. Entrambi avevano un
repertorio drammatico ben preciso
• LE DONNE: Si segnala la presenza delle prime attrici donne e anche di una
produzione femmi