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IL DRAMMA
Esso si contraddistingue per la tendenza ad affrontare tematiche sociali scottanti.
Prima ancora del dramma, i primi tentativi di esperimenti diedero origine alla Tragedia Borghese, che metteva in scena
le vicende drammatiche di eroi provenienti dalle classi emergenti. Si concentravano soprattutto su problematiche
familiari, privilegiando il versante sentimentale e melodramatico delle vicende, e mostrando il trionfo della moralità e
delle classi medie, con i buoni ricompensati e i cattivi puniti. Ci si rivolge soprattutto all'emotività e al senso morale
degli spettatori, rispecchiando l'affermazione della nuova borghesia come forza sociale e politica. Insomma, il dramma
riflette l'etica e i valori di questa nuova classe sociale, illustrandone le problematiche e il punto di vista.
Un importante drammaturgo francese fu Diderot. Egli sperava di cambiare le cose attraverso la ragione e l'intelletto.
Scrisse la famosa Encyclopédie, ma si occupò anche di arte drammatica e promosse la creazione di un nuovo genere:
il Dramma Borghese, un genere che superava i rigidi confini tradizionali. Il dramma avrebbe dovuto trattare le
tematiche sociali e i problemi della classe borghese, proponendo soluzioni morali e filosofiche.
Diderot voleva andare oltre la distinzione tradizionale fra tragedia e commedia, per creare un nuovo genere più vicino
alla realtà, sia nelle situazioni, sia nel linguaggio. Alcuni temi ricorrenti nelle sue opere sono l'educazione dei figli e
l'opportunità di seguire le proprie inclinazioni sentimentali. Secondo lui l'attore deve suscitare emozioni nel pubblico
attraverso un uso oculato dei propri mezzi, senza provare egli stesso i sentimenti che esprime, solo in questo modo
potranno raggiungere livelli di eccellenza.
Il maggior commediografo italiano nel settecento, comunque, fu Carlo Goldoni.
Egli si allonatnò dalle convenzioni ed andò verso un maggior realismo. Fu un riformatore del teatro, rinnovando gli
ormai ripetitivi ed abusati intrecci della commedia dell'arte. Goldoni voleva abbandonare la consuetudine dei canovacci
per adottare commedie interamente scritte, sostituendo gradualmente le maschere, ovvero i tipi fissi (ormai troppo
schematici) con i caratteri ovvero personaggi dotati di un'individualità e personalità definita, psicologicamente
coerente. Nelle sue pièce la borghesia emergente trionfa spesso sulle ridicole pretese degli aristocratici , ma non viene
risparmiata da stoccate satiriche. La sua commedia più famosa è 'La Locandiera', come in molte sue commedie, emer
gono le qualità dei ricchi e laboriosi mercanti, a cui si oppongono i nobili inetti. Altri temi sono il trionfo del'amore fra i
giovani e una vittoria del buon senso femminile. In 'trilogia della villeggiatura', tuttavia, Goldoni fa una pungente satira
delle abitudini e delle ambizioni borghesi, mostrando una classe che aspira ai privilegi dell'aristocrazia senza
possederne i mezzi e che si arrabbia sciocamente per esibire la propria eleganza e presunta ricchezza.
Carlo Gozzi fu un contemporaneo di Goldoni, e con esso in battaglia letteraria riguardo alla direzione che dovesse 21
seguire la commedia dell'arte. Se Goldoni era maggiormente realista, Gozzi voleva imprimere al genere una
connotazione fantastica, con mescolanza di prosa e poesia, nonché una combinazione di azioni pianificate ed
improvvisate. Scrisse dieci commedie fiabesche con ambientazione esotica, ispirate alla tradizione narrativa
popolare. Era sempre alla ricerca del meraviglioso e dell'artificio teatrale dal punto di vista del linguaggio, della
scenografia, dei costumi e dell'intreccio.
Un altro genere che ebbe fortuna nel corso del '700 fu l'opera in muusica, o Melodramma.
Essa prevaleva anche sul teatro di prosa, i cantanti divennero molto popolari, anche se pensavano più a sfoggiarsi che
a trasmettere il contenuto delle loro opere.
Un ulteriore genere drammatico-musicale che emerse in questo periodo fu l'Opera Buffa. Essa veniva rappresentata
di solito alla fine del melodramma, spesso basata su libretti in dialetto. Metteva in scena personaggi a carattere
popolare, che comprendevano talvolta maschere dell'arte.
Per quanto riguarda le tragedie, vale la pena menzionare due autori: Maffei e Alfieri.
Maffei rispetta gli ideali neoclassici e le regole pseudo-aristoteliche, ma allo stesso tempo scevra da ogni tentativo di
imitare la tradizione francese. Alfieri, invece, cercò di portare avanti una riforma teatrale, sottolineando l'importanza
di un teatro nazionale e riflettendo sui limiti della situazione italiana. Attribuisce la responsabilità della decadenza in
primis agli attori professionisti, che non si preparano adeguatamente la parte e basano la propria recitaione su volgari
stereotipi espressivi. Le sue tragedie presentavano una struttura rigorosa, fondata sul rispetto dell'unità d'azione, con
pochi personaggi e un linguaggio essenziale, incisivo e persino aspro. Privilegiavano un'espressione sintetica delle
passioni ed erano lontane da ogni sentimento. Erano spesso incentrate sulla lotta di un eroe contro forze avverse,
spesso identificate con la tirannide la superiorità morale del protagonista si fonda perciò su un insopprimibile anelito
alla libertà e alla giustizia.
Germania
Le compagnie tedesche erano girovaghe ed avevano un repertorio molto esteso, che andava dalle tragedie incentrate
su vicende politiche alle farse. Recitavano in spazi riadattati a teatro; mentre nei teatri di corte iniziarono a diffondersi
le scenografie all'italiana e il melodramma. Un tipo di teatro amatoriale che si sviluppò fu quello dei Maestri Cantori di
Norimberga. La cratteristica principale del teatro tedesco è proprio la varietà, e la contaminazione dei generi e dei
personaggi. Il linguaggio gestuale era privilegiato, e i comici puntavano più sulle azioni fisiche che sulla parola.
Un genere drammatico del teatro tedesco di questo periodo è il Trauerspiel, un dramma triste che attingeva alla
tematica storica e politica per sviluppare situazioni tragiche.
La germania fuse diverse esperienze con elementi propri della sua cultura, creando un linguaggio originale. Infatti ad
esempio la Germania accolse per prima la drammaturgia shakespeariana, che darà poi origine al movimento
romantico. I luoghi teatrali venivano riadattati alle corti, costruiti in sale già esistenti.
Intorno al 1720, il teatro tedesco consisteva ancora in troupe girovaghe che recitavano farse e commedie
improvvisate. Un critico letterario di nome Gottshed, incontrò i coniugi Neuber, e con loro ebbe l'opportunità di
portare avanti la sua riforma: aumentò i compensi degli attori, fece in modo che gli attori memorizzassero la loro
parte, e rinnovò il repertorio. Questa collaborazione, anche se non riuscì a trasformare il teatro tedesco, ebbe
un'influenza determinante su alcuni attori-manager.
Il teatro divenne sempre più importante e le compagnie divennero stabili nonostante anche controllate dai governanti.
Nei 1767 venne fondato il Teatro Nazionale di Amburgo, finanziato da privati facoltosi.
Un importante autore fu Lessing, egli voleva che le opere drammatiche aderissero maggiormente alla vita quotidiana
delle classi medie, mentre il linguaggio doveva essere medio, lontano sia dall'affettazione, sia dai modi plebei.
Lessing riteneva che il fulcro del dramma fossero i caratteri, ovvero i personaggi protagonisti dei suoi drammi.
Negli ultimi decenni del secolo si affermò il movimento letterario dello Sturm und Drang, la cui idea di fondo era la
ribellione contro i principi neoclassici. I drammaturghi di questo movimento si ispirarono a Shakespeare, usando una
struttura ad episodi, mescolando i generi e rappresentando scene di violenza sul palcoscenico.
Quindi, il teatro tedesco riscoprì la drammaturgia shakespeariana introdotta dalle compagnie nomadi ancora prima
degli altri paesi europei.
Un nuovo genere drammatico popolare che si affermò in germania fu il Dramma a forti tinte, incentrato sulle
vicende quotidiane delle classi medie.
Per quanto riguarda Goethe, a lui si devono diverse innovazioni teatrali paragonabili a quelle di Garrick in inghilterra.
Amico di Shiller, anch'egli riteneva che i drammi dovessero trascendere la realtà ordinaria per rivelare la verità ideale e
contribuirono alla trasformazione delle scene tedesche lavorando insieme nel teatro di Weimar.
Il 'Faust' fu un lungo poema drammatico su cui lavorò tutta la vita; essa è un'opera a carattere epico, dilatata nel
tempo e nello spazio, in cui racchiude le sue riflessioni sul destino e la condizione umana, spaziando dal cielo alla terra
in una sorta di viaggio interiore in cui si dibattono temi esistenziali, storici, scientifici e filosofici.
Goethe diede anche maggiore dignità all'arte scenica e alla recitazione. Sottoponeva i suoi attori a lunghe prove e
chiedeva loro di lavorare uniti. Tuttavia non usava uno stile di recitazione naturale, anzi, riteneva che gli attori
dovessero per lo più rivolgersi al pubblico, era infatti ancora legato a modelli di recitazione piuttosto stereotipati. 22
Scrive una serie di regole per gli attori, fondate sul decoro e su convenzioni recitative.
Goethe cercò di imporre una dizione corretta della lingua tedesca, evitando inflessioni e dialetti. Costringeva gli attori a
prendere sul serio la loro professione, tanto che secondo lui essi dovevano essere modelli di decoro anche nella vita
reale. I costumi erano accurati anche storicamente. I metodi di lavoro di Goethe influenzarono molti direttori i teatro
dell'Ottocento, contribuendo allo sviluppo del teatro moderno.
La questione di chi sia stato il primo regista della storia è complicata; tuttavia potremmo affermare che figure come
Garrick e Goethe siano stati i primi ad imprimere una concezione unitaria alle rappresentazioni che dirigevano,
dotandole di scenografie e di costumi appropriati.
Inghilterra
Durante il '700 in Inghilterra vi furono diversi tentativi di regolamentare la produzione teatrale, mentre allo stesso
tempo continuavano gli attacchi contro l'immoralità del teatro.
Dopo che Carlo II iniziò a concedere patenti illegali venne promulgato lo Stage Licensing Act, un nuovo tentativo di
mettere ordine alla situazione teatrale londinese. Si crò quindi un duopolio con solo due teatri: il Covent Garden e il
Drury Lane, gli unici che potevano presentare tragedie, comedie, opere in musica o farse a scopo di lucro. In questo
modo molte compagnie andarono in rovina, mentre altre si salvarono aggirando la legge.
Uno dei modi per salvarsi era recitare Burlette, una pièce con canzoni che non rientrava nella gamma del Licensing
Act. Diverse commedie di Shakespeare vennero convertite in burlette.
→
Il Covent Garden costruito da John Rich, un abile impresario che presentò forme di intrattenimento che
• andavano dalla pantomime,