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L’ULTIMO STANISLASKI, IL METODO DELLE AZIONI FISICHE
Lavorare sulla situazione senza conoscere il testo
Introdurre il dialogo
IL TEATRO DI LUIGI PIRANDELLO (1867-1936)
L’unico di rilevanza internazionale, la cui opera è in grado di arrivare all’attenzione dei palcoscenici
internazionali. Figura molto nota nella cultura e nella letteratura italiana, arriva al teatro solo negli anni 10
del 900, quando ha gia ottenuto grande notorietà come narratore e romanziere, dopo il 1904 anno
dell’uscita del fu mattia pascal.
Una vera carriera teatrale inizia solo dal 1910, e inizia per ragioni pratiche ed economiche. Si accosta al
teatro attirato dalla possibilità di aumentare le proprie entrate con una professione costruita a partire dalla
trasposizione in teatro delle sue novelle.
Offerta di un drammaturgo catanese, nino martoglio, fondatore di una compagnia detta del teatro minimo,
che aveva l’intenzione di promuovere, lo sviluppo di un repertorio verista di ambiente siciliano. Chiede a
Pirandello una serie di brevi drammi, atti unici, partendo da alcune novelle, restituissero sul palco il
folclore, le caratteristiche e alcuni tratti linguistici dell’ambiente siciliano.
Teatro che si avvicina al dialetto, ma non tutti in siciliano.
Teatro verista della rappresentazione d’ambiente. Grazie a martoglio e alla compagnia, conosce il primo
attore angelo musco, che era il più importante attore dialettale italiano del tempo, recitava in siciliano e
riusciva a tenere d’esto l’interesse del pubblico, grazie alle sue capacità ironiche. Era un attore comico.
Intuisce la possibilità di avere nuove testi, chiede a Pirandello di scrivere per lui, e scrive i primi testi tradotti
in siciliano:
- Lumie di Sicilia diventa commedia in siciliano, che musco trasformava in una pf di grande efficacia
scenica, grazie alla sua capacità di improvvisatore e al gioco mimico.
- A giarra, liolà, pensaci giacumin, a britta
Musco usa il copione come base e ad allargarlo sulla base del proprio talento. Pirandello impara da lui,
infatti i primi testi presentano varianti in cui Pirandello registra le invenzioni dell’attore.
Contemporaneamente Pirandello pensa di avere le forze per cimentarsi con un teatro più serio, usando il
palco come mezzo per trasmettere tematiche proprie della sua poetica, espresse già nei romanzi.
Il teatro è l’elemento congeniale per esprimere il tema della sua poetica, la dicotomia tra la vita e la forma,
impulso vitale dell’individuo mutevole e difficile da definire e le sue cristallizzazioni esterne momentanee,
che vengono spesso identificate come la vera personalità dell’individuo.
A partire dalla fine del 15, prende le distanze da musco, rivendica il diritto di scrivere versioni italiane,
pensaci Giacomino, e l’ultimo testo diventa più famoso nella versione italiana, il berretto a sonagli. È
Pirandello che appassionato al teatro come campo di espressione cerca di promuoverlo in modo nazionale.
Rimanere vincolati all’aspetto folclorico è limitativo. Cerca di conquistare a partire da Milano, con un teatro
che possa essere al passo con la drammaturgia straniera.
La II fase: il teatro borghese
Per 4-5 anni dedica tutto a scrivere una serie di commedie, drammi, che sono il corrispondente italiano
della grande drammaturgia di Hisben e Cechov.
Introduce il suo pensiero e la sua poetica dentro il dramma borghese e dentro le trame.
Testi ambientati nel salotto e tratta i temi della vita borghese, il matrimonio, il patrimonio, pettegolezzi,
adulterio..
Nuova tecnica di scrittura e di costruire intrecci e personaggi. Vengono esasperati, portati a un grado di
tensione tale che li rende poco credibili, Pirandello presenta dei casi limiti, che sfuggono al buon senso e
alla norma comune, al contrario, si presentano come uno strano insieme di finzione e realtà.
Le vicende sono paradossali, che è impossibile determinare la verità oggettiva, conta il relativismo dei punti
di vista. Ogni personaggi sostiene la propria verità, in un intrico impossibile da sciogliere, come sostiene un
personaggio che inserisce del raisonner, il ragionatore, una figura che viene dal teatro francese ed è quel
personaggio dotato di una fine ironia e grande capacità discorsiva che rappresenta le posizione dell’autore.
Prende le distanze dal gruppo dei personaggi coinvolti e esprime un punto di vista dell’autore.
Novità: 1917, così è se vi pare. È un dramma manifesto rappresenta una prima parte dell’oggettività del
reale subito negata, è data ma messa in discussione dal punto di vista personale.
Il dramma prende le mosse da una novella, racconta una vicenda paradossale, la signora Frola e il signor
Ponzo, suocera e genero, sono andati ad abitare in un palazzo della borghesia bene suscitando i
pettegolezzi dei vicini. Congetture all’interno del palazzo, che vengono messe in crisi dal punto di vista dei
protagonisti. Il signor ponza dice che la moglie è la sua seconda moglie, e la tiene lontana dalla signora
Frola, pazza per la morte della figlia e la crede ancora viva. Al contrario lei racconta che il pazzo è lui, la
figlia è davvero sua figlia, ma lui la tiene reclusa e non la vuol far vedere a nessuno.
La situazione si esaspera, e i vicini chiedono la verità alla signora Ponza, e pronuncia l’ultima battuta, dice io
sono colei che mi si crede. Non risolve il giallo e lascia la comunità sospesa nel relativismo delle opinione.
Opera mandata a diverse compagnie e pensa a un attore molto bravo per fare il raisonner, tutti rifiutano.
L’unico che accetta è virgilio talli, direttore di compagnie capocomico interessato a un rinnovamento della
scena che passasse attraverso il progetto dello spettacolo. Quello che piace a talli e uno spettacolo in un cui
gli attore hanno peso uguale, inizialmente a talli si pone il problema, di che parte dare alla prima attrice, la
signora Ponza, che dice una battuta sola. Allora da alla prima attrice la parte della signora Frola. Slittamento
ruoli dalla prima attrice alla mare nobile.
Intenzione originaria di Pirandello è di far recitare a Ruggero Ruggeri, era il più grande attore italiano di
quei anni, ma ruggeri non è disposto a fare una parte secondaria. Nel 18 gli scrive due testi in cui la figura
del raisonner diventa protagonista e ruggeri li mette in scena e sono: il piacere dell’onestà e il gioco delle
parti. Anche ernico IV, scritto per lui.
Ruggeri: attore diverso da musco, non improvvisa, è legato al copione, ha il suo massimo punto espressivo
nella resa delle parti monologiche. Ruggeri era grande affabulatore, interessando il pubblico anche con
battute lunghissime, una voce insolita, bassa ma capace di arrivare fortemente alla fine della platea.
In linea con il modello di teatro che Pirandello aveva in mente, drammi borghesi, cardinati dalla figura del
raisonner, che l’uomo che ha capito la distanza tra vita e forma e smantella il sistema delle convenienze del
mondo borghese.
Testo più significativo per ruggeri è il gioco delle parti, che rappresentò uno spina nel cuore di Pirandello e
infatti è la commedia che provano all’inizio dei sei personaggi.
Punto più alto del suo teatro borghese, non capito dal pubblico italiano.
Leone gala come molti borghesi si trova di fronte all’adulterio della moglie, un triangolo, per lui basta il
ruolo del marito e lascia la sostanza all’amante, lascia la casa alla moglie ma va a trovarla ogni sera per
mantenere un controllo formale. Non lo sopportano più, leone riduce tutto a un gioco di regole e forme,
una serie per un equivoco in casa della moglie entra un gruppo di ubriachi che la insultano, lei vede la
possibilità di liberarsi di quest’uomo e si inventa il delitto perfetto. Leone non fa una piega, perché il gioco
delle regole è fatto dal marito, la mattina del duello non si presenta. Non va perché lui è la forma ma guido
la sostanza, che va a combattere e rimane ucciso. Pubblico rimane spiazzato. Personaggio troppo freddo e
meccanico, dopo due recite ruggeri lo toglie e non lo riprenderà mai più. Il gioco delle parti sarà riscoperto
negli anni 60. Pirandello lo riprende come punto d’arrivo del suo teatro e lo mette alla base del suo esto più
importante, 1921 di sei personaggi in cerca d’autore.
Testo della svolta, capitale del 900, Pirandello liquida tutte la tecnica drammaturgica del tempo e tutta la
modalità tradizionale di fruizione che si basa sull’illusione di quanto avveniva a teatro. Novità: ne atti ne
scene, sottotitolo, dramma da pazzi.
La storia non è pronta, mette a nudo i meccanismo della finzione teatrale. Espediente del teatro nel teatro.
Presenta un gruppo di attori che recitano qualcos’altro. In una sala teatrale vuota, una compagnia sta
provando la commedia del gioco delle parti, quando arriva un gruppo, in cerca di un autore, vanno da un
capocomico a chiedere che il dramma che incarnano possa venir tradotto in scena dagli attori. Il tema vero
è quello dell’opera d’arte creata in rapporto alla messa in scena concreta. Personaggi sono creature
artistiche, non attori, ma vanno dagli attori e gli chiede di metter loro vita. Pirandello discute e sviluppa la
difficoltà che l’opera d’arte venga realizzato sulla scena, gli attori non riescono a restituire il dramma dei
personaggi, e la conclusione è pessimista. L’opera non può esser messa in scena in modo autentico.
LA TRILOGIA DEL TEATRO NEL TEATRO: CRONOLOGIA collezione maschere nude 1933
- 1921 sei personaggi: sono molto diversi dai sei del 25, varianti che cambiano.
- 1924 ciascuno a suo modo, prima versione
- 1925 sei personaggi
- 1930 questa sera si recita a soggetto, rimane uguale a se stesso perché ultimo del progetto.
- 1933 ciascun a modo suo, seconda versione, varianti sostanziali, parti cambiante, impostazione
cambiate
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE: LA VICENDA
9 maggio 1921 al teatro valle di Roma, compagnia di dario niccodemi, lo spettacolo è un fiasco, a metà
dell’ultima parte, il pubblico grida manicomio manicomio. Pirandello scappa dal teatro e il pubblico è
arrabbiato. Niccodemi lo toglie dal repertorio. Pirandello rivede il testo e taglia molte parti, come quella
della terza parte e la priva di molti aspetti del pirandellismo ma mantiene l’impianto simile a quello della
prima.
A settembre Nicodemi lo rimette in scena a Milano, e stavolta il pubblico accoglie la commedia. La svolta
quando nel 1923, fa vedere i suoi sei personaggi a Parigi. Un regista russo a Parigi, jorge pitoeff, allestisce i
suoi sei personaggi, concede i diritti, ma pitoeff gli spiega che ci sono cose sbagliate da ritoccare, il difetto è
che il gruppo dei personaggi e degli attori si confondono. All’inizio i personaggi entrano da una