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Umanesimo e imitazione degli antichi

Umanesimo è una scoperta autentica degli scrittori antichi e delle loro opere, che si sviluppa all'interno dei conventi frequentati da uomini di cultura che si avvicinano alle prime corti dei signori, in particolare a Firenze, Roma e Napoli Aragonese. Un elemento fondamentale dell'Umanesimo è il grande rapporto con la scrittura antica, tanto che quando parliamo di Umanesimo, parliamo di scrittori latini.

Un altro fenomeno tipico dell'Umanesimo è l'imitazione degli antichi. Il concetto di imitazione è un concetto degli antichi nella costruzione delle opere letterarie. La prima riscoperta di questo concetto avviene attraverso Orazio, prima ancora di scoprire la poetica di Aristotele, che avrà un impatto significativo sulle opere del Cinquecento. L'idea è quella di imitare nei testi i modelli dell'antichità senza trascurare i modelli contemporanei.

Dunque si inizia durante l'umanesimo con i modelli antichi e soltanto in latino, c'è un momento dopo i nostri tre grandi del Trecento in cui in Italia la produzione delle opere letterarie è soltanto in latino. I nostri più grandi autori del periodo umanistico che di solito consideriamo nel primo 400 e poi Rinascimento tutto il resto. Anche se poi ci sono molti critici che dicono Umanesimo e Rinascimento, sulla terminologia c'è da stare attenti. Umanesimo-rinascimento definiscono tutte e due le epoche. È più comodo parlare di Umanesimo restringendo il campo intanto al 400 come moda letteraria che si rifà ai classici e che dà luogo ad una produzione unicamente in lingua latina per alcuni autori e in lingua latina e in lingua volgare per altri, una produzione letteraria ben definita di riproposizione dei modelli dell'antichità. Tardo umanista=esistono autori che nel 500-600 scrivono opere in latino secondo i modelli dell'antichità.

Se uno dice Pascoli umanista vorrà dire Pascoli che scrive i suoi poemi in Latino perché sapete che Pascoli ha scritto dei poemi in latino a imitazione dei classici. Quando diciamo umanista vogliamo intendere non soltanto il cultore di studia humanitatis ma propriamente lo scrittore umanista è quello che scrive nel latino antico le sue opere di poesia, la sua produzione letteraria. Quindi il 400 ci sembra un po' un ritorno indietro rispetto al periodo precedente perché sembra che gli scrittori abbiano completamente dimenticato l'esperienza di Dante, Petrarca e Boccaccio. Persino Boccaccio alla fine della sua vita è come se ripudiasse quello che ha scritto e si darà solo all'opera latina. Africa Petrarca era sicuro di avere fama presso i posteri per il suo poema ed era un poema in latino che parlava di Scipione l'Africano. Lui addirittura aveva l'idea che sarebbe rimasto nella memoria per questo. Quindi l'entusiasmo rispetto.

alla latinità vacollocato in questa epoca storica in questo modo anche pensando all'esperienza dei nostri più grandi che è come se si volessero scrollare di dosso il modello della lingua volgare. È di fondamentale importanza anche perché il latino ha la funzione come l'inglese di oggi, cioè un latino che accomuna tutta l'Europa; quindi se io scrivo in latino come pubblico ho non soltanto quelli che stanno intorno a me che riescono a leggere e a capire il mio volgare per quanto illustre ma ho come interlocutori tutti gli studiosi, gli intellettuali europei. Non è quindi una istanza di matti che vogliono ripercorrere gli Studia Humanitatis, è un'esigenza di avere un pubblico tant'è vero che quando Boccaccio manda il suo manoscritto del Decameron a Petrarca quest'ultimo gli scrive come al solito una lettera ovviamente in latino, "caro Giovanni un'opera così bella me la scrivi tutta in

volgare ma insomma secondo me non hai fatto bene su questa cosa perché avrai un pubblico molto ridotto, io ho letto in particolare l'inizio e la fine dell'Opera perché è noto nell'inizio e nella fine si contengono le cose fondamentali dell'opera e in particolare ho apprezzato molto questa tua Griselda, l'ultima Novella del Decameron, è una storia di cui avevo già sentito delle narrazioni e l'ho trovata veramente bella così come tu l'hai codificata, come tu l'hai scritta in quest'opera che il te l'ho tradotta in latino, te la mando e poi la mando a qualche altro mio amico in Europa". Petrarca fa da traduttore a Boccaccio, pare che proprio questa redazione della Griselda di Boccaccio nel latino raffinatissimo di Petrarca e la sua diffusione Europea determini poi il successo di Boccaccio perché poi per gli uomini del Medioevo leggere il volgare italiano è quasi come leggere

Il latino, cioè il volgare italiano ha molto in comune con latino e anche l'italiano è una lingua della cultura, esportabile dal punto di vista degli uomini del Medioevo. La cosa incredibile che succede nel 400 è che dovunque ci siano centri di produzione culturale, questi centri di produzione culturale abbiano dei protagonisti che scrivono in latino come se fosse la loro lingua madre. Pensiamo all'esperienza a Napoli, nella corte Aragonese s'insedia è una specie di Accademia che poi dopo diventerà l'accademia del panormita, che poi diventerà l'accademia pontaniana proprio dal nome di questo Giovanni Pontano. Giovanni Pontano è l'unico famoso di questi umanisti chi scrive tutte le sue opere in latino, non scritto un rigo in italiano, ma è un latino talmente tanto innovativo che sembra quasi una lingua artificiale, che sembra quasi un latino napoletano. Accanto lui lavora uno dei più straordinariinterpreti del 400 che si chiama Jacopo Sannazzaro, il Egloghe Piscatorie quale ha scritto oltre a queste sue opere in latino tra cui le ambientate a Mergellina che è il porto di Napoli tra i pescatori, cioè lui prende le egloghe di Virgilio e le mette in bocca ai pescatori. È un'operazione sì di imitazione dei classici ma con un realismo e una novità di temi così importante che se non fosse stata fatta in latino, probabilmente avrebbe avuto bisogno solo del dialetto; cioè con una lingua artificiale lui immagina un mondo completamente rinnovato. Tant'è vero nell'Arcadia che poi la sua opera in volgare. È un romanzo altrettanto importante quanto la Vita Nuova di Dante perché si racconta del viaggio del protagonista, l'io che scrive è lo stesso io che si ritrova nell'opera attraverso sempre un viaggio quasi infernale (come se mettesse insieme la Vita Nuova e la Divina Commedia) in luoghi inveceche vengono stilizzati e riconoscibili, luoghi che conducono sempre ad approdare a Napoli. Questi scrittori sono sempre all'interno della Corte Aragonese, nella Napoli splendida degli Aragona per liberarsi di una disavventura amorosa. Si amplifica l'approfondimento all'interno di se stessi e Sannazaro in questo mitico universo arcadico dell'Arcadia, cioè di una regione naturalisticamente piacevole Locus Amoenus amena nel ritrova se stesso. Anche l'Arcadia un libro misto di prosa in versi, un prosimetro, come la Vita Nuova di Dante. In realtà anche alla corte Aragonese ci sono esperienze di novità rispetto al disegno della letteratura con i grandi del 700. C'è anche un altro alla corte Aragonese che viene un pochino considerato il provenzale, si chiama Masuccio Salernitano il quale scrive anch'egli delle novelle. Anche questa esperienza ha a che fare con il Boccaccio ma anche con una corte a cui piacciono più che storie di.

fantasia e poemi, le storie così come erano state raccontate prima da Boccaccio nel Decameron e adesso da Masuccio Salernitano Novellino. in quello che si chiama È però a Firenze che queste istanze dell'Umanesimo si manifestano con tutta la loro evidenza. Intanto nella vita e nella scrittura intellettuale di Poliziano, il quale ha scritto uno scaffale di libreria in latino e anche in greco antico. Però vivendo alla corte di Lorenzo anche là sono state commissionate La Giostra delle opere in volgare. In particolare quelle stanze per che sono importantissime perché prendono i protagonisti dell'epoca, in questo caso Giuliano de' Medici e lo trasformano in personaggio mitico, cioè anche nelle stanze per La Giostra abbiamo una specie di sovrapposizione tra quello che è il mondo attuale con quello che è il mondo degli antichi, cioè la mitologia antica aiuta a rendere stilizzato e mitizzato il mondo dei contemporanei.

È un gran passaggio che si notava anche nel poema di Dante. Anche qui ci sono le arpie, Caronte, gli inferi sono immaginati un po' come gli antichi, però intanto era tutto nuovo, moderno, rinnovato. Invece qui c'è il mondo nuovo che viene reinterpretato attraverso figure mitiche, quindi comincia quel modo di intendere la classicità che è un modo simbolico di intendere la classicità. Ed è un modo talmente importante per la letteratura occidentale di tutti i tempi. Addirittura Freud su quel mondo mitico fonda la sua filosofia psicoanalitica, ancora oggi diciamo complesso di Edipo; è un mondo mitico simbolico che nasce da un'esigenza letteraria. Fu un tempo di preparazione a quella che è la fioritura rinascimentale, insieme di preparazione già di fioritura per molti aspetti e che però fu un tempo tutto dedicato allo studio dove le lettere, la poesia e tutto quello che riguarda le lettere, cioè

Le lettere humanitatis assunsero un'importanza fondante che non ha forse mai avuto le eguali in altri momenti della storia. Forse soltanto nel periodo dopo la 2^ Guerra Mondiale abbiamo avuto la stessa considerazione per quello che riguarda le lettere rispetto all'avanzamento della società perché in verità diciamo tornare indietro molto spesso equivale ad un balzo in avanti. Tutto quello che del mondo classico veniva riscoperto innanzitutto passava dalla tradizione Latina, mentre diventa fondamentale la data della caduta dell'Impero romano d'Oriente, per immaginare una nuova immissione nel solco della nostra idea e cultura del tempo di cui ci stiamo occupando, per la nuova emissione di tutta la classicità anche greca. Ciò non significa che molti degli scrittori che noi conosciamo di questo periodo non conoscessero già il greco antico, perfino Boccaccio ne aveva un'assoluta condizione grazie a quelle isole di cultura Greco bizantina.

tardo greca dell'Italia meridionale che venivano accolte nella Corte angioina quando

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Publisher
A.A. 2020-2021
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giadadileo98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Imbriani Maria Teresa.