Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AP E POPOLAZIONI MUSULMANE BALCANICHE TRA PASSATO E PRESENTE
Per una possibile definizione dell’islam balcanico
Non esiste un unico islam balcanico, in quanto presso le popolazioni musulmane balcaniche vi
sono sempre estate delle forme di islam estremamente varie.
Per comprendere l’islam balcanico è opportuno ricondurre come oggetto dell’analisi la sua
molteplice morfologia. Le popolazioni musulmane sono oggi parte costitutiva dell’Europa, così
come lo sono state per molti secoli. Oggi abbiamo circa 16 milioni di musulmani, ma parlare
dell’esistenza di una comunità musulmana nei paesi balcanici è fuorviante.
Appartenendo a quattro principali e distinti gruppi etnico-linguistici, ossia albanofoni, slavofoni,
turcofoni e rom, la posizione delle popolazioni musulmane varia considerevolmente nei Paesi
balcanici, così come è altrettanto variabile il contesto storico e sociale in cui le comunità
musulmane si sono sviluppate. Anche sul piano strettamente religioso l’islam balcanico non è
affatto storicamente omogeneo.
L’islam balcanico è a maggioranza di forma sunnita (maggioranza nel mondo musulmano, deriva
da summa, ossia parole, azioni o l’esempio del profeta dell’islam. Riguarda 1,3 miliardi di fedeli,
mentre gli sciiti sono il 20%. Cambia essenzialmente parte della storia e i profeti riconosciuti),
sebbene siano presenti anche gli sciiti che hanno instaurato delle vere e proprie confraternite, tra
cui quella degli halveti, diffusasi dal Medio Oriente alla penisola balcanica . i centri principali di
queste confraternite sono stati sempre le grandi metropoli ottomane, Istanbul su tutte.
Senza dubbio, una delle altre principali peculiarità dell’islam balcanico è che si è sviluppato in un
ambiente a maggioranza cristiana.
Nonostante l’islam abbia avuto in epoca ottomana uno status superiore a livello politico,
istituzionale e sociale, il suo sviluppo è comunque avvenuto, senza soluzione di continuità, in un
contesto maggioritario cristiano. Le popolazioni musulmane balcaniche hanno quindi avuto
sempre un’interazione molto importante con la popolazione cristiana. È forse questa la maggiore
specificità dell’islam balcanico.
L’islam può rappresentare per un musulmano molti aspetti diversi: 12
1. Per la maggioranza delle popolazioni musulmane balcaniche, l’islam rappresenta niente più
che una cultura collettiva. Questo vale nel caso della Bosnia dove prevale il vivere l’islam
nel senso di fede, cultura, civiltà, ispirazione ed identificazione spirituale. Islam come tesoro
comune dei bosniaci da cui sono derivate le ispirazioni religiose, culturali, artistiche,
letterarie, architettoniche.
2. Per un’altra parte delle popolazioni balcaniche l’islam è piuttosto una fede, sia pur con
diversi gradi di religiosità, devozione e pratica. È soprattutto segno dell’identità comunitaria.
Le popolazioni musulmane sono maggioranza assoluta in Albania e Kosovo, maggioranza relativa
in Bosnia e minoranza negli altri paesi. In Albania la maggior parte della popolazione non è
religiosa e ancor meno praticante; in Kosovo la popolazione a maggioranza assoluta musulmana è
decisamente poco praticante.
Altro fenomeno recente è il processo di individualizzazione della fede che trova espressione per il
tramite delle varie professioni religiose presenti nella regione. l’influenza o la presenza dei diversi
gruppi religiosi stranieri può portare alla scelta individuale di adesione ad un credo religioso anche
da parte dei membri delle comunità musulmane balcaniche.
Nel corso degli ultimi quindici anni tali paesi hanno assistito alla ricostruzione delle identità etniche
e religiose. Ciò non ha necessariamente significato un nuovo fervore religioso islamico e ridotta
appare la possibilità dell’affermazione dei presunti fondamentalismi.
Dapprima cultura, poi credo, infine l’islam balcanico è anche ideologia, nella fattispecie ideologia
politica. La novità degli anni Novanta è quella che viene definita come il passaggio al politico delle
popolazioni musulmane balcaniche. Nell’ambito del rapporto tra islam e politica si sono
contraddistinti tre aspetti cardine, ossia l’emergere delle popolazioni balcaniche musulmane come
attori politici autonomi, la natura multiforme dell’islam politico balcanico e infine il suo ritorno
all’intero dell’islam mondiale.
Ai nostri giorni si discute della presenza di un islam fondamentalista come antitetico all’islam
europeo, presupposto come aperto, democratico, tollerante e laico, in opposizione all’islam arabo
e mediorientale, iraniano. È oltremodo ingiustificato e pericoloso presentare l’islam balcanico
come una minaccia per l’Europa, una realtà incompatibile ed estranea alla cultura ed ai valori
europei. Non vi è alcun corridoio verde nei Balcani. Le popolazioni musulmane della regione
balcanica non costituiscono di per sé un fattore di crisi, ma allo stesso tempo vittime e protagonisti,
tra le altre, di una crisi regionale ed internazionale ben più ampia.
Non significa che non vi siano correnti estremiste e radicali, ma queste sono del tutto minoritarie.
Inoltre anche nel caso di maggiore radicalizzazione dell’islam, quale quello del Partito di azione
democratica di Bosnia ed Erzegovina, non si è mai incorsi nella minaccia jihadista.
Allo stesso modo, considerare l’esperienza storica dell’islam balcanico quale modello di
coesistenza pacifica porta a contrapporre una tesi semplicistica, quella del mito dell’odio
ancestrale, con quella semplicistica della tolleranza secolare.
Considerare l’islam balcanico quale paradigma dell’islam tollerante ed europeo implica, ancora una
volta, una semplificazione, un vano tentativo di creare una realtà omogenea e statica a cui opporre
implicitamente il paradigma dell’islam intollerante in quanto non europeo.
Un excursus storico della presenza delle popolazioni musulmane nella regione balcanica
Gli ottomani hanno esercitato storicamente una grande influenza nella diffusione dell’islam nel
continente europeo, ad opera sia dei turchi che delle popolazioni balcaniche. In realtà, già prima
della conquista territoriale in Europa da parte ottomana, i paesi balcanici avevano intense relazioni
13
col mondo musulmano, anche e soprattutto in considerazione della posizione geo-strategica, quale
ponte tra Occidente e Oriente nelle relazioni commerciali, politiche e nelle questioni militari.
La pressione militare esercitata dal mondo musulmano contro le frontiere dell’impero bizantino
risale al secolo VII.
Siamo nel Basso Medioevo quando troviamo la presenza dei missionari musulmani turchi nei
Balcani. La presenza dell’islam nella regione balcanica è la testimonianza diretta del fatto che il
mar Mediterraneo ha da sempre costituito un zona di flussi e riflussi che appartiene allo stesso
sistema di scambi culturali, economici e politici più che millenari. L’unità integrata creata dai romani
e caratterizzata dalla libera circolazione sarebbe stata distrutta proprio dall’apparizione dell’Islam.
La trasformazione del Mediterraneo in un grande lago musulmano avrebbe avuto l’effetto di
spingere la cristianità verso il Nord. Pertanto, il mondo occidentale sarebbe il risultato di una
grande sconfitta, vale a dire la perdita del mare nostrum e di una rinascita in condizioni
completamente diverse, indicata a partire dall’incoronazione di Carlo Magno nell’anno 800, con la
formazione del Sacro Romano Impero. Senza l’islam, l’impero franco non sarebbe probabilmente
esistito.
Nonostante i legami precedenti, la radicata presenza musulmana nell’Europa sud-orientale risale
prevalentemente all’espansione delle popolazioni turco-ottomane dell’Asia avvenuta alla fin del XIV
secolo. La presenza delle comunità musulmane nei paesi balcanici è il risultato di due processi
storici. Da un lato l’insediamento nella regione delle popolazioni musulmane dell’Anatolia o della
Crimea, dall’altro lato la conversione delle popolazioni autoctone.
In una prima fase della conquista ottomana, dal XIV secolo, si è assistito all’insediamento delle
popolazioni musulmane da parte degli ottomani, soprattutto in Bulgaria e Albania. Al contrario,
nella regione occidentale della penisola balcanica ha prevalso il fenomeno della conversione.
In realtà, anche in questi territori le popolazioni turcofone si sono dapprima installate per poi
essere fuse e integrate con la popolazione locale. Le conversioni dell’islam da parte della
popolazione albanese cattolica sono state registrate fino al 1912.
In una fase iniziale, l’islam europeo si è alimentato soprattutto delle conversioni delle categorie
sociali superiori e poi, a livello locale, del resto della popolazione slava ed illirico-albanese. La
conversione garantiva infatti alcuni benefici diretti e indiretti, in primis dal punto di vista tributario.
A seguito di questi due processi storici, le popolazioni musulmane balcaniche sono tutt’oggi
prevalentemente slavofone, soprattutto in Bosnia ed Erzegovina, o albofone, in Macedonia,
Albania e Kosovo.
Come già detto, con la sola eccezione albanese, la presenza della popolazione musulmana
nell’Europa sud-orientale non è mai stata maggioritaria rispetto le altre popolazioni, né
particolarmente consistente. Solo nel corso del XVIII secolo le popolazioni musulmane hanno
rappresentato la componente più numerosa della popolazione. Nel corso dei secoli, i numerosi e
duraturi conflitti sono stati all’origine dei flussi migratori che hanno rimodellato la composizione
etnica e religiosa dell’intera regione balcanica, dando origine ad intere colonie di rifugiati.
Dal periodo di decadenza dell’impero ottomano sino al 1908, per la popolazione musulmana è
stato impossibile continuare a vivere nei territori che venivano progressivamente persi e ceduti. La
situazione è precipitata col Trattato di Santo Stefano tra la Russia e l’impero ottomano, che ha
segnato la fine della guerra russo turca e l’indipendenza della Serbia, Montenegro e Romania,
oltre all’autonomia della Bulgaria. Poi il trattato è stato rivisitato col Congresso di Berlino, con cui
è stata smembrata la Grande Bulgaria.
Si stima che nel periodo intercorso tra il Congresso e le Guerre balcaniche, quasi 1,5 milioni di
musulmani turchi e slavi ed albanesi convertiti siano fuggiti verso l’Anatolia, con situazioni differenti
da paese a paese.
L’esodo della popolazione che ha segnato la disgregazione dell’impero ottomano si è perpetuato
anche dopo la scomparsa avvenuta con la Prima Guerra Mondiale. Le popolazioni musulmane 14
b