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Estratto del documento

I comportamenti umani non sono cose, dati di fatto. Sono fenomeni di senso, legati ad una lingua, una società ed una

cultura.

Pretendere di trovare le basi biologiche in una rete neurale comune all’intera specie umana e dunque, a suo modo

naturale è sbagliato e pericoloso.

Significa operare un riduzionismo, un inganno. La decisione ultima riguardo alla nostra presunta uguaglianza viene presa

dalla scienza, che si spaccia per Verità o Natura, quando invece di empirico non ha proprio nulla.

Dovremmo quindi pensare al cervello come ad una serie di processi che si plasmano e riplasmano ogni volta in funzione

delle diversi situazioni antropologiche, sociali e psicologiche. 6

Dobbiamo imparare a conoscere i funzionamenti del nostro mondo affettivo, per far questo potremmo chiedere aiuto al

dipartimento di scienze umane e sociali, che potrebbe darci delle ipotesi di spiegazione dei fatti umani e sociali.

Il nostro problema non è quello di rivendicare una variabilità etnica in modo da essere politically correct, ma semmai

dobbiamo evitare di giocare d’anticipo, sena cercare di chiudere per forza alla bell’e meglio con un’ipotesi ingegneristica

precostituita circa la vera e unica essenza dell’uomo. Coloro che pensano questo sono solo un esercito di pseudo-

scienziati con avanzato neuro-delirio di onnipotenza.

4. Cattive abitudini

Ragionare a nascondino

Eraclito: “La Natura ama nascondersi”

Ciò voleva significare che tutto ciò che nasce sta nella sua morte, l’apparire tende a scomparire, e la costituzione di ogni

cosa tende a non manifestarsi.

Ogni concezione di Natura è nascosta, quindi ci deve essere qualcuno in grado di ritrovarla, riferendone i più intimi

segreti.

Ancora una volta la Natura non è ciò che è dato, che è tangibile e riscontrabile nel qui e ora, ma il suo presupposto

teorico, ciò che occorre ipotizzare come esistente per giustificare domini dell’uomo sull’uomo.

Per quale motivo la Natura ama nascondersi? Che cos’ha da nascondere? Si vergogna? Si cela a tutti?

L’elemento comune a queste domande è il fatto che la Natura viene personificata: la Natura non è un oggetto esteriore,

muto, da indagare e comprendere; essa risulta invece un soggetto agente che fa delle cose, possiede obiettivi e valori

specifici, prova passioni e si difende dai nemici.

Secondo Eraclito, la relazione conoscitiva non è un rapporto tra un soggetto umano e uno inumano, ma semmai è una

vera e propria relazione intersoggettiva, quindi sociale.

Si alternano segreti e spie, aggressioni e ripicche, voyeurismi e pudori con esiti vari e imprevedibili.

Ad esempio, se prendiamo in considerazione il ‘nudo’ notiamo che nel corso del tempo ha assunto connotazioni differenti:

oggi penseremmo che un corpo nudo è evidentemente l’emblema della natura, tuttavia un tempo un corpo nudo era la

semplice apparenza della natura, la sua maschera; viceversa, il corpo vestito e agghindato poteva benissimo essere

considerato naturale in quanto costruito per farsi ammirare e conoscere.

Le metafore del nascondersi, del segreto, del velo di Natura fortemente personificata hanno attraversato la storia

occidentale e oggi hanno ancora il loro fascino.

L’idea che la Natura sia qualcosa di oggettivo e di esterno, che sia là a prescindere da chi prova a conoscerla, è una

specie di conquista del pensiero occidentale, ma a ben pensarci anch’essa discende sempre dalla solita metafora: la

natura snobba l’uomo, lo trascura, vive a prescindere da lui, e così se ne fa beffe, seducendolo.

Essa continua a nascondersi, a glorificare i propri segreti, ed è per questo che l’attuale atteggiamento della scienza è

erede di Eraclito.

Prometeo e Orfeo, nemici-amici

Le personificazioni della Natura sono due:

• Prometeo (polemico – natura come soggetto estraneo e nemico dell’uomo, quindi è solo un meccanismo da

conoscere) >> eroe e vittima della tecnica, magia naturale e scienza sperimentale. Rubando il fuoco agli Dei,

ovvero strappando alla Natura i suoi segreti ha fatto sì che l’umanità potesse usarli per migliorare la propria

situazione, affrancandosi dalla propria posizione di inferiorità.

È l’atteggiamento più diffuso o quantomeno più evidente nella cultura moderna, in quanto razionalista e

adoratrice di scienza, tuttavia ha radici molto remote.

Un esempio è la meccanica, tramite la quale si riesce a portare via alla natura i suoi segreti, la meccanica è

astuzia, significa sfruttare le risorse che il cosmo trattiene per se, come appunto il fuoco.

Lo stesso vale per la magia, che va alla ricerca di forze occulte per il bene degli uomini e donare loro parte delle

potenzialità che la natura vorrebbe tenere per se stessa. Il mago deve trovare delle somiglianze fra le cose

laddove gli altri vedono solo differenze.

Anche la scienza non è da meno, in quanto gli esperimenti scientifici possono essere visti come delle torture che

vengono fatte alla natura per farla confessare ciò che si tiene in serbo.

La Natura è un malfattore e in quanto tale va trascinata di fronte ai giudici; è una nemica da combattere

togliendole anche quel minimo di umanità che le si attribuiva.

Così il meccanicismo sperimentale sfocia nel materialismo, che trasforma il mondo in un orologio perfetto e

senz’anima. La Natura è gelida materialità, è un ammasso di meccanismi, un libro scritto in caratteri matematici,

che va piegato al dominio dell’uomo. 7

Lei di contro si vendica, ordendo terribili vendette contro l’uomo.

La tecnica odierna mira a sacrificare l’essere profondo a favore degli oggetti e degli strumenti.

Nell’ecologismo light torneranno sentori di questo atteggiamento prometeico.

• Orfeo (contrattuale – è immerso nella natura. La vede come una fonte organica che emana valori da seguire) >>

eroe culturale e naturale. Promotore delle arti, comprende intimamente i ritmi e i movimenti della Natura. Dotato

di conoscenza intuitiva e discorsiva. Non fa violenza alla Natura, ma facendone parte riesce a penetrare le sue

intime verità, finendo per agire all’unisono con lei.

Qui abbiamo un ecologismo hard, la sua attitudine è contemplativa, disinteressata, calma e distesa, per lo meno

ad un primo sguardo.

Qui la natura non è nemica dell’uomo, e non è nemmeno qualcosa di esterno. È una simbiosi di fondo tra uomo e

natura, la cui iniziazione deve passare attraverso prove ed errori che permettono di riscrivere le armonie del tutto.

Il mondo è un prodotto artistico: comporre musica e poesia significa mimare il processo della sua produzione,

cogliendone ragioni e valori.

Anche per questo la verità non è data una volta per tutte, ma passando per la contemplazione (anziché la

sperimentazione) va conquistata progressivamente.

La verità del cosmo sta nella percezione estetica delle cose in quanto tali, prive di un carico funzionale, un

operazione difficile, che può fare solo chi ha aperto veramente gli occhi. La natura ci manda dei segnali, poi sta a

noi doverli cogliere, saperne interpretare il valore.

Insomma, la natura ama nascondersi per poi potersi manifestare in tutta la sua ricchezza, ovvero bellezza.

La natura, per Orfeo è un ambiente generoso e disponibile al quale adeguarsi per vivere nei migliori modi

possibili.

• (Poi ci sono altre persone che tendono a rispettare i segreti della Natura non occupandosene affatto o perché li

considera inutili o inaccessibili. Pensa che se la Natura ama nascondersi avrà le sue buone ragioni per farlo,

quindi non spreca energie per scovarla).

I primi due atteggiamenti sono prevalsi, opponendosi. Articola la distinzione tra ingegneri e poeti, tecnocrati ed

intellettuali, utilitaristi e contemplativi, scienziati e artisti. Insomma, due facce della stessa medaglia.

Seneca al supermarket

Ma cosa c’entra tutto ciò con il supermercato?

Di fatto chi vede nature, veli, svelamenti dappertutto, se al supermercato si trova davanti ad una confezione poco

variopinta non può non notarlo.

È tutto un gioco di coperture e scoperture, allusioni e seduzioni, mostrarsi e negarsi.

Del resto, trattandosi sempre di natura, il legame appare del tutto coerente.

Gli oggetti di consumo sono portatori inconsapevoli dei propri discorsi e norme di vita.

Si è venuto a creare come un flusso continuo di segni e di pensieri fra un’idea millenaria di natura e il pensiero ecologico

dei nostri giorni, da cui il marketing ha giustamente attinto (es. la decrescita di Latouche è collegata al ragù di soia).

Ci sono legami tra campi di sapere, arti del fare e prassi quotidiane che possono aiutare meglio a comprendere l’attuale

idea di natura.

Gran parte della comunicazione al supermercato passa attraverso i packaging dei prodotti, che non serve più solo a

conservarli e a trasportarli , ma anche a rivestirli di segni e simboli che servono a dar loro un senso, tanto che spesso il

prodotto non è più mentalmente separabile dalla scatola.

Acquisto una yogurt o la sua confezione?

La stessa cosa vale per i prodotti biologici: prodotto e packaging sono la stessa cosa. Gran parte della naturalità di questi

prodotti risiede nella confezione. È qui che viene costruito il loro essere.

Così queste scatole sono testi che possono aiutarci a ricostruire l’attuale idea di Natura.

Le confezioni dei prodotti biologici sono più povere e più complesse; esse presuppongono una certa concezione della

coltivazione, cioè secondo metodi naturali.

Il consumatore, acquistandoli, rafforza ancora di più la sua idea di natura, oppure li acquisisce.

Le scatole insomma sono degli ottimi testimoni di ciò che la gente pensa e vuole. La natura rappresentata è quella a cui

pensiamo tutti volenti o nolenti. 8

Quindi l’etica ecologica si esprime in un’estetica e ce ne rendiamo conto nel momento in cui li confrontiamo con i prodotti

‘normali’.

Mettiamo meglio a fuoco le forme di comunicazione del settore biologico e i contenuti che veicolano.

Rompere le scatole

Le merci normali coniugano ad un prezzo vantaggioso un’estetica dell’armonia e della bellezza formale.

La frutta e la verdura sono tutte bellissime, nei soliti posti, ben ordinate e riconoscibili.

Ma nel settore biologico non è così! I prezzi carissimi sono giustificati dalla fatica di un euforico ritorno alla natura

originaria, ai sapori di una volta, quindi le mele devono avere una buccia macchiata con tanto di vermi, le arance devono

somigliare a ciliegie scolorite, il pane duro ecc.

Tutto deve sembrare che si sia fatto da sé: marchi, etichette, barattoli, buste, dispenser e lattine devono essere

disprezzati e banditi. Il nemico numero uno è

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Publisher
A.A. 2015-2016
18 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_polly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e Tecniche del Linguaggio visuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Nizzoli Antonio.