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Riassunto esame Teorie dei conflitti e processi di pace, docente Rosato, libro consigliato Sahel in movimento, Maniscalco Pag. 1
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ETNIE: L’Africa presenta un grado di differenziazione etnica superiore a qualsiasi altro continente, in

particolare nel Sahel. Clan = comunità dei consanguinei, gerarchia (Umma = comunità dei credenti,

uguaglianza). Non sempre si sono presentati separatamente. Prevale un’idea socio-centrica di persona: solo

in ragione dei suoi rapporti con gli altri il soggetto diventa consapevole del proprio essere, dei suoi doveri e

diritti verso sé e la comunità.

PRINCIPIO SEGMENTARIO: Nozione di “società segmentarie”: Durkheim x indicare società caratterizzate da

una coesione di tipo “meccanico” fondate sull’interazione di gruppi (segmenti) tra loro omogenei perché dotati

di analoghi sentimenti, credenze, valori. La conflittualità persistente è tipica di questo modello di società in cui i

gruppi sono in una complessa rete di relazioni antagonistiche e solidaristiche, fusioni e scissioni. Modello di

organizzazioni sociopolitica acefala (priva di struttura centralizzata di potere, a parte caste professionali) in cui

lo spazio sociale risulta da segmenti omologhi il cui principio di strutturazione e di funzionamento era dato

come risultante dal gioco continuo e alternato di opposizioni e complementarietà. Le società si fondano su

contrapposizioni di gruppi di lignaggio che si organizzano e controllano il territorio. Struttura dinamica: un

gruppo di lignaggio si contrappone a un altro simile possono poi riaggregarsi in un’unità + ampia che a sua

volta si contrappone a una analoga.

CONDIZIONE DONNA: sta lentamente evolvendo come persona in grado di contribuire in maniera attiva ai

bisogni della famiglia e allo sviluppo della collettività, restando comunque ruolo subalterno rispetto al maschile

(superiori perché a loro spetta la perpetuazione del nome della famiglia). Prima non venivano consultate

nemmeno x le decisioni che le riguardavano personalmente, ma x le cerimonie avevano ruoli diversi ben

precisi. Con la colonizzazione e suddivisione del lavoro diventarono principale attore nel campo agricolo. La

globalizzazione rendendo + povere le famiglie hanno messo in rilievo il loro ruolo (produrre cibo, trasportare

acqua lì è compito di rilevanza assoluta). Ora stanno cercando di partecipare attivamente alla vita pubblica,

essere indipendenti.

SCHIAVITU’: nonostante sia giuridicamente abrogata in tutta la regione dall’inizio del 20° sec. il fenomeno

permane, sostenuto da complicità a vari livelli e diffusa indifferenza: lavoro forzato e sfruttamento violento. I

diversi governi sono ufficialmente impegnati nel contrasto di tali pratiche lesive dei diritti umani e della dignità

della persona. Se il mercato pubblico è stato eliminato, il loro commercio clandestino permane. Gli schiavi non

riescono ad immaginare altra modalità di esistenza, spesso rinforzata dalla convinzione religiosa che la loro

condizione sia frutto di volontà divina e solo portando a compimento i loro doveri possano guadagnarsi il

paradiso.

Il colonialismo deformò le società africane alterando la considerazione delle differenze etniche, creò ulteriori

gerarchie che si trasmisero oltre la decolonizzazione e incrementò il tasso di violenza sociale.

TUAREG: “questione tuareg” sociale e politica di 130 anni nata dall’opposizione alla penetrazione coloniale

nel Sahara interessa l’intera regione. Diverse rivolte nel periodo coloniale, proseguite x mancanza di

soddisfacente inclusione e adeguato riconoscimento, hanno cercato rivincita. Quale popolo nomade ha

sempre combattuto x procacciarsi beni materiali non territori, ma cambia dopo l’alleanza con i gruppi jihadisti

si sviluppa l’intento secessionista. Popolo senza stato, ma con propria lingua e identità culturale sono sparsi

ma le comunità più numerose sono in Mali e Niger. L’organizzazione era gerarchizzata ma non rigida, di

religione islamica, non hanno mai abbandonato alcuni tratti delle credenze tradizionali. Le spedizioni francesi

del 19° e 20° sec furono in grado di conquistare i loro territori sfruttando le loro divisioni, resistettero ma poi

furono annientati, dopo non si sentirono + gli stessi, sete d’indipendenza. Svilupparono un risentimento x

l’esclusione dai processi di sviluppo e aiuto, la rabbia sfociò nel ’63 in una ribellione contro il governo centrale,

male equipaggiati, senza una leadership unificata non erano riusciti a mobilizzare e coinvolgere l’insieme della

popolazione nomade. Si scontrarono con truppe governative ben motivate che usufruivano di armi nuove di

provenienza sovietica. Dopo un anno di scontri le forze regolari maliane repressero brutalmente l’insurrezione

e le difficoltà li spinsero a migrare. Ciò facilitò la conoscenza con le diverse comunità x lo sviluppo di un senso

di identità comune. Gheddafi desideroso di stabilire la propria egemonia lanciò un appello ai tuareg del Mali e

Niger invitandoli a tornare in Libia (paese di cui sarebbero stati storicamente originari) molti giovani si

arruolarono nella Legione islamica libica. Gheddafi durante anni ’80 x destabilizzare i governi di Mali e Niger x

sostenere i suoi disegni geopolitici diede supporto materiale e ideologico alla causa dei tuareg, fornendo armi,

addestramento militare e consigli. Nacque l’idea di una lotta armata x l’indipendenza dell’Azawad (loro terre

natie, MNLA si dichiara islamico moderato, Costituzione fondata su Corano e trattati internazionali, non

estremista hanno ragioni + pratiche che riguardano l’economia locale). Nel ’90 i tuareg del Mali iniziarono a

insorgere stavolta ben armati, mediazione Algeria risoluzione conflitto con accordi ma rimase molta diffidenza.

POLITICO: Influenze: primavera araba e, in particolare, fine dittatura Gheddafi (i combattenti, originari di Ciad,

Niger, Mali, che facevano parte delle forze libiche, i cosiddetti “volontari di Gheddafi”, dopo il crollo del regime,

sono stati oggetto di ritorsioni e discriminazioni razziali, molti sono fuggiti e hanno aderito a formazioni

irregolari di varia natura che agiscono nella regione). Pirateria nel golfo di Guinea ha portato a militarizzare il

territorio e interventi di potenze stranire x contrastarla. Istituzioni fragili, molti colpi di stato, corruzione. In molti

casi le organizzazioni criminali si sono sostituite nella gestione del potere locale, alle autorità legittime,

rischiando di minare gli interventi della comunità internazionale nello sradicamento di tali fenomeni x le

reazioni della popolazione locale che trovano sostegno. Nuovo grande gioco delle potenze straniere che

cercano di affermare proprio potere, economico e militare, ampliare la propria sfera d’influenza, competizione

globale x risorse e accesso ai mercati locali.

I nuovi stati indipendenti presentavano un’architettura istituzionale costruita sul modello delle rispettive

madrepatrie, trasposizione dell’esperienza costituzionale europea in Africa ha prodotto problematiche: idea di

opposizione in una cultura che tradizionalmente privilegiava l’unanimismo. Dopo una fase transitoria di

bipartitismo si giunse al partito unico, che di fatto divenne uno strumento nelle mani delle classi dirigenti x

controllare apparato pubblico, settori strategici economia, flusso e distribuzione di risorse. I presidenti erano

capi assoluti, parlamenti corte di seguaci, magistrati non indipendenti, burocrazie semplici esecutori,

concentrazione potere nelle mani di una persona (culto della personalità, i leader carismatici si imposero come

vere e proprie icone), abolizione libertà fondamentali, uso combinato di repressione e violenza. Fuoriuscita

attraverso migrazioni, veri e propri abbandoni di profughi, “fughe simboliche” (dal pagamento imposte,

scolarizzazione, in comunità etniche o settarismo religioso).

STATO DEBOLE: Stati del Sahel “fragili” con elevato rischio di “fallimento”: contratto sociale flebile,

legittimazione bassa. Le istituzioni pubbliche non svolgono le funzioni essenziali necessarie. Corruzione delle

forze dell’ordine a causa dei bassi salari (in alcuni casi cedono le armi a organizzazioni criminali x avere parte

alla spartizione del bottino), la popolazione teme + gli apparati pubblici che le organizzazioni criminali.

COLPO DI STATO: Molti presidenti (tali a seguito di colpi di stato) provengono da forze armate, gestione

violenta della vita politica e competizione x la leadership anche nei periodi di pace. Il colpo di stato è una

pratica politica così regolare e frequente da essere considerata normale come strumento x una migliore

democratizzazione del paese, contro la cattiva amministrazione pubblica, il carente sviluppo e la corruzione e

l’inamovibilità dei capi di stato. Le Costituzioni lo condannano come crimine ma viene accettato anche

sollecitato dai cittadini nei momenti di particolare difficoltà. Di fatto non ha mai risolto problemi. Sottosviluppo e

crisi economiche sono strettamente legate all’instabilità politica.

CRIMINALITA’ E TERRORISMO: minaccia terroristica islamista, fenomeno recente nell’area (definito di

importazione, è infatti l’Algeria il cuore storico dell’azione jihadista), si interseca con altri importanti fenomeni

destabilizzanti come debolezza e corruzione degli apparati statali, traffici illeciti e rivendicazioni separatista.

Connessione: ci sono relazioni parassitarie (temporanee) e alleanze simbiotiche (lungo periodo tanto da poter

definire il Sahel come un potenziale “buco nero”). Non vi sono x il momento radicamenti del terrorismo nella

regione ma si tratta di dinamiche di adattamento strumentale, il nuovo movimento qaedista al suo interno ha

tensioni e contraddizioni tra spinte localiste e globaliste e x la presenza di relazioni col movimento

indipendentista tuareg. Le strette interconnessioni tra gruppi terroristici, criminalità organizzata, movimenti

indipendentisti e popolazione appaiono puramente strumentali. Numerose bande locali sequestrano turisti,

cooperanti, giornalisti, personale di piattaforme petrolifere x venderli a gruppi jihadisti x i quali rappresentano

profitto e ricatto politico. Forme di collaborazione con la popolazione offrendo welfare di base, re-distribuendo

parte dei proventi dei traffici illeciti, facilita l’impunità, rende incerti i confini tra legittimo e non. Si assiste alla

paradossale situazione in cui è diffusa una crescente povertà, mentre il territorio è ricco di risorse e

opportunità x quanti sono in grado di porsi al comando della violenza organizzata (statale, criminale,

terroristica). “Stati paralleli”. Scopo organizzazione criminale diverso da terroristi: obiettivo infiltrare e

corrompere il primo, sovvertimento ordine costituito il secondo. La partecipazione ai traffici offre ai terroristi la

possibilità di investire parte dei proventi in forme di assistenzialismo alla popolazio

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
10 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BarbaraM92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie dei conflitti e processi di pace e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Rosato Valeria.