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TURISTA FLANEUR
Il rapporto tra turista e luogo è un processo Il flaneur vuole scansare i circuiti turistici e
di scambio, filtrato dai codici dell’impresa condividere con i nativi lo stile di vita locale,
turistica. Lo spazio della spontaneità è per cogliere gli elementi connaturati ai
ristretto. luoghi.
Il turista ha ritmi frenetici e concentrati. Ha Possibilità di prolungare il tempo del suo
la necessità di un viaggio organizzato viaggio fisico e mentale.
Non gli è concesso perdersi perché significa I flaneur disegnano mappe mentali, con le
perdere tempo e risorse. quelli conoscono più del turista. In molte
città sono stati costruiti su queste basi
itinerari d’autore e anche statue che calano
l’immagine del flaneur nella vita quotidiana.
Il turista guarda da lontano e con modalità Grazie all’anonimato il flaneur ha un
predefinite e non ha un coinvolgimento coinvolgimento effettivo nella comunità
effettivo. locale.
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Divergenze ma anche convergenze
Quelli delineati sono i tipi ideali di turisti e di flaneur, ma esistono anche turisti-flaneur e
flaneur-turisti. Oggi infatti, come spiega Judd, esistono turisti intellettualizzati che hanno un
interesse verso il rapporto autentico con i luoghi e le comunità, rifiutando le scelte
consumistiche del turismo di massa. Si possono dunque costruire figure su tre componenti
fondamentali del viaggio:
- Commerciale, che prevede un rapporto tra il soggetto e i luogo mediato dall’acquisto
di un pacchetto di viaggio. (Turista moderno massificato)
- Esperienziale, che rimanda a margini di libertà in un contesto spazio temporale
definito. (Turista post-moderno intellettualizzato)
- Esistenziale, che riguarda il dissolversi o la destrutturazione dei confini e dei tempi di
viaggio in un ottica di ricerca che coinvolge l’individuo. (Flaneur).
Il flaneur ha come finalità quella di sentirsi a casa propria ovunque. Nel flaneur
l’esperienza di incontro con la città rivela una maggiore profondità. Il flaneur viene definito
da Benjamin diacronico, perché capace di ricercare il passato nel presente e di ricostruire la
memoria legata ai luoghi. La flanerie tende anche a scardinare la dimensione spaziale delle
realtà urbane, in due sensi: i luoghi sono marcati con riconoscimenti non solo fisici, ma anche
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immateriali; una città non può essere riconosciuta solo con circuiti privilegiati, ma deve
aprirsi a perlustrazioni di ampio raggio che tocchino anche le aree di disagio.
Turisti e Flaneur si attraggono. Il flaneur restituisce la sue narrazioni alla comunità
affinché le utilizzi come guide; il turista prende a modello il flaneur. Paradossalmente mentre
dietro lo spirito del flaneur, ci può essere l’ombra del guadagno; il turista è più libero.
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7. Flaneur e la società di controllo
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La metropoli è il luogo dove la perlustrazione può trovare il suo corso, a patto che il
flaneur assecondi i suoi stimoli e li elabori per arricchire se stesso. Spesso il flaneur svolge
un’attività di fisiognomica, che analizza le persone che passano davanti a lui e ne svela il
carattere. Sopratutto nelle grandi città, restare in incognito è una delle caratteristiche
fondamentali del flaneur: per sfuggire al suo sguardo l’individuo può nascondersi o rifugiarsi
nel privato. Ma il flaneur arriva anche all’interno delle case, dove però è corretto a
qualificarsi. In questo passaggio il flaneur si apre al rischio e da osservatore diventa attore:
siamo al suicidio a metà. Se in questa operazione il flaneur riesce a mantenere il giusto
equilibrio tra oggettività e soggettività egli potrà produrre un’opera di grande rilevanza e
utilità per lo studio della natura umana e della società.
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Il flaneur osservato
Oggi è possibile un ribaltamento dei ruoli, dove è il flaneur a divenire oggetto di
osservazione; questo avviene perché la nostra società è caratterizzata da un prevalere di spazi
privati come luoghi di osservazione sul mondo. Massima espressione ne è il cybernauta che
con il suo strumento informatico è ovunque e contemporaneamente, ma il suo corpo si è fatto
virtuale. La città è meno corpo e più onde. Il flanuer rifiuta qualsiasi forma di tempo dettata
dall’alto ed è padrone del proprio tempo, non rispetta le scansione spaziali e temporali dettate
dall’alto e ciò costruisce motivo di disordine e di disturbo.
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8. Quasi uno stile di vita
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Flaneur è diventato nel tempo uno stile di vita, un simbolo di libertà, di indipendenza, i
raffinatezza ed eleganza. Questo momento ha però determinato la perdita di originalità del
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flaneur. Oggi vengono pubblicati riviste e siti web dedicati alla figura del flaneur:
tendenzialmente maschio, di classe agiata, istruito e proveniente dall’emisfero nord.
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I LUOGHI
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1. Genius loci e identità
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La città è il contesto privilegiato di azione del flaneur, perché essa si presta ad essere
studiata e interpretata attraverso prospettive diverse con letture parallele che vanno dalla
sociologia alla letteratura. Con la globalizzazione il rischio è che le singole città perdano la
capacità di costruire ambienti specifici all’interno dei quali si verificano fenomeni particolari.
Dove il processo di omologazione ha trovato compimento lo si deve - oltre che alle scelte
sociali e politiche - anche alla misteriosa forza che rende le unità urbane una diversa dalle
altre che è il genius loco.
In questa cornice si delinea la classica distinzione tra approccio fenomenologico e
approccio post-strutturalista. Nel primo, in cui Norberg-Schulz è l’esponente più noto, il
luogo viene considerato nella sua dimensione ontologica con un valenza naturale e oggettiva;
nel secondo caso - che ha come rappresentante Massey - il carattere del luogo è il risultato
ultimo di un processo di messa in discussione dei suoi significati alla luce delle pratiche sociali,
culturali ed economiche. Il genius loci, nell’interpretazione fenomenologia conferisce un
carattere indelebile ai luoghi .
Lo spazio, inteso come luogo, non parla da solo ma grazi al filtro della percezione e alla
cultura di chi lo legge. Ogni città ha la propria storia: non è la città moderna a dover essere
raccontata, ma la città unica dotata di una storia. Non possiamo non riconoscere che una
città, pur nei suoi continui mutamenti, esprime un vissuto unico. Il flaneur è mosso dal
desiderio di intercettare l’anima del luogo, ma a lui spetta anche il compito di salvaguardarne
l’identità. Il flaneur realizza se stesso attraverso una funzione importante, arrivando a
costituire un punto di riferimento con cui la collettività si confronta nella continua
significazione e ri-significazione dei posti.
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2. Luoghi urbani
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Simmel ha sottolineato che la nostra capacità di sopravvivenza in città dipende da un
atteggiamento di distanza rispetto agli stimoli che l’ambiente ci da. La routine è la sintesi dei
vincoli che la società ci impone. Ogni individuo ha affinato nel tempo un serie di
comportamenti di routine che gli consentono di dialogare in maniera automatica con il
contesto che frequenta.
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Catalogare i luoghi dell’esperienza quotidiana
L’ambiente che ci circonda è facilmente catalogabile.
Luoghi pubblici quotidiani: parcheggio, treno, ufficio, bar…
- Luoghi pubblici di frequentazione settimanale: libreria, ristorante, cinema, centro
-
sportivo, cimitero, supermercato, chiesa…
- Luoghi pubblici di frequentazione più sporadica: giardini, negozi, biblioteca, ospedale,
aeroporto, locali notturni, comune…
Quando le circostanze in cui ci accostiamo ai luoghi sono di routine vi faremo meno
caso, mentre quando il nostro frequentare sarà più lento e riflessivo allora faremo
considerazione tipiche della creatività del flaneur. La flanerie è un momento di riflessione, ma
anche di immaginazione pura, il tutto ancorato ad uno spazio preciso.
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Immaginazione del quotidiano
Il flaneur dopo aver a lungo camminato in silenzio, riprende la parola per parlare al
mondo e si abbandona al flusso del narratore, sapendo di essere prima o poi ascoltato. I
luoghi spesso non cambiano, ma non subentra la routine, anzi si sente il richiamo del genius
loci che rivendica la propria parte nel dettare le emozioni provate dal flaneur.
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Momenti e stagioni della flanerie
Lo stato d’animo e il momento in cui il flaneur perlustra i luoghi cambiano spesso; lo
stesso luogo offre immagini diverse a seconda di orari e stagioni: sono allora due umori -
posto e poeta - a incontrarsi. La passeggiata è apertura e chiusura continua, dimensione
pubblica e privata. La poesia non cessa di fluire incontrando i luoghi e le memorie: si può
considerare come l’attivazione di un circuito parallelo alla vita normale dove il poeta trova
un’anima segreta delle cose. Il tempo dei luoghi è diverso dal tempo della storia: nei luoghi il
tempo si consuma quotidianamente. Il logorarsi dei luoghi li riduce al silenzio: essi punti
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fermi nella nostra mappa mentale, ma non ci dicono niente perché li assumiamo come
routine.
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3. Riflessioni di approfondimento: verso la flanerie
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Ciascuno di noi può abbandonarsi ad esperienze di flanerie: ogni percorso non è solo
ricostruzione di nessi fra il luogo e la persona, ma anche motivo di riflessione per un platea
più ampia.
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Cimitero e rovine
Il cimitero in passato è stato anche un luogo frequentato dai vivi in visita ai defunti: oggi
sempre meno persone trovano tempo per recarsi in i sita al cimitero. I cimiteri da luogo del
ricordo si sono trasformati in luogo del rimorso. Nel cimitero sacro e profano hanno sempre
trovato convivenza: rappresentano contesti straordinari di ambientazione della narrativa,
conservando un alone di mistero; ma restano anche luoghi privilegiati della religione.
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Lo stadio
Lo stadio della città è un luogo deserto durante la settimana. Le guerriglie tra i tifosi
rendono invivibili quei quartieri nel fine settimana e generano un timore giustificato nei
residenti. Un luogo cambia immagine da un giorno all’altro, a seconda delle emozioni che
prova il suo visitatore. Il suo essere unico in ogni città simboleggia la città stessa che in esso di
raduna per recuperare la propria identità collettiva. In molti stadi s