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Quest’ultima insegna che la società presiede lo stato; la persona è un essere sociale,

che necessita di comunicare con gli altri, ma qualsiasi forma di società civile deve

restare al servizio della persona. Perciò lo stato non può e non deve sostituirsi alla

società, ma deve servirla, deve essere al servizio del bene comune, il potere politico

non deve ostacolare, ma promuovere la creatività dell’uomo. La dottrina sociale ha

cercato di richiamare l’uomo moderno al fatto che la società è l’insieme delle

esperienze di libertà, mentre lo Stato deve avere solo un principio regolativo,

preoccupazione del bene comune. Uno Stato che si sostituisce alla società non

risponde ai bisogni dell’uomo (Benedetto XVI). Non uno stato che regoli e domini ma

uno stato che generosamente riconosca e sostenga le iniziative che sorgono dalle

diverse forze sociali. La Chiesa non si oppone alla democrazia ma ha contribuito a

creare una democrazia, in cui domina la centralità e priorità della persona e della

società sullo Stato. La dottrina sociale non è riconducibile a mero discorso sulla

società ma è la teoria da cui nasce una reale azione sociale e caritatevole. Giovanni

Paolo II, con la frase di S. Benedetto: “era necessario che l’eroico diventasse

quotidiano e il quotidiano eroico”, indica che la strada della missione è la

quotidianità, che risulta investita dalla certezza dell’appartenenza a Cristo. Le opere

caritatevoli nascono per la missione di Cristo nel mondo. L’esperienza di accoglienza,

di carità, deve rendere più evidente l’apertura a Dio.

3. Difesa della famiglia: con tempo si è creata una sfiducia nei confronti delle varie

istituzioni statali a tutti i livelli, la gente comune fatica a riconoscere l’importanza

delle istituzioni civili, spesso dominate da corruzione e conflittualità per il potere.

L’amore per la patria diviene spirito della conflittualità aggressiva. L’universalità della

chiesa è l’unica fonte di autorità spirituale che non è messa in crisi dal crollo dello

stato moderno. L’illusione dell’autonomia dell’uomo non lo rende solo impotente di

fronte all’oppressione delle varie forme di potere, ma lo fa sentire profondamente

solo e disperato di fronte al proprio destino. Ciò emerge soprattutto nella crisi della

famiglia, si sta insieme per convenienza e la convenienza ha dei limiti. L’attacco alla

famiglia è l’attacco alla dignità stessa dell’uomo. La dissoluzione del matrimonio, le

unioni libere, tra persone dello stesso sesso portano a una banalizzazione dell’uomo.

La chiesa ha sempre difeso il primato della famiglia, il suo essere prima società

umana. Riscoprire il significato della famiglia vuol dire ridare all’uomo il senso di

stesso nel deserto del mondo. La famiglia fondata sul matrimonio deve essere

considerata il nucleo naturale ed essenziale della società. L’uomo nel suo sviluppo

naturale origina un popolo, la cui cellula primaria è la famiglia. Il popolo cristiano si

educa nella famiglia, ha un origine e una vita propria che precedono lo Stato.

quest’ultimo deve solo garantire lo svolgersi della vita del popolo, non imponendosi

contro. La famiglia ha la missione di diventare sempre più quello che è, ovvero

comunità di vita e amore, che troverà il suo compimento nel Regno di Dio. La famiglia

ha il compito di custodire l’amore. Un compito che secondo Giovanni Paolo II è

articolato in: formazione di una comunità di persone, servizio alla vita, partecipazione

allo sviluppo della società e partecipazione a vita e sviluppo della chiesa. La famiglia

è luogo fondamentale per la vita della Chiesa e per la vita della società civile. Il più

grande contributo che la famiglia può dare alla Chiesa è proprio essere chiesa. Il

sacramento del matrimonio è ciò che trasforma la natura dell’unione familiare: la

chiesa insegna alla famiglia che non è un’isola e la famiglia insegna alla chiesa che è

un popolo; la fede stessa è una familiarità, per questo la battaglia contro la chiesa è

stata una battaglia contro la famiglia. La famiglia deve essere intesa come un soggetto

ecclesiale e come un soggetto culturale. La famiglia può influire sulla realtà che la

circonda attraverso la realizzazione di opere, in cui si afferma la centralità della

persona a la sua libertà, ispirate dalla fede e caratterizzate dalla carità, a vantaggio

dei poveri, ma devono intervenire anche nella politica affinché leggi e istituzioni dello

Stato non offendano, ma sostengano e difendano e diritti e doveri della famiglia. Nella

definita “politica familiare” si possano assumere la responsabilità di trasformare la

società. Inoltre, le famiglie hanno il diritto- dovere di educare i figli, trasmettendo la

qualifica della vita umata.

4. Difesa della libertà religiosa: la dottrina sociale tende a difendere la differenza tra

dimensione religiosa e politica, in quanto la religione non è un problema della società

e dello Stato, ma della persona e della sua coscienza. Lo stato moderno ha teso a

includere la chiesa in sé. Questa distinzione emerge dal V secolo con il Magistero del

secolo di Roma, che prende il nome di “distinzione gelasiana”, dal nome del papa che

l’ha formulata, secondo cui esistono 2 sfere una religiosa e una politica. Una

distinzione che dal 500’ ha salvaguardato la libertà della chiesa. Lo stato non può

imporre la religione, ma deve garantirne la libertà e la pace, le 2 sfere sono distinte

ma in relazione reciproca, lo ribadiva lo stesso Benedetto XVI, nel suo Deus Caritas

est. Lo Stato è una fragile e contingente forma di contingenza che nasce dal popolo;

quindi senza una condivisione del senso, il vivere comune non si può parlare, né di

popolo. Difendendo la libertà della Chiesa la dottrina sociale ha difeso la libertà della

persona e della coscienza. Questo rispetto della libertà religiosa è indice

dell’autentico progresso dell’uomo in ogni regime, in ogni società o ambiente.

Giovanni Paolo II, considerò che la Dichiarazione della Libertà Religiosa si manifesta

nell’annunciare la verità che non proviene dagli uomini ma da Dio, che agisce tenendo

conto della grande stima per l’uomo, il suo intelletto, la sua libertà e la sua dignità. Il

viaggio del papa nella sua Polonia, ancora comunista e intimorita dl potere, ha

risvegliato nel cuore di molti polacchi il desiderio di Dio e della libertà. Egli ha spesso

richiamato la stessa libertà di coscienza, la libertà di cercare la verità, essenziale per

ogni essere umano. Ne secoli precedenti la Chiesa avrebbe assunto una posizione

ostile alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza, come afferma lo stesso Sillabo di

Pio IX, che andava contro quelle ideologie che negavano l’esistenza di una verità

assoluta e affermavano l’equivalenza di tutte le religioni. Il Magistero, da un lato ha

sempre sostenuto l’atto di fede come atto libero e personale, a cui nessuno può

essere obbligato, dall’altro ha sostenuto l’unicità della salvezza in Gesù Cristo.

Il Concilio Vaticano II, punta a sottolineare la dignità della persona umana, che esige

di non essere sottoposta a contrizioni esteriori che tendono a opprimere la coscienza

di ricerca della vera religione e adesione a essa.

Chi si sofferma a una lettura superficiale del Magistero, potrebbe giungere alla messa

in opposizione di Sillabo e Dignitatis humanae.

 Il primo, non colpì, ne condannò la libertà ma la sua dissociazione dall’ordine

oggettivo; in un contesto in cui élite minoritaria stava cercando di manipolare

il popolo per scopi politici. La lotta alla chiesa ha rappresentato gran parte del

movimento liberale 800esco, e l’opposizione ad altri culti scaturisce dalla

necessità di salvaguardare il patrimonio culturale e religioso della tradizione

cattolica, ma anche per impedire le conseguenze negative di una libertà

indifferente alla verità. Quindi non si agisce contro la libertà di culto, ma il

sostenere contro la tradizione cattolica. In sintesi, non vien condannata da Pio

la libertà di pensiero, parola, stampa, coscienza e di culto, ma respinge la

sfrenata libertà di pensiero, quella che non riconosce la destinazione

essenziale del pensiero alla verità. La libertà di scelta non è più determinata

dalla libertà, dalla giustizia, dal ben, insiti nel cuore dell’uomo, ma rimane solo

il criterio imposto dal potere, l’uomo senza accorgersene dipende da una

visione della realtà imposta, che assume i caratteri dell’idolo, non in grado di

spiegare la realtà.

 Il secondo è in continuità con il primo, ovvero la difesa della concreta

possibilità di scelta del popolo. Non smettere di ricordare che il vero

protagonista della storia è l’uomo, che sebbene condizionato dalle circostanze,

è libero. Libertà che lo rende capace di sperare, cercare, incontrare, amare,

dilatare la presenza del bene, del giusto e del vero.

La chiesa ha sempre sostenuto che non esiste libertà senza verità, queste scisse hanno

reso l’uomo manipolabile dal potere. Se si è eliminata la domanda su Dio, sul

movimento dell’uomo verso Dio, l’uomo è ridotto a qualcosa di inconsistente, l’uomo

non ha radici, è sradicato e diviene un pezzo di materia. Verità e libertà, solo se tenute

insieme, esprimono l’esperienza umana. L’uomo è libero perché cerca Dio e non

perché può fare o non fare ciò che gli piace. La libertà implica da sempre anche

un’apertura all’altro, ovvero qualcuno che misteriosamente è accanto a me

all’interno del grande mistero delle cose. Un impegno, della libertà verso la realtà,

che porta l’uomo ad amare l’altro e a vedere nell’amore per l’altro la legge

fondamentale della propria esistenza. La libertà è ragione e amore, ma queste 2

convivono con un originale debolezza e negatività, per questo la libertà ha bisogno di

essere guarita, ha bisogno dell’immagine di Cristo Guaritore. Cristo fa entrare l’uomo

ferito nella sua dimora e ragione e amore vengono custodite e educate. La parola è

dentro ogni uomo che vive la battagli di tutti i giorni.

5. Difesa dei diritti: il Magistero sociale della Chiesa h

Dettagli
A.A. 2014-2015
17 pagine
44 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marie Antoniette di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Citterio Ferdinando.