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La Chiesa vive una condizione storica sempre umanamente condizionata e con preoccupazioni
sempre diverse nel suo testimoniare e annunciare il Vangelo. Di norma nulla di questo
patrimonio è da copiare passivamente come Vangelo; tutto è da considerare esempio di come
si possa vivere e pensare all'annuncio morale cristiano. Possiamo quindi numerare almeno 4
gruppi di criteri valutativi per l'opera di discernimento:
1. Parola di Dio
2. ragione umana
3. leggi umane
4. vita di chiesa
Proponiamo di considerare legge morale tutto il complesso di precetti/indicazioni/esempio
che tali criteri congiuntamente offrono alla coscienza del singolo. Nessuno di essi è
direttamente produttivo di una norma da seguire passivamente, tale norma può produrla solo
la coscienza.
Nella Bibbia troviamo una serie sterminata di precetti singoli, è difficile stabilire quali di essi
siano applicabili immediatamente, essendo Parola di Dio. Il NT si articolata in un arco di meno
di un secondo, in una relativa stabilità politica, e in due soli ambiti culturali contemporanei
(giudaico e greco-romano). Questi precetti sono validi in senso analogico e adattivo: spetto al
cristiano vedere come la ragione profonda di un singolo precetto vada tradotta oggi, o cmq un
problema che nel NT non è affrontato possa confrontarsi con problemi simili su cui il NT si
pronuncia.
La legge morale naturale è in primo luogo la stessa ragione umana. La ragione di cui si parla è
la ragione come la capacità del singolo essere umano di riflettere su se stesso e di
comprendere la chiamata di Dio per lui. La ragione non è in grado di trovare con le sue forze il
fondamento o l'assoluto necessario alla riflessione morale. La ragione può dirci come
perseguire la volontà o il disegno del creatore, e nel conoscere la natura dell'uomo e del
cosmo, l'uomo può conoscere la legge eterna di Dio.
La natura, il cosmo biblico, va intesa come un processo interattivo complesso: l'uomo non è
conoscitore esterno della natura, l'uomo è parte della natura, modifica il cosmo e da esso è
modificato. Il problema morale è dunque il problema del fine. Il grande fine della carità deve
guidare queste scelte, ed è tale fine che determina il come e i limiti degli interventi sul cosmo.
Il cosmo è il luogo e lo strumento dell'esercizio della carità. La legge morale, richiede quindi
sempre una profonda riflessione da parte dell'uomo, che ha il dovere di tener conto degli
elementi offertigli e, in base ad essi, trovare la chiamata di Dio per lui in ciascuna situazione
precisa e concreta. La riflessione umana è sempre sottoposta a condizionamenti assai
complessi, e operanti in ogni essere umano.
LEGGE NATURALE: che è la stessa ragione umana. C'è un limite. La ragione umana non è in
grado di trovare un fondamento della riflessione morale. La ragione può dirci come agire, ma
non il fine ultimo da perseguire. L'aggettivo naturale può essere interpretato in 2 modi: i)
trovato con le capacità naturali o ii) trovato leggendo nella natura, secondo cui il dovere
morale si traduce nel conoscere la natura dell'uomo e del cosmo. Perche nella natura si
manifesta la volontà di Dio e quindi nel conoscere la natura dell'uomo e del cosmo può
conoscere la legge esterna di Dio.
NATURA UMANA: la conoscenza della natura dell'uomo ha portato a svolte importanti nella
teologia morale. Marx: nel rapporto con l'altro c'è il momento essenziale per
l'autocomprensione dell'uomo . Il Concilio Vaticano II sostiene che solo donandosi all'alto,
l'uomo può realizzare pienamente se stesso.
NATURA COME COSMO: l'uomo è chiama a vivere inserito nel cosmo come parte integrate di
esso. Il problema non è se l'uomo possa interferire sulla natura, perchè quello lo deve fare, il
problema è come e con quali finalità e entro quali limiti l'uomo debba adempiere il suo
compito di attore cosciente nella storia del cosmo. Bisogna cercare di individuare il disegno
del Creatore e cercare la via migliore per assecondarlo nei limiti spazio temporali. Il fine? LA
CARITà e nella concezione di legge naturale, il cosmo è il luogo di esercizio della carità verso
Dio, cioè il nostro inserirci nel suo progetto d'amore eterno.
CAP 5: Libertà umana e validità della morale.
La teologia morale cattolica si è sempre posta il problema della libertà, intesa come
responsabilità dei propri atti. Esistono importanti condizionamenti strutturali, inerenti alla
stessa condizione umana, che limitano permanentemente la libertà. Si tratta di
condizionamenti generici e condizionamenti culturali. Condizionamenti genetici: di questi si
sa ancora poco, e non siamo ancora in grado di reagire ad essi per ampliare gli spazi della
nostra libertà di scelta e di decisione. Il primo condizionamento generico consiste nella
struttura e nel funzionamento del nostro cervello; per molto caratteristiche, il patrimonio
genetico non determina ma condizioni o predispone a sviluppi la cui realizzazione sarà legata
agli input ricevuti dall'ambiente umano. Ogni si può dunque dire che il patrimonio genetico
del singolo individuo determina solo alcune caratteristiche, e ne condizione altre, in
combinazione con il patrimonio di input ambientali.
Condizionamenti culturali: derivano da scelte e comportamenti degli esseri umani. Da un
lato c'è il problema morale delle scelte e dei comportamenti di degli individui, dall'altro c'è il
problema morale di ogni individui di comprendere e reagire a tali condizionamenti. Il temine
cultura si riferisce al complesso di dati input, di ogni genere, che ciascun singolo ricevere
dall'ambiente umano che lo circonda. Strutture e modelli variano a cultura a cultura e
costituiscono perciò un condizionamento, ma al tempo stesso costituiscono la condizione di
possibilità di vita associata. Il termine condizionamento non è necessariamente negativo:
lascia sempre ampie possibilità di scelta entro un ambito determinato, e rende possibile la
convivenza e in definita l'esercizio concreto e quotidiano della carità. In questo senso, ogni
essere umano, nascendo in una cultura e non in un'altra, è inevitabilmente condizionato. Ogni
cultura subisce mutazione e ogni singolo, in qualche misura, si discosta dalle attese, crea
nuove risposte , pone domande nuove ignorate dal sistema. Se ogni cultura in qualche modo
funzione, nessuna funziona mai abbastanza. Per questo è importante la critica sociale: la
critica dell'esistente, delle strutture e dei modelli che identificano una cultura, che sono
elemento essenziale della riflessione morale. Io devo perciò assumere che si ci sia qualcosa in
grado di giudicare strutture e modelle della mia stessa cultura. Sono valori transculturali,
come la giustizia, la libertà, la fraternità universale e la pace.
------ APPROFONDIMENTO ------
Esistono condizionamenti genetici alla libertà:
teorie monistiche, ogni attività è determinata dallo stato naturale del cervello
- teorie dualistiche, io che pilota una parte delle attività celebrali. Questa salva la libertà
- umana.
Esistono anche condizionamenti culturali a cui bisogna reagire per ampliare gli orizzonti
esistenti. Essere condizionati significa imparare un linguaggio piuttosto che un'altro. Il
superamento dell'etnocentrismo (ovvero la supremazia della cultura occidentale) ha portato
al rischio del relativismo culturale, ma bisogna riflettere sul fatto che per relativismo
s'intende non che una cultura vale l'altra, ma nessuna cultura è assoluta! Per risolvere questo
è necessaria una critica sociale, ma per criticare qualcosa è necessario avere un metro di
giudizio, dei valori transculturali, che non possono essere concepiti o espressi in strutture,
modelli, descrivibili una volta per tutti.
CAP 6: Teologia di un annuncio per tutte le gente
L'annuncio evangelico è destinato ad ogni essere umano, ma anche ad ogni popolo. Avendo
tale destinazione, il Vangelo deve essere comprensibile e replicabile ad ogni essere umana e
da ogni popolo in ogni tempo. Nel NT ciò è indiscutibile.
L'essenza del problema consiste in questo: ogni riflessione sul dato rivelato è sempre una
concettualizzazione culturalmente condizionata, non può essere trasferita di peso da una
cultura all'altra. Annunciare il Vangelo a ogni uomo e a ogni popolo richiede sempre il rispetto
dell'identità culturale del ricevente. Quanti precetti della nostra tradizione sono legati ai
modelli e alle strutture della cultura occidentale e quanti invece discendono veramente dal
Vangelo e dalla tradizione apostolica? Occorre tener presente che ogni forma di comprensione
e di espressione umana della fede e della morale è sempre provvisoria, vuol dire non definita.
La comprensione della verità rivelata è per natura sua un cammino, e tale è anche la vita
morale intesa come risposta alla fede chiamante. A questo ci aiuta il continuo e crescente
contratto con altre culture. Come la Chiesa può e deve offrire molto alle diverse culture, così
da esse può anche ricevere molto! La difficoltà consiste nel discernere ciò che è essenziale o
arricchente da ciò che invece è inevitabile passato, ma nè necessario nè utile per l'annuncio
del Vangelo, visto che l'annuncio cristiano si presenta oggi alle altre culture in una veste che
ha duemila anni di vita. Le 2 funzioni della sacra gerarchia , governo e magistero, non vanno
confuse.
Il governo stabilisce direzioni e norme da seguire in quanti utili o anche necessarie in un
certo momento storico della vita della chiesa visibile, e ciò può avvenire sia a livello locale che
a livello universale.
Il magistero collega autorevolmente il predicato buono/cattivo con un determinato
comportamento. I precetti particolari di tipo magistrale devono si norma essere compresi.
La teologia morale dovrebbe sapere che la sua ricerca non è vana, esegue un progetto e una
chiamata di Dio alla sua realizzazione per la famiglia umana, per ogni singolo essere umana,
per ogni sua singola scelta; che la riflessione morale umana, anche se muove una rivelazione
soprannaturale, è inevitabilmente condizionata, ma può essere consapevole di tale
condizionamento e quindi può confrontarsi e approfondirsi nell'incontro con altre riflessioni.
A sua volta, la filosofia morale, la riflessione dell'uomo su se stesso, e quindi sul significato
della sua esistenza e sul significato o valutazione delle sue scelte, è sempre in cammino.
CAP 7: L'io e la storia
L'annuncio moral