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PARTE SECONDA – MATRIMONIO E FAMIGLIA
Capitolo 3 – Matrimonio e famiglia da un patto di amore
1) MATRIMONIO E FAMIGLIA NEL CAMBIAMENTO
Situazione attuale
La situazione di crisi mondiale di matrimonio e famiglia, lungi dall’essere risolta, sembra aggravarsi: modelli di
famiglia che si dissolvono prima ancora di essersi definiti.
Famiglia “autopoietica”, “relazionale”, “mediatrice” e “intergenerazionale”
Definizioni che vengono usate per descrivere la situazione strutturale odierna della famiglia.
a) Famiglia autopoietica: famiglia che pretende di “farsi da sola”; non soltanto in quanto la coppia deve essere libera
nelle proprie scelte: il che è inconfutabile; ma anche e soprattutto nel senso che la coppia che decide le regole del
gioco. Decide, cioè, se deve essere indissolubile o no, fedele o no, feconda o no.
b) famiglia relazionale: famiglia che, proprio perché autopoietica, non può più fare riferimento sul tipo di relazioni
istituzionali che erano nella coscienza tradizionale e, comunque, non sa comprendere in maniera adeguata che cosa
veramente sia il dono delle persone nel matrimonio. I divorzi, gli intrecci extraconiugali, la trasversalità delle
generazioni di figli per diversi tipi di rapporti, il modo di convivere con molte relazioni esterne dei coniugi e dei figli,
la presenza e non presenza dei parenti, soprattutto ascendenti: tutto questo situa la famiglia in una condizione di
grandissima precarietà.
c) famiglia mediatrice di interazioni sociali: come dire che la socializzazione oggi risulta molto legata alla famiglia. E
questo secondo il rapporto appare più nel negativo che nel positivo, vista la situazione di relazioni molto conflittuali
all’interno della coppia; e poi la difficoltà dei figli a vivere un buon rapporto con “gli altri”; e lo stato di
emarginazione degli anziani. Sicché si deve constatare nelle aree più tradizionali scarsa integrazione sociale delle
famiglie con la vita della comunità e nelle aree più modernizzate la presenza genitoriale forte sotto il profilo materiale
e affettivo, ma debole e incerta sotto il profilo degli orientamenti e dei sostegni culturali.
Importante, quindi, fare crescere la coscienza che al di là della sua persistente importanza affettiva, intersoggettiva,
privata, la famiglia conta ancora qualcosa nella e per la società.
d) famiglia intergenerazionale: è la constatazione che la famiglia è entrata in una crisi generazionale, essendosi fatto
caotico l’intreccio delle generazioni che trovano sempre più difficoltà a convivere. La famiglia è chiamata a
costituirsi come trama di relazioni multigenerazionali, positivamente differenziate e integrate fra loro; in altri termini,
è chiamata a una nuova organizzazione di vita quotidiana.
e) famiglia di fatto: fenomeno di una pluralizzazione che deriva innanzitutto dalla frattura del patto coniugale con la
conseguenza di una pluralità di percorsi e una complessità di relazioni dopo la separazione. Ma deriva ancora di più
da una da una moltiplicazione di forme di convivenza, senza istituzionalità alcuna di patto coniugale. Insicurezza
circa la potenziale durata di un patto matrimoniale e quindi l’intendimento di provare reciprocamente la propria
compatibilità e residenza nel convivere; ideologia contraria a rendere istituzionale una esperienza di amore;
impossibilità di nuove nozze nel mentre si attende la dichiarazione di nullità (o anche il semplice divorzio) da
precedente matrimonio; la volontà di mantenere precedenti diritti (ad es. pensione di reversibilità in caso di
vedovanza); altre motivazioni.
Da tali rapporti in sostanza sembra globalmente confermata la tendenza a ricercare nuovi modelli di matrimonio e di
famiglia.
Processi evolutivi
Mutabilità e complessità sono le caratteristiche di pressoché ogni fenomeno sociale del nostro tempo. Tipologie di
famiglia: agricolo/patriarcale; industriale/mononucleare; postindustriale/autopoietica. Tipologie che, nel mentre si
susseguono, di fatto intersecano per la velocità dei cambiamenti che non permettono l’esaurimento di una fare nel
mentre si configurano nuovi passaggi. Tipologia agricolo/patriarcale
Si tratta della famiglia che, innanzitutto, custodiva con grande severità una concezione di matrimonio caratterizzato
da unità, fedeltà, indissolubilità e prolificità. Tale famiglia si connotava, innanzitutto, di una composizione articolata
di più nuclei familiari raccolti quasi a clan nella stessa casa, impegnati nello steso lavoro, uniti dall’autorità
dell’anziano capofamiglia. Il processo produttivo si svolgeva prevalentemente dentro la famiglia, che così assolveva a
un compito economico di primaria importanza e, nel contempo, rispondeva a molte esigenze di solidarietà, di
assistenza reciproca (malati, anziani), di procreazione ed educazione dei figli.
Elementi meno positivi: la scelta del coniuge era largamente influenzata da motivazioni economico-sociali e
controllata dalla famiglia di appartenenza; la condizione, per certi versi conseguente, di una mancanza di privatezza e
autonomia dei singoli nuclei matrimoniali che si andavano via via costituendo dento la famiglia patriarcale; la
sottovalutazione della donna, per un’impostazione prevalentemente maschilista delle gerarchie familiari.
Tipologia industriale/mononucleare
È il tipo di famiglia che risulta dal passaggio dalla civiltà agricola a quella industriale. È la famiglia che si basa sul
modello “coniugale” e non più sul clan. La sua configurazione consegue al sopravvenire di tante situazione diverse:
la concentrazione delle popolazioni nei centri urbani, fitti di condomini; una tipologia di lavoro scandito sui tempi
della produzione industriale; lo sviluppo della cultura di massa; una larga liberalizzazione dei costumi e della
mentalità; erotizzazione di tutti, o quasi, gli aspetti della vita. Per la famiglia derivano grandi mutazioni.
a) Mutazioni strutturali: isolamento della famiglia “mononucleare” nel contesto generale della società. Il processo
produttivo si svolge fuori della famiglia, che tende a ridursi praticamente a unità di consumo. La dimensione ristretta
della famiglia mononucleare non rende capace di assolvere alle vecchie funzioni di solidarietà, assistenza,
educazione. Altre istituzioni sociali vanno sempre più assumendo tali funzioni come loro scopo specifico.
b) Mutazioni nel rapporto di coppia: è inevitabile che queste dimensioni si scarichino sul punto centrale e più
delicato della struttura della famiglia coniugale, ossia sul rapporto marito e moglie. Risulta forte il divario tra le attese
presenti nella coppia prima del matrimonio e la effettiva realtà successiva.
Assieme agli indubbi ed evidenti fatti negativi, anche aspetti positivi. Innanzitutto, attraverso una maggiore libertà di
scelta e di rapporto di coppia, viene meglio valorizzato l’aspetto personalizzante della sessualità. Inoltre, risulta più
valutata la condizione della donna e anche del figlio. Cresce la consapevolezza di una maggiore responsabilità circa
l’impegno della procreazione. Infine, anche l’uomo risulta rivalutato da tutto ciò: detronizzato dalla sua situazione di
padrone, richiamato di più a rapportarsi in parità. Tipologia postindustriale/autopoietica
Siamo alla situazione attuale. La famiglia che va verso il postindustriale, oltre che risentire fortissimamente delle
connotazioni di complessità, mobilità, policentrismo di cui si caratterizza questa epoca di transizione, risente
soprattutto di una cultura che giustifica l’esaudimento dei bisogni immediati e intintivi delle persone più che
propugnarne gli autentici valori.
Si tratta di una famiglia che si auto concepisce come “aperta”; meglio, tuttavia, andrebbe descritta come “dispersa”,
nel senso di decentrata rispetto ai suoi baricentri significanti e naturali. Questo perché intende risolvere la constatata
difficoltà di convivenza con la diaspora dei suo membri, in nome di un’idea e di un’esperienza corrotte di libertà,
“concepita non come la capacità di realizzare la verità del progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia, ma come
autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri, per il proprio egoistico benessere”. Si tratta anche qui
della stortura di una tensione per sé positiva; di quell’atteggiamento, cioè, di ricerca di nuova soggettività.
Di conseguenza, questo nuovo tipo di famiglia tende a dare nuova identità ai vari ruoli esistenti nel suo interno
(maschio, femmina; padre, madre, figli; parenti, amici…) in netta rottura con il passato. È così nel rapporto con la
società, si tende a un isolamento sempre maggiore: almeno per quanto riguarda i legami istituzionali, semmai dalla
società si tende a far riconoscere e a far proteggere sempre di più come realtà famigliari, dopo aver legalizzato il
divorzio, forme anomale di convivenza che sono ben lungi dall’incarnare l’idea di matrimonio e di famiglia quali si
sono perpetuati lungo millenni: le libere unioni e addirittura anche le convivenze omossessuali.
E da aggiungere che, per questo tipo di famiglia, hanno più senso i beni di consumo che le cose nella loro identità.
C’è la profonda differenza nei riguardi della istituzione del “matrimonio”. Praticamente si è favorevole di una
convivenza per il proprio piacere. Quindi una convivenza senza complicazioni, quali possono venire segnatamente
dalla stabilità (fedeltà) e dalla fecondità, ritenuti aspetti limitativi della libertà e quindi del vero amore. Si direbbe,
quindi, una vera a propria spaccatura di quanto costituiva il fulcro della famiglia tradizionale e, tutto sommato, anche
di quella industriale. In tale senso va letto il dato del calo grandissimo nel numero delle celebrazioni di matrimonio
sia con forma religiosa che con forma civile e l’aumento del numero delle semplici convivenze di fatto.
In sostanza, viene fuori l’immagine di famiglia per il tempo libero. Una famiglia, in effetti, che corrisponde a un
concetto di tempo liberto non tanto come tempo della libertà bensì come tempo svuotato di lavoro.
In tale ottica il concetto di “apertura” acquisisce il senso di porta tenuta dischiusa, anzi spalancata, perché i
comportamenti della coppia possano uscire a ogni emergenza. E non solo i due partener, ma anche eventuali altri
componenti di tale famiglia, nelle coordinate genitori/figli, anziani/giovani. Non apertura nel senso di accoglienza e
di disponibilità.
Provocazione e vere aperture Contraddizioni eclatanti
Più che portare al godimento, alla gioia piena, alla liber&