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LE RELAZIONI TRA FRATELLI
I fratelli rappresentano partner relazionali particolari in quanto, da un lato, partecipano e contribuiscono al sistema
familiare ma, dall’altro, a differenza dei genitori, instaurano con il bambino relazioni di tipo prevalentemente
orizzontale.
Inoltre, per gran parte dell’infanzia e della fanciullezza il bambino tende a passare più tempo con i fratelli che con i
genitori, instaurando con loro un’ampia gamma di interazioni, sia positive che conflittuali, a forte connotazione
affettiva.
Le relazioni tra fratelli sono caratterizzate da un’affettività molto forte, positiva, negativa o ambivalente, che rende
praticamente impossibile per un bambino “ignorare” il proprio fratello. Le interazioni quotidiane tra fratelli si
caratterizzano per una rapida e costante alternanza tra micro-conflitti e momenti di forte vicinanza affettiva e attività di
gioco.
Con il passare degli anni, si assiste ad un declino nel livello di intimità tra fratelli, anche se con differenze significative
tra maschi e femmine.
Le relazioni tra fratelli contribuiscono in diversi modi alla socializzazione dei bambini.
Alcuni studi osservativi hanno mostrato il ruolo positivo dei conflitti tra fratelli per l’acquisizione di abilità sociali. Le
relazioni tra fratelli sono un importante contesto di sperimentazione di abilità nuove e di esercizio di abilità acquisite in
altre situazioni.
Inoltre, osservare l’interazione dei genitori con un fratello fornisce al bambino importanti info sul funzionamento del
mondo sociale, sulle regole, sui concetti di giustizia ed equità, su emozioni complesse come la gelosia e la rivalità.
Tuttavia, analogamente alle relazioni con i pari al di fuori della famiglia, i fratelli possono anche costituire un fattore di
rischio per il bambino e l’adolescente qualora il modello sia negativo.
Inoltre, esiste una correlazione positiva tra problemi relazionali tra fratelli e analoghi problemi fuori casa.
EREDITÀ E AMBIENTE
Il discorso sulle relazioni tra fratelli è il luogo ideale per affrontare il tema del ruolo dei fattori ereditari e di quelli
ambientali nello sviluppo sociale, dal momento che gli studi di genetica comportamentale si basano solitamente
sull’analisi delle somiglianze e differenze tra un tipo particolare di fratelli: i gemelli. La genetica comportamentale è la
disciplina che si occupa di determinare l’influenza dei fattori ereditari sulle differenze individuali e il loro peso rispetto
ai fattori ambientali. L’assunto alla base di questo approccio è che le differenze individuali in un determinato
comportamento possono essere scomposte in 3 differenti fonti di variabilità:
• I fattori genetici
• I fattori ambientali condivisi, cioè quelli che rendono simili i membri di una famiglia che vivono insieme;
• I fattori ambientali non condivisi, cioè quei fattori che spiegano le differenze tra membri di uno stesso gruppo
familiare.
La distinzione tra fattori ereditari e ambientali viene fatta esaminando il grado di somiglianza fenotipica tra i membri di
una famiglia a seconda del livello di somiglianza genetica.
Oggi è largamente accettato un approccio che vede nell’interazione tra natura e ambiente il miglior modo per spiegare
lo sviluppo e l’adattamento del bambino. Deve essere evitato un approccio riduzionista e determinista secondo cui i
fattori genetici “causerebbero” determinati aspetti dello sviluppo, o un approccio puramente additivo secondo cui i
fattori ereditari si sommerebbero a quelli ambientali, rimanendo da essi indipendenti.
Al contrario, le componenti innate costituiscono dei fattori di rischio contribuendo, in interazione con quelle ambientali,
ad aumentare la probabilità di insorgenza di problemi comportamentali o di adattamento. Un’interazione tra geni e
ambiente avviene ogni volta che una condizione ambientale influenza il fenotipo dell’individuo solo in presenza di un
dato fattore di rischio genetico.
La presenza di solo uno dei due fattori, in questi casi, non produce effetti significativi.
Il peso relativo della componente ereditaria e di quella ambientale varia in base a determinate condizioni, prima tra tutte
la caratteristica individuale che viene presa come esito evolutivo.
In conclusione, uno dei vantaggi della genetica comportamentale è quello di consentire la distinzione tra fonti genetiche
e fonti non genetiche delle differenze individuali, valutando in che misura i fattori cono coinvolti, ed interagiscono nella
manifestazione di problemi comportamentali nel corso dello sviluppo.
IL GRUPPO DEI PARI
Vi sono due fenomeni chiave che riguardano i processi prossimali interni al gruppo:
• Le influenze degli individui sul gruppo
• Le influenze del gruppo sugli individui.
Possiamo notare come alla base della formazione di un gruppo naturale vi sia un processo di selezione, in quanto gli
individui cercano e scelgono i propri amici in base al livello di compatibilità con le loro caratteristiche personali e
comportamentali.
Tra le influenze del gruppo troviamo i processi di feedback valutativo, di persuasione, di coercizione.
Un modello classico rilevante per la comprensione del funzionamento del gruppo dei pari è la teoria del confronto
sociale di Festinguer. Secondo tale approccio, le persone hanno un bisogno fondamentale di confrontarsi con gli altri
per valutare le proprie abilità e opinioni. Questa sarebbe una delle spinte motivazionali più importanti per cercare
l’affiliazione con altri individui simili.
All’interno di un gruppo così formato, l’individuo si trova a confrontarsi con altri membri che non differiscono troppo
da lui; quando da tale confronto si evidenzia una discrepanza, l’individuo tenderà a ridurla modificando il proprio
comportamento o la propria posizione all’interno del gruppo.
Un’altra teoria classica molto rilevante ancora oggi per lo studio delle relazioni nel gruppo dei pari è la sociometria, un
approccio insieme teorico e metodologico proposto da Moreno, il quale la intese soprattutto come movimento di idee
per un ambizioso progetto di rinnovamento sociale. Ebbe modo di constatare che l’aspetto delle sue ricerche che aveva
suscitato maggiore attenzione era quello metodologico e cominciò a distinguere tra una “sociometria fredda”, mero
strumento di ricerca empirica, e una “sociometria calda”, che aveva il compito di creare nuovi gruppi e una solidarietà
umana.
Oggi la sociometria viene intesa esclusivamente come un metodo di ricerca, il cui scopo è la descrizione e la
valutazione di situazioni e processi sociali attraverso la misura della proporzione di scelte e rifiuti osservati tra i membri
di un gruppo.
La sociometria può essere definita come l’insieme delle tecniche e degli strumenti che permettono di rendere
percepibile e rappresentabile la struttura dei rapporti all’interno di un gruppo.
L’EFFETTO SOCIALIZZANTE DEL GRUPPO
L’importanza del gruppo dei pari nel modellare e sostenere il comportamento dei suoi membri è stata da tempo
riconosciuta. Il gruppo soddisfa l’esigenza dell’individuo di essere accettato, a patto di condividerne ideali, modi di
pensare, comportamenti e norme sociali.
Questa alta somiglianza tra i membri del gruppo è conosciuta come omofilia. Tuttavia, non è facile comprendere la
direzione della relazione tra il gruppo e i suoi membri, cioè fino a che punto i ragazzi che si assomigliano per
atteggiamenti e comportamenti si cercano a vicenda per formare un gruppo (ipotesi dell’associazione selettiva), oppure
se è l’appartenenza a quel gruppo che porta i membri ad assomigliarsi a seguito della loro continua frequentazione
(ipotesi della socializzazione).
Oggi vi è un’ampia letteratura a sostegno dell’ipotesi dell’omofilia ed è interessante evidenziare come tali meccanismi
di influenza riguardino sia i comportamenti negativi sia quelli positivi. Infine, è ben noto l’effetto di socializzazione
attivo nei programmi di intervento basati sul lavoro con gruppi di adolescenti accomunati dallo stesso comportamento-
problema.
LO STATUS SOCIALE
Ogni gruppo presenta una forma e una struttura e al suo interno si possono distinguere sottogruppi di bambini che
condividono particolari legami. Alcuni bambini sono “popolari” e sono più apprezzati di altri dai membri del gruppo,
altri sono “isolati” o apertamente “rifiutati”.
Lo status rappresenta la relazione tra l’individuo e un determinato gruppo.
A partire dalle nomine positive e negative ottenute è possibile identificare lo status sociale di ogni bambino. La
categorizzazione classica suddivide i bambini in:
• Popolari: numero di scelte positive ricevute superiore alla media del gruppo e pochi rifiuti;
• Rifiutati: numero di nomine negative superiore alla media del gruppo e poche nomine positive;
• Controversi: se ricevono un numero elevato sia di scelte positive che di rifiuti;
• Nella media: frequenza di scelte e di rifiuti nella media;
• Isolati: non ricevono né scelte né rifiuti;
L’utilizzo delle nomine sociometriche permette di calcolare altri indici, sia di tipo individuale, ossia relativi al singolo
bambino, che collettivo, cioè relativi al gruppo.
Tra gli indici individuali troviamo:
• l’indice di status sociometrico del bambino, che permette di analizzare l’impatto e la rilevanza del bambino
all’interno del gruppo;
• L’indice relativo alla leadership, che si basa non solo sulle scelte positive ricevute, ma tiene in considerazione
anche quelle reciproche.
• Un terzo indice individuale è quello di espansività ed è calcolato come il rapporto esistenziale tra il numero
totale delle scelte e il numero totale dei rifiuti espressi dal soggetto.
Tra gli indici collettivi, uno tra i più informativi è:
• L’indice di coesione del gruppo, che esprime il rapporto tra la frequenza delle scelte positive nel gruppo con
quella degli ignoramenti.
È stato riconosciuto che la posizione di un individuo in un gruppo può essere definita non solo dal grado in cui è
accettato e benvoluto, cioè dalla popolarità sociometrica, ma anche dal grado in cui egli risulta visibile rispetto agli altri
membri del gruppo e influente sulle opinioni e decisioni del gruppo. Questo diverso tipo di popolarità è stato definito
popolarità percepita. La popolarità percepita è solitamente rilevata richiedendo la nomina dei compagni ritenuti più e
meno “popolari”. Popolarità sociometrica e popolarità percepita sono dimensioni distinte tra loro relativamente
indipendenti.
Le due forme di popolarità sono differentemente associate all’accesso alle ris