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Capitolo 2: Lo sviluppo del sé e della cognizione sociale

Lo sviluppo del sé è un processo sociale, componenti come l'autopercezione e l'autoconsapevolezza sono essenziali nell'interazione individuo-ambiente che caratterizza lo sviluppo sociale. La conoscenza di se stessi passa attraverso la conoscenza degli altri e la costruzione del sé è un percorso evolutivo in cui aspetti sensoriali, emotivi e sociali si integrano in un'immagine unitaria in base alle esperienze del bambino, dalle risposte dell'ambiente alle sue azioni e dalla sua comprensione di categorie, schemi, concetti ed eventi sociali, nonché dal confronto tra il proprio sé che si sta formando e gli altri. Cercheremo di capire come si sviluppa la capacità di comprendere se stessi e gli altri, come gli aspetti fondamentali dello sviluppo sociale emergono attraverso processi di autoconoscenza e autoconsapevolezza e di cognizione sociale.

  1. Lo sviluppo
Il concetto di sé: Il sé è un prodotto di una differenziazione tra sé e gli altri e che guida l'individuo alla percezione e comprensione degli altri. Esso permette di adottare un punto di vista da cui osservare il mondo ed è una costante che media le esperienze sociali e organizza il comportamento verso gli altri. Il sé è un insieme di costrutti differenziati e studiabili separatamente. Una prima distinzione è tra Io e Me fatta da James: - l'Io si riferisce al sé che apprende e interpreta l'esperienza soggettiva, lo percepiamo come ciò che ci distingue dagli altri. - Il Me invece è il sé conosciuto è il risultato della nostra autopercezione e consapevolezza ed include le categorie che usiamo per descriversi come sesso, età ed etnia. La maggior parte delle conoscenze che abbiamo oggi con la ricerca empirica sono sul me. Lewin ha invece recentemente distinto tra: - Sévita è un momento cruciale nello sviluppo dell'autoconsapevolezza. - Identità sociale: il bambino inizia a comprendere il concetto di appartenenza a un gruppo sociale intorno ai tre anni di età. Inizia a riconoscere le differenze tra sé e gli altri, come il colore della pelle, la lingua parlata, le tradizioni culturali. Questo gli permette di sviluppare un senso di identità sociale e di appartenenza a una comunità. - Identità di genere: intorno ai tre anni di età, il bambino inizia a comprendere il concetto di genere e a identificarsi come maschio o femmina. Questo processo di identificazione di genere è influenzato dalla cultura e dalle aspettative sociali. - Identità personale: intorno ai cinque anni di età, il bambino sviluppa una comprensione più complessa di sé stesso come individuo unico. Inizia a formare un'immagine di sé basata sulle proprie caratteristiche personali, come le abilità, i talenti, le preferenze e le emozioni. - Identità culturale: intorno ai sei anni di età, il bambino inizia a comprendere il concetto di cultura e a identificarsi con la propria cultura di appartenenza. Questo include la lingua, le tradizioni, i valori e le credenze condivise dalla comunità di origine del bambino. L'acquisizione di un'identità personale e sociale è un processo complesso che si sviluppa nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza. È influenzato da fattori biologici, psicologici e sociali, nonché dalle esperienze individuali e dalle interazioni con gli altri.vita sembra essere il momento cruciale per lo sviluppo del concetto di sé, fino a diventare sempre più articolato durante l'età pre-scolare e scolare, ad avere sempre più consapevolezza delle proprie caratteristiche psicologiche, grazie alle sue riflessioni e alle risposte dell'ambiente ai suoi comportamenti. Ad esempio, il bambino può iniziare a percepirsi come timido, estroverso, abile in un compito... fino ai 5/6 anni parla di sé soltanto in termini fisici e concreti, enfatizzandoli in modo positivo e ideale. Durante la scuola primaria invece, il bambino inizia a riconoscere sia aspetti positivi che negativi di sé che emergono dal confronto con i coetanei. A partire dai 7/8 anni, il bambino inizia a riconoscere l'esistenza di un sé privato, differente dal sé pubblico, poiché è più nascosto e non sempre coincide con ciò che appare all'esterno poiché non sempre viene.

mostrato agli altri. L'adolescenza è un periodo particolarmente importante per la costruzione del concetto di sé, portando l'attenzione anche sul concetto di sé ideale e sé reale, la quale distinzione può essere motivo di malessere con importanti ricadute sull'autostima quando la discrepanza tra sé reale e ideale è troppo marcata. Però, vi è anche il sé possibile, che contiene la motivazione e la spinta verso tutto ciò che l'adolescente vorrebbe essere e le qualità che vorrebbe avere evitando quelle negative. Secondo la teoria del sé ideale e il sé reale, la discrepanza tra i due può spingere la persona oltre i suoi limiti provocando in essa una reazione positiva e costruttiva, in altri può portare sentimenti di scoraggiamento che insoddisfazione che finiscono per bloccare l'azione dell'individuo.

2. Il sé sociale è definito

dall'appartenenza dell'individuo a gruppi sociali (genere, etnia, nazionalità, religione...). I modelli che si ispirano a tale costrutto sono influenzati dalla Teoria dell'Identità Sociale di Tajfel e Turner di stampo socio-cognitivo che vede il concetto di sé come risultato di un processo di autocategorizzazione, il concetto di sé deriverebbe dalla sua conoscenza di appartenenza ad un gruppo sociale, insieme al significato e il valore associato a tale appartenenza. Questo concetto è legato al fenomeno della categorizzazione sociale che consiste nella divisione del mondo in categorie sulla base di somiglianze e differenze. Nonostante vi siano diverse definizioni, il sé sociale si costruisce in relazione ad altre persone e gruppi, riguarda categorie socialmente costruire, inoltre l'appartenenza categoriale è associata a valori e significati emotivi. Per far si che il bambino si sviluppi in relazione alla categorie

La cognizione sociale richiede un certo grado di consapevolezza che consente al bambino di distinguere i vari gruppi e poi collocarsi al loro interno. L'età in cui sorge questa capacità varia da persona a persona, ma una volta acquisita se ne comprende anche la costanza, cioè riconoscere che l'appartenenza ad una categoria è stabile nel tempo, ciò lo spinge a ricercare e attuare comportamenti coerenti con la categoria, tale processo si conclude intorno agli 8 anni.

La cognizione sociale riguarda i processi con cui la persona acquisisce informazioni dall'ambiente, le interpreta e le immagazzina in memoria per poi recuperarle, con lo scopo di comprendere sia il mondo sociale che se stessa. Questo ambito di studio riguarda le relazioni tra le persone, le regole che le governano e le azioni che vengono messe in atto. Per molti anni si è creduto che il bambino vivesse in una condizione egocentrica, fino a tutta l'età prescolare, ma nei

recenti studi viene fuori che sin dai primissimi anni di vita il bambino riesce a comprendere la relazione tra le sue azioni e i risultati che vuole ottenere, nonché i pensieri, intenzioni e sentimenti altrui. La comprensione del mondo mentale altrui è uno degli interessi principali del bambino. Lo sviluppo di aspetti come l'attenzione condivisa, la teoria della mente e la comprensione dell'intenzionalità sono dei pilastri della cognizione sociale. La cognizione sociale ha inizio quando il bambino, grazie a stimoli sensoriali uditi, tattili ecc., inizia a distinguere il mondo interno dal mondo esterno, nonché il mondo inanimato da quello animato, infatti il bambino inizia già dai 3 mesi a mostrare interesse verso le azioni altrui, che possono provocare in lui eccitazione e benessere, inoltre mostra più reazioni, vocalizzazioni ed espressioni facciali nei confronti delle persone rispetto agli oggetti. Il bambino si aspetta delle reazioni.da parte degli altri, che rispondano ai suoi stimoli, è quindi focalizzatosull'interazione che molto spesso proviene da lui, dall'interazione poi proverranno forme dicomunicazione che il bambino apprenderà, riconoscendo sempre di più l'altro come dotato dipensieri, intenzioni e obiettivi, e acquisirà un senso di autoefficacia.La "JOINT ATTENTION" è esempio di competenza alla base della cognizione sociale e riguarda lacapacità di coordinare la proprio attenzione con quella dell'altro, ad esempio in una interazionetriadica bambino-madre-oggetto che spesso implica la funzione dichiarativa o richiestivaseguendo lo sguardo dell'adulto.Un altro esempio è la situazione di "SOCIAL REFERENCING" in cui quando il bambino si trova insituazione nuove (per esempio vedere una persona nuova) guarda verso l'adulto e il suo volto perottenere informazioni (per esempio espressione facciale).

reazione emotiva) sulla situazione ambigua.

N.B. la capacità di condividere l'attenzione è considerato un aspetto fondamentale del futuro sviluppo socio-cognitivo, ad esempio l'acquisizione della teoria della mente. La mancanza dell'uso del gesto dell'indicazione entro i 18 mesi può essere un segnale di autismo.

Il ragionamento sociale è la conoscenza e la riflessione sul mondo sociale, ovvero l'insieme di processi che guidano comportamenti e relazioni, sulla natura e caratteristiche dei ruoli e delle categorie, nonché dei gruppi e delle istituzioni. Questo è un argomento molto studiato in psicologia sociale e recentemente ci si sta domandando quali criteri consentono ai bambini di dare senso al mondo sociale che li circonda al crescere con l'età. Molto spesso gli adulti commettono "l'errore fondamentale di attribuzione" quando cercano di prevedere e spiegare il comportamento altrui in base

alla categoria sociale di appartenenza della persona, trascurando fattori situazionali e altre variabili più specifiche, si tratta di un mezzo per semplificare e comprendere la realtà circostante. Sembra che i bambini inizialmente usino criteri generali fino a usare criteri sempre più specifici, per esempio definiscono una persona "brava o bella" crescendo invece sono in grado di comporre descrizioni più articolate in riferimento a situazioni precise "dispettosa, egoista, gentile" iniziando a considerarli tratti distintivi e stabili della persona che guidano la sua condotta. I pregiudizi sono un argomento molto studiato nel cercare di capire quando essi emergano nei bambini. Già dai 3 anni si riscontra una tendenza a favorire il proprio gruppo etnico e discriminare chi non ne fa parte. Secondo un approccio cognitivo, questo effetto è stato ricollegato al fatto che i bambini, avendo ancora capacità cognitive limitate,riescono ad usare poche categorie e ad assegnare ad una persona una sola categoria, crescendo egli capisce che una persona può far parte di più categorie contemporaneamente, quindi i pregiudizi sarebbero legati
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rebb21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tomasetto Carlo.