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LE IDEE INFANTILI SULLA REALTà NATIURALE
- Animismo: tendenza a considerate tutti gli esseri come esseri viventi. Quindi
secondo un bambino un pezzo di legno sente di essere bruciato, il sole è vivo…
Meno 5-6 anni: qualsiasi oggetto posto in un contesto dinamico è dotato di
intenzionalità
6-8: l’animismo è riservato agli oggetti in movimento 8astri, nubi, veicoli)
8-10: considerano viventi solo gli oggetti che si muovono di moto proprio (astri,
vento..)
11-12: rivelano concezioni simili a quelle di un adulto
- Artificialismo infantile: tendenza ad assegnare a elementi naturali costruzione
umana
Per P animismo e arificialismo sono conclusione tratte anche dal fatto che il
bambino vede assecondato ogni suo bisogno da un adulto. I genitori per un
bambino sono infallibili e che siano in grado di risolvere ogni tipo di problema,
anche la fabbricazione degli elementi naturali)
NOZIONI RELATIVE AL PASSARE DEL TEMPO E DELL’Età
Un bambino di 4 anni non capisce che una persona più grande di lui è
necessariamente nata prima. Influisce il realismo perché il bambino si può
basare su ciò che oggettivamente vede ad esempio l’altezza
6-8: riconosce se una persona è più grande ma non sa chi è nato prima 14
Solo dopo gli 8 anni capisce pienamente il concetto di età
CRITIICHE
- Aver proposto un modello di sviluppo unilatarale: vita affettiva, socializzazione,
linguggio sono trascurati
- Aver sottovalutato le capacità percettive del bambino: il bambino non è privo di
tutte le strutture cognitive a parte i riiflessi. Alcune capacità percettive sono
innate
- Nell’aver sottovalutato le capacità imitative precoci
- I tempi di passaggio tra uno stadio e l’altro sono più lunghi e disomogenei
emozione: evento eccezionale, spesso non previsto,
LO che rischia di essere al di sopra delle capacità di
controllo del soggetto con notevoli ripercussioni
interne, che produce delle razioni comportamentali
SVIL (piangere, urlare, gridare)
ha la funzione di comunicare all’esterno il proprio
stato emozionale. È dunque una forma di linguaggio.
UPP Si distinguono emozioni primarie (gioia, paura,
rabbia) e secondarie (gelosia, imbarazzo, vergogna)
O TEORIA DELLO SVILUPPO DELLE EMOZIONI
• Teoria della differenziazione (Bridges) ipotizza
che:
DEL - inizialmente si possa distinguere nel neonato solo
uno stato di maggiore o minore eccitazione
- successivamente avviene una differenzianzione
LE progressiva che permette di distinguere fra statii di
sconforto e piacere
- man mano lo sconforto si differenzia in collera,
disgusto, paura e il piacere in giubilo, affetto
EMO queste differenziazioni sono possibili grazie ai
cambiamenti a livello cerebrale, sociale e cognitivo
ZIO che consentoni di valutare gli eventi e comprenderne
le cause e conseguenze
le emozioni vere e proprie compaiono intorno ai 3-4
NI mesi, fino ad arrivare a provare emozioni come
l’affetto per se stessi, la vergogna, l’amore, l’orgoglio
(dai 18 mesi)
teoria differenziale (Izard)
le emozioni primarie sono presenti dalla nascita. Questo è indicato dalla
espressioni facciali
Izard distingue 3 livelli si sviluppo: 15
1. Espressione dei bisogni (2-3 mesi): le emozioni espresse servono ad
instaurare una buona comunicazione madre-bambino e ad esprimere i bisogni.
Le emozioni principali sono tristezza, interesse, sorriso, disgusto
2. attenzione per il mondo esterno (dai 3-4): il bambino mostra particolare
attenzione agli elementi del mondo esterno perciò le emozioni di questo periodo
sono caratterizzate dai processi percettivo-affettivi (sorriso sociale, gioia,
sorpresa, paura)
3. (dai 9 mesi): avviene un progresso della consapevolezza di se ed emergono
nuove emozioni come timidezza, colpa, disprezzo
I MODELLI DI SCHERER E HARRIS
Scherer: ritiene che o sviluppo emotivo sia condizionato dalle capacità di
valutazione del bambino.
- Inizialmente (1 Mese) il bambino può valutare ciò che è familiare e cosa non lo è
, le emozioni posso essere sorpresa, noia, trasalimento
Successivamente è in grado di distinguere fra stimoli che produco piacere o
dispiacere. Questo permette emozioni di piacere o sconforto
- (dai 3 mesi) può valutare se uno stimolo permetta il raggiungimento di un
obiettivo o lo ostacoli. Abbiamo le emozioni di gioia, contentezza oppure di
paura, collera
- (dai 12 mesi): la valutazione si basa sul confronto tra le azioni del soggetto e le
richieste sociali. In caso di discrepanza si hanno emozioni di vergogna, colpa,
disprezzo
Harris: il bambino è in grado di riconoscere fin dai primi mesi le espressioni
facciali relative alle emozioni di dispiacere, felicità rabbia.
Attribuisce un ruolo importante alle competenze cognitive che permettono:
- dal primo anno di vita la consapevolezza delle proprie esperienze soggettive
(emozioni)
- dal secondo una comprensione delle emozioni altrui
- dalla fanciullezza comprendono emozioni come orgoglio, vergogna, colpa e
controllano le emozioni (smettono di pensare ad una cosa che provoca
dispiacere pensando ad altro)
PUNTI IN COMUNE
- sorriso endogeno, trasalimento, sconforto fin dalla nascita
- sorriso sociale (2-3 mesi)
- riso come espressione di gioia, rabbia, collera (3-9)
- colpa disprezzo (dopo il 1 anno)
EMOZIONI SOCIALI (AUTOCOSCIENTI)
Nel corso dello sviluppo emergono emozioni sempre più complesse in
conseguenza della maturazione e della socializzazione 16
Imbarazzo, invidia, gelosia compaiono verso la fine del 2° anno, perché
necessitano della presenza del senso di sé (che compare intorno ai 18 mesi)
Orgoglio, vergogna, senso di colpa (emozioni autocoscienti valutative) verso i 2
anni e mezzo
LA COMPETENZA EMOTIVA (riconoscere le emozioni degli altri)
- 10 settimane: reagiscono in modo coerente alle espressioni delle madri relative
alla felicità, tristezza rabbia (si mostrano contenti di fronte a espressioni di
felicità, arrabbiati di fronte alla rabbia)
- Dagli 8 mesi: interpretano le espressioni di incoraggiamento o di ansia delle
madri (se si trova di fronte ad un oggetto non familiare, guarda la madre per
riceverne indicazioni. Social referencing)
- 12 mesi: interpretano le espressioni emotive che assume la madre di fronte a un
oggetto esterno (non solo quelle che rivolgono a loro)
- 15 mesi: interpretano cosi bene il tono arrabbiato da evitare un giocattolo
panche dopo mezz’ora
- 2 anni: comprende le emozioni altrui: tende a rivivere direttamente ciò che
percepisce nell’altro
- Dai 3-6 anni: capiscono le emozioni sono soggettive: la stessa situazione può
risultare piacevelo per uno, non per l’altro
- Dai 4 ai 10: comprendono le condizioni che provocano orgoglio, vergogna, colpa
- Fanciullezza: capiscono che è possibile provare due diverse emozioni anche in
uno spazio di tempo molto breve e che è possibile la compresenza di 2 emozioni
Empatia: livello più avanzato della competenza emotiva. Consiste nel
comprendere il punto di vista dell’altro, di mettersi nei suoi panni, riconoscere le
emozioni che sta provando l’altro, provare la sua emozione
LO REGOLAZIONE EMOTIVA
I bambini sono i grado di diluire un’emozione,
nasconderla, isolarla
SVIL
UPP
O Attaccamento: Predisposizione biologica del piccolo
verso la figura che gli assicura la sopravvivenza
SOC prendendosi cura di lui. 17
IALE
secondo Bowlby il bambino è geneticamente predisposto a ricercare e a mantenere la
vicinanza con i membri della propria specie, in particolare con la madre (il periodo
sensibile all’attaccamento è il secondo semestre del primo anno di vita)
Esso è un bisogno primario
CRITICHE
- Eccessiva enfasi sul fatto che il bambino tenda ad attaccarsi ad una soa figura
(mamma)
- Sottovaluta l’importanza di altre persone (coetanei)
INTERAZIONI CON I GENITORI
Il bambino è predisposto all’interazione sociale. Le relazioni con l’adulto
soddisfano due bisogni:
- Assicurare al bambino sicurezza e protezione
- Facilitargli l’ingresso nel mondo sociale
Gli esseri umani presentano una serie di caratteristiche attrattive per il neonato
2 mesi: presta attenzione alle persone. L’adulto ha un ruolo fondamentale per l’inizio e
il mantenimento dell’interazione. È l’adulto che controlla e guida i contatti con il
piccolo
2-5 mesi: riconosce le persone familiari. Dal 5 mese riconosce la madre dalla altre
persone
8 mesi: si stabilizza il legame di attaccamento: ha una drammatica reazione
all’assenza della mamma
Pochi mesi dopo non ha più bisogno di continui sostegni percettivi (contatto con
la madre, di vederla, udirne la voce). L’immagine della mamma si interiorizza e
procura nel bambino la stessa sicurezza della sua presenza fisica (internal
working models)
8-10: anche il bambino interagisce con la mamma. Acquisisce il “concetto di dialogo”
Dai 18: le interazioni sociali utilizzano sempre di più la componente verbale. Il
comportamento del bambino viene guidato dalle richieste verbali dell’adulto e,
successivamente, dal linguaggio interiorizzato del bambino stesso
John Bowlby
- Quando Bowlby aveva 21 anni lavorava in una casa per ragazzi disadattati:
l’esperienza clinica avviata con due di loro, che manifestavano entrambi una
relazione fortemente disturbata con la madre, lo segnarono profondamente
- estese il proprio interesse alle relazioni madre-bambino
BOWLBY E FREUD 18
Le ipotesi prevalenti sull’origine dei legami affettivi avanzate nella prima metà del XX
secolo, non convincevano pienamente Bowlby : Sia la teoria psicanalitica sia quella
dell’apprendimento
sottolineavano come il legame emotivo fosse una pulsione secondaria, basata sulla
gratificazione di bisogni corporei
nonostante fossero già disponibili dati che dimostravano come, almeno nel regno
animale, i “cuccioli” sviluppavano un attaccamento nei confronti di adulti da cui non
erano stati nutriti:
• studi sull’imprinting dell’etologo Lorenz (Nelle specie animali esiste un periodo
critico in cui i piccoli apprendono e memorizzano le caratteristiche della figura
allevante.
Lorenz scopre che le oche seguono il primo oggetto in movimento (nelle prime
48h di vita)
Essendo lui la prima figura vista, gli anatroccoli indirizzano a Lorenz le loro
richieste di accudimento e ignorano la madre vera)
• studi sulla ricerca di accudimento nei macachi condotti da Harlow (mettendo
una scimmie appena nata in una gabbia con due mamme finte (una di ferro da
cui veniva nitrito e l’altra ricoperta d