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STORIA ROMANA
Giovanni Geraci Arnaldo Marcone
I popoli dell'Italia antica e le origini di Roma
Nozioni Introduttive
Onomastica
All’inizio l’onomastica romana prevedeva un solo nome per ogni persona, poi l’onomastica si è
evoluta fino ad avere il “tria nomina”.
La prima parte del nome è il “praenomen”, ossia il nome originario.
La seconda parte era il nome gentilizio, mentre il terzo era il “cognomen”.
In caso di adozione veniva preso il tria nomina del padre adottivo a cui veniva aggiunto il
cognomen della famiglia originale.
Le donne prendevano il nome gentilizio al femminile.
Mondo di Roma
Il mondo di Roma è definito “uno, duplice e molteplice”.
“Uno” perché tutti gli elementi caratterizzanti dello stato romano lo hanno unificato, “duplice”
perché è stato romano, ma anche greco, “molteplice” perché a causa delle conquiste, il mondo
romano ha sempre presentato un enorme concentrazione di culture diverse l’una dalle altre.
L’Italia preromana
L’Italia nell’età del bronzo e nell’età del ferro
Dal III al I millennio si ha un’enorme sviluppo in tutta la penisola.
Durante l’età del bronzo l’Italia è molto uniforme e vede un forte aumento della popolazione, con
un forte aumento anche degli scambi commerciali con i popoli micenei.
Con l’inizio dell’età del ferro cambiano le culture locali, in particolare i metodi di sepoltura, di cui
ci sono due tecniche: la cremazione(praticata al Nord e in Campania) e l’inumazione.
Dal punto di vista linguistico si riconoscono due ceppi: uno indoeuropeo (lingua latina), ed uno non
indoeuropeo (etrusco).
Primi frequentatori dell’Italia meridionale
La cultura meridionale è fortemente indigena, ma rimane comunque influenzata sia dalla vicinanza
coi popoli greci, sia dagli scambi commerciali con questi ultimi.
Questi scambi non erano fini a loro stessi, alle volte sono arrivati a dei punti in cui manifatturieri
greci si trasferivano nel meridione italiano. 1
Gli Etruschi
Origine ed espansione degli Etruschi
La storiografia moderna ha definito l’origine etnica degli etruschi come punto di incontro di due
processi, il primo è lo sviluppo sociale ed economico degli Etruschi, l’altro è l’influenza che gli
Etruschi hanno avuto durante i loro scambi con le colonie greche dell’Italia meridionale.
Non sono mai stati uno stato unito, ma una serie di città indipendenti governate da sovrani
(lucumoni), sostituiti, in seguito, da magistrati eletti annualmente (zilath).
Il processo di espansione degli Etruschi ha avuto due importanti momenti di stallo, il primo si ha
nel 530 a.C. nella sconfitta navale contro i Focei, che avevano costruito una colonia in Corsica ed il
secondo è rappresentato dalla sconfitta di Cuma nel 474 a.C. contro i greci di Siracusa.
La fine degli etruschi è arrivata con la presa di Veio (396) e con la perdita dei possedimenti in val
Padana.
Religione e cultura
La religione nella cultura Etrusca era fondamentale, il loro pantheon era in gran parte assimilabile a
quello dei greci, anche se ci sono delle divinità “autoctone”.
Importante è la concezione dell’aldilà: infatti la tomba è vista come la trasposizione della dimora.
Questa concezione è stata sostituita da una visione in cui l’aldilà è visto come un mondo a cui si
arriva dopo un lungo cammino.
L ’ aruspicina è il metodo tramite cui vengono interpretati i segni della volontà divina; questa
pratica si basa sulla credenza che negli organi risieda l’ordine dell’universo, infatti l'analisi degli
organi era considerata come un mezzo per prevedere il futuro.
Problema della lingua
L’alfabeto è molto simile a quello greco.
Le complicazioni risiedono nel fatto che l’etrusco non è una lingua indoeuropea e quindi non
abbiamo un’altra lingua con cui fare dei paragoni.
Inoltre abbiamo pochi testi a disposizione, che sono per lo più formule in cui compare il nome di
defunti. Uno dei testi più importanti è il “liber linteus” di Zagabria.
Tecnica ed Arte
I siti archeologici etruschi sono piuttosto poveri.
Si ha una trasformazione delle tombe: alle “tombe a pozzo” si sostituiscono le “tombe a fossa”
tipiche della pratica dell’inumazione, mentre le più evolute sono le “tombe a camera”, la cui
architettura era parecchio complessa.
L’architettura etrusca è stata importante perché perfezionarono la copertura a volta.
Erano anche dei grossi produttori di ceramiche, oltre che di metalli ed oggetti in oro, che venivano
commerciati con tutto il Mediterraneo. 2
Roma
Le origini di Roma
L’archeologia non riesce a dare dei dati precisi, ma è molto probabile che Roma abbia cominciato a
trafficare prima coi greci e poi con gli etruschi, chiaro sintomo di una certa connessione tra il
mondo greco e quello latino.
Le fonti letterarie
Le fonti letterarie stanno alla base della ricostruzione della Roma arcaica, i primi a scrivere una
storia di Roma furono Livio e Dionigi di Alicarnasso, che si rendono conto della fragilità dei dati
che loro stessi hanno a disposizione per ricostruire la storia romana più antica.
I sette re di Roma
Il periodo monarchico va dal 753 fino al 509 a.C.
In questo tempo avrebbero regnato 7 re:
Romolo(istituzioni politiche)
Numa Pompilio(istituzioni religiose)
Tullo Ostilio(campagne militari e distruzione di Alba Longa)
Anco Marcio(fondazione di Ostia)
Tarquinio Prisco(opere pubbliche)
Servio Tullio(istituzione dei comizi centuriati e costruzione delle muramura serviane)
Tarquinio il Superbo.
C’è da vedere se sia attendibile come racconto, anche perché gli storici romani potevano basarsi su
quattro tipi di fonti: opere storiografiche perdute (vedi gli Annales), tradizione familiare (ogni
aristocratico si vantava delle gesta eroiche dei propri antenati), tradizione orale e documenti di
archivio.
La storiografia moderna
Il compito degli storici moderni è quello di sottoporre ad un esame critico, e ad un confronto tra di
loro, i dati della tradizione, molti dei quali sono difficilmente accettabili. Ci sono due versioni
diverse, nella tradizione, riguardanti la fondazione di Roma: una greca, che si rifà ad Enea, ed una
indigena, nella quale Romolo è un re-fondatore autoctono. Nel racconto, tuttavia, ci sono degli
elementi che si possono definire sicuramente storici, come la compresenza di molti popoli nella
zona e la fase di predominio etrusco nel periodo finale della monarchia romana.
La fondazione di Roma
Rappresenta uno dei più grossi problemi.
Si pensa che il nucleo di Roma furono alcuni villaggi situati sul Palatino, colle di pianta
trapezoidale, formato da tre cime: Palatium, Germalo, Velia. 3
Il “muro di Romolo”
Forse si è riusciti a capire dove sia il muro di Romolo, perché i resti archeologici hanno portato alla
luce una palizzata dell’ottavo secolo da cui probabilmente si nota il Pomerio.
Pomerio e riti di fondazione
Il pomerio è la linea sacra che delimita una città, non sempre corrisponde alla posizione esatta delle
mura, perché il pomerio era tracciato seguendo una linea data da segni religiosi, mentre le mura
servivano solo per difendere il territorio.
Lo Stato romano arcaico
La cellula base dello stato era la famiglia, il cui capo era il “pater” che aveva potere totale su tutti
coloro che vivevano nella casa.
Se più famiglie vantavano un antenato in comune, veniva formata la “gens”.
La popolazione era divisa in “curie”, cioè gruppi religiosi e militari, la cui origine è ignota, così
come la loro funzione.
Anche le tribù sono ignote: originariamente erano 3: “Tities”, “Ramnes” e “Luceres”.
In epoca più tarda lo Stato si organizzò in maniera più precisa: ogni tribù era divisa in dieci curie, e
da ogni tribù venivano presi 100 senatori.
La monarchia romana
La monarchia era elettiva.
Il re veniva eletto dai rappresentanti delle famiglie più in vista.
In origine doveva esserci un consiglio di anziani a vigilare l’operato del re (i patres).
Il potere del re era limitato dal potere delle gentes più importanti.
Era il capo della religiosità e veniva affiancato dalla figura del pontefice massimo, che doveva
redimere le leggi e gli eventi storici.
Patrizi e plebei
Non è chiara nemmeno l’origine della divisione tra patrizi e plebei.
Ci sono varie ipotesi, ognuna con punti a favore e a sfavore.
La più scontata è il reddito, per cui i più ricchi divennero patrizi, mentre gli altri divennero plebei.
Altre ipotesi ci dicono che i patrizi erano in origine i grandi proprietari terrieri, mentre i plebei
erano i contadini e gli artigiani.
Influenza etrusca
Le fonti letterarie ci parlano di come è possibile che un lucumone possa essere diventato re di
Roma.
Ci è raccontata la storia di Tarquinio Prisco, nato da un ricco padre greco e che, sbarcato a
Tarquinia, cercò di diventare re degli etruschi ma, essendo straniero, non ci riuscì.
Allora si rifugiò a Roma, dove venne eletto re di Roma alla morte di Anco Marcio. 4
Servio Tullio e Tarquinio il Superbo
La figura di Servio Tullio rimane viva nelle generazioni romane.
Assume i poteri regi senza elezione, quindi illegittimamente, ma questo segna una svolta per il
passaggio da monarchia elettiva, a monarchia dinastica; questo accadde perché Servio Tullio sposò
una delle figlie di Tarquinio Prisco.
La figura di Tarquinio il Superbo è la tipica figura del tiranno greco, fu cacciato da una congiura
capeggiata da Publio Valerio, che creò la Repubblica.
La documentazione archeologica
La documentazione archeologica offre problematici riscontri a queste tradizioni, in particolare il
ritrovamento di un calice nel tempio di Veio che attesterebbe come i Vibenna, provenienti da Vulci,
giocassero un ruolo importante nelle lotte che oppongo Vulci ad altre città, tra cui Roma.
Quanto alla storicità di Publio Valerio “Publicola”, abbiamo iscrizioni di lui nel tempio di Mater
Matuta.
Rafforzamento della monarchia
Viene trovata la sede del re (regia), e viene anche trovata la sede del senato (curia hostilia) e del
“comitium”, ovvero il luogo dove i cittadini potevano esprimersi.
Servio Tullio introduce il censo nella società romana.
Grazie a questa iniziativa la società veniva ripartita non in base alle gens, ma in base alla
dispon