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SENTIERI DEL MODERNO

Politica e diritto: un percorso fondamentale nell’affermazione dello stato moderno fu la monarchia

assoluta, un percorso che si svolse secondo una complessa logica di potere, accompagnata da

una fortissima spinta sociale e culturale. Con il trionfo dei poteri sovrani è proprio lo Stato nel

senso classico e moderno del termine a occupare il centro della scena sociale. Infatti questo è il

periodo di Machiavelli, il cui pensiero condannava moralmente e religiosamente non solo le Chiese

cristiane, ma anche tutto il pensiero e il mondo di tradizione medievale, che da secoli vedevano

nella polis una fattispecie della morale. Dinanzi all’incremento costante del potere sovrano si

rafforza l’idea contrattualistica dello Stato: la sovranità non si ha per diritto divino, ma deriva da un

accordo, da rispettare fra il popolo e il sovrano. Successivamente si ha l’elaborazione di una teoria

moderna di limitazione dei poteri e delle facoltà del sovrano, che segna in pratica gli albori del

liberalismo.

Con la rivoluzione francese e con la codificazione napoleonica si ebbe un larghissimo sopravvento

dei principi e criteri normativi del diritto romano. Il diritto romano comportava una concezione piena

ed esclusivistica sia della sovranità che della proprietà ed era molto favorevole all’affermazione del

potere centrale dei sovrani nella vita politica. Successivamente si delinearono gli obblighi del

giuramento e del segreto. Col giuramento, il vincolo con il potere politico diventava un rapporto

subordinato e unilaterale del suddito o cittadino con il sovrano e con lo Stato. Il segreto divenne

una forma di garanzia dei diritti individuali, oltre che della privacy, specialmente nei procedimenti

giudiziari.

Economia: l’età moderna ha segnato la nascita di una nuova scienza o disciplina: l’economia

politica. La politica fiscale, doganale, monetaria e finanziaria dei grandi Stati moderni aveva dato

luogo a vere e proprie scuole di pensiero. Molti erano comunque i costi da sostenere per il

mantenimento dello stato moderno: il costo delle relazioni diplomatiche e dell’apparato militare, il

costo dell’organizzazione interna. Il nuovo pensiero economico delinea ben presto alcuni

orientamenti fondamentali: interventismo dello stato nella vita economica, massima possibile

libertà da lasciare alle imprese economiche e alla circolazione delle merci, prosperità economica

nell’agricoltura e nelle attività ad esse connesse, attività di commercio ecc.

Accanto allo sviluppo della scienza economica si accompagna quello della scienza delle finanze: i

servizi finanziari dello Stato sono esercitati direttamente dallo Stato stesso, invece di affidarli ad

appaltatoti come di norma succedeva nell’ancien regime. Alcune iniziative del mondo economico

coinvolgono profondamente lo stato: tipico è il caso delle compagnie di commercio e di

navigazione e delle iniziative bancarie. Gli stati provvidero ad una graduale e larghissima

sostituzione della moneta metallica con quella cartacea. È necessario ricordare che lo stato si fece

coinvolgere anche in traffici particolari come la tratta degli schiavi dall’Africa nelle Americhe per

provvedere ad una manodopera a buon mercato per lo sfruttamento delle colonie americane da

parte degli europei che le avevano popolate: si calcola oltre un milione di schiavi. In ogni caso fu

sempre la politica ad influenzare l’economia e ad esercitare la propria influenza: essa determinava

il corso delle cose.

Rivoluzione scientifica: anche il progresso tecnico e scientifico fu un percorso. Nei primi secoli del

XVIII si cominciò a parlare di rivoluzione scientifica per indicare i progressi intervenuti da qualche

tempo a quella parte ed essa deve essere considerata fra i punti più sicuri e più rilevanti nella

discussione sugli inizi dell’età moderna. L’esponente maggiore in fisica e matematica fu Newton,

poi via via ci si trasferì a nuovi nomi come Keplero e Galileo. Ovviamente si parla di una lenta

evoluzione. Lo sviluppo scientifico si è congiunto al generale mutamento filosofico e culturale con

Giordano Bruno ed altre figure del movimento culturale del Rinascimento.

LA SUPERIORITÀ DEI MODERNI SUGLI ANTICHI

L’idea della modernità si è formata a partire dal presupposto che i moderni riportarono le letteri e le

arti antiche all’eccellenza che avevano prima. L’eccellenza degli antichi era considerata un vertice

insuperabile. Non le si poteva superare ma al massimo eguagliare, dato che la perfezione degli

antichi era la perfezione della natura. Essi avevano riprodotto nelle loro forme, le proporzioni, gli

equilibri e gli aspetti con cui la natura e la sua vita si presentano alla nostra osservazione. Una

perfezione non contemplata dalla natura, non realizzata in natura, non poteva né essere

ammessa, né concepita. Queste certezze ebbero un grande ruolo nel determinare lo svolgimento

del mondo rinascimentale: determinarono una civiltà che a lungo si riconobbe nei modelli classici.

Tuttavia il modello offriva il rischio di trasformarsi in una disciplina mortificante: il rischio, cioè, di

ridurre l’ambito della creatività a vantaggio dell’osservanza di un formalismo apparente dietro il

quale restava il vuoto. Fu così in Francia che alla metà del secolo XVII si ebbe la polemica sugli

antichi e sui moderni che si sviluppò tra il 1687 e il 1715, creando una schiera di chi era a favore

dei moderni e di chi invece degli antichi. In questo periodo si sviluppa anche il cartesianesimo, una

filosofia razionalistica per la quale la tradizione aveva senso in quanto rispondeva ai criteri della

ragione. Con il Rinascimento però la situazione si inverte: adesso sono gli antichi a rappresentare

uno stadio meno denso di conoscenze e di saperi, sono essi l’infanzia del mondo, mentre i

moderni hanno una maggiore quantità di verità e anche una maggiore esperienza della storia,

della natura e delle vicende umane.

Comunque la modernità non nasce tutta insieme e compiuta sin dall’inizio. Si afferma settore per

settore, con ampiezza e tempi variabili dall’uno all’altro. Essa è una realtà composita con molte

sfumature e contraddizioni. Il carattere più importante è la continua evoluzione e trasformazione, il

continuo ampliamento e rinnovamento nel corso stesso della sua vicenda. Potrebbe essere

definito un work in progress.

IDEE NUOVE NELLA MODERNITA’: nel cuore della modernità è stata vista una vera e propria crisi

della coscienza europea che consistette nel tramonto dei concetti fondamentali della civiltà politica,

passando ad un’idea dinamica del corso della storia e della realtà umana e sociale. Trovarono

spazio nuovi modi di concepire la storia, il mondo e la vita. Venivano poste in primo piano le idee

del progresso e della libertà. In particolare l’idea di libertà riceveva ancor più forte impulso dallo

sviluppo dell’idea di tolleranza e l’idea di tolleranza viene a fondarsi sull’idea della capacità umana

di scelta e determinazione e su quella del diritto ad usufruire di tale capacità.

Importante da ricordare è l’Illuminismo, movimento letterario in cui si esprime una metafora della

luce: la luce della ragione che rischiarava le tenebre delle superstizioni. Il maggiore esponente era

Immanuel Kant che definì il movimento come l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità dovuto a se

stesso. Il motto era “sapere aude”, cioè abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza. I

capisaldi illuministici sono: dovere di tenere un atteggiamento critico e razionalistico rispetto a

qualsiasi problema; convinzione operante di una doverosa emancipazione dell’uomo da esigenze

teoriche; rifiuto di ogni pretesa di impalcatura dottrinale per sostenere idee e valori; centralità

dell’esigenza che idee e valori si trasformino in iniziative e azioni sociali; bisogno di cultura

pubblica; implicita convinzione che storia e politica sono una lunga esperienza educativa del

genere umano.

Tiranni e Chiese andavano vigorosamente combattuti. Sovrani illuminati potevano svolgere una

funzione decisiva per cui bisognava distinguere dalla pura tirannide il dispotismo illuminato di

sovrani intesi a seguire i dettami della ragione nel governo dei paesi e degli uomini. I philosophes

costituirono così una forza scoiale nuova che furono definiti per questo motivo. È in questo periodo

della storia europea che si può riconoscere all’intellettuale una personalità pubblica sul piano

politico ed è anche il periodo delle riforme. L’idea della riforma non escludeva orientamenti più

radicali. Si svilupparono i motivi della tradizione repubblicana rinnovata e fusa con i punti del

liberalismo e con la democrazia che si formò nel secolo XVIII. Alla fine del secolo il divampare e le

vicende della rivoluzione francese portano ad una contrapposizione tra l’idea di riforma e l’idea di

rivoluzione come due metodi alternativi di azione politica.

Tra i settori più investiti dallo spirito riformatore del secolo fu quello riguardante i rapporti tra Stato

e Chiesa andando a toccare numero e privilegi degli ecclesiastici, ampiezza e immunità delle

proprietà della Chiesa. Sia ai philosophes che ai sovrani riformatori fu chiara l’influenza dell’idea di

laicità, una delle più rilevanti tra le idee nuove del tempo. In primo luogo la laicità fu rivendicata

contro il peso eccessivo per i suoi privilegi, per la sua invadenza dell’elemento ecclesiastico nella

vita sociale. In secondo luogo nei paesi cattolici il laicismo trovò espressioni più precoci e generali,

trasformandosi in ideologia antireligiosa. In questo periodo si sviluppò infatti la Massoneria che

mostrò quanto il motivo di un razionalismo religioso fosse allora diffuso e sentito. Con la

Massoneria si parlò di un motivo di una religiosità civile, fondata su un sentimento di fratellanza

universale e di riconoscimento dei diritti dell’uomo.

ANTROPOLOGIA, SOCIOLOGIA, POLITOLOGIA DEL MODERNO

Nel corso della modernità coesistevano due Europa: Europa moderna (Europa nordoccidentale e

protestante) e Europa del passato e delle superstizioni (Europa meridionale, mediterranea). La

Francia era la nazione in cui entrambe le Europa coesistevano. Un’Europa a macchie di Leopardo

sia nel tempo, nello spazio che dal punto di vista sociale.

Tra il XVI e il XX secolo, emergono questi temi antropologico-culturali: quello di affermazione di

comportamenti razionali rispetto a quello tradizionali fondati su credenze magiche; quello di un

percorso psicologico che porta ad una progressione nella considerazione della personalità dei

singoli individui; quello di una

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Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GianniPor91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Salvemini Biagio.