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RIVOLUZIONI E RIVOLTE
L’Inghilterra sotto la dinastia Stuart
Giacomo I Stuart (1603-25) era già re di Scozia col nome di Giacomo VI, quando succedette sul
trono inglese alla regina Elisabetta. Non ci fu una fusione dei due Paesi; questa verrà avviata solo
con l’unificazione dei due Parlamenti nel 1707. Agli inizi del regno di Giacomo I si ripresentarono le
due questioni che già negli ultimi tempi di Elisabetta avevano reso difficili i rapporti tra corona e
Parlamento: la questione religiosa e la questione finanziaria. La legislazione contro i cattolici venne
inasprita dopo la scoperta di una congiura che mirava a far saltare in aria il primo Parlamento
convocato da Giacomo. Non ebbero soddisfazione le richieste dei puritani per una più radicale
riforma della Chiesa d’Inghilterra che eliminasse dal culto le vestigia di papismo. Il puritanesimo si
diffuse tra la gentry e tra i ceti mercantili e artigianali delle città, alimentando un senso di estraneità
e ostilità nei confronti di una corte sfarzosa e corrotta. Molti decisero di emigrare nell’America
settentrionale: tra questi i padri pellegrini che nel 1620 attraversarono l’oceano e fonarono la
colonia del Massachussets. I costi della guerra contro la Spagna avevano creato una difficile
situazione finanziaria. Al centro del problema era l’insufficienza delle entrate a fronte di spese in
continuo aumento, anche per effetto della tendenza al rialzo dei prezzi. Sarebbe stato necessario
reperire nuove entrare, tassando la rendita fondiaria. Ma ogni forma di imposta fondiaria trovava
ostacolo nel Parlamento, che si limitava a votare sussidi straordinari in situazioni di emergenza. AI
problemi di natura religiosa e finanziaria si aggiunsero le ripercussioni di una congiuntura
economica negativa. La popolazione inglese continuò ad aumentare fino al 1650 quando
raggiunse cinque milioni di abitanti. Ma l’incremento demografico non fu pi accompagnato da un
parallelo sviluppo delle attività produttive. Sotto il successore Carlo I gli effetti di una serie di cattive
annate agricole accrebbero la miseria dei ceti inferiori. I quattro successivi Parlamenti convocati da
Giacomo I si rifiutarono di soddisfare le richieste finanziarie della corona e denunciarono con
energia i fenomeni di corruzione e gli sprechi presenti nella corte e nel governo. Il problema
finanziario divenne così anche un problema politico.
Il regno di Carlo I e lo scontro tra corona e Parlamento
Ci fu malcontento quando arrivò il duca di Buckingham e anche a causa di una politica estera
ritenuta troppo remissiva nei confronti della Spagna. Il successore di Giacomo I, Carlo I (1625-49)
si vide negare dal Parlamento la tradizionale concessione vitalizia della facoltà di riscuotere i dazi
doganali sulle importazioni di alcuni articoli, noti come Tonnage and Poundage. Per guadagnare il
sostegno dei puritani, Carlo dichiarò guerra alla Spagna e organizzò una spedizione navale per
soccorrere gli ugonotti di La ROchelle assediati dalle truppe francesi. Il fallimento di queste
operazioni militari convinse che non c’era da fidarsi del nuovo re e del duca di Buckingham. Il
Parlamento convocato nel 1628 condizionò ogni votazione di ulteriori sussidi all’accettazione da
parte del re di un documento di quattro punti, la Petizione di diritto, che dichiarava illegali e tasse
imposte senza il consenso del Parlamento stesso. Il duca di Buckingham venne pugnalato a morte
da un ufficiale. Carlo I decise di sciogliere il Parlamento. Fino al 1640 Carlo I così governò senza
Parlamento appoggiandosi al Consiglio privato della corona e all’azione dei tribunali regi che
giudicavano i reati di lesa maestà. Due consiglieri riscossero la sua fiducia: Thomas Wentworth e
William Laud. Durante il governo di Carlo vennero comunque fatte utili riforme che eliminarono
alcune inefficienze e sprechi ereditati dal regno di Giacomo I. Grazie alla pace conclusa con la
Francia e con la Spagna le spese poterono essere finalmente contenute, le entrate beneficiarono
del reperimento di nuovi cespiti, come quello relativo all’estensione a tutto il Paese della Ship
Money (tassa per navi), un tributo per la costruzione di navi da guerra. Laud riorganizzò la Chiesa
d’Inghilterra secondo linee gerarchiche e autoritarie. Erano preferiti per i seggi vescovili i seguaci
della dottrina arminiana, erano rimesse in onore pratiche di devozione e forme liturgiche proprie
della Chiesa cattolica, erano perseguitati dai tribunali ecclesiastici i predicatori puritani. Alla fine
degli anni Trenta poteva sembrare che l’Inghilterra degli Stuart si avviasse verso un regime di tipo
assolutistico. Ma si opponeva a questo disegno la fragilità dell’apparato militare, burocratico e
finanziario. L’ostilità dei sudditi era evidente nel loro rifiuto di pagare le imposte, ritenute illegali. Le
novità religiose imposte da Laud suscitarono nel 1638 una rivolta nella Scozia presbiteriana. Falliti
i tentativi di conciliazione, Carlo I si decise nell’aprile 1640 a convocare un nuovo Parlamento per
ottenere i mezzi necessari a condurre la guerra contro gli scozzesi. Il Parlamento fu detto Breve
Parlamento perché Carlo I lo sciolse dopo poche settimane. L’esercito messo insieme dal monarca
fu messo in rotta dagli scozzesi. Carlo I convocò nuovamente la rappresentanza della nazione. Il
Parlamento si aprì a Westminster nel 1640 e venne detto Lungo Parlamento perché rimase in
carica fino al 1653. Nella Camera dei Comuni erano in maggioranza gli avversari della politica
assolutistica. Guidata da uomini politici esperti, i Comuni seppero intimidire e trascinare la Camera
dei Lord e smantellarono i capisaldi del potere regio: Strafford e Laud vennero accusati di
tradimento ed imprigionati. Furono soppressi i tribunali sottoposti all’influenza diretta del monarca,
come la Camera stellata. Furono dichiarate illegali e abolite le Ship Money; i vescovi vennero
estromessi dalla Camera dei Lord e il re venne privato del diritto di sciogliere il Parlamento. Alla
fine del 1641 lo scoppio di un’insurrezione cattolica in Irlanda pose il problema di chi dovesse
condurre la repressione: il Parlamento intendeva costringere il monarca a cedere il controllo delle
forze armate. Lo Stuart ritenne allora giunto il momento di reagire, e nel 1642 si presentò in
Parlamento con un drappello di armati per arrestare i capi dell’opposizione; ma il colpo andò a
vuoto perché questi si erano messi in salvo. Il Parlamento si trasferì nella City.
La guerra civile. Cromwell e la vittoria del Parlamento
Nel 1642 ebbe inizio la guerra civile che inizialmente sembrò volgere a favore del re. Il Parlamento
poteva contare sul sostegno finanziario della City e sull’alleanza con gli scozzesi. Il primo
successo avvenne nel 1644 a nord a Marston Moor, grazie al valore dei reparti di cavalleria guidati
da Oliver Cromwell. Cromwell costituì l’anno seguente l’esercito di nuovo modello, caratterizzato
da una disciplina ferrea. Le schiaccianti vittorie ottenute sui realisti a Naseby e Langport posero
fine alla guerra civile. Carlo I preferì un anno dopo arrendersi agli scozzesi che lo consegnarono al
Parlamento di Londra. Nel Parlamento era predominante la corrente presbiteriana che intendeva
riorganizzare la Chiesa d’Inghilterra con un sistema di consigli saldamente gerarchizzati e con la
rigida imposizione del credo calvinista. A costoro si contrapponevano gli indipendenti che avevano
nei quadri dell’esercito la loro roccaforte ed erano sostenitori della tolleranza delle opinioni
religiose e dell’indipendenza delle singole congregazioni di fedeli. Sono evidenti i legami tra queste
tendenze ortodosse in campo religioso e il radicalismo politico dei livellatori, coloro che
abbattevano le siepi e colmavano i fossati posti a difesa dei terreni recintati. Erano accusati di
voler cancellare le distinzioni sociali e livellare le fortune. Loro reclutavano i loro adepti tra le file
dell’artigianato cittadino e dei piccoli proprietari coltivatori, rivendicavano la sovranità popolare,
chiedevano la soppressione dei privilegi ed esigevano l’allargamento del diritto di voto a tutti i
maschi adulti ad esclusione dei servi e dei mendicanti. Dopo la vittoria sul re, la propaganda dei
livellatori fece molti proseliti nell’esercito di nuovo modello, soprattutto quando nel 1647 divenne
chiara l’intenzione del Parlamento di scioglierlo o di spedirlo in Irlanda. I vari reparti allora
nominarono degli agitatori incaricati di trattare con i capi per giungere a una piattaforma comune
dell’esercito; nel giugno successivo questo occupò Londra. Il dibattito che si svolse a Putney
mostra come l’ostacolo principale a una unificazione delle proposte fosse la questione del
suffragio. Le discussioni furono interrotte dalla fuga del re che con l’appoggio degli scozzesi cercò
di riaccendere la guerra civile. Ma le forze realiste vennero sconfitte. Il Parlamento venne epurato
e il troncone rimastone decretò l’istituzione di un’Alta Commissione di giustizia per processare il re.
Carlo I venne condannato a morte nel 1649.
Il decennio repubblicano: Cromwell al potere
Dopo l’esecuzione del re fu creato un Consiglio di Stato che prendeva il posto del Consiglio privato
della corona, dalla soppressione della Camera dei Lord e dalla proclamazione della Repubblica
unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda (Commonwealth). Il figlio di Carlo I assunse il titolo regio di
Carlo II. All’arresto dei capi del movimento livellatore fece seguito la repressione sanguinosa ad
opera di Cromwell dell’ammutinamento di alcuni reparti dell’esercito a Burford. Cromwell guidò la
campagna contro gli insorti irlandesi, che fu segnata da massacri indiscriminati di cattolici e seguita
da deportazioni in massa e confische di terre a beneficio di protestanti inglesi. Vittoriosa fu la
successiva campagna di Cromwell in Scozia: si aprì la via per una unificazione politica delle isole
britanniche. Nel 1651 venne promulgato l’Atto di navigazione che riservava alla madrepatria il
commercio con le colonie nordamericane e ammetteva nei porti inglesi solo navi britanniche o dei
Paesi da cui provenivano le merci. Era un colpo diretto contro gli olandesi che esercitavano il
commercio d’intermediazione e infatti scoppiò subito la prima delle tre guerre navali anglo-olandesi
che finiranno per sancire la superiorità marittima britannica. Nel 1655 l’Inghilterra di Cromwell entrò
in guerra contro la Spagna e le strappò l’isola di Giamaica. Venne finalmente sciolto il Lungo
Parlamento nel 1653 e al suo posto venne insediata un’assemblea di 144 membri scelti dai capi
dell’esercito: fu il Parlamento Barebone che durò però solo 5 mesi. Una carta costituzionale
proclamò Cromwell Lord Protettore del Commonwealth d’Inghilterra, Scozia