Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 61
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 1 Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame storia moderna , prof Piero Sanna, libro consigliato L'Europa del 700, L.Guerci Pag. 61
1 su 61
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Per i conservatori e anche per i progressisti, gli Stati erano un punto di riferimento essenziale. Il

rifiuto degli Stati del Brabante e dell’Hainault di concedere i tributi al sovrano suonò come una

squilla di guerra. Le province poi proclamarono l’indipendenza dal dominio austriaco.

Un’organizzazione cetuale esisteva in Ungheria dov’era indiscussa la supremazia nobiliare. Erano

molto potenti i magnati, che sedevano alla Camera alta. La Sicilia sotto Carlo di Borbone entrò a

far parte del Regno delle Due Sicilie. Pur riconoscendo la sovranità del re di Napoli, l’isola godeva

di autonomia. Il vicerè lasciava mano libera ai baroni. Il parlamento si divideva in tre bracci: quello

militare o feudale, quello ecclesiastico e quello demaniale. Un arma per la tutela degli interessi

baronali era il diritto del parlamento di fissare l’ammontare delle imposte, di ripartirle e di

riscuoterle. In Polonia il dualismo costituzionale comprometteva il funzionamento dello Stato. Le

componenti della dieta erano tre: il re, il senato e la Camera dei deputati. Dominavano i nobili.

L’autorità regia era nulla. Il re, eletto dalla dieta doveva impegnarsi a convocarla regolarmente, a

rispettarne i poteri e a non violare i privilegi della nobiltà. La dieta esercitava il potere legislativo. La

Polonia era mantenuta dai magnati in una situazione di disordine. Nel 1772 subì la prima

spartizione. In Svezia l’assolutismo si era spinto avanti. Il re Carlo XI era poco permissivo con i

nobili e lasciò il regno al figlio Carlo XII. Carlo XII ebbe molti successi in guerra ma nel 1718 cadde

combattendo contro i danesi. Con la sua fine ci fu la fine dell’assolutismo, da lui esteso e

rafforzato. Il regno era a pezzi e la nobiltà ne approfittò per tornare alla ribalta con una politica di

pace, la corona elettiva e un mutamento di regime. Cominciava così l’Era della libertà. La dieta

fissò i propri poteri e quelli del sovrano. Alla dieta spettava il potere legislativo e controllava il

Consiglio di Stato, cui era affidato il potere esecutivo. I 16 membri del consiglio erano nominati dal

re. La Svezia era una monarchia parlamentare. Nelle Province Unite c’erano tensioni tra

repubblicanesimo aristocratico e assolutismo. Sul piano sociale si accentuavano le differenziazioni

e le polarizzazioni che si traducevano in inquietudine politica. L’incertezza dell’assetto

costituzionale dava spazio al manifestarsi dei conflitti. Le Province Unite erano una repubblica con

connotazioni monarchiche. Gli Stati generali sedevano in permanenza all’Aia. Vi partecipavano i

deputati delle sette province, ognuna delle quali aveva leggi proprie. Fondamentale era il ruolo

delle città. Erano privi di cittadinanza politica gli strati inferiori della piramide sociale e anche i

gruppi mercantili ricchi ed attivi. I deputati agli Stati generali non erano autorizzati a fare di testa

loro: prima di deliberare dovevano consultare gli Stati provinciali, che a loro volta consultavano i

committenti. La velocità dei lavori era ostacolata. In momenti di emergenza lo stadhouderato si

occupava di assicurare la velocità d’esecuzione che aveva permesso alle Province Unite di

fronteggiare le minacce esterne. I successi ottenuti dai vai stadhoulder avevano fatto assumere

delle connotazioni monarchica ad una carica che gli Stati generali non volevano sfuggisse al loro

controllo. Era previsto uno stadhoulder in ogni provincia e doveva vegliare all’esecuzione dei

deliberati degli Stati e mantenere l’ordine pubblico. Morto nel 1702 Guglielmo III d’Orange, gli Stati

generali lasciarono vacante la carica di stathoulder. Si riaprirono contrasti tra il partito dei reggenti,

difensore della repubblica aristocratica e della struttura federalistica, e il partito orangista, ostile al

patriziato e fautore della monarchia assoluta. L’invasione francese nel 1747 giocò a favore dello

stadhouderato. La disfatta screditò infatti il governo aristocratico e portò alla carica di statolder per

tutte e sette le province Guglielmo V d’Orange. Lo stadhouderato fu reso ereditario nella casa

d’Orange. Gli anni successivi furono tranquilli. La scena politica mutò negli anni settanta col

delinearsi di un movimento che coinvolgeva nella condanna sia il patriziato sia lo stadhouderato.

La sconfitta subita dalle Province Unite contro la Gran Bretagna nel 1780 alimentò un

repubblicanesimo aggressivo che sfociò in guerra civile. L’intervento militare prussiano assicurò la

vittoria a Guglielmo V. In Italia Genova e Venezia non avevano retto il passo delle grandi

monarchie. A Genova ci fu una sollevazione popolare nel 1746, quando l’odio per le truppe

austriache aveva investito con violenza anche il governo aristocratico accusato di arrendevolezza

nei confronti dell’invasore. Prese corpo un contropotere popolare. Ci fu poi un ripristino dello status

quo. Venezia sopravviveva aggrappandosi alla massima del quieta non movere. Mentre

tramontava il mito di Venezia, si affermava quello della Svizzera. Cittadini e borghesi in Svizzera

sedevano nel Consiglio generale ma erano esclusi dal Consiglio dei Duecento e dal Piccolo

Consiglio. Contro Pierre Fatio, che aveva sostenuto che spettasse al Consiglio generale il diritto di

stabilire e cambiare le leggi e gli editti, il Piccolo Consiglio intervenne drasticamente

condannandolo a morte. Dopo un periodo di calma i contrasti si riaccesero nel 1734. L’intervento

dei Cantoni di Berna e di Zurigo condussero al Regolamento dell’illustre mediazione, in base al

quale il patriziato riconosceva a Cittadini e Borghesi il diritto di fare richieste ai quattro sindaci e al

Piccolo consiglio. Cittadini e Borghesi volevano far rispettare le loro conquiste e il patriziato di

cercò invece di svuotarle di significato. La tensione si trasformò in crisi nel 1763. Cittadini e

Borghesi chiesero che della questione fosse investito il Consiglio generale. Il patriziato rifiutava la

formazione di due partiti: i rappresentanti e i negativi. Il conflitto mise in discussione l’intera

organizzazione dello Stato. Dalla difesa conservatrice delle leggi, che secondo i rappresentanti i

negativi avevano violato, si giunse ad adombrare la sovranità del popolo. I Natifs continuavano ad

essere in condizioni di minorità civile e politica. La rivoluzione ginevrina del 1768 fu un

compromesso tra Cittadini e Borghesi da un lato, e patrizi dall’altro. Una parte dei Natifs non aveva

cessato di reclamare la pienezza dei diritti civili e politici e il Consiglio generale venne parzialmente

incontro alle loro richieste. I patrizi scandalizzati chiesero e ottennero l’intervento delle potenze

garanti e trionfarono. Con il Codice Nero tutto tornava com’era prima del 1768. Nel Settecento la

monarchia assoluta godeva di consensi perché sembrava incarnare l’ordine ma non solo lei

suscitava simpatie. Il fatto che esistessero delle repubbliche alimentava idee di libertà suscettibili.

Si affermava che il regime repubblicano conveniva solo ai piccoli Stati. Si manifestava differenza

per la democrazia. Circolava uno spirito repubblicano; il quale significava esigenza di

partecipazione politica dei cittadini, esaltazione dei diritti individuali. Si vigilava contro gli arbitrii del

potere regio. Il repubblicanesimo acquistò maggiore franchezza. L’America era la terra della

libertà, dove sorse uno Stato senza re che perfezionava la lezione delle repubbliche antiche e

moderne. Nel 4 Luglio 1776 ci fu la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America.

Gli apparati burocratici e l’attività amministrativa

In Francia i vari Consigli non erano organi indipendenti l’uno dall’altro, bensì sezioni dell’unico

Consiglio di Stato del re. Le questioni di politica estera e interna erano trattate nel Conseil d’en-

haut e nel COnseil des depeches. Delle finanze e del commercio si occupavano il Consiglio reale

delle finanze e il consiglio reale del commercio. Il titolo di ministro spettava a chi veniva ammesso

al conseil d’en-haut. Per brigare meglio gli affari funzionavano dei comitati di ministri con eventuale

intervento di consiglieri e diplomatici. Non era prevista la carica di primo ministro. L’apparato

governativo francese era un modello di accentramento. All’unità teorica del Consiglio del re

corrispondevano nella pratica conflitti di competenze e rivalità. In Prussia con Federico II il sovrano

aveva il compito di decidere tutto e a lui spettava l’ultima parola sulle relazioni e i dispacci che gli

venivano inviati dai collaboratori e dagli organi governativi. La monarchia prussiana sembrava

funzionare a pieno ritmo, potendo contare su ingranaggi che Federico Guglielmo I aveva costruito

con cura e che Federico II conservò. Federico II salito al trono nel 1713 riformò l’amministrazione

dell’esteso demanio regio affidandolo a dei sovraintendenti-affittuari detti Amtmanner, dipendenti

dalle Camere provinciali dei demani e a loro volta sottoposte al Direttorio generale delle finanze.

Nelle città, un funzionario nominato dal re, il Commissarius loci, provvedeva alla riscossione

dell’accisa. Nei distretti il Landrat si occupava dell’imposta fondiaria, detta contribuzione. Era scelto

dalla nobiltà locale entro una serie di candidati approvati dal sovrano. Al di sopra dei Commissari

loci e dei Landrate c’erano dei Commissariati provinciali di guerra, che dipendevano dal

Commissariato generale di guerra. Nel 1723 tutto cambiò. In periferia furono create nove Camere

di guerra e demani ognuna delle quali ebbe un presidente, due direttori, quindici consiglieri,

cinquanta impiegati. Un nuovo funzionario, lo Steuerrat sostituì il Commissarius loci. Federico II

creò dei nuovi dipartimenti, uno per l’economia e l’altro per la guerra e anche uno per le

costruzioni. Nel 1763 all’indomani della guerra dei Sette anni la monarchia asburgica era molto

cambiata rispetto al 1740, l’anno in cui Maria Teresa prese il potere. Nel 1760 era stato istituito il

Consiglio di Stato che si occupava degli affari del blocco austro-boemo. Nell’apparato burocratico

andava ormai prevalendo il criterio della specializzazione funzionale. Nel 1749 si era avviata la

separazione della sfera amministrativa e finanziaria da quella giudiziaria. Kaunitz decise di abolire

il Directorium in publicis et cameralibus. Fu unità la cancelleria di Boemia e Austria. La Camera

aulica dei conti vide aumentare i suoi poteri di vigilanza sulle entrate dello Stato e un nuovo

Consiglio fu incaricato di gestire il debito pubblico. La Corte dei conti doveva accertare la

correttezza delle operazioni di tutti gli organi finanziari. Anche dopo la morte di Pietro il Grande in

Russia il sistema dei Collegi continuò a costituire l’ossatura dell’amministrazione zarista. Caterina

II creò nuovi Collegi. I

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
61 pagine
13 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valeder di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Sanna Piero.