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L'azione politica dei calvinisti e la riforma radicale

L'azione politica dei calvinisti fu spesso tutt'altro che pacifica: Calvino, come tutti i riformatori, predicava il rispetto verso il potere costituito, ma non per questo era a favore di una obbedienza incondizionata all'autorità. Per questo motivo il calvinismo sviluppò molto più spesso del luteranesimo una forza rivoluzionaria capace di espandersi a macchia d'olio e di resistere attivamente alle persecuzioni.

La riforma radicale, invece, si caratterizzò per la tolleranza religiosa nelle idee e nei fatti. Con Lutero, Zwingli e Calvino abbiamo una riforma magistrale, che ha avuto un ruolo dominante e l'alleanza con il potere politico. Accanto a questa, esisteva una "riforma radicale" costituita da gruppi minoritari, perseguitati da tutte le Chiese e da tutti gli stati. Non si trattò di un movimento omogeneo, ma alcuni principi fondamentali possono esserne considerati caratteristici. La concezione della Chiesa, secondo i riformatori radicali, era...

già scomparsa con la morte degli apostoli. Al contrario, Zwingli, Lutero e Calvino avevano iniziato una vera e propria riforma, un'opera di correzione di ciò che secondo loro era stato deformato rispetto ai primi secoli del cristianesimo. Mentre nella comunità formata da Cristo e dagli apostoli si entrava volontariamente, una Chiesa fondata sul battesimo dei neonati comprendeva invece la totalità degli abitanti del territorio su cui era stabilita quella chiesa. I riformatori radicali vollero ripristinare il cristianesimo apostolico e perciò fondarono delle comunità di cui facevano parte solo coloro che avevano sperimentato una conversione religiosa e un profondo cambiamento interiore. Il battesimo doveva essere un segno visibile di quel cambiamento e doveva quindi essere somministrato solo a coloro che avevano raggiunto l'età della ragione. Essi vennero chiamati anabattisti, cioè ribattezzatori; nonil battesimo impartito ai neonati, ribattezzavano gli adulti che volevano entrare nella loro .Documento 12: un credo anabattista (1527)Le comunità anabattiste erano "", in termine tecnico, senza accezione negativa. La comunitàera comunque composta esclusivamente da membri volontari. Ci fu una radicale separazione tra laChiesa e lo Stato: la comunità cristiana, secondo gli anabattisti, non doveva partecipare alla vitapolitica e civile perché tale partecipazione ne avrebbe compromesso lo spirito evangelico;analogamente lo Stato non doveva avere il diritto di intervenire nelle questioni religiose. Il rifiuto digiurare e la repulsione per ogni forma di violenza, impedirono agli anabattisti di ricoprire carichepubbliche e di compiere atti civili validi.Essi vennero considerati come una minaccia dalle autorità politiche e religiose europee in quantominavano alla base l'alleanza tra potere politico e

Potere religioso che costituiva il fondamento del cattolicesimo e della Riforma. L'anabattismo è dunque il lone principale della Riforma radicale. Nonostante il lone fosse caratterizzato da comportamenti pacifisti, non mancarono casi in cui si contrappose una violenza rivoluzionaria: Thomas Muntzer è un esempio.

Documento 13: Thomas Muntzer: la "parola interiore" e la spada (1524)

Una caratteristica importante del pensiero di Muntzer è l'accentuato spiritualismo: il criterio di verità nelle questioni religiose non è solo la Scrittura (come era invece per Lutero), bensì la "parola interiore", la Scrittura interpretata attraverso l'ispirazione di Dio.

Documento 14: Thomas Muntzer: contro Lutero (1524)

Muntzer polemizzò aspramente contro il conservatorismo politico-religioso di Martin Lutero.

Documento 15: Fausto Sozzini e la tolleranza religiosa (1585)

Nella seconda metà del 1500 quando le Chiese si

Erano irrigidite e chiuse nelle loro ortodossie e confessioni di fede, in pochi difesero la libertà di coscienza e tolleranza religiosa. Fausto Sozzini fu uno di questi difensori. Fondamentale nel suo pensiero è la compiuta formulazione della tolleranza religiosa. La Riforma radicale si può considerare alla base della tolleranza religiosa benché nei fatti la convivenza tra confessioni diverse si impose solo dopo sanguinose battaglie, su iniziativa delle autorità secolari che vedevano nella pace tra i loro sudditi una condizione indispensabile per consolidare il proprio potere.

Documento 16: le paci religiose del XVI secolo (1555-98)

a) Carlo V si fece rappresentare dal fratello Ferdinando per celebrare la Pace di Augusta 1555. Essa sanciva la legittimità della Chiesa evangelica, che poteva convivere con il cattolicesimo solo all'interno dell'Impero inteso come organismo politico: i singoli Stati dell'Impero (con eccezione delle libere

città imperiali) dovevano essere monoconfessionali (principio cuius regio, eius religio= chi governa decide la confessione religiosa). I problemi lasciati aperti dalla Pace di Augusta furono uno dei motivi dello scoppio della Guerra dei Trent'anni, che con la Pace di Vestfalia, stabilì il principio della tolleranza religiosa su basi più solide.

b) L'editto di Nantes, emanato da Enrico IV nel 1598 consentiva la coesistenza di due confessioni religiose diverse all'interno di un organismo politico unitario vasto come quello del regno di Francia. Questo editto sanciva una libertà più estesa rispetto alla Pace di Augusta. La sua dipendenza dal volere del sovrano tuttavia fu anche la sua debolezza: Luigi XIV nel 1685 rievocò l'editto, in virtù del principio sottolineato da Bodin, secondo cui un re non poteva essere vincolato da leggi emanate dai suoi predecessori.

4. Mutamenti nel cattolicesimo: il Concilio di

Trento e la Controriforma

La Chiesa Cattolica aveva cominciato a riflettere sui propri problemi ancora prima della crisi provocata dall'impatto con la Riforma. Con "Riforma cattolica" si intende quel moto di rinnovamento interno alla Chiesa che, in un primo momento, si era sviluppato indipendentemente dalla polemica contro il cristianesimo. Il cosiddetto Libellus ad Leonem X, ovvero un lungo memoriale presentato dai due camaldolesi (congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto è una congregazione monastica cattolica) a Leone X nel 1513. Con le riforme qui proposte, i due religiosi speravano di poter influire sul Concilio lateranense V (1512-17), ultimo concilio ecumenico prima di quello Tridentino. È comunque un documento di scarsa incidenza reale poiché venne stampato solo nel 1773.

Documento 17: i tentativi di riforma nel cattolicesimo: dal Libellus ad Leonem X (1513)

Il cosiddetto Libellus ad Leonem X opera dei camaldolesi veneziani Vincenzo

Querini e Paolo Giustiniani, viene considerato una delle espressioni più significative di tale tendenza. L'esigenza di una riforma interna alla Chiesa cattolica (a data del tutto al pontefice) contemplava il ricorso pesante a strumenti coercitivi come ad esempio la politica conversionistica nei confronti degli ebrei, oppure la proposta della censura libraria. Entrambe queste premesse sarebbero state realizzate qualche decennio più tardi, in piena età della Controriforma, ad opera di una Chiesa rafforzata e invigorita dalla lotta contro la Riforma protestante e dal Concilio di Trento.

A partire dagli anni Cinquanta del 1500, l'Inquisizione romana (1542) assunse un ruolo centrale nella Chiesa cattolica, condizionando anche i conclavi e l'operato dei pontefici. Le innovazioni proposte da Querini e Giustiniani riguardo la semplificazione degli ordini religiosi non vennero recepite, al contrario si ebbe una complicazione ulteriore degli ordini e congregazioni.

nuove istituzioni nella Chiesa del '500, si differenziavano dalle altre per una più rigorosa selezione dei propri membri e per un rinnovato impegno nelle attività caritative, nella propaganda religiosa e nell'evangelizzazione. Uno dei più importanti ordini nati in questo periodo era la Compagnia di Gesù che divenne in breve tempo uno dei principali e più attivi sostegni del cattolicesimo romano. I gesuiti furono i principali protagonisti della riconquista cattolica di vaste zone in cui si era diffusa la Riforma, come ad esempio la Polonia, completamente ricattolicizzata nel Seicento. Essi compirono una vasta opera di evangelizzazione nelle campagne e nelle zone marginali, soprattutto italiane, in cui l'istruzione religiosa, pur cattolica di nome, era carente o assente. Documento 18: le costituzioni della Compagnia di Gesù (1558) I gesuiti, come mostrano le loro Costituzioni, erano dotati di grande determinazione. La presenza di un

Quarto voto, faceva in modo che il gesuita si mettesse a completa disposizione del ponte ce. Il percorso per diventare un membro dell'ordine era caratterizzato da un lungo percorso di esercizi spirituali e autoumiliazioni a cui il novizio doveva sottoporsi. L'inquisizione e i gesuiti furono tra i più importanti strumenti della Controriforma. I capitoli trattano l'istituzione, la varietà delle persone, le domande fatte per conoscere meglio i nuovi membri, le regole da osservare, i libri da leggere.

Documento 19: i decreti del Concilio di Trento (1547-63)

Concilio di Trento

Il fu lo sfondo teorico dal 1545-1563. Portato a termine in tre fasi e pesantemente condizionato dalla complessa situazione politico-religiosa europea, il Concilio riunì in sé le esigenze di autoriforma e al tempo stesso di combattere "l'eresia" protestante attraverso rigorose definizioni dogmatiche (Controriforma). Espressione di

Quest'ultima caratteristica sono i decreti riguardanti la giustificazione e i sacramenti, formulati come condanne dalle dottrine riformate. Altrettanto importanti furono i provvedimenti di autoriforma, sia per quanto riguarda il culto, sia per quanto riguarda il clero. Il concilio delineò un modello ideale di vescovo che doveva essere "pastore del suo gregge". Il concilio influenzò notevolmente anche sugli aspetti della "vita civile", che a quei tempi era inseparabile dalla religione: il decreto sul matrimonio, riaffermandone la natura sacramentale, trasformò quello che per lungo tempo era stato solo un contratto tra due famiglie in un atto religioso. Il concilio di Trento rese obbligatoria la registrazione di battesimi, matrimoni e sepolture da parte dei parroci. Il testo riportato tratta i temi della giustificazione, la resistenza dei vescovi e dei loro sottoposti, i sacramenti in generale, l'eucarestia, il matrimonio e le immagini.

20: la pietà barocca: i gesuiti in missione a Bitonto (1646)

Lo slancio attivistico e missionario acquisito dalla Chiesa della Controriforma si manifestò in modo particolare nella diffusione del barocco, stile artistico che ebbe un grande impatto nel XVII secolo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
48 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaraw13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Arcangeli Alessandro.