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IL POTERE MONARCHICO

Le pretese universalistiche avanzate dalla Chiesa non mancarono di creare duri conflitti con i poteri

laici delle monarchie nazionali e prima dell’impero. I sovrani non contestavano i poteri religiosi del

Papa, ma quelli politici. Essi sostenevano principalmente una dottrina dualistica: nelle questioni

temporali avrebbe dovuto essere superiore il potere monarchico, nelle questioni spirituali il potere

del Papa. Anche il monarca riteneva che il suo potere derivasse da Dio, dunque al pari del potere

papale anche il potere monarchico era teocratico. Altra analogia fra i due poteri stava nel rapporto

fra le figure di comando il Papa e il sovrano, nei confronti delle masse sottomesse, come il Papa non

faceva parte della Chiesa ma aveva potere su di essa, allo steso modo il sovrano non faceva parte

del popolo ma lo comandava. Come per il potere pontificio tale distacco garantiva la non

responsabilità del sovrano: il popolo non poteva giudicare il re né togliergli il concesso, poiché egli

non era soggetto ad alcun potere restrittivo. Il sovrano comandava ed era responsabile del popolo

affidatogli da Dio. Se era relativamente facile trovare la legittimazione del potere pontificio nelle

Sacre scritture, il potere monarchico poteva riferirsi solo all’affermazione di San Paolo omnia

potestas a Deo, tale affermazione poteva però facilmente interpretarsi a sfavore del potere regio.

Infatti se ogni potere derivava da Dio, e esponente della volontà di Dio sulla Terra era il Papa, allora

anche i sovrani laici avrebbero dovuto essere sottoposti del Papa, non avrebbero dunque avuto

diritto ad alcun tipo di autonomia. Il fatto stesso che il re dovesse essere legittimato nelle sue

funzioni da una funzione religiosa, l’unzione regia, indicava che fra i re e Dio vi erano

necessariamente degli intermediari; al contrario fra il Papa e Dio non vi erano intermediari.

Il potere monarchico voleva presentarsi come autocratico, tuttavia il sovrano come signore feudale

aveva degli obblighi nei confronti dei proprio vassi, se gli obblighi non venivano rispettati il

sovrano perdeva la sua autorità sul vassallo che era svincolato dal vincolo dell’obbedienza. Dunque

il sovrano era detentore di due poteri contrastanti, secondo la funzione teocratica era la volontà del

sovrano a creare le leggi, senza che queste dovessero essere approvate da alcuno; secondo invece la

funzione feudale il potere del sovrano era fondato sul consenso dei vassalli. Gli esiti di questo

dualismo furono diversi, mentre alcune monarchie, come quella inglese, accentuarono

maggiormente la funzione feudale, altre, come la monarchia francese, accentuarono maggiormente

il carattere teocratico del potere.

L’EUROPA CRISTIANA E LE CROCIATE

L’Impero di Bisanzio

La rinascita dell’Occidente iniziata nell’XI sec. coincise con il declino dell’Impero Bizantino, uno

degli imperi pi longevi della storia, che aveva resistito alle invasioni germaniche, ungare e ai

successivi scontri con il mondo islamico. Fattori a favore di questa resistenza furono: una posizione

geografica strategica facilmente difendibile, (infatti Costantinopoli era per tre lati protetta dal mare,

per un terzo protetta da mura); una flotta potente tecnologicamente avanzata; una economia solida e

molto evoluta. Bisanzio dovette però cedere quasi tre quarti dei propri territori agli arabi, e in

seguito i Turchi Selguichidi, popolazione di origine asiatica islamizzata, che da molto tempo

premevano sui confini orientali dell’impero, si impadronirono di gran parte dell’altopiano iranico.

Nonostante queste perdite la città di Bisanzio mantenne il controllo di un territorio, circoscritto, ma

dislocato strategicamente fra Europa ed Asia, occupava l’attuale Grecia, Anatolia e parte della

Turchia. Nel 1054 si verificò la scissione fra le due Chiese di Occidente e d’Oriente, nacque così la

professione greca-ortodossa. L’impero Bizantino sebbene continuasse a resistere agli attacchi delle

minacciose forze confinanti era in profonda crisi, l’oppressione fiscale che gravava sulla

popolazione e lo sfruttamento cui erano soggetti i ceti più bassi della popolazione a favore di un

ristretto numero di nobili ne stavano sfaldando la società. Il distacco fra Occidente e Oriente si

accentuò ulteriormente con l’interevento in Sicilia e sud Italia prima degli Arabi nel IX sec. e poi

dei Normanni nel XI sec. , che portarono al conseguente definitivo abbandono dell’area da parte di

Bisanzio.

Gli arabi

Durante il periodo della presenza araba in Sicilia e in Spagna ira rapporti economici con la

popolazione erano stati molto intensi. I musulmani non frequentavano il mercato occidentale, in

compenso erano i mercanti occidentali a frequentare i maggiori porti orientali. Al pari di tutte le

grandi civiltà contemporanee anche gli arabi facevano uso del lavoro schiavile, ma poiché la legge

islamica proibiva di ridurre in schiavitù i Musulmani o gli infedeli che pagavano la tassa sul culto, i

mezzi per procurarsi gli schiavi erano le razzie e il commercio regolare. Fra i primi erano i

commercianti veneziani ad avere il monopolio del commercio schiavile, essi infatti non

disdegnavano di vendere ai musulmani schiavi provenienti soprattutto dalle popolazioni slave,

proprio dal termine sclavus “schiavo” deriva da slavus, in sostituzione del latino servus.

Tuttavia i contatti fra i mondi cristiano e musulmano non bastarono a far superare le barriere

religiose che dividevano i due popoli. I Cristiani ritenevano gli arabi infedeli i musulmani perché

non adoravano Gesù Cristo. Rispetto alle altre religioni però i Musulmani ritenevano superiori i

culti cristiano ed ebraico, poiché religioni monoteiste. Inoltre a Cristianesimo ed Ebraismo veniva

riconosciuto il grado di religioni rivelate, alla colpa di ebrei e cristiani che li rendeva infedeli stava

nel non volere accettare la rivelazione ultima di Dio, il Corano dettato a Maometto. Ai Cristiani e

agli Ebrei che vivevano nei territori islamizzati era permesso professare la loro religione e

frequentare i luoghi di culto, dovevano però riconoscere formalmente la superiorità della religione

islamica attraverso il pagamento di una tassa.

La visione del mondo per i Musulmani era fortemente dualistica, esso si divideva in Casa

dell’Islam, che comprendeva tutti i territori già islamizzati, e Casa della guerra che comprendeva

tutti i territori non ancora islamizzati, che dovevano essere assoggettati al culto del vero Dio. In

questo senso l’impero islamico tendeva alla sottomissione del mondo alla religione islamica, tale

progetto venne progressivamente lasciato ad un indefinito tempo futuro a seguito dei freni posti

all’espansione araba dai i più forti nemici di Cina, Bisanzio ed Europa Occidentale.

Infatti dopo aver conquistato la Sicilia e la penisola Iberica i musulmani furono presto disturbati dai

Normanni che operarono la riconquista della Sicilia fra il 1061 e il 1091; allo stesso modo fra l’ IX

e il X sec. numerosi cavalieri normanni e francesi su invito del Papa, come per una Crociata,

attuarono la Recoquista, la riconquista dei territori caduti in mano agli arabi, man mano tornarono

cristiane tutte le maggiori città arabe Toledo, Saragozza, Cordova, Valenza, Siviglia, Granada, che

cadde solo nel 1492. In questo periodo infatti il mondo islamico stava subendo una forte crisi

dovuta alla sua grande frammentazione politica: i musulmani erano divisi in innumerevoli sette

religiose che lottavano fra loro per conquistare l’egemonia sul mondo islamico.

Le crociate

Dal momento che ormai da tempo i regni cristiani si combattevano in guerre fratricide la Chiesa

indicò i musulmani come nemico comune a tutta la cristianità religiosa. Ciò rinsaldò l’unità

religiosa dei cristiani e indirizzò la forza militare e la brama di conquistare nuove ricchezze del ceto

cavalleresco e dei commercianti contro gli infedeli che avevano occupato i luoghi santi della

Palestina, dove era nato e morto Gesù Cristo. Le Crociate dunque aveva motivazioni religiose,

quanto soprattutto motivazioni economiche.

La Palestina ebbe sempre importantissime valenze religiose, venne fatto il punto di riferimento delle

tre religioni monoteiste: per gli Ebrei la Palestina è la Terra promessa, dove sorgono il Tempio e il

Muro del pianto; per i Cristiani è la regione dove vi è il Santo Sepolcro e dove è nato Cristo; per i

Musulmani è il paese della montagna di Abramo, dalla quale Maometto vene assunto in cielo.

Nel 1096 vi fu una prima crociata non ufficiale detta “crociata popolare”, una massa inferocita di

poveri, fanatici, nobili decaduti compì stragi e razzie indiscriminate, vennero poi dispersi dagli

Ungari e in seguito definitivamente sconfitti dai Turchi.

La prima crociata “ufficiale” venne combattuta fra il 1096-1099, venne guidata da Goffredo di

Buglione. I crociati giunti in Oriente dovettero trattare con l’imperatore di Bisanzio per ottenere il

permesso di attraversare l’impero. L’imperatore Alessio I volle essere eletto almeno formalmente

capo della spedizione, sperando di poter così ottenere il controllo su nuovi territori. Gerusalemme

venne liberata, ma gli accordi con Bisanzio non vennero rispettati e i territori conquistati vennero

assegnati come feudi ai diversi signori che avevano condotto la guerra. Si formarono così in Oriente

diverse compagini feudali cristiane: in Armenia venne costituita il principato della Piccola Armenia;

Baldovino di Boulogne si stabilì in Mesopotamia dove fondò il principato di Edessa; Goffredo di

Buglione fu a capo del Regno di Gerusalemme col titolo di advocatus (difensore) del Sacro

Sepolcro. Poco tempo più tardi il Conte Raimondo di Tolosa fondò la contesa di Tripoli, in Libano.

La seconda crociata si combattè dal 1147 al 1149 da Corrado si Svevia e Luigi VII per riconquistare

il principato di Odessa, caduto nuovamente in mano agli arabi, fu sostanzialmente inconcludente.

La terza crociata venne combattuta fra il 1189 e il 1192 da Federico Barbarossa (che vi morì),

Filippo II, e Riccardo Cuor di leone, per liberare Gerusalemme caduta in mano dei turchi guidati da

Saladino. La spedizione ebbe come unico risultato la creazione del regno di Cipro.

La quarta crociata venne indetta da Papa Innocenzo III nel 1202 con lo scopo ancora di

riconquistare Gerusalemme. Tuttavia la crociata venne sfruttata dal doge di Venezia che mise a

disposizione la flotta veneziana per trasportare in Oriente i Crociati, a patto che questi

conquistassero Zara, città chiave per i commerci nel Mediterraneo. I crociati espugnarono Zara, ma

si fecero coinvolgere nelle lotte che al tempo laceravano l’impero Bizantino per la successione al

trono, nel 1204 Costantinopoli venne assediata ed espugnata, vi venne dunque insediato un debole

Impero latino d’Oriente, re

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
33 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Karenina3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Collavini Simone Maria.