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Alto Medioevo: Panorami economici e ambientali

Il paesaggio è un'azione che modella la storia, lo spazio fisico che condiziona l'agire umano.

Il periodo fra V e VI secolo venne caratterizzato da una crisi continua, causata da diversi fattori:

  • Le guerre.
  • Sconvolgimento assetti produttivi.
  • Cambiamento climatico (faceva più freddo). Questo portò ad un bisogno incessante di legname, con cui vengono costruite le case e ci si può scaldare.
  • Epidemie.

Questi portarono ad una crisi demografica ed una conseguente crisi delle aree coltivate, non più sfruttate per mancanza di manodopera. Le aree boschive aumentano ma vengono controllate dagli uomini: sono loro per lo più a piantare piante (castagni). L'incolto viene sfruttato. I maiali vengono lasciati pascolare nei boschi, dove si va per raccogliere frutti spontanei, pescare e cacciare. In età post-romana il legno divenne fondamentale per sopravvivere.

I centri

cittadini che sopravvivono sono spopolati e alcune aree collassano. Nel VII secolo il calo demografico pare arrestarsi. Il nuovo scenario che si instaurò si potrebbe definire "sistema ruralizzato", caratterizzato da: - Scomparsa prelievo fiscale. - Crisi aristocrazia senatoria. - Contrazione aree urbane. In questo periodo però si può notare una lenta crescita demografica, segnata dal mettere a coltura aree prima lasciate incolte. Questo significò una ripresa economica. A partire dall'XI secolo si poté notare anche una ripresa delle aree urbane. Questo precario equilibrio si ruppe con la "peste nera" della metà del Trecento, con un brusco calo demografico. L'economia era basata quasi interamente sull'agricoltura. Le grandi proprietà erano divise in piccole unità affittate a famiglie contadine libere o di servi. Con il collasso dell'Impero Romano, il peso economico sui contadini diminuì.

Partire dal secolo VIII questa situazione cambiò, con un deciso aumento sia del ruolo della grande proprietà sia del peso degli affitti. Si affermò il modello della Curtis bipartita in contesto franco, in cui i contadini affittuari (massari) pagavano i censi per l'affitto ed erano costretti a svolgere opere (corvée) nella parte dominicale, ovvero quella gestita direttamente dal signore. Le eccedenze produttive venivano vendute in una fittarete di scambi a livello regionale. Questo modello si diffuse anche in altre regioni, come l'Inghilterra, dove la riserva dominicale rimase importante per tutto il Medioevo, mentre nel contesto continentale perse di importanza. L'aumento della produzione agricola permise ad una parte della popolazione di dedicarsi ad una produzione artigianale specializzata, sempre più concentrata nei centri urbani.

I circuiti di scambio

Il tardo impero costituiva un "sistema-mondo", caratterizzato da scambi

Fiscali (gestiti dallo stato) che interessavano tutte le regioni. Le aree che erano altamente specializzate in un’unica produzione subirono un vero collasso. Con la nascita dei regni romano-germanici il sistema si semplificò e, per quanto riguardò l’economia interna, la circolazione commerciale ebbe esiti diversi.

Per quanto riguarda gli scambi a lungo raggio un ruolo decisivo fu svolto dalle tratte marittime. La moneta principale per le transazioni importanti era il denaro d’argento carolingio mentre per le transazioni minori veniva usato il baratto. Con il passare del tempo si assistette ad una quantità d’argento minore nelle monete, parallela ad un aumento massiccio della loro circolazione.

Altre monete che troviamo nel medioevo sono:

  • Il tarì, una sottilissima lama d’oro con il nome di Federico II o di sua madre Costanza.
  • L’augustale, coniato da Federico II sulla base delle monete augustee.
  • Fiorino, moneta di Firenze.
  • Genoino.

moneta di Genova. A partire dal Duecento si svilupparono fiorenti attività bancarie e di credito.

La nascita dell'islam: l'egira e il califfato

La nascita dell'islam è qualcosa di improvviso: non ci furono avvisaglie e avvenne in modo molto rapido. In pochi decenni, ebbe un fortissimo impatto, molto di più rispetto a quando nacque Cristo. In quest'ultimo caso le trasformazioni avvennero in maniera lenta e graduale (tre secoli e mezzo dopo divenne religione dell'impero).

La penisola arabica, inizio VII sec, era una realtà politica profondamente frammentata, con influenze ebraiche, cristiane e pagane. Queste popolazioni erano sia stanziali (città, oasi) sia nomadi (beduini). La lingua era per tutti l'arabo. C'erano alcuni centri urbani, a vocazione commerciale, molto importanti, come ad esempio La Mecca, che potevano custodire anche delle reliquie.

L'arcangelo Gabriele rivela a Maometto la nuova religione: si pone

come rivelazione finale dopo quelle parziali di Abramo e Gesù, pensata solo per gli arabi. È una religione prescrittiva: dice una serie di atteggiamenti da avere e se li fai allora sei credente. Per il cristianesimo la parola chiave per essere credente è il credere. Progressivamente fu trascritta in un nuovo libro sacro, il Corano, in cui delineano i cinque pilastri fondamentali:
  1. Preghiera
  2. Elemosina
  3. Ramadan
  4. Pellegrinaggio una volta nella vita alla Mecca
  5. Non c'è divinità al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta (devozione)
L'intransigenza di Maometto verso gli altri culti pagani, che sostituivano una delle risorse economiche della Mecca, portò ad un inevitabile conflitto, che si concluse con la sua espulsione dalla città. Si rifugiò a Medina, dove si convertirono quasi tutti e venne elaborata una nuova tipologia di comunità, la umma. La Mecca alla fine si arrende e si converte. Maometto muore.nel 632, ma i guerrieri che restano non si fermano e continuano a portare avanti il loro messaggio. Queste tribù si proiettano fuori dalla penisola e iniziano una serie di incursioni nell'Impero Bizantino e nell'Impero persiano. Capendo che sono in crisi decidono di conquistarli. L'impero persiano era in crisi a causa di conflitti dinastici, cede e viene conquistato. Gli arabi si orientano verso l'impero bizantino e, nelle aree in cui la fiducia non è così sicura verso Bisanzio, come in Siria e in Egitto, la popolazione si arrende. Così facendo erano liberi di poter praticare la propria fede, diversa da quella dell'Impero (erano monofisiti = solo natura divina di Cristo). Gli arabi infatti non sono intenzionati a convertire tutti: molte popolazioni si convertono all'Islam di loro spontanea volontà, come gli zoroastriani in Siria. Anche l'Africa, la Sicilia e Creta cedono. Si fermano solo all'Impero cinese, in.seguito alla sconfitta subita. Nell'arco di neanche un secolo conquistano la Spagna, nord Africa, la penisola arabica, l'ex impero persiano e parte dell'impero bizantino. Dopo la morte di Maometto viene scelto un successore fra un gruppo di persone che credettero a Maometto fin dall'inizio. Il primo fu il suocero, Abu Bakr. Questi capi si chiamano Califfi ben guidati. Quando le persone che conoscono Maometto muoiono, si crea una dinastia, chiamata Omayyade, che è una famiglia aristocratica meccana che sceglie di spostare la capitale a Damasco. Tentano di instaurare una comunità in senso monarchico sul modello persiano e bizantino. Sconfiggendo questa dinastia, prende il potere la famiglia degli Abbasidi, che fonda Baghdad, nuova capitale del califfato. Questa famiglia arriva al potere tramite una rivolta sostenuta dagli sciiti, che vengono però emarginati poco dopo aver preso il potere. I sopravvissuti degli Omayyade si rifugiano nella parte

più periferica del califfato, ovvero in Spagna. Formalmente sono dentro il califfato ma rimangono indipendenti, poiché il califfato non riesce a gestire quei territori.

In questo contesto, religione e politica sono strettamente legate, ogni forma di eterodossia viene vista come una forma di rivolta contro chi detiene il potere. La umma coincide quindi con il califfato.

La fitna (disordine/guerra civile) prende piede fin dai primi anni. La principale frattura è quella fra i sunniti (sunna, cioè tradizione) e gli sciiti (Shia al Ali, califfo ben guidato nonché genero di Maometto. Ci sono differenze di tipo dottrinale che portano a costituire un gruppo a sé). Esiste anche la minoranza dei khawarij (qualunque buon musulmano può diventare califfo). Questi movimenti sfruttano il malcontento delle minoranze politiche ed etniche e lanciano continue ribellioni dalle aree periferiche, dove risiedono.

Il califfato unisce le regioni più ricche

della religione all'interno del califfato, ma sono soggette a tassazione. Le regioni cristiane che cadono sotto l'Islam sono aree in cui il cristianesimo si era consolidato e rappresentavano il fulcro della religione. San Paolo era siriano, sant'Agostino era tunisino. Le altre religioni monofisite possono praticare liberamente la loro religione all'interno del califfato, ma sono soggette a tassazione.

fede liberamente, così come altri cristiani. I cristiani tendono a restare cristiani mentre gli zoroastriani tendono a convertirsi all'Islam. Siccome l'Islam è una rivelazione che è destinata agli arabi, per un paio di secoli gli arabi islamici sono considerati superiori rispetto ai musulmani non arabi. Questo porta ad un processo di arabizzazione molto forte. In Spagna troviamo molte famiglie visigote che cercano di convincere gli altri delle proprie origini arabe. Le famiglie aristocratiche persiane invece tengono alle proprie origini persiane.

Franchi

Clodoveo
Figlio di Childerico, sconfigge tutti gli altri re, unifica i franchi e conquista tutta la Francia. Sconfiggendo un generale romano vicino Parigi, poi i visigoti e poi conquistando un'area tedesca, riuscì a costituire una solida base di potere, basata su enormi patrimoni fondiari. L'area sotto il suo controllo su Austrasia, Neustria (con centro Parigi) e la Burgundia. In questi

Regni gli unici che possono diventare re sono della dinastia merovingia (dinastia di Clodoveo, il cui nome deriva dal mitico capostipite).

Dettagli
A.A. 2019-2020
54 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DeboraColombatto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Fiore Alessio.