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PARTE II

una volta reimpostato in questi termini la discussione viene a delinearsi subito un forte

contrasto tra Demea e Cleante (che è maestro di Panfilo). Il primo ripropone una teologia

vecchia rispetto alla nuova scena del sapere sopra delineata, difatti insiste sul carattere

misterioso ed incomprensibile della divinità con l'intento di sottrarne la natura all'indagine

razionale; al contrario Cleante dichiara di basare il suo teismo sull'argomento del disegno o

progetto dell'universo da parte di un'intelligenza ordinatrice. Sarà proprio questo argomento

a costituire il tema centrale dell'opera si tratta di un argomento per analogia che comporta

tre passaggi fondamentali:

1. il mondo somiglia ad una macchina ben congegnata o meglio ad una grande

macchina suddivisa in un numero infinito di macchine più piccole tutte perfettamente

disegnate

2. tutte le macchine che conosciamo solo il prodotto di un disegno intelligente

3. pertanto il mondo e l'opera di un'intelligenza enormemente superiore a quella umana

ossia l'intelligenza divina.

Attraverso questa argomentazione Cleante vuole dimostrare non solo l'esistenza di un autore

della natura ,ma anche la sua estrema somiglianza con la mente dell'uomo benché la mente

divina si situi ad un grado infinitamente più elevato questo secondo Cleante è il fondamento

razionale della credenza religiosa almeno nei limiti della religione naturale che non ricorre

dunque alla rivelazione; questo è un argomento a posteriori basato su constatazioni

procedure empiriche dello stesso tipo di cui si vale tanto l'esperienza comune quanto la

scienza sperimentale e il tipo di ragionamento analogico impiegato nell'argomento è simile a

quello proprio della conoscenza empirica.

Di contro Demea non accetta l'idea di abbandonare le prove tradizionali a priori, ossia

basate su un ragionamento astratto della metafisica ( cui egli parlerà largamente nella IX

parte), significa concedere agli altri un vantaggio che questi non avrebbero mai potuto trarre

dalla sola forza dell'argomentazione. Dunque filone parte subito all'attacco criticando

l'argomento per analogia su cui si basa il teismo sperimentale di Cleante dimostrando che il

ragionamento analogico è debole in primo luogo perché l'analogia non tiene conto di

differenze e di analogia come avviene ad esempio quando dalla circolazione del sangue

negli animali interferiamo le caratteristiche dalla circolazione della linfa nei vegetali in

secondo luogo perché la nostra fiducia nell'indifferenza dagli effetti alle cause si fonda su

modelli di regolarità constatati nei casi dell'esperienza precedente. Tuttavia la somiglianza

dei casi non viene affatto garantita nel passaggio dall'esperienza comune a quel caso unico

incomprensibile che invece l'organizzazione dell'universo. Ad esempio per analogia

istituiamo una somiglianza tra la casa sappiamo che esiste un architetto e l'universo che

supponiamo essere ugualmente stato architettato da un'intelligenza ma bisogna dire che i

due esempi sono profondamente diversi mentre per la casa possiamo fondarsi su esperienze

precedenti in cui abbiamo visto che la sua causa ossia l'architetto era costantemente

congiunta all'effetto ossia la casa stessa, nel caso dell'universo ci troviamo di fronte a un

effetto che unico nel suo genere e per il quale pertanto non disponiamo di precedenti

esperienze relative al nesso di congiunzione tra causa ed effetto. Dunque concludere filone

differenza causali di cui ci serviamo abitualmente per oggetti di esperienze ripetute non è

applicabile nel caso di un effetto che ha unico nel suo genere.

Benché l'esempio della casa fosse già presente nel testo di Cicerone De natura deorum

tuttavia il trattamento della relazione di causa ed effetto che fa da sfondo alle critiche di

filone presuppone in modo specifico la dottrina della causalità svolta da Hume dai primi

tempi delle sue ricerche di fatti in questi studi egli aveva argomentato che non vi sono cause

necessarie ma che tutti ne derivano dall'osservazione di connessioni ripetute e regolari tra

eventi di cui abbiamo esperienza. Traendo le conclusioni dunque se l'esistenza di un

Architetto dell'universo provata in modo simile a quella dell'orologiaio nel caso

dell'orologio le cause dovrebbero assomigliare sia per l'universo sia per una macchina di

costruzione umana. Però le conseguenze che filone ne trae per la teologia non sono quelle

che il pensiero religioso si attende egli difatti dichiara di accettare il principio di Newton per

cui cause simili trovano effetti simili ed effetti simili a loro volta provengono da cause simili

ma subito dopo mostra i gravi inconvenienti di ordine teologico questa nuova versione

scientifica dell'argomento finalistico presentano; infatti l'argomento del disegno ha

l'inconveniente di basarsi su un giudizio antropocentrico in un procedimento di

estrapolazione dalla parte all'lo inoltre non è vero che nell'universo l'intelligenza sia il solo

principio di ordine infatti vegetazione e generazione svolgono almeno una parte equivalente

nel dare forma agli effetti naturali infine e lo si è già visto ogni argomento induttivo richiede

l'esperienza ripetuta del fenomeno in questione per poter istituire il nesso tra l'effetto e la

causa in altri termini ogni ragionamento causale richiede una generalizzazione ma

l'argomento Filone Dio come causa e l'universo come effetto sono unici nel loro genere.

Questa parte si conclude quindi con una netta vittoria degli argomenti anti finalistici di

Filone.

PARTE III

a questo punto Cleante si trova costretto a riorganizzare l'argomento del disegno per poterlo

sottrarre alle critiche di Filone. A questo scopo egli sembra risoluto ad abbandonare i

principi dell'induzione causale e dell'analogia; in questo modo egli fa della finalità presente

nell'universo una sorta di evidenza immediata frutto più di una constatazione irresistibile

che di un ragionamento elaborato sul quale gli argomenti scettici potrebbero avere presa. in

questa nuova veste La somiglianza delle opere della natura con quella dell'arte non ha

bisogno di essere dimostrata sarebbe sufficiente constatarla per un essere unico giacché

colpisce la mente con una forza uguale a quella della sensazione. Questi argomenti

appartengono all'apologetica stampo Newtoniano che hanno pervaso la cultura britannica

del XVIII secolo. Qui Cleante propone due esempi ( immagina una voce che parli dalle

nuvole e una biblioteca di libri viventi) ma più solidamente il classico esperimento mentale

della perfezione dell'occhio; tutti questi esempi dovrebbero convincere dell'esistenza di

un'intenzione intelligente dietro a ciascuno di questi fenomeni. In tutto questo intervento vi

è una forte allusione a Berkeley e alla sua concezione della natura come espressione di un

linguaggio divino parlerebbe agli spiriti e quindi sarebbe il segno di un'organizzazione

intelligente della realtà. In questa parte sembra gli stia un colpo decisivo a favore di Cleante

tanto che filone si mostra imbarazzato e confuso; si propone un mutamento è Demea il quale

accusa Cleante di antropomorfismo. Demea è un credente dichiarato e per lui il teismo

sperimentale di cleante è una forma estrema di antropomorfismo giacché concepire la

divinità per analogia con la mente umana può portare a tali conseguenze.

PARTE IV

Interviene Cleante il quale sostiene che la posizione di Demea sia puro misticismo poiché

per salvare la trascendenza finisce per rendere la divinità stessa assolutamente

incomprensibile ma paradossalmente questa posizione si ricongiunge a quella degli scettici

libertini e anche i i quali attaccano l'irrazionalità dell'esperienza religiosa. In fondo i mistici

sarebbero solo degli atei senza saperlo giacché la mente infinitamente semplice senza

distinzioni ed incomprensibile che Demea attribuisce al Dio non è propriamente una mente

nell'unico significato comprensibile cioè umano di questo termine; il mistico finisce per

svuotare l'intera stessa di Dio volendo elevare la sua natura al di sopra di ogni

comprensione.

PARTE V

Filone osserva che l'argomento del disegno cioè il vero sistema del teismo sperimentale

dipende da un principio basilare ossia che effetti simili producano cause simili; ma proprio

la considerazione dell'universo alla luce delle moderne scoperte astronomiche a un duplice

effetto negativo per l'ipotesi turistica infatti da un lato la nuova visione scientifica accresce

la distanza tra i prodotti artificiali della mente umana e l'universo come possibile effetto di

un'organizzazione intelligente d'altro canto se la casa deve essere proporzionata all'effetto

l'universo in quanto effetto finito e in perfetto non consentirebbe mai di inferire l'esistenza

di un Dio che sia infinito assolutamente perfetto ed unico. Quindi anche se fosse valido

argomento del disegno non sarebbe idoneo a provare il Dio della teologia. Filone dunque

passa il principio di ordine al vaglio ossia della religione sia dell'esperienza la prima mostra

che non vi è motivo di ritenere il mondo ideale più auto esplicativo di quanto possa esserlo

quello materiale inoltre per quanto riguarda l'esperienza egli constata che se si danno casi in

cui le idee si dispongono in ordine da sole altrettanto può avvenire anche nella materia come

nella generazione e nella vegetazione.

Perché allora dovremmo pensare che l'ordine sia più essenziale al pensiero che alla materia?

La reazione di Cleante è un esplicito richiamo al mondo newtoniano: Non indagare le cause

ultime, rifiutarsi di assecondare un'aspirazione metafisica che può soltanto naufragare nei

tubi astrusi di filone e invece bisogna limitarsi a registrare l'ordine della natura che può

spiegarsi unicamente con la presenza di un autore intelligente; ha risposto di ciò lo scettico

filone si appella ad una buona norma del ragionamento scientifico ossia effetti particolari

dovrebbero essere spiegate con cause più generali e non con l'intervento di un'altra causa

particolare come invece fa Cleante ricadendo in un palese tentativo di spiegazione ad hoc

rilascio del tutto insoddisfatta la mente scientifica; a sostegno di ciò filone sottolinea il fatto

che le nuove scoperte su scala macroscopica come l'astronomia e microscopica l'universo in

miniatura allontanano sempre più effetto da spiegare dalla somiglianza con gli effetti

dell'arte e della capacità inventiva dell'uomo vi sono dunque moltissime differenze di scala

che possono essere riassunte in due affermazioni:

1. se la causa è propo

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliasiviero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Paganini Enrico.