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WEI E WUWEI

Zhuangzi intende “l’agire umano che forza la natura”, mentre è l’opposto, ovvero

Per wei il wuwei

seguire il tao senza cercare di sovrapporvi la propria volontà.

Tutto ciò che rientra nel concetto di ego è periferico, mentre il centro risiede nel lasciarsi andare alla

corrente del Cielo e del Tao. IL SANTO

Il santo per Zhuangzi è colui che resta unito al Tao in modo tale che non vi è distinzione tra lui e il

Cielo. Non ha più desideri, incertezze, conflitti, mancanze, ma vive in totale pienezza cosmica.

L’umanità nel senso confuciano è dunque un ostacolo al raggiungimento di questo livello superiore.

L’ENERGIA VITALE

IL QI,

L’energia vitale deve essere assottigliata ed allenata il più possibile per agevolare il processo di

fusione con il Tao. Da qui gli esercizi di respirazione e motori (come il Taijiquan) e le tecniche per

conservare e purificare questo flusso spirituale.

IL DAODEJING

(certo uno pseudonimo), l’opera è diversa in quanto struttura: una

Nota anche con il titolo di Laozi

poesia ritmata e rimata, piuttosto criptica. dell’argomento da trattare.

La ricerca forse di una forma che corrispondesse alla difficoltà

La risposta sia alla morale confuciana che all’attivismo di Mozi è non agire perché la forza si ritorce

sempre contro se stessa.

“Il santo, non agendo, nulla distrugge, non impadronendosi di nulla, non ha nulla da perdere”

LA METAFORA DELL’ACQUA

L’acqua, che apparentemente è il materiale più umile, debole, ha la meglio sui materiali più solidi.

“L’acqua, benefica a tutti, di nulla è rivale, … è alla Via assai vicina. Niente al mondo è più debole

e cedevole dell’acqua ma per intaccare ciò che è duro e forte niente la supera. […] che la debolezza

vince la forza e la mollezza vince la durezza, non v’è nessuno sotto il Cielo a non saperlo benché

nessuno lo sappia mettere in pratica.”

è associata allo yin e all’elemento femminile, che il taoismo preferisce a quello maschile,

L’acqua

privilegiato dal confucianesimo.

stesso è definito come “la madre dei diecimila esseri”.

Il Tao

Mentre Zhuangzi nega esplicitamente l’opportunità per il saggio di dedicarsi alla vita sociale e

politica, Laozi invece sottolinea come il non-agire sia ottimamente applicabile anche al governo del

paese, stabilendo un’identità tra il “governare se stessi e governare il Paese” (zhishen zhiguo)

GLI STATI COMBATTENTI

Il periodo degli Stati Combattenti viene solitamente fatto iniziare nel 453 a.C., anno in cui lo Stato

di Jin, in seguito a lotte interne tra principati, si divise in tre Stati: Zhao, Wei e Han.

In questo periodo i sette Stati del territorio Cinese, Zhao, Wei, Han, Qi, Qin, Yan e Chu, iniziarono

a farsi guerra tra loro per ottenere il predominio su tutto il territorio, che si concluse nel 221 a.C.

con la vittoria dello Stato di Qin.

Questo periodo, oltre a continue guerre e lotte interne, fu anche caratterizzato da un grande

sviluppo.

Infatti in quest’epoca avvenne la scoperta del ferro, che portò ad un miglioramento nel settore

delle armi, ma anche dell’agricoltura e dell’industria.

Alcune innovazioni di questo periodo furono ad esempio, nel settore militare, la balestra, che si

sostituì all’arco, la nascita della fanteria e delle truppe a cavallo, che rimpiazzarono i pesanti e

guerra di epoca Shang e Zhou, mentre nel campo dell’agricoltura si assistette

scomodi carri da

all’invenzione dell’aratro di ferro trainato dai buoi, che consentì ai contadini di migliorare e

velocizzare i tempi di coltivazione.

Tutto questo portò ad una grande fioritura del commercio, adesso tutto si pagava in denaro, come ci

testimoniano le numerose monete a forma di vanga, di coltello e circolare ritrovate negli scavi

archeologici.

In virtù di queste innovazioni si verificò una grande crescita demografica, e la maggior parte della

popolazione viveva in città circondate da mura, in cui erano presenti ogni tipo di industrie e negozi.

Inoltre molti Stati, tra cui quello di Qin, imposero la coscrizione obbligatoria, aumentando così il

numero dei soldati. un’èlite colta che, al servizio dei principi regionali,

Sorse anche un nuovo strato sociale: gli shi,

influenzava fortemente il clima politico, e costituirono una sorta di nuova burocrazia degli Stati.

Grazie all’adozione della dottrina legista, lo Stato di Qin riuscì nell’arco di un ventennio, ad

unificare il territorio Cinese sconfiggendo gli altri Stati nel 221 a.C.

Shang Yang, un consigliere venuto alla corte dei Qin, tramite una serie di riforme, cambiò

profondamente la struttura dello Stato: le terre dei latifondisti vennero espropriate e distribuite ai

contadini, i nobili vennero esclusi dall’amministrazione in favore dei funzionari e della burocrazia,

e l’intero Stato venne suddiviso in governatorati e distretti, amministrati non da nobili, ma da

funzionari del centro.

Venne imposto il servizio militare obbligatorio, creando così un potente esercito.

Nel 350 Qin spostò la sua capitale a Xianyang, e da lì iniziò la sua espansione su tutto il territorio,

completandolo con la guerra contro Chu.

Dopo l’unificazione dell’impero, il re Ying Zheng si proclamò imperatore della Cina col nome di

Qin Shi Huangdi. I QIN

l’unificazione del territorio Cinese, la nuova dinastia pensò a come mantenere il controllo dei

Dopo

territori senza affidare i terreni ai vari principi regionali, poiché avrebbe senz’altro provocato il

rafforzamento di questi ultimi a danno dello Stato centrale.

La soluzione a questo problema fu trovata da Li Si, primo ministro di Qin, che attuò una serie di

riforme che modificarono profondamente tutto il sistema politico: vennero uniformate le monete, i

pesi e le misure, la scrittura (La cosiddetta grafia del Piccolo Sigillo) , il calendario e lo scartamento

dei carri, furono distrutte mura cittadine, bruciati gli annali dei vecchi Stati preunitari e il territorio

fu diviso in 36 governatorati a loro volta suddivisi in distretti, amministrati non più da nobili locali,

ma da funzionari del centro.

Inoltre, 120.000 famiglie furono fatte trasferire nella capitale Xianyang, a simboleggiare l’idea di

centralismo che il nuovo impero si proponeva.

Dunque il vero potere dell’impero dei Qin fu la burocrazia, organizzata capillarmente e

centralizzata, e il suo sviluppo fu possibile anche grazie alla diffusione della scrittura.

Infatti sono state ritrovate numerose listarelle di legno o di bambù contenenti i testi scritti.

l’imperatore ordinò il cosiddetto “Rogo dei libri”,

Nel 213 a.C. ovvero fece bruciare tutti i testi

scritti, specie quelli filosofici, a eccezione dei testi medici, tecnici, legisti e degli annali di Qin.

Questo simboleggiava la rottura con il passato, soprattutto con i confuciani che cercavano

e la conversione alla nuova mentalità centralista dell’impero.

legittimazione in esso,

Una copia di ciascuna opera, tuttavia, fu conservata nella biblioteca imperiale, da destinare alla

consultazione da parte degli eruditi.

Inoltre si narra che l’imperatore d’accordo con questa

abbia fatto uccidere 460 eruditi che non erano

decisione.

All’epoca Qin risale anche la costruzione della Grande Muraglia, che fu ottenuta unificando le mura

di Yan, Zhao e Qin. dalla Manciuria fino all’odierno Lanzhou,

Essa si estendeva per oltre 21mila km, e per la sua

costruzione 300.000 persone furono costrette ai lavori forzati.

Oltre alla Muraglia, i Qin fecero costruire anche una fitta rete di strade che collegava direttamente il

Nord e il Sud dell’impero, una rete di canali, che culminò nella costruzione del “Canale magico”

ed

collegava i fiumi Xiang e Li, nonché il famoso sepolcro dell’imperatore a Lintong,

Lingqu, che in cui venne rinvenuto l’esercito di terracotta.

nello Shaanxi,

L’imperatore intraprese anche dei lunghi viaggi nel tentativo di conquistare nuovi territori a Nord.

Morì durante uno di questi viaggi, nel 210 a.C.

Dopo la sua morte, cadde anche l’impero.

Il suo successore, arrivato sul trono grazie ad un complotto di Li Si e dell’eunuco Zhao Gao, si

dimostrò incapace di governare.

Li Si venne crudelmente ucciso, ed anche Zhao Gao.

Nell’impero scoppiarono una serie di rivolte popolari che portarono al ristabilimento dei vecchi

Stati dell’epoca Zhanguo.

Il crollo definitivo dell’impero dei Qin fu causato da due condottieri di Chu, Xiang Yu, un nobile

locale, e Liu Bang, di umili origini, con un passato da poliziotto in un paesino di provincia.

Dapprima alleati, iniziarono a contendersi il trono e la conquista dell’impero.

Inizialmente Liu Bang espugnò la capitale dei Qin, ma fu cacciato da Xiang Yu, che fece uccidere

l’ultimo sovrano e a mettere fine per sempre alla dinastia.

Ne seguì uno scontro tra i due condottieri, che si concluse con la vittoria di Liu Bang nel 202 a.C.

Così Liu Bang si proclamò imperatore di una nuova dinastia, gli Han, con il nome di Gaozu.

LA SCUOLA DELLA LEGGE

Il controllo dello Stato era stato considerato da diverse scuole, ma per quella legista è assolutamente

primario. Alcuni testi sono quindi una sorta di manuali per il sovrano

I testi principali della scuola della legge sono:

1. Guanzi

2. Il libro del signore di Shang

3. Hanfeizi

Al contrario dei confuciani, e come molte delle scuole dell’epoca, i legisti rifiutano il passato,

proclamando la necessità di adeguarsi alla situazione momentanea

La concezione legista del tempo è evolutiva, non ciclica

All’inizio dei tempi, la popolazione era limitata e le risorse abbondanti, dunque non vi erano

contese.

Oggi, all’aumento della popolazione corrispondono enormi fatiche per ottenere scarsi risultati e

dunque si scatenano conflitti.

Come si vede, non vi è alcuna considerazione di tipo morale.

LA LEGGE

Essa, associata al compasso e la squadra (gli strumenti di misurazione che indicano la sua

precisione e esattezza geometrica), è lo strumento più adatto per il sovrano capace. La bilancia

assume il valore del potere equo e solido: un sovrano che non accetta interferenze e pressioni.

La legge è più efficace anche dei rapporti di sangue

L’unico modo per stimolare i sudditi ad un comportamento conforme alle intenzioni del sovrano è

un sistema di ricompense e punizioni, e nessuna considerazione di tipo morale può essere fatta.

La legge è oggettiva e null’altro è nece

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
62 pagine
16 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/21 Lingue e letterature della cina e dell'asia sud-orientale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DARIO9529 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della Cina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Guida Donatella.