Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CAPITOLO 10 – STRUTTURE ECCLESIASTICHE, MISSIONI E CULTURA FRA IX E XI SECOLO
1. La chiesa romana fra due imperi
Nel 962 Ottone I, incoronato imperatore a Roma, emise il Privilegio di Ottone, che poneva l'elezione del papa
sotto il controllo imperiale.
Nel secolo precedente, Nicolò I, consapevole delle sue prerogative di successori di Pietro, aveva inutilmente
tentato di conferire un profilo egemonico alla chiesa romana. Aveva rivendicato a sé un ruolo universale di giudici
spirituale e di guida pastorale anche nei confronti di Costantinopoli. L'imperatore Michele III aveva rimosso il
rigorista patriarca Ignazio sostituendolo con Fozio, aperto alla recezione di istanze della cultura bizantina;
rispondendo all'appello di Ignazio, il papa affermò il proprio diritto di intervento nella questione del legittimo patriarca
e la propria supremazia sul patriarca stesso e sull'imperatore. Scomunicò quindi Fozio, che a sua volta scomunicò
Nicolò I: lo scisma di Fozio contribuì al processo di reciproco allontanamento tra oriente e occidente.
I successori di Nicolò I non furono all'altezza delle sue enunciazioni, e la chiesa romana precipitò nei conflitti fra
fazioni; debolezza istituzionale e localismo sono confermati dalla mancata convocazione di concili generali nel
periodo fra la fine del VIII secolo e gli inizi del IX. Ottone I e i successori promossero i propri candidati, senza
riuscire però a incidere in termini continuativi e profondi.
Le campagne militari condotte da Ottone I in Europa aveva posto le condizioni per nuove iniziative missionarie e
ecclesiastiche d'intesa con Roma (il cristianesimo tra X e XI secolo arrivò in Boemia, Polonia, Danimarca, Norvegia
e Svezia). Nell'Italia meridionale, via via che Ottone I stabiliva rapporti con i principati bizantini e longobardi
28
autonomi da Costantinopoli, il papa vi insediava metropoliti con il compito di creare vescovi.
Nei territori di recente cristianizzazione i confini tra cristianesimo e paganesimo rimasero a lungo fluidi e incerti, con
frequenti ricadute nel paganesimo, per il riemergere del timore per gli antichi dei. Gli antichi culti sopravvivevano
spesso accanto alla nuova fede cristiana, specialmente in Svezia e Islanda.
2. La chiesa sul territorio: vescovi e campagne di pacificazione
Sul piano territoriale da secoli la chiesa era ripartita in province; i metropoliti (poi indicati come arcivescovi)
esercitavano nei confronti dei vescovi della loro provincia funzioni di controllo e mediazione in caso di conflitti. Sedi
arcivescovili in Italia erano Milano, Ravenna, Aquileia, Grado, Benevento e altre. Il centro del governo ecclesiastico
era la diocesi, che comprendeva cattedrale e edifici collegati; l'organizzazione non era territorialmente omogenea:
29
sinodi diocesani erano riuniti con frequenza discontinua a seconda dei luoghi e delle epoche.
Il sostenimento del vescovo e del clero e il mantenimento dei poveri e degli edifici ecclesiastici erano assicurati
dalla decima, un'imposta che corrispondeva alla decima parte dei prodotti della terra (stabilita da Pipino il Breve e
confermata da Carlo Magno).
La dissoluzione del potere centrale dei franchi occidentali aveva aperto la strada al proliferare di violenze contro
enti ecclesiastici e strati indifesi della popolazione: i vescovi quindi promossero accordi di pacificazione e la
creazione di apposite milizie della pace, composte da cavalieri e popolo, ma anche da chierici.
3. I monaci fra Paradiso terrestre e Gerusalemme celeste
Due ordinamenti ideali della chiesa risultano dominanti tra X e XII secolo:
28 Metropolita= nelle Chiese cattolica e anglicana, arcivescovo di una circoscrizione ecclesiastica (diocesi metropolitana) costituita da
varie diocesi
29 La parola sinodo deriva dalle due parole greche 'syn' e 'odos' che tradotte letteralmente significano 'strada comune'. Con la parola
'sinodo' si intende un’assemblea ecclesiale in cui si riuniscono laici e sacerdoti sotto la presidenza del vescovo diocesano.
L’assemblea, composta da delegati sinodali nominati dal vescovo ha una funzione consultiva per il vescovo, cui spetta ratificare le
decisioni. 25
• il primo fu divulgato dal monaco Abbone di Fleury: la chiesa veniva presentata come tripartita nei tre
ordini di monaci, chierici e coniugati.
• il secondo è legato al vescovo Adalberone di Laon: la divide secondo lo schema funzionale dei tre ordini
di monaci, guerrieri e lavoratori. 30
I monaci di occidente si dedicarono allo studio della Bibbia per trovare risposta alle proprie esigenze spirituali i
propri bisogni religiosi. Ebbero un ruolo decisivo nella storiografia e nella trasmissione della memoria del tempo
cristiani, attraverso la stesura di necrologi e annali monastici.
Fino al medioevo centrale, i monaci si ritennero assolutamente privilegiati rispetto agli altri cristiani in vista del
conseguimento della salvezza. Nelle carte geografiche medioevali il giardino dell'Eden, situato in oriente, era
rappresentato come uno spazio chiuso, dal cui centro sgorgano i quattro fiumi del Paradiso: anche il chiostro del
monastero aveva spesso al centro una fontana. L'efficacia di rappresentazione del monastero come riproduzione
del Paradiso terreno e come porta di accesso al Paradiso celeste è indirettamente comprovata da testimonianze di
laici che, fra XI e XII secolo, scelsero di vivere in prossimità di monasteri, praticando l'eremitismo e vivendo di
elemosine.
4. Gli eremiti e la città
Tra la fine del X secolo e gli inizi del XI nuove forme eremitiche presero vita tra Toscana e Marche; il movimento
eremitico prese forza grazie soprattutto a due personaggi:
• Pier Damiani
• Giovanni Gualdaberto
Camaldolesi e vallombrosani (congregazioni benedettine) si impegnarono a sostenere attivamente ambienti
riformatori cittadini nella richieste d moralizzazione del clero, accusato di tralasciare la cura pastorale. Altre
esperienze eremitiche rifuggirono invece da ogni rapporto con le città.
CAPITOLO 11 – LA CHIESA ROMANA DELL'XI SECOLO E I SUOI NEMICI
1. Il consolidamento del papato, le campagne di Leone IX e la rottura con la chiesa greca
Scendendo a Roma per esservi incoronato imperatore, Enrico III re di Germania, Italia e Borgogna, trovò 3 papi
tra loro in conflitto: li fece dimettere e al loro posto nominò il vescovo di Bamberga (in Baviera), papa Clemente II.
Rivendicando a sé il diritto di elezione già preteso da Ottone I, Enrico mirava a liberare la sede papale da
condizionamenti e intromissioni locali. Dopo Clemente, scelse altri 2 papi locali: Leone IX e Nicolò II.
LEONE IX si circondò di ecclesiastici che assunsero posizioni di comando nella chiesa romana; un personaggio a
lui vicino fu Pier Damiani. Con Leone la chiesa romana cominciò a organizzarsi in forme nuove, attraverso
l'istituzione di sinodi pasquali annuali nella basilica del Laterano e la stabilizzazione dell'istituto dei legati papali.
Dalla metà del secolo crebbe il suo peso sulle altre chiese. La sua linea riformatrice si espresse soprattutto nella
31
campagna contro simoniaci e preti concubinari, introducendo il divieto per i fedeli romani di frequentarli. Pier
Damiani denunciò e combatté anche omosessualità e sodomia del clero.
La campagna di purificazione del clero da contaminazioni mondane raggiunse risultati consistenti solo in Italia,
Francia e Germania; gli ambienti riformatori romani puntarono a istituire una netta separazione tra clero e monaci d
una parte, e laici dall'altra (sottolineata anche da Adalberone di Laon). Il movimento di riforma quindi non comportò
affatto l'avvio di un processo di laicizzazione della chiesa, ma di monasticizzazione del clero e di maggiore
distanziamento di chierici e monaci dai laici.
Leone IX cercò anche di consolidare la potenza della chiesa romana sul territorio, contrastando l'insediamento dei
normanni nel Mezzogiorno; qui, dopo secoli di dominio, i bizantini venivano scacciati dai nuovi occupanti.
Morto Leone IX , mentre il successori non era ancora stato eletto, a Costantinopoli 3 legati scomunicavano il
patriarca Michele Cerulario, che rispose scomunicandoli a sua volta. Significativo è che dopo questa rottura (1054)
i concili ecumenici, che prima si erano svolti in lingua greca in città dell'Asia minore, si tennero tutti in latino e in
occidente, su convocazione del papa (mentre prima il papa non aveva mai preso personalmente parte a nessuno
di essi); il primo fu convocato a Roma in Laterano da Callisto II (1123).
Dagli inizi del cristianesimo si era affermata la pratica di interpretare i passi biblici secondo differenti piani di lettura e analisi, comprendendo
30
prima il senso storico-letterale, poi quello spirituale, il che implicava considerare il passo dal punto di vista allegorico e anagogico.
Simonia: pratica di comprare e vendere i sacramenti, legata a Simone il Mago. Diffusa da secoli, la pratica era stata ripetutamente vietata e
31
condannata da concili, e anche Enrico III, scendendo a Roma, si era mostrato sensibile agli appelli antisimoniaci lanciati da ambienti eremitico-
monastici. 26
2. Niccolò II: la riforma del sistema di elezione papale e il patto con i normanni
Il successore Niccolò II emise nel sinodo pasquale del 1059 un decreto sull'elezione papale mirane a
regolarizzarne la procedura. L'elezione doveva spettare ai cardinali vescovi della chiesa romana, che avrebbero poi
coinvolto i cardinali preti quindi il rimanente clero e il popolo.
Così facendo, Niccolò II attribuiva ai cardinali vescovi il ruolo decisivo precedentemente spettante ai sovrani, senza
però precisare la procedura da seguire in caso i divergenze tra i cardinali.
Egli inoltre nomina due gruppi (poi ne si profilò un terzo); il Decreto del 1059 pone nella procedura elettorale i
cardinali vescovi al di sopra dei preti, mentre circa mezzo secolo dopo si registra un collegio unitario, dove i tre
gruppi rientrano a pari livello di responsabilità.
• cardinali vescovi: governano la propria diocesi e hanno il compito di assistere il papa nei servizi liturgici la
domenica e i giorni festivi in Laterano
• cardinali preti: sono i preti titolari delle antiche chiese romane aventi funzione di parrocchie.
• Cardinali diaconi: sovraintendono a funzioni caritative e economiche per i bisogni dei quartieri di Roma.
Per affermarsi contro la nobiltà romana, Nicolò II fece appello alla potenza militare dei normanni, dal cui re ottenne
un giuramento di fedeltà. Entrambe le parti si avvantaggiarono dall'accordo: i normanni, considerati fino a quel
momento usurpatori e intrusi, ricevevano dal papa una qualche legittimazione delle loro conquiste; il papa otteneva
invece una protezione utile a controbilanciare la tutela germanica sulla chiesa romana. Con questa intesa quindi il
papa attenuava la pressione sia del re di Germania sia delle famiglie romane.
Dalla met&agrav