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Bonino ha preferito non attivare un profilo twitter. Anche il sito di Polverini presentava un blog che
dal 19 febbraio al 26 marzo ha ospitato 30 post su argomenti vari relativi alla campagna (all’inizio la
moderazione veniva effettuata dopo l’invio del post, ma poi è diventata precedente, perché il blog
ha subìto un attacco da parte di troll). Altro strumento che accresceva l’interattività del sito di
Polverini era “filo diretto” che offriva l’opportunità di una intervista permanente, attraverso cui fare
domande alla candidata per chiedere un approfondimento del programma o di temi particolari. Il sito
di Polverini prevedeva la possibilità di inviare per email inviti al sostenimento e permetteva di
ricevere sms contenenti aggiornamenti sulla campagna. I Radicali creano un sn dedicato,
lamia.emmapresidente.it che permetteva la geolocalizzazione per connettere individui, gruppi ed
eventi sul territorio, prendendo spunto dalla campagna web di Vendola. Polverini si registra anche
su twitter, ma si registrano a suo nome anche altri utenti che poi venivano bloccati, e per una
reazione a catena hanno bloccato anche il vero profilo. A proposito del sito di Polverini, elementi di
forza sono stati il webstreaming, che ha trasmesso per dieci giorni ed è stato in diretta per quasi 25
ore, e il videobox, ovvero un video girato con una webcam sul posto, a piazza del Popolo, in cui si
dà il sostegno a Polverini. I Radicali hanno tentato un esperimento di finanziamento dal basso nel
sito BoninoPannella (“dona 1 euro” tramite Paypal) e alla fine hanno raggiunto 15mila euro. L’analisi
dei contenuti (89 testi analizzati per Bonino, 23 per Polverini; l’analisi è condotta su quattro
parametri: politiche, campagna - questioni riguardanti candidature, opinione pubblica, propaganda -,
tematiche politiche, tematiche personali) vede Bonino concentrata sulle politiche, mentre le
tematiche preferite da Polverini sono quelle relative alla campagna, che comunque sono rilevanti
anche per Bonino. I richiami agli aspetti personali sono limitatissimi da parte di entrambe le
candidate e si ritrovano quasi esclusivamente nella sezione del sito che illustra la loro storia e la
loro bibliografia. Le tematiche di tipo politico sono state affrontate più da Polverini che da Bonino.
3.5.3 - Facebook nella campagna delle due candidate
•• I profili facebook delle due candidate vengono aperti a gennaio a pochi giorni di distanza l’uno
dall’altro. Il profilo di Polverini è stato usato come distributore di link del sito perché sul sito le
informazioni secondo il responsabile della campagna online sono meno volatili. La frammentazione
di Bonino circa i siti web si ripropone anche su facebook, visto che ha fanpage personale,fanpage
della candidata, gruppo “Per Emma Bonino governatrice del Lazio”, gruppo “Emma Bonino
presidente della regione Lazio. Yes we can!”, comitato “Emma Bonino presidente del Lazio”… la
pagina fan della candidata è quella con il maggior seguito (più di 16mila fan contro i 6mila di
Polverini). I post pubblicati variavano da 5 a 20 al giorno. Una ricerca condotta dallo IULM di Milano
sulla campagna online ha evidenziato come le due candidate abbiano sfruttato in maniera limitata le
opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione, quindi le candidate mostrano di non credere
all’utilità di internet come canale di comunicazione con il proprio elettorato. La loro presenza su
internet sembra solo rispondere all’esigenza del progresso.
3.5.4 - Il bilancio della campagna
•• Polverini vince le elezioni con uno scarto di poche decine di migliaia di voti. Secondo gli
intervistati, a segnare negativamente la campagna di Bonino è stata la fretta, la scarsità di risorse,
soprattutto economiche, e la difficoltà di pianificazione. Siccome la campagna di Bonino è stata
ufficializzata l’1 febbraio, si è avuto poco tempo e si è giocato molto sull’improvvisazione. Bonino è
stata poi penalizzata dal fatto che una parte della coalizione di centro-sinistra sembra aver
sostenuto con poca convinzione la sua candidature e dai difficili rapporti tra area cattolica del Pd e
Radicali. La campagna di Polverini ha funzionato meglio dal punto di vista della pianificazione, della
disponibilità di risorse e del coordinamento. Lo staff di Polverini era di 11 persone, quasi doppio
rispetto a quello di Bonino, di sole 6 persone.
3.6 - Conclusioni
•• Sembra che gli stili di campagna italiani stiano andando nella di lezione di ciò che Norris ha definito
campagne postmoderne, anche se molti sono gli elementi di resistenza al cambiamento. Diciamo che
l’evoluzione è graduale e non è un cambiamento netto e rivoluzionario. Internet non serve per coinvolgere
ex novo persone non interessate, ma per coinvolgere persone che già sono interessate. Esistono
piattaforme create dai partiti e dai candidati per permettere la partecipazione politica, ma queste
piattaforme sono limitate all’accesso proprio dai partiti e dai candidati stessi, non riuscendo a dare
l’impressione che le campagne siano di interesse pubblico o accessibili a tutti. Diciamo che ci si sposta
gradualmente dalla staticità del web 1.0 alla dinamicità del web 2.0 Gli stili di campagna si collocano in una
dimensione transitoria tra moderno e postmoderno.
4 - Il potenziale democratico di internet per i movimenti sociali
•• Secondo Norris internet è uno strumento che favorisce chi è già interessato e attivo in politica, mentre
altri studiosi sostengono che questo sia potenzialmente in grado di ridurre le disuguaglianze politiche.
Sicuramente, internet moltiplica i canali di informazione e della partecipazione politica a livello microsociale,
fornisce nuove opportunità di comunicazione, organizzazione, coordinamento e mobilitazione a livello
mesosociale e crea nuove arene pubbliche in cui i cittadini possono discutere tematiche di interesse
generale finalizzate al bene pubblico a livello macrosociale. Secondo alcuni studiosi la rete non è
accessibile a tutti allo stesso modo (divario digitale), quindi non può essere veramente democratica: molti
(anche abitanti di paesi ricchi e tecnologicamente avanzati) sono esclusi dall’accesso a questa tecnologia
della comunicazione. Secondo Norris le disuguaglianze digitali emergono tra livelli territoriali diversi, tra
classi sociali diverse, anche se nella stessa nazione, e tra settori sociali con diversi gradi di interesse in
politica. L’accesso a internet riflette un divario di genere, uno generazionale, uno etnico, uno educativo e
uno economico (internet è usato di più dai giovani, dai ragazzi, dai ricchi, dai bianchi e dagli scolarizzati). In
realtà, il divario digitale in senso stretto (ovvero di accesso alle tecnologie), ma restano immutati altri tipi di
divari tra persone connesse a internet, in relazione a motivazioni, competenze e usi, quindi è più corretto
parlare di “disuguaglianze digitali” più che di divario digitale. Le reti elettroniche sono alla base di un
movimento sociale (reticolo informale, basato su solidarietà e credenze condivise, che si mobilita intorno a
tematiche conflittuali usando forme di protesta) e il primo esempio di ciò è dato dalla “battaglia di Seattle”.
•• La ricerca su internet si fa con diversi metodi e su diversi livelli: inchieste campionarie online per gli studi
sul livello individuale, questionari cartacei sull’uso di internet, analisi di siti web per studiare l’attivismo
online…; per quanto riguarda il livello organizzativo è stata studiata la presenza online di organizzazioni di
movimento sociale con l’analisi del contenuto dei siti web, delle mailing list, l’uso dei motori di ricerca,
l’analisi dei link o con il ricorso a casi-studio. Mosca parte dall’ipotesi che le esperienze (di tipo
organizzativo e partecipativo) fatte fuori dalla rete definiscano il profilo politico degli individui, che poi è
espresso coerentemente online. Si studieranno adesso i partecipanti a un evento di protesta di un
movimento italiano di critica alla globalizzazione neoliberista, anche se è impossibile costituire un
campione casuale di partecipanti a un evento di protesta (in quanto non esistono liste esaustive che
descrivano tutti i partecipanti) e allora si è lavorato con un campione non probabilistico, quindi i risultati non
vanno letti come una generalizzazione sull’intera popolazione del movimento, ma solo come informazioni
sui partecipanti a uno specifico evento di protesta. Si sono intervistati tutti i leader o i portavoce di gruppi
appartenenti a diverse famiglie del movimento italiano attive sui temi di globalizzazione, democrazia,
giustizia globale su quali siano i punti di forza e di debolezza della comunicazione via internet per i
movimenti sociali.
•• In Italia il sistema dei mass media è stato dominato fin dalla nascita della tv (anni ’50) da un ridottissimo
pluralismo (prima vi era solo monopolio della Rai, poi si aggiunge solo Mediaset e solo con i più recenti
sviluppi tecnologici (satellite e digitale terrestre) i pubblici si sono frammentati perché i programmi e i canali
non erano più solo generalisti. Il sistema mediale italiano segue oggi un modello di “pluralismo polarizzato”
in quanto è caratterizzato da una limitata circolazione di media cartacei (stampa d’élite), basso grado di
autonomia di radio e tv, scarsa professionalizzazione della figura del giornalista e forte intervento
governativo. In Italia la tv è ancora la prima fonte di informazione e fornisce pochissime opportunità di
accesso agli “emarginati”, quindi internet è estremamente importante in Italia, soprattutto per
organizzazioni povere di risorse come quelle dei movimenti sociali. Internet è stato subito percepito come
una straordinaria opportunità per accrescere il pluralismo dell’informazione, scavalcando i tradizionali
mezzi di comunicazione di massa, anche se solo una parte della popolazione italiana vi ha accesso.
4.1 - L’uso politico di internet da parte dei partecipanti alle manifestazioni del movimento
•• Qual è l’uso politico di internet che viene fatto dagli individui che prendono parte a eventi di protesta del
movimento antiliberista? Sono stati distribuiti 700 questionari a una manifestazione contro la direttiva
Bolkestein svoltasi a Roma nel 2005 e di questi questionari ne sono stati compilati 500. Questo campione
include persone coinvolte nelle attività dei movimenti sociali, che (quasi) solo attraverso internet possono
esistere, infatti il 42% degli intervistati dichiara di usare internet quotidianamente, il 30% di usarlo più di una
volta a settimana, l’11% una volta a settimana e l’8% una v