Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DAM ERGUSON
Il progresso ha consentito all’uomo di soddisfare sempre più bisogni, ma al contempo ha creato
dei comportamenti che vanno contro la logica razionale: l’egoismo individualistico, la
propensione per il profitto e la disintegrazione morale.
Non condivide la convinzione di Rousseau (uno stato di natura in cui tutti sono uguali), ma già
nello stato naturale gli uomini si differenziano fra loro, a seconda delle loro diverse capacità:
la disuguaglianza fra uomini non è un prodotto della società, ma della socialità. Essendo il
risultato delle relazioni fra gli uomini, essa esiste fin dall’inizio del genere umano, ed è
11
necessaria per formare le prime aggregazioni umane. Tuttavia, la differenziazione proveniente
dalla divisione del lavoro diventa una caratteristica negativa nelle società orientate verso
l’egoismo. La società si frantuma, il singolo si distanzia dagli altri suoi simili e viene formato
da norme morali esterne, derivanti dal sistema economico in cui si trova inserito. L’agire
dell’uomo è infatti da una serie di strutture organizzative: egli non può che
CONDIZIONATO
modellarsi secondo le norme e i principi dell’agire collettivo entro i quali è inserito.
L’unico modo per vivere insieme è limitare gli orientamenti presenti nella nuova società
(interesse, ricchezza), potenziando lo spirito pubblico e far rinascere il senso della comunità.
Lo Stato deve inoltre impedire i conflitti sociali, impedendo lo sfruttamento dei lavoratori e
facendo si che anch’essi si inseriscano nella compartecipazione del benessere collettivo.
Fa capire così che l’aspetto armonico di Smith ha delle contraddizioni!
4. LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA
Il 1800 rappresenta un periodo storico caratterizzato da profonde modificazioni storiche
(rivoluzione francese del 1789, rivoluzioni europee dal 1830 al 1849), economiche
(affermazione del capitalismo), culturali (specializzazione delle scienze in discipline scientifiche,
nascono l’economia politica e la statistica), politiche (nascita dei sindacati e dei partiti) ed
artistiche (Romanticismo: espressione dei sentimenti del popolo).
In sintesi, tutto il secolo XIX sarà contraddistinto da una forte dinamica complessiva, ma anche
da una ’ , che cercherà di incanalare questi mutamenti in senso razionale.
TENDENZA ALL ORDINE
4.1 - INCHIESTE SOCIALI E CLASSI LAVORATRICI
Insieme al progresso, appaiono le prime contraddizioni: si accentuano le differenze tra i ceti
sociali (lavoratori, classi medie e produttori). Le prime vennero svolte nel
INCHIESTE SOCIALI
corso del XIX secolo su un soggetto sociale emergente: le classi lavoratrici. L’interesse per
questo soggetto venne anticipato dall’interesse verso un altro fenomeno: la miseria.
In Inghilterra questo fenomeno era già conosciuto: era provocato dall’emigrazione di massa
dalle campagne, nelle quali, dopo la razionalizzazione del lavoro su principi capitalistici, si
era assistito ad una diminuzione dell’offerta di lavoro e all’espulsione di manodopera.
Lo Stato inglese rispose incentivando misure di controllo sociale (carceri). L’obiettivo non era
solo la repressione, ma anche il recupero di nuovi soggetti al lavoro: per questo, oltre le
carceri, vennero costruite strutture abitative, in cui si svolgevano lavori utili alla società
(Working Houses). Sono risposte figlie di una concezione utilitaristica tipica inglese.
Il problema peggiorò quando l’uso delle macchine, al fine di aumentare la produzione, causò
un’ondata di espulsioni anche dall’industria. Nascono le fabbriche, e con loro le prime rivolte
disorganizzate dei lavoratori contro le macchine, represse con la forza (Manchester, 1819).
Furono create commissioni parlamentari d’inchiesta per analizzare le condizioni delle
classi lavoratrici e far fronte a questi fenomeni sociali.
Nasce così l’interesse per la previsione dei fenomeni sociali.
In Francia, dopo la rivoluzione del 1789, lo sviluppo economico e sociale era più lento, ma il
fenomeno della miseria divenne subito allarmante, causando criminalità e malattie.
L R V , medico, intraprese una vasta analisi sui centri industriali francesi (dati
OUIS ENÉ ILLERMÉ
statistici, osservazioni, colloqui), cercando di mettere in relazione l’aumento delle malattie con
le condizioni lavorative degli operai. Identifica le cause della miseria nell’iper-sfruttamento
degli operai (Marx), e nella volontà dissipatrice degli stessi operai, la cui amoralità li portava a
12
spendere il salario in bere o in prostitute. Perciò propone modifiche nell’organizzazione del
lavoro (pause), sottolineando la necessità di migliorare l’educazione dei giovani.
A E B , economista, allargò la sua inchiesta all’Inghilterra, utilizzando anche
NTOINE UGÈNE URET
tecniche di intervista diretta. Analizzando i dati statistici, sottolineò la necessità di una nuova
concettualizzazione del fenomeno della miseria: i dati raccolti fino ad allora riguardavano solo
coloro che in prima persona ricevevano aiuti, non considerando le famiglie sulle loro spalle.
Perciò la quantità delle persone in condizioni di miseria andava aumentata di almeno 5 volte.
Considerava diverse gradazioni di miseria:
• Povertà : piccoli lavori il cui reddito non basta al mantenimento
• Indigenza : persone vivono sfruttando l’assistenza
• Miseria : persone vivono in modo disperato e ricorrendo alla criminalità
• Pauperismo : miseria generalizzata in un Paese
A differenza di Villermé, la causa della miseria stava nella separazione del capitale dal lavoro,
nel senso che i lavoratori venivano considerati solo come persone da sfruttare, su cui fare
profitto. Per questi motivo i salari erano bassi e il lavoro in fabbrica era iper-sfruttato (Marx).
4.2 - ADOLPHE QUÉTELET
Già nel XVII secolo con l’aritmetica politica (Petty), e nel XVIII secolo con Condorçet, si era
giunti a costruire “misure” della realtà sociale. A Q (1796-1874) si interessò
DOLPHE UÉTELET
dell’applicabilità della matematica ai fenomeni umani e sociali.
Nel campo della meteorologia, dove non era possibile trovare una causa univoca, divenne utile
il calcolo delle probabilità per prevedere i fenomeni atmosferici. Ipotizzò quindi che il calcolo
delle probabilità fosse utile anche per prevedere altri fenomeni pluricausali: quelli sociali.
Analizzò la distribuzione delle altezze nell’esercito francese, indicando la media delle altezze
e lo scostamento dei valori dal valore medio, e si accorse che il grafico risultante era
analogo alla curva di Gauss (la curva delle possibilità, usata anche in meteorologia). Nasce la
concezione dell’ : la media spiega in termini probabilistici l’andamento delle misure
UOMO MEDIO
reali osservate. Non è quindi un “dato reale”, ma una costruzione ideale, un modello.
Quételet usa la metafora della statua di un gladiatore, riprodotta in 1000 esemplari, tutti
leggermente diversi dall’originale: la statua originale è l’uomo medio. In un’analisi statistica, gli
esseri umani reali sono riproduzioni imperfette dell’uomo medio, che raccoglie in sé tutte le
caratteristiche medie della popolazione, e si pone come ideale di perfezione.
La media aritmetica può essere quindi uno strumento di comparazione fra i fatti reali, ma
solo ripetendo le osservazioni ci si può avvicinare alla realtà di un fenomeno sociale.
Una caratteristica delle medie è che sono stabili nel tempo: la regolarità giustifica la possibilità
di fare previsioni. Quételet si occupa di fenomeni in apparenza aleatori, come la .
CRIMINALITÀ
«In ogni società c’è sempre una quota parte della popolazione che si immette nella criminalità»
Ogni stato sociale presuppone un certo numero di delitti che sono conseguenza necessaria
della sua organizzazione. Questa osservazione, di per sé negativa, mostra però la possibilità
di migliorare gli uomini, modificando le loro istituzioni, le loro abitudini.
Questa visione ottimistica è connessa alla visione della società: un sistema sociale
organizzato tendente a ridurre le problematiche nella vita umana. Lo Stato deve essere
organizzato per far progredire la popolazione: si devono responsabilizzare le autorità
politiche ed economiche, provvedendo all’educazione e alla formazione degli individui.
13
Quételet sottolinea la relazione fra scienze della natura e scienze dell’uomo: il suo obiettivo è
descrivere l’andamento dei fenomeni sociali per trovare delle soluzioni ( ). È
FISICA SOCIALE
un vero appello affinché la gestione del mondo sociale possa beneficiare dell’associazione
tra lo Stato e la scienza. La scienza deve poter essere utile al miglioramento degli uomini.
Quételet venne accusato di applicare determinismo a scienze considerate morali (fenomeni
umani e sociali), ossia di ridurre qualsiasi fenomeno a variabili misurate che eludono il
libero arbitrio: il destino di un criminale sembra essere già determinato, non una libera scelta.
4.3 - PIERRE FRÉDÉRIC LE PLAY
P F L P (1806-1882), un ingegnere minerario con formazione tecnica, si
IERRE RÉDÉRIC E LAY
occupa di analizzare la relazione tra organizzazione del lavoro e condizione degli operai,
sottolineando come condizioni migliori di lavoro aumentino la produzione.
Lo studio della società deve essere condotto secondo i criteri di scientificità delle scienze
naturali: fondamentale è l’osservazione partecipante, il che implica che l’osservatore non deve
essere esterno, ma partecipare alla realtà che studia (verrà ripresa dalla scuola di Chicago).
Non generalizza gli operai, occupandosi solo degli operai di fabbrica, ma vede una
classificazione degli operai, legata in modo particolare alla cultura materiale di ogni singolo
territorio. Per questo si occupa anche di analizzare le condizioni degli operai dell’Est Europa,
dove la loro sussistenza dipendeva in gran parte dai prodotti ottenuti dal suolo. Ciò permette
di studiare la situazione degli operai nelle società pre-industriali, al fine di raggiungere
soluzioni alle problematiche presenti nell’industria, comparando le diverse situazioni.
L’operaio, tuttavia, non deve essere osservato solo nel luogo di lavoro, ma nel suo contesto
di vita. Per questo motivo, l’unità di riferimento dell’analisi di Le Play diviene la .
FAMIGLIA
La selezione della famiglia deve tener conto della sua posizione spaziale. Occorre una
famig