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Nell’altro tipo di sistema multipartitico, il numero dei partiti rilevanti è elevato , il centro è occupato
da uno o più partiti , la distanza ideologica tra i poli è ampia , la competizione si basa su tre
poli(destra , centro e sinistra), i poli di destra e di sinistra sono occupati da partiti anti-sistema. Tale
sistema a pluralismo polarizzato è un sistema bloccato, ossia non c’è alternanza tra partiti o
tipo di
coalizioni diverse né ci si aspetta che ciò possa avvenire. Cosi i partiti di centro sono condannati a
praticano un’opposizione irresponsabile.
governare mentre i partiti anti-sistema
sistema partitico italiano e’ un pluralismo polarizzato
Il anche se la polarizzazione è alquanto
asimmetrica poichè il polo di sinistra (Pci) è sempre stato molto più forte di quello di destra
occupato dal Msi. Questo ha permesso al centro Dc di concentrare le sue forze sul fianco sinistro
dove da sempre proveniva la maggiore sfida competitiva. Non si dimentichi che il Pci aveva
costituzione e quindi all’elaborazione delle regole del gioco.
partecipato alla redazione della
Durante gli anni ’60 la tendenza dei partiti di convergere verso il centro si fa più forte.
che inserendo nell’area di governo il Psi, allarga
Nel 1962 si ha il primo governo di centro-sinistra
l’area dei partiti pro-sistema. Nel frattempo si sviluppano in Parlamento forme di collaborazione tra
l’opposizione di sinistra e i partiti di governo. 6
Le istituzioni: Parlamento e governo
La struttura del Parlamento
Al Parlamento e’ assegnato un ruolo molto importante, nel disegno della Costituzione: il governo è
responsabile nei confronti del Parlamento dato che per restare in carica deve avere la fiducia
La fiducia e’ accordata con una mozione votata per appello nominale,
di entrambe le camere.
mentre una mozione di sfiducia deve essere sottoscritta da almeno un decimo dei componenti di una
Camera e votata non prima di tre giorni dalla sua prescrizione. Caso forse unico tra i regimi
democratici, il parlamento italiano si articola in due Camere- la Camera dei deputati e il Senato
della Repubblica. L’unica differenza di rilievo e’ che il Senato è formato da un numero di
componenti eletti (che sono 315) che è la metà di quello della Camera(che sono 630) oltre che da un
piccolo numero di senatori a vita.
L’unica differenza tra le elezioni per la l’assenza nelle ultime del
camera e quelle per il Senato è
di 25 anni per l’accesso al voto.
voto di preferenza e la soglia di età Al loro interno le Camere si
articolano in un certo numero di commissioni permanenti, oggi quasi 14 sia alla Camera che al
Senato. Vi sono anche altre commissioni con compiti specifici, ma il ruolo fondamentale nel
processo legislativo lo svolgono la commissioni permanenti.
di una legge
L’approvazione passa attraverso tre strade:
Via ordinaria: prevede una prima fase istruttoria dove viene analizzato e preparato
l’elaborato, si ha una prima delibera in aula:
Attribuzione di potere deliberante alle singole commissioni: le commissioni possono sia
procedere all’esame di un certo provvedimento che approvarlo direttamente. E’ una
procedura che non vale per tutte le materie e può essere interrotta se a richiederlo è il
governo o una minoranza formata da un decimo dei componenti dell’assemblea o un quinto
della commissione;
la commissione rediga il testo e che l’aula sia chiamata ad
Redigente: prevede che
approvarlo o respingerlo senza porvi modifiche;
Il processo legislativo maggioranza e opposizioni
Il culmine della tendenza di coinvolgere l’opposizione nel processo decisionale del Parlamento,
Tendenza definita spesso Proporzionalista, è raggiunto con la riforma dei regolamenti
vede l’emergere della
parlamentari nel 1971. Mentre la settima legislatura (1976-1979)
maggioranza parlamentare della solidarietà nazionale, che comprende ufficialmente, accanto ai
partiti del centro sinistra anche il Pci. In questo periodo vengono approvate una serie di ambiziose
riforme; sanità, locazioni, uso del territorio, decentramento regionale ect. e soprattutto vengono
poste le basi per una lotta efficace contro le varie forme di terrorismo che in quel periodo
insanguinavano l’Italia( il terrorismo nero ; la bomba di piazza fontana, di bologna etc.).
La collaborazione tra il Pci e gli altri partiti dura però poco per via delle grosse divergenze
politiche. Infatti la riforma del 1971 per funzionare richiede la collaborazione di tutte le forze
Con gli anni ’80
politiche di rilievo e quindi un forte accentramento del processo decisionale.
prevale la maggioranza di pentapartito , si assiste ad una inversione di tendenza che porta un
rafforzamento della maggioranza parlamentare e dello stesso governo. Nel 1981 vengono ampliati i
poteri dei presidenti delle camere mentre vengono limitati i tempi degli interventi dei parlamentari.
Tra il 1988 e il 1990 viene ridotto l’uso del voto segreto in precedenza molto ampio. Infine nel 1990
viene riconosciuto al governo un ruolo nella programmazione dei lavori parlamentari, ma la
posizione del governo e della sua maggioranza si rafforza solo dopo il 1992.
In definitiva il Parlamento della prima repubblica resta un parlamento sostanzialmente
policentrico, dove il potere della maggioranza incontra numerosi limiti, con la conseguenza che il
processo legislativo si caratterizza per un basso livello di efficacia decisionale. 7
Maggioranza parlamentare e governi
L’Italia disegnata dalla Costituzione del ’48 è una Repubblica parlamentare e a parte la prima
legislatura nessun partito ha mai avuto da solo la maggioranza in Parlamento, i governi sono sempre
stati “governi di coalizione”.
parte la polarizzazione del sistema partitico, con la presenza di forti partiti anti-sistema,
Dall’altra
ha influenzato il carattere delle maggioranze parlamentari. Sono di solito maggioranze pro-sistema,
ossia formate da partiti che stanno insieme soprattutto a difesa dei caratteri fondamentali del sistema
politico. L’entrata del Psi nella maggioranza non porta un miglioramento della capacità decisionale
del governo, per via soprattutto dei contrasti con le correnti moderate e conservatrici della Dc.
Possiamo dire che il vero punto debole dei governi della Prima Repubblica sta nel fatto di non
uscire direttamente dalle elezioni, soprattutto a causa della natura anti-sistema del principale partito
di opposizione: il Pci. Quindi il risultato politico non crea la maggioranza parlamentare ne dei
governi, semmai stabilisce i rapporti di forza tra i partiti che formano la coalizione di governo pro-
sistema, che ruota inevitabilmente intorno alla Dc. Ne segue che le maggioranze della Prima
Repubblica sono deboli e nascono da laboriose negoziazioni tra i vari partiti.
Vista l’importanza assunta dai partiti nel sistema politico non stupisce il fatto che la maggioranza
degli uomini di governo della Prima Repubblica sia di estrazione partitica. Per assumere cariche di
e’ importante disporre di un buon sostegno all’interno del proprio partito. Il voto di
governo
preferenza anche se espresso solo per i candidati della Camera, è il principale elemento che spiega
l’ascesa di un politico a posizioni di governo. Da qui ha origine la forte competizione presente
dei partiti stessi, divisi spesso in correnti organizzate. La differente struttura dei
anche all’interno
partiti presenti in Parlamento influenza il processo legislativo. A forte di partiti di governo
frammentari si trova infatti un forte partito di opposizione il Pci caratterizzato da una forte
leadership partitica. Questo spiega anche la forte crescita del Pci nell’influenzare il processo
legislativo e in generale anche il Parlamento.
Gruppi e istituzioni
I caratteri del sistema partitico della Prima Repubblica si riflettono su tutto il complesso delle
istituzioni. Una prima conseguenza riguarda i rapporti tra gruppi di interesse e istituzioni politiche e
amministrative.
Il caso italiano mostra una sua particolarità, dovuta soprattutto al lavoro svolto dai partiti di massa e
alla relativa debolezza delle istituzioni. I gruppi esercitano pressioni sulle istituzioni solo in parte
seguendo linee istituzionali, ne segue che un gruppo che rappresenti un fascio cospicuo di interessi,
cerca di forzare le decisioni del governo in proprio favore.
Un caso chiave fu quello della Coldiretti che instaurò con la Dc un rapporto cementato e riuscì a
far eleggere un cospicuo gruppo di parlamentari fedeli, influenzando in questo modo le politiche
agricole dei governi della Prima Repubblica.
Il legame di parentela riguarda anche i partiti di opposizione quali il Pci.
La principale conseguenza di questo sistema di cose è una frammentazione del sistema dei gruppi. I
partiti fanno cosi fatica a svolgere le loro funzioni di aggregare in modo coerente le domande
avanzate dai gruppi di interesse, e i gruppi che non vantano un legame di parentela si trovano in uno
stato di debolezza.
Il quadro si complica negli anni ’60 quando si acuiscono le iniziative dei sindacati operai e le grandi
proteste di fabbrica, il famoso autunno caldo. Tutto ciò rafforza il potere dei sindacati sia nelle
fabbriche che nel sistema politico stesso. Lo stato di frammentazione dei gruppi ha avuto un impatto
negativo sul rendimento del sistema politico.
Gli anni ’60 vedono inoltre il declino del voto di appartenenza di cui i partiti si alimentano e questo
li spingerà a ricorrere sempre più al voto di scambio. A tutto ciò consegue che vengono tralasciate
le politiche che incidono sul rendimento politico e da qui la crescente insoddisfazione per il
funzionamento del sistema politico. 8
Le radici della crisi: i piedi di argilla del gigante
Negli anni ’80 il governo è in pentapartito: una coalizione che raccoglie tutti i partiti pro
sistema:Psi, Psdi, Pri, Dc, Pli. Siamo al trionfo del governo di centro. La polarizzazione si attenua
dei vari partiti , sia perche’ il partito anti sistema
sia perchè si avvicinano le posizioni (Pci)
indebolisce la propria posizione.
Viene cosi favorito un aumento della conflittualità tra i partiti di governo, che ora non temono più
un rafforzamento dell’opposizione, e si affrontano per la spartizione delle risorse che per argomenti
di carattere politico.
Negli anni ’80 si fa presente il tema delle riforme, in particolare della legge elettorale e della forma
di governo. Viene inoltre istituita un’apposita commissione parlamentare , la commissione Bozzi,
non viene varata alcuna riforma.
A ciò si oppongono inizialmente il Pci- diffidente verso riforme che ne ridimensionerebbero il
potere, e poi le divisioni interne della Dc con De Mita favorevole ad una riforma della