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IL POSSIBILE RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA
La seconda ipotesi confida sulla crescita di entità sovranazionali come l’Unione
Europea. A sfavore va registrata la mancanza di orientamenti unitari in politica
internazionale. IL POSSIBILE RUOLO DELL’ONU
La terza ipotesi è quella che vorrebbe affidare un compito di global governance
a una potenziata organizzazione delle Nazione Unite. I limiti di questa terza
ipotesi si ritrovano nella prospettiva di cambiamento dal basso portata avanti
dal movimento no global. Sindacati, operai e contadini impegnati contro il
dumping sociale, ecologisti, pacifisti e femministe a favore dell’affermazione
di diritti umani globali, tutti contro un nemico (neoliberismo) e una finalità
comune.
5. PARTITI POLITICI
1. IL NOME E LA COSA
Verso una definizione dei partiti politici; cosa sono e a che cosa servono. Per
fare ciò cominciamo con il porre una distinzione tra un’accezione
“generalissima” e universale, e un’accezione più specifica.
Il primo significato, più ampio e generale, consente di cogliere una regolarità
della vita politica.
Sono dei raggruppamenti (più o meno) organizzati in vista della
conquista e dell’esercizio del potere politico.
in primo luogo, ogni partizione attiva due processi fortemente correlati: un
processo di costruzione di una forma di identità collettiva, volto quindi al
riconoscimento, e un processo di identificazione degli individui dalla loro
parte, e una conseguente formazione di lealtà del gruppo politico. un
incessante dialettica tra esterno-interno e tra riconoscimento e
appartenenza.
In secondo luogo, la scomposizione di una comunità politica in parti tra di loro
in competizione/conflitto presuppone l’esistenza di un tutto pluralistico che è
passibile di scomposizione. Nell’idea di partito c’è implicito il rigetto della
visione unanimistica dell’ordine sociale.
Quanto detto fin qui coglie la dualità costitutiva dell’azione dei partiti, che
possiamo rendere con il contrasto tra la logica dell’identità, che attiene a ciò
che i partiti sono e dicono di essere, e la logica della competizione relativa a
ciò che i partiti fanno e alle relazioni che intrattengono tra di loro. Qui
competizione sta per elettoralismo.
La seconda accezione, più specifica, la si deve a Max Weber: per partiti si
debbono intendere le associazioni fondate su un ‘adesione
(formalmente) libera, costituite al fine di attribuire ai propri capi una
posizione di potenza all’interno di una comunità, per il perseguimento
di fini oggettivi o per il raggiungimento di vantaggi personali, o per
entrambi gli scopi. Ritroviamo in questa definizione i principali elementi
caratterizzanti il partito politico come fenomeno sociologico moderno:
1. Organizzativo: dato dalla struttura formale associativa che tiene
assieme i vari elementi.
2. Teologico: orientamento a realizzare gli obbiettivi siano essi materiali,
specifici o ideali.
3. Competitivo: un organizzazione per la presentazione agli elettori di
candidati e programmi.
4. Istituzionale: possibile negli stati di tipo liberal-democratici.
Dalla definizione di Weber si ricava anche che l’azione dei partiti si colloca tra
gli strumenti della distribuzione della “potenza” in una comunità. Il partito che
ottiene il successo elettorale (voteseeking) ha più facoltà di emettere e far
eseguire comandi pubblicamente validi. Ciò avviene di norma attraverso tre
meccanismi: il controllo delle cariche pubbliche (officeseeking), la
distribuzione delle risorse pubbliche (patronage) e la possibilità di indirizzare
le decisioni e le politiche pubbliche (policy-seeking).
A cosa servono i partiti? Cosa fanno, e qual è la loro funzione? Tra i molteplici
contributi mantiene ancora tutta la sua attualità lo schema elaborato da
Anthony King che elenca le funzioni più importanti svolte dai partiti:
1. L’integrazione e la mobilitazione dei cittadini. Da un lato i partiti
organizzano la partecipazione, il che implica un attività di
socializzazione e di filtraggio, dall’altro, attraverso l’elaborazione
ideologica favoriscono la costruzione delle identità con le quali
pretendono di farsi riconoscere.
2. La strutturazione del voto. Tutte quelle attività definite di
electioneering, la formazione degli orientamenti politici e delle opinioni
degli elettori, i processi di propaganda e di educazione.
3. L’aggregazione degli interessi. I partiti trasformano le domande
sociali e le richieste in alternative politico-programmatiche generali.
L’azione dell’aggregare comprende sempre un mediare e regolare, una
valutazione e interpretazione.
4. Il reclutamento dei leader e del personale politico. i partiti hanno
finito per controllare processi attraverso i quali si assegnano le posizioni
di autorità, in un dato sistema politico.
5. L’organizzazione del potere di governo. I partiti assolvono a
importanti compiti procedurali, a partire dalla fondamentale connessione
tra esecutivo e legislativo.
6. L’influenza delle politiche pubbliche. Ci si riferisce alla capacità di
problem solving dei partiti politici e di influenzare il processo di policy-
making.
Molti studiosi piuttosto che procedere a un’elencazione delle funzioni, hanno
preferito imboccare un’altra strada. Elaborando criteri classificatori più
stringenti. Gli sbocchi sono stati sostanzialmente due. Da una parte si è arrivati
a individuare una funzione minima o definiente, cioè senza la quale
verrebbe meno la stessa possibilità di parlare di partito politico. Dall’altra parte,
si è posta la necessità di distinguere le diverse specie di partiti, come i partiti di
governo e partiti di opposizione, o tra partiti sociali e partiti istituzionali.
Il problema di oggi rispetto alle funzioni è che oggi i partiti continuano a
disimpegnare l’attività di coordinamento e integrazione istituzionale in un
contesto di crescente delegittimazione in conseguenza del fatto che la loro
capacità di controllo, organizzazione e integrazione politica degli elettori e dei
gruppi è stata in gran parte erosa. Possiamo scorgere in questa dissociazione
funzionale il dilemma tra logica della competizione e la logica dell’identità.
2. LE PROSPETTIVE CLASSICHE
Le principali prospettive analitiche elaborate per studiare i partiti politici:
LA PROSPETTIVA SOCIOCULTURALE
Dal un punto di vista socioculturale i partiti riflettono le divisioni fondamentali e
le linee di conflitto che attraversano stabilmente una società. Possiamo parlare
di strutture dei cleavages (fratture, divisioni). Si può dire che i cleavages
sono i criteri che dividono i membri di una comunità, in gruppi. Questi
cleavages sono rilevanti se sono in gradi di dividere i membri di una comunità
sulla base di differenze politiche fondamentali. Innanzi tutto, sono delle linee di
divisione, delle fratture, che attraversano una comunità e che costituiscono ei
conflitti particolarmente forti e prolungati, radicati nella struttura sociale. In
secondo luogo, in quanto base per i conflitti, essi costituiscono dei fattori di
aggregazione e di identificazione dei membri di una collettività o di segmenti
di essa. Danno vita a processi di mobilitazione degli individui sulla base dello
schema binario amico-nemico, sono alla base quindi della logica dell’identità.
In terzo luogo, quando ciò accade e un cleavages acquista salienza, si creano le
condizioni per l’affermazione di un soggetto politico. in quarto luogo, una volta
affermatisi e superata la sfida dell’istituzionalizzazione i partiti politici
tendono a sopravvivere alla perdita della rilevanza della linea di conflitto
originario.
Ci sono quattro tipi fondamentali di fratture interpretati come prodotti delle due
maggiori rivoluzioni del XX secolo: la rivoluzione nazionale a cui sono collegate
le fratture centro-periferia e stato-chiesa; e la rivoluzione industriale, a cui
sono collegate le fratture urbano-rurale e lavoro-capitale.
Alcune fratture, come quella Stato-Chiesa e, soprattutto, quella tra operai e
datori di lavoro, hanno lasciato tracce sulle altre e hanno acquisito maggiore
salienza. Ma l’esistenza di una data frattura non si traduce automaticamente
nella formazione di uno specifico partito.
La prospettiva socioculturale, infine, può arricchirsi qualora la formazione dei
partiti politici venga ricollegata all’esistenza di famiglie spirituali o
ideologiche. LA PROSPETTIVA ISTITUZIONALE
La prospettiva istituzionale rivendica che le lotte politiche sono mediate e
condizionate dagli assetti istituzionali, cioè dall’insieme di regole, procedure,
norme e valori. Nello specifico, tanto la formazione dei partiti che il loro
cambiamento, così come altri rilevanti aspetti della loro vita politica, sono
influenzati principalmente dallo sviluppo delle istituzioni statali moderne. La
ricostruzione di questi sviluppi è al centro di uno dei contributi più noti di
Rokkan, secondo il quale la strutturazione della politica di massa può essere
guardata, oltre che dalla prospettiva dei cleavages, anche da una prospettiva
che possiamo chiamare top-down, che enfatizza la risposta del sistema: gli
ouput d’adattamenti istituzionali, che possono essere considerati come delle
soglie che vengono superate durante il processo di democratizzazione.
1. Soglia della legittimazione: il riconoscimento da parte delle élite
politiche dei diritti di petizione, di critica, di dimostrazione contro il
regime, della libertà di opposizione.
2. Soglia dell’incorporazione: il superamento di questa soglia richiede la
comparsa dei diritti di partecipazione politica. Ci imbattiamo nel processo
di estensione del suffragio.
3. Soglia di rappresentanza: si supera quando si indeboliscono le
barriere istituzionali alla rappresentanza dei nuovi partiti politici. Quando
i sistemi elettorali chiusi diventano aperti.
4. Soglia del potere esecutivo: relativa al riconoscimento della
responsabilità del governo a tutti i partiti che riescono a controllare la
maggioranza dei seggi parlamentari.
5. Soglia della governance: nelle democrazie avanzate ne sembra attiva
una quinta. LA PROSPETTIVA ORGANIZZATIVA
Qualunque altra cosa siano i partiti e a qualunque altro tipo di sollecitazioni
possono rispondere, essi sono prima di tutto organizzazioni e pertanto l’analisi
organizzativa deve precedere ogni altra prospettiva. In particolare l’analisi
organizzativa dei partiti si è sviluppata lungo alcune direttrici di ricerca
destinate, in un modo o nell’altro, a integrarsi. Rientrano in questo amb