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PREFAZIONE

Riflettiamo sul ruolo che la cronaca nera ha assunto in questi ultimi anni nei media

italiani, dove crimini e tragedie divengono spettacolo utilizzando la tensione come

trappola per pubblici curiosi.

Accusati, vittime, avvocati, giornalisti, conduttori, criminologi interpretano una

parte come tante volte si è visto fare nei film e nelle serie televisive, e la cronaca nera

trova spazio in tutte le fasce orarie, in particolare nel Day time pomeridiano. E'

necessario chiedersi quali sono le ragioni per cui la gente continua a preferire gli

argomenti di cronaca nera, prima di affermare che è ''sempre colpa della TV''.

INTRODUZIONE

Si cercherà di ricostruire le modalità con cui il narratore televisivo mostra una

particolare storia criminale, mostrando attraverso il caso di Sara Scazzi come il

modello narrativo che affonda le sue radici nel dramma, è oggi linfa per il moltiplicarsi

di programmi televisivi di successo che generano una sorta di "meta-format",

concentrandoci sugli aspetti mediali e sugli effetti che queste dinamiche possono

esercitare sui pubblici televisivi.

1. Verso un nuovo ''meta-format televisivo''

Tutto inizia con la TV Verità, il nuovo modo di fare televisione di Angelo Guglielmi,

che effettua una svolta radicale nella storia della televisione italiana e che rappresenta

una novità clamorosa anche nel panorama europeo.

Per la prima volta le immagini documentarie vengono montate con riprese di fiction

tratte da film, ed il docudrama si coniuga con lo Story-telling, generando forme nuove

di emozione per gli interpreti mediali.

In televisione si riscopriva la realtà quotidiana attraverso l'essenzialità degli eventi

quotidiani, che venivano riproposti seguendo strategie di narrazione che affascinassero

i telespettatori, portando alla nascita di una nuova narrativa popolare.

Dunque, si instaura un rapporto inedito tra rappresentazione televisiva e realtà. I

nuovi programmi della tv verità non sfiorano l'iperrealtà di Baudrillard (ovvero il reale

si trasforma nel reale per il reale), perché la televisione iniziava a giocare con la

realtà, con i casi di cronaca di vita quotidiana che diventano testi mediali.

La televisione, poco a poco, comincia a divorare la realtà. Trasmissioni come LINEA

ROVENTE, TELEFONO GIALLO, UN GIORNO IN PRETURA E CHI L'HA VISTO? innovano i

linguaggi televisivi mostrandoci la cruda realtà. Questo spirito di servizio pubblico

iniziava a incrociare la curiosità degli spettatori di fronte alla vita, ai problemi, al

dolore degli altri di cui si narravano le esperienze, con gli spettatori coinvolti nella

soluzione dei casi proposti, che divengono allo stesso tempo attore e spettatore. La

diretta telefonica con il pubblico creava l'evento, aprendo un dubbio che animava le

attese degli spettatori, ed il telefono diventa co-autore della trasmissione.

La televisione, dunque, racconta storie reali che presentano le caratteristiche dei

racconti come misteri, retroscena svelati, suspense, dove la realtà ben confezionata

diventa più coinvolgente di qualsiasi fiction e lo spazio mediale privilegiato di incontro

tra finzione e realtà. Il reale e la TV dunque, interagiscono e inevitabilmente la

televisione ha la meglio sul reale portando alla degenerazione della TV Verità.

2. Lo schermo a forma di pozzo

Nel 1981 la cronaca della morte in diretta di Alfredo Rampi, bimbo caduto in un

pozzo a Vermicino, tiene incollati allo schermo milioni e milioni di telespettatori.

La telecamera entra nelle ultime ore di vita di un bambino di cui nessuno conosce le

fattezze, e la narrazione di questo momento televisivo appassionante e commovente è

decisiva per comprendere la Noir TV.

Vermicino è il primo set della tv che trasforma il dolore in spettacolo: si scopre che

lo show della sofferenza appassiona follemente gli spettatori. Uno dei più grandi eventi

della storia della televisione italiana nasce dal circuito delle piccole emittenti locali.

Un giornalista del Tg2 facendo zapping si scontra con la notizia, e capisce di trovarsi di

fronte ad una storia da raccontare, e contatta un operatore e si dirige a Vermicino.

Ecco la genesi della TV Verità. Una vecchia cinepresa inizia a dar vita al racconto per

immagini, ed un microfono calato nel pozzo consente di ascoltare le urla del bambino,

così il TG2 delle 13 presenterà ai telespettatori una storia avvincente, che durerà tre

giorni e inchioderà al piccolo schermo per 18 ore consecutive tutti gli italiani,

sconvolgendo milioni di telespettatori e i palinsesti Rai, dando vita anche al ''turismo

dell'orrore'' con migliaia di persone che si recano al pozzo, e l'arrivo del presidente

della Repubblica Pertini a Vermicino.

La maratona televisiva si concluderà tragicamente. Da quel giorno s'avvia il

dibattito ancora attualissimo sul confine tra informazione e spettacolo e sui rischi della

spettacolarizzazione del dolore e delle tragedie private temendo la confusione tra

fictional e factual. Da quel momento la tragedia e la morte s'introducono nello spazio

dello show business.

3. Dal pozzo nero no-stop all'occhio rosso della telecamera acceso 24 ore

su 24. La realtà diventa Reality

Il Reality show è un genere televisivo di grande successo, che giocando con la

realtà si allontanava dalla TV Verità abbandonando i suoi intenti di servizio e regalava

nuove emozioni ai pubblici offrendo la ribalta mediale a gente comune. La platea del

pubblico si ritrovava immersa nella vita degli altri quanto più passionale era il racconto

dell'intimità della vita quotidiana di sconosciuti, che divenivano volti noti del piccolo

schermo.

L'emozione è ancora una volta il motore di questa formula d'intrattenimento, e

s'impara a mettere in scena la sofferenza altrui. L'intimità diventa la chiave del

successo dei testi televisivi.

La rappresentazione pubblica della dimensione privata è la cifra stilistica dei nuovi

successi televisivi dove la "narrazione esperienziale" trova la sua espressione iperreale

nel reality show che ha segnato la svolta nella storia della tv italiana: il Grande

Fratello. Nel caso del reality sono i protagonisti dello show ad essere catapultati dalla

vita reale allo spettacolo e le dinamiche d'interazione reale diventano storie televisive

attraverso la scrittura autoriale, ben nascosta. Il successo di questa esperienza

televisiva considerando gli ultimi trend di consumo dei pubblici sembra lentamente

affievolirsi.

L'interesse oggi sembra essere canalizzato nel racconto quotidiano, spalmato sui

vari palinsesti televisivi, di processi e delitti che sembrano accendere la platea

mediatica italiana. Con il termine Noir, infatti, s'intende quell'orizzonte fatto di

psicologia criminale, violenza, angoscia del racconto che tende a sostituire l'azione, e

infine il senso di paura che si trasmette allo spettatore.

3. Il Giallo si tinge di Fiction Rosa e di Cronaca Nera

I pubblici da sempre sono sedotti dal fascino del mistero ma l'industria culturale

italiana iniziò a riconoscere con un certo ritardo il valore di tali prodotti. Giallo è il

colore della copertina della collana Mondadori, che ottenne molta fortuna, che

introdusse per la prima volta in Italia le storie poliziesche all'interno delle librerie.

Questo tipo di produzione culturale divenne merce appetibile dell'industria editoriale

trasformando in un fenomeno di costume. S'inizia a parlare di "giallo sociale"

evidenziando, quanto i racconti si avvicinino sempre più alle descrizioni di vissuti

quotidiani. Prende vita un nuovo modo di narrare le tragedie, evidenziato anche dal

cinema thriller alla Argento degli anni '70.

2. Delitti e palinsesti

2.1. Il fascino del crimine si fa racconto televisivo

I delitti e la loro storia processuale hanno sempre appassionato generazione di

uomini e donne affascinati dai loro risvolti passionali, investigativi e giudiziari.

Con i delitti è possibile raccontare l'Italia e i cambiamenti culturali del nostro Paese,

come con il programma cult Storie Maledette di Franca Leosini. Le puntate sono

registrate nelle carceri italiani dove pluriomicidi e autori di crimini efferati accettano di

ripercorrere momento per momento il gesto criminale dove si rispecchiano le ragioni

di un malessere sociale, dove però la dimensione di spettacolarizzazione dei fatti di

sangue cui oggi le platee televisive sono abituate non avveniva.

I produttori mediali hanno compreso che sfruttare quest'emozione capace di

coinvolgere le passioni dei pubblici garantisce ascolti con bassi investimenti ed è per

questo che i casi di cronaca nera divengano sempre più frequentemente eventi

televisivi. Il fascino ed il mistero dei vari delitti italiani vengono costruiti seguendo

interessanti strategie di marketing mediale, dove anche un crimine apparentemente

banale può trasformarsi in intrigo misterioso mantenendo quel carattere nazional-

popolare che consente al pubblico d'identificarsi con i protagonisti della storia.

La macchina televisiva punta sui dettagli angoscianti, sui ritratti fisici, un'accurata

descrizione che tende a rivelare la psicologia dei protagonisti e ad accendere

ulteriormente l'attenzione dei pubblici sui fatti generando un piacere che riporta al

gusto ottocentesco della lettura del romanzo popolare a puntate. Quanto più

complesso è il puzzle da ricomporre tanto più stimolante è per i telespettatori

immaginare la fine della storia, con il telespettatore che ricostruisce in una

personalissima mappa immaginaria l'arma usata dall'assassinio, i caratteri dei

protagonisti, il loro stile di vita il dolore delle vittime e ogni altro elemento che possa

complementare l'idea del delitto perfetto.

Lo spettacolo è diventato la realtà, dove non c'è più distinzione tra processo e

studio televisivo. Il racconto televisivo prende forma nei pensieri e nelle parole degli

opinionisti che si trasformano per l'occasione in un cast fisso criminologi, scrittori

cronisti, psicologi che forniscono il proprio parere sul caso di volta in volta prescelto

dal palinsesto mediatico rafforzando il format. L'obiettivo è suscitare clamore e

interesse affinché la curiosità morbosa e lo spettacolo si traducono in un risultato

commercialmente apprezzabile per gli investitori pubblicitari. La cronaca nera rende

molto e costa poco e questo non può essere ignorato. Serializzazione e

drammatizzazione sono le due regole di questo nuovo "format criminale".

2.2. Per una definizione di format criminale

Rak per interpretare il format spiega come i creativi producano delle strutture

testuali in grado di produrre

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
9 pagine
4 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MFallout di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Carzo Domenico.