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4.IL LOISIR E I CONSUMI CULTURALI: I NUOVI SCENARI
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I mutamenti percepiti nella struttura di classe si riflettono quasi
immediatamente sul mutamento degli stili di consumo. In una società
stratificata, diversi beni e abitudini del tempo libero caratterizzano diversi
strati, classi sociali o ceti. Veblen anticipa delle importanti riflessioni sulla
natura di ricchezza e spreco, coniando espressioni sarcastiche che ricorrono
spesso in sociologia dei consumi: lo sciupio vistoso, come ostentazione del
possesso di beni di lusso e di agiatezza vistosa o lo spreco di tempo, che
consente di dimostrare di essere così ricchi da non aver bisogno di lavorare.
L’analisi sociologica del consumo scorge rilevanti processi di emulazione
descritti da Simmel, e messi in atto dalla middle class nel tentativo di
appropriarsi della upper class. Ciò per Simmel è un modo per comunicare
l’identità del soggetto, che tenderà a conformarsi allo stile di vita della classe
a cui sente di appartenere e a differenziarsi dagli stili di vita assunti da gruppi
meno prestigiosi secondo la piramide sociale, come avviene con le mode.
Esse qualificano pluralità di stili che si moltiplicano e trovano nella metropoli
l’ambiente in cui esplicarsi e interagire. Simmel fa riferimento alla Germania
bismarkiana di fine 800 inizi 900, caratterizzata da ambivalenze culturali,
politiche ed economiche, alla base delle identità individuali. Lo sviluppo
economico comporta una spersonalizzazione nei rapporti di compravendita,
dove l’oggetto prodotto dall’artigiano è reso unico e dotato di anima che
acquista valore in base al numero di scambi nei mercati. L’incertezza causata
dalla libertà di scelta porta il soggetto a costruire uno spazio di relazioni
sempre più astratto. Venendo meno la forza dei legami sociali di tipo
tradizionale, viene meno il potere simbolico degli oggetti legati alle ritualità
consolidate. Secondo Simmel la causa maggiore della spersonalizzazione dei
rapporti con le cose è che sono sempre più facilmente sostituibili. La
sostituzione dei beni è sintomo di un bisogno sociale. Tra gli apocalittici ci
sono i francofortesi, per i quali l’attore sociale è totalmente passivo e acritico
nella scelta ed assunzione di pratiche di consumo, inteso come naturale
prosecuzione del processo di produzione, volto a manipolare le coscienze e
omologare gusti e scelte dei consumatori. Ciò avviene nell’industria culturale:
produzione, distribuzione e invito al consumo rispettano la logica del
capitalismo spostando l’attenzione al mercato dei messaggi e delle info.
L’individuo del XX secolo è un uomo ad una dimensione secondo Marcuse,
che sottolinea rigidità ed eccessiva categorizzazione entro cui si muove. La
pubblicità rende tutto auspicabile e desiderabile, ma mai in termini di
completa soddisfazione, sia perché il bisogno non è reale, sia perché
l’immagine fornita è idealizzata ed enfatizzata. Riesman come Simmel ha
preannunciato il naturale evolversi della società moderna in postmoderna.
L’individuo eterodiretto fonda e costruisce la propria identità in base al
riconoscimento sociale, ottenuto attraverso la comunicazione del proprio stile
di vita, e facendo del proprio tempo libero il principale ambito in cui plasmare
la propria identità e strutturare le relazioni con gli altri. La merce diventa
segno e può assumere qualunque significato e così pure l’attitudine al
consumo. Marx ritiene che il valore di scambio economico sia in grado di dare
significato ad un oggetto, alla luce di un pensiero sociologico deterministico e
materialistico. Baudrillard invece considera la merce contraddistinta da un
valore aggiunto, quello dello scambio simbolico, che acquisisce significato in
base a caratteri di ordine culturale e sociale. Pone l’attenzione sull’insieme
delle merci, la cui combinazione diventa “linguaggio” dell’attore sociale che si
propone di impersonarlo. Considera che gli oggetti siano funzionali alla
comunicazione tra molteplici identità individuali. Il valore simbolico di un
oggetto è frutto di un processo che induce alla rimodulazione delle relazioni.
La Douglas ritiene che ogni forma di società deve disporre di un insieme di
significati da condividere, per rendere possibile comunicazione e reciproca
comprensione tra gli attori. Lo spazio di significazione è continuamente
soggetto a rimodulazione e trasformazione che segue un condizionamento
storico-temporale. Nella postmodernità si lascerebbe spazio ad un
immaginario simbolico realizzato attraverso la fusione di identità
collettive(multiculturalità). L’attore sociale è impegnato in un continuo
processo di semantizzazione degli oggetti stessi. Semprini distingue due fasi
all’interno del processo di costruzione di senso delle merci. Una in cui il
soggetto costruisce un significato di tipo privato attorno alla merce; l’altra in
cui il soggetto e le pratiche di consumo assumono significato sociale. Lo
scopo del consumo è quello di ritrovare il mondo immaginato in quell’oggetto,
cosa impossibile. L’attore sociale in una società fluida ha la consapevolezza
di poter avere maggior soddisfazione dalla cura di sé piuttosto che dalla cura
dei rapporti personali. E’ il soggetto stesso ad essere l’incarnazione del
desiderio. Anche il consumatore della modernità liquida descritto da Bauman,
preferisce il consumo effimero alla responsabilità e al diretto coinvolgimento
dei rapporti personali, nonostante la reificazione dei rapporti tra attori sociali
della postmodernità, che mantengono vivo un legame fin quando traggono
soddisfazione dallo stesso. Bauman parla di perenne stato di eccitazione,
causato dal continuo contatto col nuovo, che fa sì che il bisogno muti in
desiderio e poi in capriccio. Il godimento per il consumatore risiede nella
costruzione di senso legata all’idealizzazione del piacere che un oggetto di
consumo potrebbe fornire. Da qui il fatto che i significati dei messaggi
pubblicitari rimandano ad un universo di significati di cui un consumatore
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idealtipico tende ad appropriarsi. La pubblicità viene vista nella sua funzione
comunicativa come parte integrante della realtà sociale ed il marchio è il
riassunto dell’immaginario. 4 immagini pubblicitarie: 2 volte a sintetizzare un
immaginario moderno(profumo Canali e pasta Barilla), 2 esemplificative di
quello postmoderno(gomme Kleber e calzature Frau). Il profumo sintetizza
nel marchio l’essenza di un potenziale consumatore raffinato ed elegante.
L’immagine è di un uomo che bacia delicato la mano di una donna. Barilla
rievoca l’idea della famiglia tradizionale e di italianità, oltre all’affidabilità
tramite slogan come c’è casa o la bontà di sempre torna sempre. La pasta
tipica della tradizione italiana, viene consumata in tutto il mondo
(delocalizzazione). Indeterminatezza e instabilità sarebbero sfatate dalla
ossessiva ricerca di certezza e stabilità nei rapporti con le cose. Nella
pubblicità Kleber in cui padre e figlia stanno in piedi in equilibrio su un
pneumatico che rotola, si mostra (“la tranquillità in ogni circostanza”) stabilità
e affidabilità dell’oggetto ed instabilità caratteristica del consumatore come
attore sociale. La pubblicità Frau, raffigurante 4 riquadri con immagini
spezzate di uomo e donna(volto e corpo), rimanda a diverse possibili
combinazioni facendo pensare ad una dissoluzione di genere. Lo slogan
voglio somigliare a me stesso sottolinea però la necessità di coerenza e
unicità di un’identità individuale.
SECONDA PARTE – MESSINA. UNA CITTA’ IN TRANSIZIONE
PERMANENTE
5. LIFE STYLE E STRATIFICAZIONI SOCIALI NELLA MODERNITA’
Fino all’immediato dopo guerra il consumo era legato unicamente alla
sussistenza e alle contrapposizioni poveri/ricchi, ceti urbani/ceti rurali. Il ruolo
degli americani nel risollevare il paese diviene determinante soprattutto sul
piano ideologico culturale, diffondendo l’idea del consumo come fenomeno
tipico di una società volta all’evoluzione, al progresso ed al raggiungimento di
status symbol. Negli anni 60 mentre prima viene denunciata l’esistenza di
gravi insufficienze nella soddisfazione di certi bisogni civili fondamentali,
assistiamo all’esplosione di consumi non legati a necessità primarie. Si
accentua lo squilibrio tra zone più sviluppate e quelle meno sviluppate
dell’Italia. La distorsione dei consumi corrisponde a quella dello sviluppo
economico italiano. Il consumo viene subordinato alla produzione. La grande
dimensione del settore agricolo e il ritardo rispetto allo sviluppo industriale
internazionale è una delle cause della compressione dei consumi. Il
contadino reagisce all’inurbamento con maggiore propensione al risparmio,
isolandosi dall’ambiente urbano per via del forte legame con la terra d’origine,
ma può perdere i suoi punti di riferimento e iniziare ad assumere certe
pratiche di consumo per integrarsi nel nuovo gruppo sociale. La gratificazione
del sé unita allo sviluppo dei mass media, accompagna la nascita e
l’espansione del ceto medio. Negli anni del boom economico(dal 52 al 70) si
ha un aumento del reddito pro capite del 134% ed i governi tentano di
riequilibrare il rapporto tra nord e Sud, dando origine ad un’ampia classe
operaia nel Settentrione industrializzato e ad una classe impiegatizia al Sud
che diventeranno protagoniste delle nuove forme di consumo legate al
reddito pro-capite. Lo status diviene un indicatore sociale anche per il ceto
medio, la mobilità sociale più evidente e si assiste alla fine di rigide
opposizioni ricchi/poveri. I consumi diventano il frutto dell’interazione tra i
valori che gli italiani condividono nella tradizione e ed i modelli cognitivi
presenti nella nuova società del loisir. Negli anni 70 si ha la contrapposizione
tra atteggiamento conservatore tipico del borghese e quello innovativo, tipico
del nuovo consumatore, il giovane, caratterizzato da attitudine alla
partecipazione politica, grande sete di libertà e superamento delle istituzioni
obsolete. L’universo giovanile diviene modello nelle scelte di consumo e
subirà un freno qualitativo solo nel 73 con la crisi energetica. Così il
consumatore degli anni 80 sarà il risultato del consumismo dei 60 e della
critica mossa nei 70, avvalorata dalla crisi. Negli anni 90 invece il
consumatore abbandona momentaneamente la soddisfazione legata al
consumo, rifugiandosi in un clima socio culturale, pi&