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Riassunto esame sociologia dei fenomeni politici, Prof. Serio, libro consigliato: Smith A.D., La nazione, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2007 Pag. 1 Riassunto esame sociologia dei fenomeni politici, Prof. Serio, libro consigliato: Smith A.D., La nazione, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2007 Pag. 2
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Prima di affrontare l’analisi del concetto di nazione e nazionalismo è necessario indicare due definizioni

operative di questi termini, per tenerle come punti di riferimento nel confronto tra definizioni concorrenti.

Con il termine nazione, si indica una popolazione umana provvista di nome che occupa un territorio o una

madrepatria storici e condivide miti e memorie, una cultura pubblica di massa, una singola economia,

diritti e doveri comuni per tutti i membri.

Con il termine nazionalismo, indico un movimento ideologico per il raggiungimento e il mantenimento

dell’autonomia, dell’unità e dell’identità nell’interesse di una popolazione che, secondo il giudizio di alcuni

suoi membri, costituisce una “nazione” potenziale o reale.

1. Volontarismo e nazione organica

Il termine primordialismo indica l’idea che determinati attributi e formazioni culturali esercitano sulla

nostra vista un’influenza fortissima, indipendente dall’interesse razionale e dal calcolo politico. Siamo

vincolati da legami che discendono da questi attributi, che originano il sentimento di appartenenza comune

che chiamiamo etnicità, e costituiscono la base delle nazioni e del nazionalismo. Questi due concetti

vengono definiti primordiali proprio perché esistenti prima della storia. Esistono tre versioni del

primordialismo: sociobiologico, culturale e organico. La versione più diffusa di primordialismo è

l’organicismo, cioè la concezione storicista e organica del nazionalismo.

1. Nazionalismo organico e volontaristico

Kohn, al culmine della seconda guerra mondiale attirò gli studiosi su due diverse versioni ideologiche del

nazionalismo: volontaristica e organica. Il nazionalismo volontaristico era dominante in Occidente, mentre

quello organico prevaleva nell’Europa centrale, Russia, Medio Oriente, Asia. Se per entrambe le versioni,

l’individuo appartiene ad una nazione perché non vi è possibilità di sopravvivenza senza essa, mentre la

concezione volontaristica permette di scegliere la propria nazione di appartenenza, quella organica non lo

permette, in virtù del vincolo di nascita.

2. Determinismo culturale e ideale politico

Vari studiosi come Weber, Acton, Mazzini, Renan si occuparono del determinismo culturale, alla luce

dell’aspra disputa sui territori dell’Alsazia e della Lorena, ma influenzato anche dalle invasioni germaniche.

Alla luce di questi eventi, il determinismo culturale mostra come non sono né la lingua, né l’etnicità, né la

geografia a definire un popolo, il sentimento di appartenenza è frutto della memoria storica.

3. Nazioni civiche e nazioni etniche

Vien da chiedersi quale sia l’attinenza di questi dibattiti (concezione nazionalista/concezione organica) in

relazione al contesto profondamente mutato del xx secolo, posto che il nazionalismo degenerato sia stato

la base del fascismo e del nazismo. Eppure i nazionalismi etnici ripresero drammaticamente in Europa

dell’Est e nell’ex Unione Sovietica. Il nazionalismo etnico, visto ancora con sospetto viene identificato

ancora con l’esclusività del legame di sangue, associato al nazionalismo organico. Il nazionalismo civico

invece, richiama il volontarismo. Il nazionalismo etnico viene definito conservatore, mentre il nazionalismo

civico viene accostato a una mentalità più aperta e multiculturale. Questo è il caso dell’Australia che ha

permesso negli anni ’60 una massiccia immigrazione. Non si può comunque affermare che il nazionalismo

civico sia più aperto e tollerante del nazionalismo etnico. Diversamente da quanto si può credere, il

nazionalismo civico, imponendo un’uniformità esclusiva risulta essere assimilabile sotto questo punto di

vista ai nazionalismi che applicano criteri genealogici di appartenenza. In Europa non esistono nazionalismi

culturali, mentre negli Stati Uniti l’origine etnica ha continuato ad essere un criterio di accettazione

importante.

4. Il primordialismo culturale

Il primordialismo culturale richiama l’attenzione sulla forza permanente dei vincoli etnici: comunanza di

lingua, mito delle origini, attaccamento alla madrepatria, consuetudini e memorie condivise. I legami

primordiali si basano sulla percezione e sul convincimento. Sono i singoli individui a determinare per se

stessi questi vincoli come fondamentali. Il primordialismo culturale tuttavia è incapace di fornire

un’interpretazione storica convincente dei fenomeni etnici o nazionali. Esso può al massimo essere

considerato come una tesi sul ruolo costante dei “dati” culturali: consanguineità e territorio, lingua e

religione.

5. Conclusione

Nonostante i suoi limiti, il primordialismo culturale è doppiamente importante. A livello teorico dimostra le

debolezze delle interpretazioni storiche strumentistiche. A livello empirico dimostra che le spiegazioni

volontaristiche non bastano a spiegare come la dimensione etnica e culturale sia stata presente anche nei

tipi di nazionalismo più razionalisti e secolari. Ogni nazionalismo si compone di elementi volontaristici e

organici, civici ed etnici, primordiali e strumentalisti, tutti mescolati tra di loro. Piuttosto che abolire l’uno o

l’altro, al fine di creare nazioni che si riconoscano reciprocamente, si dovrebbe focalizzare l’attenzione sul

bilanciamento di questi desideri.

2. La nazione: moderna o perenne?

Dopo aver esaminato il carattere delle nazioni e del nazionalismo, ora andremo ad analizzare il loro

radicamento e la loro collocazione storica.

1. L’ortodossia modernista

L’ortodossia modernista afferma che:

a. Le ideologie nazionaliste e il sistema degli stati-nazione sono recenti nel tempo e nuovi nel carattere.

Stiamo parlando del trattato di Westfalia del 1648 e si assiste a una graduale evoluzione a partire dal

XVIII secolo;

b. Le nazioni e le identità nazionali sono recenti e nuove (Medioevo);

c. Le nazioni e i nazionalismi sono il prodotto della modernizzazione, profondamente sovversivo

dell’ordine sociale e politico, frutto della volontà. È un fenomeno funzionale all’industrializzazione.

2. La storiografia modernista

Solo negli anni ’60 gli studiosi aderirono al modernismo sociologico, dimostrando come la modernità ha

generato le nazioni e il nazionalismo. Breuilly afferma che il nazionalismo è un movimento politico e

moderno, il cui scopo è quello di conquistare e mantenere il potere statale, tramite argomentazioni

nazionaliste. Un’argomentazione nazionalista è una dottrina politica basata su tre affermazioni:

a. Esiste una nazione con un carattere manifesto e particolare

b. Gli interessi e i valori di questa nazione diventano primari

c. La nazione deve essere il più possibile indipendente

3. La critica perennista

Alcuni storici considerano alcune delle nazioni e dei nazionalismi attuali come premoderni e perenni, altri

invece affermano che la nazione sia un fenomeno ricorrente in periodi diversi a prescindere dalle condizioni

politiche, economiche e culturali. I neo perennisti, si dividono in due pensieri: perennismo continuo e

perennismo ricorrente. La prima tendenza ritiene che le radici delle attuali nazioni risalgano a vari secoli fa,

o addirittura millenni. Ciò che le contraddistingue è la continuità, infatti la modernizzazione risulta

irrilevante. La seconda tendenza, considera la nazione come un’associazione umana presente ovunque

nella storia. Ciò che la contraddistingue in questo caso è la ricorrenza di un identico fenomeno. Le singole

identità nazionali e nazionalismi possono esserci o meno, ma il fenomeno in sé è universale, privo di

contesto.

4. Il perennismo continuo

Il lungo processo che portò alla formazione degli stati sovrani e alla creazione delle nazioni, inizia con il

crollo dell’impero romano. Questo processo fu lento e oscuro, spontaneo. In Inghilterra nacque non solo

una nazione ma anche il nazionalismo tramite una competizione interna per l’ascesa sociale da parte

dell’élite aristocratica.

5. Perennismo ricorrente

Analizzando il caso inglese, si evidenzia come il concetto di nazione esistesse prima della formazione degli

stati sovrani. Un altro esempio sono gli Ebrei, che hanno ritrovato il loro status di nazione dopo 2000 anni,

rimanendo sempre e comunque una nazione. Secondo questa tesi gli antichi Egizi, Ebrei, Greci, Persiani

sono i padri dei loro moderni omonimi e costituivano delle nazioni nel vero senso del termine.

6. Nazioni antiche?

La questione dell’identità nazionale, della sua ricorrenza e della sua continuità, può essere approfondita

analizzando le tre nazioni antiche individuate da Meyer.

I Greci costituiscono una nazione anche se divisi tra diverse polis, anche se non è certa la continuità

culturale a lungo termine. Anche per quanto riguarda i Persiani esiste un alto tasso di continuità, pur non

potendo trovare evidenze di nazionalismo Persiano, risulta evidente la differenziazione tra la loro cultura e

quella dei loro vicini. Il caso ebraico è quello che più definito di tutti. Israele può essere indicata come

primo modello di nazione. Indicazioni simili sono presenti anche nell’antico Egitto. Si Israele che il vecchio

Egitto furono favoriti dalla venerazione di un dio supremo.

7. Costruzione sociale e genealogia etnica

La nazione e il nazionalismo sono costrutti sociali. I concetti chiave del “costruttivismo” sono:

a. Il nazionalismo ha creato e continua a creare nazioni e non viceversa;

b. Le nazioni sono prodotti nuovi, recenti frutto della modernità;

c. Le nazioni sono create consapevolmente dalle élite;

d. Solo un contesto moderno rende possibile questa invenzione e immaginazione da parte dei nazionalisti.

1. Tradizioni inventate, comunità immaginate

Hobsbawm considera la nazione un prodotto del nazionalismo, interamente nuova a recente. Egli crede che

l’epoca del nazionalismo abbi origine nel 1830 con un nazionalismo democratico e di massa, a cui fa seguito

nel 1870 un nazionalismo divisivo, etnolinguistico. È in questo secondo periodo che si osserva il proliferare

di tradizioni inventate (gare sportive, feste nazionali, ecc.). A differenza dei loro omologhi precedenti,

questi sono destinati a durare immutati nel tempo. Dopo la seconda guerra mondiale, la guerra fredda, la

globalizzazione, la nascita di organizzazioni internazionali, migrazioni e comunicazioni di massa, si è andati a

minare l’efficacia dello stato nazione, rendendone i confini obsoleti. In queste circostanze si osserva il

superamento del nazionalismo.

2. Una critica al costruttivismo sociale

L’idea di nazione e di patria è profondamente radicata nel linguaggio e nelle pratiche quotidiane,

segnalando una realtà sociale che non può e

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A.A. 2015-2016
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher robertodemurtas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei fenomeni politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Serio Maurizio.