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Prima di affrontare l’analisi del concetto di nazione e nazionalismo è necessario indicare due definizioni
operative di questi termini, per tenerle come punti di riferimento nel confronto tra definizioni concorrenti.
Con il termine nazione, si indica una popolazione umana provvista di nome che occupa un territorio o una
madrepatria storici e condivide miti e memorie, una cultura pubblica di massa, una singola economia,
diritti e doveri comuni per tutti i membri.
Con il termine nazionalismo, indico un movimento ideologico per il raggiungimento e il mantenimento
dell’autonomia, dell’unità e dell’identità nell’interesse di una popolazione che, secondo il giudizio di alcuni
suoi membri, costituisce una “nazione” potenziale o reale.
1. Volontarismo e nazione organica
Il termine primordialismo indica l’idea che determinati attributi e formazioni culturali esercitano sulla
nostra vista un’influenza fortissima, indipendente dall’interesse razionale e dal calcolo politico. Siamo
vincolati da legami che discendono da questi attributi, che originano il sentimento di appartenenza comune
che chiamiamo etnicità, e costituiscono la base delle nazioni e del nazionalismo. Questi due concetti
vengono definiti primordiali proprio perché esistenti prima della storia. Esistono tre versioni del
primordialismo: sociobiologico, culturale e organico. La versione più diffusa di primordialismo è
l’organicismo, cioè la concezione storicista e organica del nazionalismo.
1. Nazionalismo organico e volontaristico
Kohn, al culmine della seconda guerra mondiale attirò gli studiosi su due diverse versioni ideologiche del
nazionalismo: volontaristica e organica. Il nazionalismo volontaristico era dominante in Occidente, mentre
quello organico prevaleva nell’Europa centrale, Russia, Medio Oriente, Asia. Se per entrambe le versioni,
l’individuo appartiene ad una nazione perché non vi è possibilità di sopravvivenza senza essa, mentre la
concezione volontaristica permette di scegliere la propria nazione di appartenenza, quella organica non lo
permette, in virtù del vincolo di nascita.
2. Determinismo culturale e ideale politico
Vari studiosi come Weber, Acton, Mazzini, Renan si occuparono del determinismo culturale, alla luce
dell’aspra disputa sui territori dell’Alsazia e della Lorena, ma influenzato anche dalle invasioni germaniche.
Alla luce di questi eventi, il determinismo culturale mostra come non sono né la lingua, né l’etnicità, né la
geografia a definire un popolo, il sentimento di appartenenza è frutto della memoria storica.
3. Nazioni civiche e nazioni etniche
Vien da chiedersi quale sia l’attinenza di questi dibattiti (concezione nazionalista/concezione organica) in
relazione al contesto profondamente mutato del xx secolo, posto che il nazionalismo degenerato sia stato
la base del fascismo e del nazismo. Eppure i nazionalismi etnici ripresero drammaticamente in Europa
dell’Est e nell’ex Unione Sovietica. Il nazionalismo etnico, visto ancora con sospetto viene identificato
ancora con l’esclusività del legame di sangue, associato al nazionalismo organico. Il nazionalismo civico
invece, richiama il volontarismo. Il nazionalismo etnico viene definito conservatore, mentre il nazionalismo
civico viene accostato a una mentalità più aperta e multiculturale. Questo è il caso dell’Australia che ha
permesso negli anni ’60 una massiccia immigrazione. Non si può comunque affermare che il nazionalismo
civico sia più aperto e tollerante del nazionalismo etnico. Diversamente da quanto si può credere, il
nazionalismo civico, imponendo un’uniformità esclusiva risulta essere assimilabile sotto questo punto di
vista ai nazionalismi che applicano criteri genealogici di appartenenza. In Europa non esistono nazionalismi
culturali, mentre negli Stati Uniti l’origine etnica ha continuato ad essere un criterio di accettazione
importante.
4. Il primordialismo culturale
Il primordialismo culturale richiama l’attenzione sulla forza permanente dei vincoli etnici: comunanza di
lingua, mito delle origini, attaccamento alla madrepatria, consuetudini e memorie condivise. I legami
primordiali si basano sulla percezione e sul convincimento. Sono i singoli individui a determinare per se
stessi questi vincoli come fondamentali. Il primordialismo culturale tuttavia è incapace di fornire
un’interpretazione storica convincente dei fenomeni etnici o nazionali. Esso può al massimo essere
considerato come una tesi sul ruolo costante dei “dati” culturali: consanguineità e territorio, lingua e
religione.
5. Conclusione
Nonostante i suoi limiti, il primordialismo culturale è doppiamente importante. A livello teorico dimostra le
debolezze delle interpretazioni storiche strumentistiche. A livello empirico dimostra che le spiegazioni
volontaristiche non bastano a spiegare come la dimensione etnica e culturale sia stata presente anche nei
tipi di nazionalismo più razionalisti e secolari. Ogni nazionalismo si compone di elementi volontaristici e
organici, civici ed etnici, primordiali e strumentalisti, tutti mescolati tra di loro. Piuttosto che abolire l’uno o
l’altro, al fine di creare nazioni che si riconoscano reciprocamente, si dovrebbe focalizzare l’attenzione sul
bilanciamento di questi desideri.
2. La nazione: moderna o perenne?
Dopo aver esaminato il carattere delle nazioni e del nazionalismo, ora andremo ad analizzare il loro
radicamento e la loro collocazione storica.
1. L’ortodossia modernista
L’ortodossia modernista afferma che:
a. Le ideologie nazionaliste e il sistema degli stati-nazione sono recenti nel tempo e nuovi nel carattere.
Stiamo parlando del trattato di Westfalia del 1648 e si assiste a una graduale evoluzione a partire dal
XVIII secolo;
b. Le nazioni e le identità nazionali sono recenti e nuove (Medioevo);
c. Le nazioni e i nazionalismi sono il prodotto della modernizzazione, profondamente sovversivo
dell’ordine sociale e politico, frutto della volontà. È un fenomeno funzionale all’industrializzazione.
2. La storiografia modernista
Solo negli anni ’60 gli studiosi aderirono al modernismo sociologico, dimostrando come la modernità ha
generato le nazioni e il nazionalismo. Breuilly afferma che il nazionalismo è un movimento politico e
moderno, il cui scopo è quello di conquistare e mantenere il potere statale, tramite argomentazioni
nazionaliste. Un’argomentazione nazionalista è una dottrina politica basata su tre affermazioni:
a. Esiste una nazione con un carattere manifesto e particolare
b. Gli interessi e i valori di questa nazione diventano primari
c. La nazione deve essere il più possibile indipendente
3. La critica perennista
Alcuni storici considerano alcune delle nazioni e dei nazionalismi attuali come premoderni e perenni, altri
invece affermano che la nazione sia un fenomeno ricorrente in periodi diversi a prescindere dalle condizioni
politiche, economiche e culturali. I neo perennisti, si dividono in due pensieri: perennismo continuo e
perennismo ricorrente. La prima tendenza ritiene che le radici delle attuali nazioni risalgano a vari secoli fa,
o addirittura millenni. Ciò che le contraddistingue è la continuità, infatti la modernizzazione risulta
irrilevante. La seconda tendenza, considera la nazione come un’associazione umana presente ovunque
nella storia. Ciò che la contraddistingue in questo caso è la ricorrenza di un identico fenomeno. Le singole
identità nazionali e nazionalismi possono esserci o meno, ma il fenomeno in sé è universale, privo di
contesto.
4. Il perennismo continuo
Il lungo processo che portò alla formazione degli stati sovrani e alla creazione delle nazioni, inizia con il
crollo dell’impero romano. Questo processo fu lento e oscuro, spontaneo. In Inghilterra nacque non solo
una nazione ma anche il nazionalismo tramite una competizione interna per l’ascesa sociale da parte
dell’élite aristocratica.
5. Perennismo ricorrente
Analizzando il caso inglese, si evidenzia come il concetto di nazione esistesse prima della formazione degli
stati sovrani. Un altro esempio sono gli Ebrei, che hanno ritrovato il loro status di nazione dopo 2000 anni,
rimanendo sempre e comunque una nazione. Secondo questa tesi gli antichi Egizi, Ebrei, Greci, Persiani
sono i padri dei loro moderni omonimi e costituivano delle nazioni nel vero senso del termine.
6. Nazioni antiche?
La questione dell’identità nazionale, della sua ricorrenza e della sua continuità, può essere approfondita
analizzando le tre nazioni antiche individuate da Meyer.
I Greci costituiscono una nazione anche se divisi tra diverse polis, anche se non è certa la continuità
culturale a lungo termine. Anche per quanto riguarda i Persiani esiste un alto tasso di continuità, pur non
potendo trovare evidenze di nazionalismo Persiano, risulta evidente la differenziazione tra la loro cultura e
quella dei loro vicini. Il caso ebraico è quello che più definito di tutti. Israele può essere indicata come
primo modello di nazione. Indicazioni simili sono presenti anche nell’antico Egitto. Si Israele che il vecchio
Egitto furono favoriti dalla venerazione di un dio supremo.
7. Costruzione sociale e genealogia etnica
La nazione e il nazionalismo sono costrutti sociali. I concetti chiave del “costruttivismo” sono:
a. Il nazionalismo ha creato e continua a creare nazioni e non viceversa;
b. Le nazioni sono prodotti nuovi, recenti frutto della modernità;
c. Le nazioni sono create consapevolmente dalle élite;
d. Solo un contesto moderno rende possibile questa invenzione e immaginazione da parte dei nazionalisti.
1. Tradizioni inventate, comunità immaginate
Hobsbawm considera la nazione un prodotto del nazionalismo, interamente nuova a recente. Egli crede che
l’epoca del nazionalismo abbi origine nel 1830 con un nazionalismo democratico e di massa, a cui fa seguito
nel 1870 un nazionalismo divisivo, etnolinguistico. È in questo secondo periodo che si osserva il proliferare
di tradizioni inventate (gare sportive, feste nazionali, ecc.). A differenza dei loro omologhi precedenti,
questi sono destinati a durare immutati nel tempo. Dopo la seconda guerra mondiale, la guerra fredda, la
globalizzazione, la nascita di organizzazioni internazionali, migrazioni e comunicazioni di massa, si è andati a
minare l’efficacia dello stato nazione, rendendone i confini obsoleti. In queste circostanze si osserva il
superamento del nazionalismo.
2. Una critica al costruttivismo sociale
L’idea di nazione e di patria è profondamente radicata nel linguaggio e nelle pratiche quotidiane,
segnalando una realtà sociale che non può e