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CAP 5: LIVELLI E FLUSSI
5.2 ESIGENZA DI STRUMENTI PIU' RAFFINATI
I DCC rappresentano un valido strumento qualitativo per descrivere la struttura dinamica di un
sistema e per rappresentare un micromondo.
DCC: strumenti utili per la “visualizzazione” della struttura del sistema 13
Il feedback loop è chiaramente negativo, dal momento che una variazione positiva del parco clienti
potenziali determina una variazione positiva delle vendite del bene. Mentre una variazione positiva
delle vendite comporta una variazione negativa (una diminuzione) dei clienti potenziali. A sua volta, le
vendite “trasformano” i clienti potenziali in clienti effettivi, per cui, ancora una volta, diciamo che una
variazione positiva delle vendite genera una variazione positiva dei clienti effettivi. Se il numero dei
clienti potenziali è fissato all’istante iniziale, è facile intuire che, dopo un po’ di tempo, tale numero
tende progressivamente a zero e, contemporaneamente, il numero dei clienti effettivi tende
progressivamente al numero iniziale dei clienti potenziali. La dinamica del fenomeno è regolata
dall’intensità delle vendite che, a loro volta, devono tendere a zero. Come abbiamo visto, la dinamica
produce un modo di comportamento di tipo obiettivo ( goal seeking).
NB: Poco utili per chi vuole sapere “in quanto tempo” e “come” le grandezze cambiano nel tempo !!
E’ necessario ricorrere a qualche strumento più raffinato che, pur nel rispetto della complessità, ci
consenta sia di vedere le relazioni del sistema, sia di fare le simulazioni numeriche e grafiche che ci
interessano..
5.3 LIVELLI E FLUSSI
Accostiamo al diagramma precedente (DCC) il seguente:
Clienti potenziali e clienti entranti sono le variabili di stato, le vendite rappresentano il rate, ovvero la
derivata dello stock quindi le vendite dipendono dallo stock stesso e dai clienti potenziali.
→
Nel diagramma dono presenti 3 elementi:
1. un livello ( stock);
2. un flusso (flow);
3. un’informazione, un collegamento informativo ( information link)→ è un trasferitore di
informazioni. La presenza di un flusso di informazioni fa si che le vendite non solo dipendano
dai clienti potenziali, ma fanno anche diminuire i clienti potenziali stessi trasformandoli in
clienti effettivi.
... e suggerisce l’idea che esiste un flusso tra i “Clienti Potenziali” e i “Clienti Effettivi”, la cui
intensità è controllata dalla valvola “vendite”.
NB. I DCC si riducono al DFL (diagramma di livelli e flussi)
Come il DCC anche un DLF mostra relazioni tra variabili che hanno la caratteristica di cambiare nel
tempo. Nell’esempio, le variabili sono i “Clienti Potenziali”, le “vendite”, i “Clienti Effettivi”. Al contrario
dei DCC però i DLF distinguono il tipo di variabile con una notazione e un nome diverso; le variabili
“Clienti Potenziali” e “Clienti Effettivi” sono rappresentati da un rettangolo e vengono chiamate livelli
(in inglese: stock, level o accumulation). La variabile “vendite” è rappresentata con un simbolo simile a
“un tubo regolato da una valvola di controllo” (“bow tie” o “butterfly valve”) e viene chiamata flusso (in
inglese: flow o rate) 14
ESEMPIO:
C C
P E
V
In questa situazione Rate del C = Rate che fa aumentare i C
→ P E
V: perchè abbassa il livello dei C
- P
-
Se non ci sono information link le vendite sono una costante
C E
graficamente è C P
Con l'aggiuntata dell'information link V non è più una costante, ma dipende da C e
→
P
quindi
... e l’information link ? … Il flusso esercita già per sua natura un’azione “meccanica” di
riempimento e/o drenaggio sullo stock; quando però è necessario trasmettere
un’informazione aggiuntiva dal livello al flusso che va al di là della logica di comportamento
standard del flusso stesso, è necessario evidenziare il fatto con un information link.
Nell’esempio, l’information link trasmette il numero di clienti potenziali al flusso vendite, dal
momento che le vendite, nel modello rappresentato, sono proporzionali al numero di clienti potenziali
stessi
I DLF introducono un concetto temporale e sono strutturalmente predisposti a soddisfare alla
richiesta di chi vuol sapere “in quanto tempo” e “come” i clienti potenziali vanno a zero.
I DLF costituiscono lo strumento per rappresentare in forma generale qualunque modello
dinamico, sia esso un modello applicabile alla socio-economia, o alla strategia o a un processo
di business o a un ecosistema, e cosi via. E ogni modello, per quanto complesso sia, è
straordinariamente rappresentabile attraverso un’opportuna combinazione di tre
elementi soltanto: livelli, flussi, collegamenti.
In realtà, è la conclusione di studi e applicazioni durati oltre un secolo. J. W.Forrester fu il primo ad
applicare sistematicamente queste idee all’analisi dei processi di business oltre quaranta anni fa e a
ottenere riscontri di grande successo e basati su una solida teoria.
Come distinguere livelli e flussi?
Se, per ipotesi, congelassimo ogni attività del sistema, i livelli “Clienti Potenziali” e “Clienti Effettivi”
conterebbero comunque dei valori, mentre il flusso
vendite varrebbe zero dal momento che, avendo interrotto
ogni attività, il numero di prodotti venduti nell’unità di
tempo sarebbe nullo !
Esiste in più una variabile ausiliaria. 15
Lo stock rende possibile una dinamica, ma il flusso esiste perchè c'è una risorsa e rappresenta la
dinamica.
5.4 TIPOLOGIE LIVELLI E I FLUSSI
Alcuni esempi per il mondo dell’impresa:
Livelli: grandezze costanti
→
Materiali: materia prima, prodotti finiti, inventario in produzione, ecc
- Attrezzature: macchine, tool, spazi fisici, ecc.
- Ordini: ordini d’acquisto e di vendita, contratti, richieste, ecc.
-
Flussi: grandezze che cadono a zero
→
Produzione, trasporto, distribuzione;
- Rotture, trasformazione, allocazione, noleggio;
- Vendita, ordinazione, recruiting, formazione.
-
Anche intangibili
Qualità, customer satisfaction, affaticamento personale, magazzini virtuali, ecc.
-
5.5 VARRIABILI AUSILIARIE
Teoricamente, ogni sistema e ogni DLF associato è
completamente rappresentabile attraverso i 3 elementi
identificati, e cioè: livelli, flussi e information link. I livelli e i flussi
rappresentano delle variabili, mentre l’information link trasporta
un’informazione significativa dai livelli ai flussi.
In pratica, tuttavia, condensare nei livelli e nei flussi tutte le
relazioni del sistema potrebbe generare illeggibilità e confusione.
Di conseguenza, così come a suo tempo suggerito per la
costruzione dei DCC, anche per i DLF si preferisce di solito
introdurre un numero di grandezze intermedie o ausiliarie sufficienti a rendere più chiaro il
diagramma .
Nel nostro caso, chiameremo “frazione clienti potenziali” la variabile ausiliaria, collegata con un
information link al flusso “vendite” per indicare che le “vendite”, in un certo istante, dipendono sia dal
valore dei “Clienti Potenziali”, sia dal valore della variabile “frazione clienti potenziali”.
NB. Le variabili ausiliarie possono essere delle costanti numeriche (numeri fissi che non variano nel
tempo) o delle variabili del tempo.
5.6 ESEMPIO: DLF PER LA SUPPLY CHAIN
Come si può vedere direttamente dal diagramma, escludendo le variabili ausiliarie, la struttura del
sistema è sostanzialmente controllata da tre livelli e quattro flussi che determinano i tre feedback loop
già evidenziati nel corrispondente DCC. Nel DLF appare più evidente e leggibile la dinamica del
sistema. 16
5.7 EQUAZIONI di LIVELLI E FLUSSI
I modellatori le implementano automaticamente, ma ... almeno una tantum in vita!
(f ) (f )
e u
derivata positiva derivata negativa
FORMA DIFFERENZIALE:
Dove L è la condizione iniziale che determina l'unico percorso in modo univoco.
CAP 2: IL PROCESSO di MODELLAZIONE
2.2 ATTORI DEL MODELLO
Manager come modellatore di strutture: pilotare e progettare modellatore deve individuare con
- →il
chiarezza il problema reale e il suo "cliente"o il gruppo di clienti, in modo da fornire il supporto
richiesto.
Chiunque, ad ogni livello, abbia responsabilità decisionali
- Modellatore:
- Consulente
Group model building
Etica del modellatore
-
2.3 IL PROCESSO di MODELLAZIONE
NB. non esiste una ricetta precisa per costruire un modello di successo, è un atto creativo.
Il processo è creativo: esperienza, competenza, capacità di evidenziare problemi e situazioni
Possiamo pero dire che esistono delle specifiche fasi che identificano un modello efficacie, quindi
esistono strutturate come condizione necessaria ma non sufficiente:
Definizione Ipotesi Modello di
problema dinamiche simulazione Progettazione
Verifica/Test policies
RICORDA: il processo di modernizzazione è iterativo!
La modellazione è un processo iterativo:
è un processo che va ripetuto più volte prima di giungere a un modello “stabile” e, nel limite del
possibile, esaustivo. In altri termini, la modellazione è essa stessa una processo retroattivo ( feedback)
e non una sequenza lineare di passi; terminato un passo è possibile andare al successivo o, stimolati da
qualche riflessione, ritornare a rivedere uno qualunque dei precedenti. 17
La modellazione è contenuta nel sistema: →
2.4 FASI DEL PROCESSO
2.4.1 Definizione del problema
Quali criticità affliggono il cliente? Quale problema sta cercando di indirizzare? Qual è il vero
- problema? Qual è l’obiettivo del modello? quindi prima di tutto è necessario fare chiarezza sul
→
problema e definire bene quali siano i limiti dello stesso.
Modelliziamo i problemi e non i sistemi.
-
I modelli sono utili quando indirizzano le criticità ben precise anche complesse e amplificano la
comprensione della realtà.
Eisstono molti metodi per identificare le informazioni utili per definire dinamicamente il problema,
pur mantenendo la discussione fermamente focalizzata sui clienti e sui loro problemi.
Due strumenti: andamenti di riferimento e dell’orizzonte temporale.
- 2.4.1.1 Definizione del problema: Andamenti di riferimento
Metodo che consiste nella raccolta di una serie di grafici temporali e dati evoluti che descrivono lo
sviluppo del problema nel tempo. In q