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PIANO DELLA MANIFESTAZIONE LESSEMI discorso
REALIZZATI realizzato 4
LIVELLO DI enunciati
SUPERFICIE sememi semantici
PIANO DEL CONTENUTO LIVELLO semi
PROFONDO
Nel passaggio da semi a sememi, il percorso di generazione del contenuto è indipendente da quello
dell’espressione. Successivamente, questo schema sarà complicato con l’introduzione della sintassi del
contenuto (enunciati).
Una teoria strutturale del piano dell’espressione non è ancora stata sviluppata.
II. SEMIOTICA NARRATIVA E DISCORSIVA
La prima delle opere maggiori di GREIMAS, Semantica strutturale rappresenta un tentativo di fondare e
sviluppare teoricamente una metodologia di indagine sul piano del contenuto dei sistemi significanti.
SEMI E SEMEMI. L’oggettivazione del contenuto di un’occorrenza semiotica comporta lo stabilirsi di una
distanza tra descrizione e discorso descritto, che coincide col cosiddetto rapporto metalinguistico.
La prima ipotesi è che si possa procedere nei confronti del piano del contenuto nello stesso modo in cui si è
proceduto per quello dell’espressione, stabilendo un metalinguaggio adeguato e corrente e ricercando un
repertorio di tratti distintivi minimali. Questa ipotesi si basa sul parallelismo dei due piani.
L’analisi fonologica aveva messo in evidenza come fosse possibile giungere alla realizzazione di fonemi
attraverso la combinazione di tratti distintivi dell’espressione.
I fonemi, infatti, risultano costituiti da fasci di tratti distintivi che non sono unità di manifestazione; possono
comparire cioè nella catena parlata soltanto se si combinano ad altri tratti simultaneamente. I tratti distintivi
sono categorie del metalinguaggio teorico, come ad es. “vocalico”, “consonantico”, “grave”...
I tratti distintivi del contenuto saranno chiamati semi, mentre le unità minimali di manifestazione semantica
saranno detti sememi. Anche i semi, come i femi, hanno esistenza puramente relazionale e strutturale. Il loro
valore si determina in una relazione che deve essere considerata come una categoria semantica.
L’analisi semica non può condurre a un inventario preciso, come è avvenuto nel caso dell’espressione. Gli
inventari semici rimangono inventari aperti e la marca di “minimale” riconosciuta al sema rimane sempre
relativa e subordinata alla pertinenza della descrizione e alla delimitazione dell’universo di indagine.
UNA TIPOLOGIA DEI SEMI. GREIMAS individua tre classi fondamentali di semi:
1) SEMI FIGURATIVI (o esterocettivi): grandezze del piano del contenuto delle lingue naturali che
corrispondono a elementi del piano dell’espressione della semiotica del mondo naturale
(orizzontalità/verticalità, esteriorità/interiorità)
2) SEMI ASTRATTI (o interocettivi): grandezze che non fanno riferimento ad alcun’esteriorità e che, al
contrario, servono a categorizzare il mondo e a renderlo significante (relazione/termine,
oggetto/processo)
3) SEMI TIMICI (o propriocettivi): articolano i sistemi semici secondo la categoria euforia/disforia e fanno
di essi dei sistemi assiologici.
Un’altra importante classificazione dei semi è quella che distingue tra:
4) SEMI NUCLEARI, che consentono di individuare gli elementi invarianti, legati all’apparizione di un
lessema, quei tratti che possono essere considerati specifici di un lessema dato.
5) SEMI CONTESTUALI (o CLASSEMI), che rendono conto delle specificazioni di senso cui va incontro
l’apparizione manifesta di un lessema. Dipendono dal contesto e rendono possibile la selezione e la
realizzazione di alcune tra le virtualità di un lessema.
Secondo GREIMAS, il semema è la somma di una figura semica (i semi nucleari) e di una base classematica,
che dipende dal contesto e dai classemi che si possono individuare come comuni ad almeno due termini
contigui nella catena sintagmatica. 5
SEMEMA vs LESSEMA. Il lessema è un’unità di contenuto, che può dar luogo, una volta inscritto
nell’enunciato, a una o più unità di contenuto chiamate lessemi. Il semema è, appunto, la specificazione di un
lessema in un contesto.
Il lessema appare come una serie di virtualità, che, partendo da un nucleo comune, conducono ogni volta ad
altrettante realizzazioni.
Il lessema si presenta come prodotto della storia e dell’uso, piuttosto che della struttura.
Si veda l’analisi di GREIMAS del lessema “testa”.
LA NOZIONE DI ISOTOPIA. GREIMAS definiva in un primo tempo l’isotopia come la ricorrenza, in un
testo dato, dei classemi che assicuravano al discorso la sua omogeneità.
Negli sviluppi successivi della sua semiotica, GREIMAS allargherà il concetto di isotopia, prevedendo la
possibilità del costituirsi di isotopie figurative e non soltanto di isotopie astratte. Questo comporta una
riconsiderazione della distribuzione stabilita tra semi astratti e semi figurativi e la possibilità per entrambe le
classi di occupare le posizioni di semi nucleari e di semi contestuali.
L’interprete di un testo tende a considerarlo sempre il meno ambiguo e il più omogeneo possibile. Intesa
come ricorrenza di semi contestuali, o, più in generale, come ricorrenza di categorie semiche, l’isotopia
consente la disambiguazione di un enunciato, così come la manifestazione di un semema specifica alcune
virtualità semantiche del lessema (isotopia : enunciato = semema : lessema).
L’isotopia attraversa l’intero testo nel suo insieme, ma ciò non significa che a un testo corrisponda una e una
sola isotopia.
Esistono testi pluri-isotopici al cui interno si possono riconoscere isotopie concorrenti, isotopie che entrano
in rapporti gerarchici con altre isotopie, isotopie generali, parziali...
IL QUADRATO SEMIOTICO. Il quadrato semiotico, o struttura elementare della significazione, costituisce
lo sviluppo formale del sistema categoriale delle opposizioni, e , cioè, la rappresentazione visiva
dell’articolazione logica di una categoria semantica qualunque (GREIMAS e COURTES).
E’ anche l’articolazione della prima componente strettamente sintattica della teoria.
La sua struttura si basa su opposizioni qualitative e privative: le prime sono relazioni tra due termini
qualitativamente diversi, che prendono il nome di contrari. Le seconde sono correlazioni tra termini per
negazione di proprietà e che come tali prendono il nome di contraddittori.
Il quadrato semiotico rappresenta la forma semiotica della differenza in quanto tale ed è uno sviluppo
dell’intuizione di SAUSSURE sul valore come differenza strutturale:
S = categoria semantica ASSI = contrarietà
S1 e S2 = termini semici SCHEMI = contraddizione
S DEISSI = complementarità
S1 Contrari S2
Complementari
Non S2 subcontrari Non-S
Non S
Il quadrato semiotico organizza un universo di senso sulla base di un pacchetto di relazioni interdefinite. I
termini da esso generati appaiono come fasci di relazioni.
Esso non rappresenta il sunto del contenuto di un testo, né lo schema essenziale di un universo culturale.
Esso non coincide con una dimensione testuale, ma può essere applicato in quanto forma a porzioni diverse
della sostanza semantica. Può servire per organizzare i termini semici di una categoria semantica molto
specifica o di una categoria classematica più generale.
Può essere inteso come una struttura statica, in quanto generatore di tassonomie, e come una struttura
dinamica, in quanto reticolo percorribile secondo regole operative. I due aspetti sono complementari. 6
Da un punto di vista dinamico, il quadrato si basa sulla duplicazione di un sistema operativo binario che
sfrutta l’opposizione categoriale “affermazione/negazione”: tramite la negazione di un termine, si genera il
suo contraddittorio e, a partire da questa negazione, si genera un termine positivo, contrario al primo termine.
Le operazioni che si possono compiere sul quadrato costituiscono un vero e proprio percorso. I termini che
fanno parte del quadrato sono omogenei e coerenti: ciò significa che le due operazioni di negazione e
affermazione devono effettivamente generare i due termini contrari e solo se lo fanno si può dire che i due
termini sono i poli di una categoria semantica..
Un testo utilizza una determinata isotopia se al suo interno sono riconoscibili alcune occorrenze segniche
inscrivibili nel paradigma organizzato dal quadrato semiotico che si origina da una certa categoria semantica.
Un termine si dirà complesso se rappresenta gli investimenti di una data categoria nell’asse dei contrari,
mentre si dirà neutro se rappresenta gli investimenti di quella categoria nell’asse dei subcontrari.
Si possono incontrare anche investimenti negli schemi e nelle deissi.
Il caso degli schemi lo si riconosce in quei discorsi in cui si manifestano le cosiddette opposizioni graduali,
in cui un termine non si contrappone a un contrario, ma alla sua stessa maggiore o minore presenza o alla sua
relativa assenza (il caso della luce).
Per quanto riguarda le deissi, l’esempio migliore è quello rappresentato dal cosiddetto quadrato della
VERITA’
essere sembrare
SEGRETO MENZOGNA
non sembrare non essere
FALSITA’
veridizione (vedi fig.). In esso, non solo i termini complesso e neutro sono suscettibili di denominazione, ma
anche la deissi positiva e negativa. Il quadrato della veridizione è una struttura che organizza i tratti semici
“essere” e “sembrare” sulla base della categoria della manifestazione. Esso articola due schemi tra loro
distinti: quello della manifestazione (sembrare/non sembrare) e quello dell’immanenza (essere/non essere).
Si ipotizza che un soggetto possa portare dei giudizi di valore veridittivo, cioè possa esercitare un “sapere” o
un “credere”, assumendo che il gioco delle relazioni possibili sia ricostruibile sulla base della struttura
semiotica rappresentabile col quadrato.
La veridizione semiotica è il tentativo di rendere conto dei fenomeni discorsivi in cui si manifestano giudizi
relativi al valore di senso dei fenomeni significati, spesso sfumati e contraddittori.
La natura del quadrato non può essere intesa in senso strettamente logico. Esso si distingue dalle costruzioni
logiche in quanto queste ultime sono costruzioni di pura sintassi, indipendenti dalla componente semantica.
Il quadrato rappresenta la forma generale della strutturazione paradigmatica, connette relazioni interdefinite
in un sistema strutturale. E’ quindi l’organizzazione elementare di un universo di senso.
ENUNCIATO E SINTASSI NARRATIVA DI SUPERFICIE. Se, da un punto di vista semantico, il testo è
la progressione di diverse linee isotopiche, dal punto di vista sintattico può essere visto come una serie di
enunciati.
La grammatica na