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SEMIOTICA NARRATIVA

G. ipotizza due livelli nel discorso, quello dell’immanenza, delle strutture

in cui poniamo l’oggetto, e quello della che è il livello

manifestazione,

apparente dell’oggetto. Nell’immanenza ci sono due livelli, uno profondo

che genera un’altro superficiale, sia sul piano del contenuto che nel piano

dell’espressione, che diventano manifestazione e generano semiosi quando

realizzati all’interno di un discorso. Nella lingua naturale sul piano

dell’espressione i (sillabe), sono frutto dell’unione di elementi

fonemi

distintivi minimali, detti (elementi presi dall’ambito del vocalico,

femi

consonantico ecc..) non sono manifestabili se non insieme, perciò sono

unità di immanenza (profonda). Anche i fonemi finchè non realizzati

all’interno del discorso in (catena fonica realizzata),

fonemi realizzati

sono unità di immanenza (superficiale). Allo stesso modo si procede nel

piano del contenuto trovando i e al livello più profondo i

Sememi Semi

(es. “maschio” e “femmina” sono i semi del semema “sessualità”, esistono

solo in relazione l’uno al l’altro, e la sessualità si attiverà come lessema

in relazione ad una catena sintagmatica compiuta in un

realizzato

enunciato).

Per le categorie semiche (semi) si parla di isotopia o pluri-isotopia,

ricorrenze di tipi di semi che danno omogeneità al discorso, sono 5 :

- tratti minimali specifici di un lessema dato (es. testa =

nucleari:

“sferoidità”/rotondità + “anteriorità”/essere in testa).

tratti minimali contestuali di un lessema (es.

- contestuali (classema):

nel lessema frase “il commissario abbaia” il seme nucleare “grido” è

affiancato dal seme contestuale “umano” invece nel lessema “il cane

abbaia” è nucleare “grido” + contestuale “animale”)

- tratti minimali che corrispondono a elementi di esteriorità del

figurativi:

piano dell’espressione (es. orizzontalità/verticalità, esteriorità/interiorità)

- tratti minimali che non fanno riferimento ad alcun’esteriorità

astratti:

ma a elementi di categorizzazione del mondo

- tratti minimali che fanno riferimendo ad elementi divisi secondo

timici:

la categoria euforia/disforia (desiderabile-indesiderabile).

La categoria semantica (semema) si sviluppa attraverso il quadrato

la sua rappresentazione visiva. Il suo funzionamento si basa

semiotico,

sull'opposizione di 2 semi (S₁ e S₂) in senso qualitativo e privativo (es.

maschio-femmina o maschio-nonfemmina) derivati da un semema (S). Le

operazioni che si compiono sul quadrato creano delle relazioni dette assi,

e

schemi deissi:

Gli assi costituiscono i “lati” orizzontali del quadrato, uno è quello dei

contrari (S₁⟷S₂) e una dei sub contrari (nonS1⟷non S2). Fra questi 4

termini si sviluppano 4 ulteriori relazioni: 2 schemi (diagonali)

contraddittori (S₁↘︎ n onS₁) e (S₂↗nonS₂) e due deissi verticali

complementari (S₁↕nonS₂) e (S₂↕nonS₁).

Gli assi producono due termini opposti. Un che

termine complesso

racchiude tutte le possibili operazioni che possiamo fare con i semi sull’asse

dei contrari e un che racchiude quelle che possiamo fare

termine neutro

con i semi dell’asse dei sub contrari.

A loro volta le deissi producono 2 termini complementari, positiva e

Grazie schemi riusciamo percepire la gradualità di

negativa.

cambiamento tra un termine opposto e l’altro. (vedi esempi)

ENUNCIATI

Se da un punto di vista semantico il testo è una serie di categorie

semantiche (linee isotopiche), dal punto di vista sentattico è una serie di

Questo si basa su un nodo verbale, che definisce

enunciati. Tesniere

come un piccolo dramma, un insieme di attori (attanti= non come il

soggetto dell’analisi logica ma qualsiasi persona o oggetto che ha un ruolo),

di un processo (verbo=predicato) e circostanze (circostanti=avverbi di

modo,tempo luogo ecc). Se nella frase ci sono 3 attanti il verbo sarà a 3

attanti (es. “Mario” dà “un dono” “a Giovanni”) e di conseguenza si

chiamerà (per Greimas e ternario sono gli enunciati

ternario binario

elementari) e possono essere avere o essere) o

statici (verbo dinamici

di movimento).

(verbi

- Enunciati dell’essere (di = può dare congiunzione o

giunzione)

disgiunzione tra due attanti (es. EN₁ “il conte è prigioniero “ relazione

congiuntiva tra “conte” e “stato di prigionia” (S₁∩S₂) - EN₂ “il conte non

è prigioniero” relazione di disgiunzione tra “conte” e “stato di

prigioniero” (S₁∪S₂) -> la relazione trai due (EN₃) è una relazione di

da uno stato all’altro.

trasformazione

- Enunciati del fare (di = anche questo può dare

trasformazione)

congiunzione o disgiunzione tra due attanti (es. EN₁ “il conte è alla

ricerca di un tesoro” relazione disgiuntiva tra “conte” e “tesoro” (S₁∪S₂)

- EN₂ “il conte ha il tesoro” relazione di congiunzione tra “conte” e

“tesoro” (S₁∩S₂) -> la relazione trai due è anche una relazione di

trasformazione.

MODELLO ATTANZIALE

Se enunciato = narrazione G. per studiarla allora si avvicina alla fiaba

perchè è la forma di narrazione più semplice studiando linguista

Propp,

russo. Nasce il MODELLO ATTANZIALE, attanti divisi in 6:

- e Uno esiste in virtù dell’altro e si articolano grazie a

Soggetto oggetto:

relazioni congiuntive o disgiuntive (desiderio -> processo

/ avversione -> processo

realizzazione virtualizzazione,

impossibilità di compiere azione, relazione sospesa).

- e mandante e soggetto a cui e destinato il

Destinante destinatario:

compito (l’uno possiede il volere di fare una cosa, l’altro il dovere di agire

in virtù di quella, per avere il responso del mandante).

- e attanti che rappresentano la proiezione della

Aiutante opponente:

volontà di agire, in positivo o negativo. Non bisogna confondere queste

figure con soggetto e l’anti-soggetto (nasce da quadrato semiotico) che

agiscono in positivo o in negativo autonomamente. ES:

FRASE A : “Eva dà la mela a Adamo” —>F(dare) - (D₁(estinante) →

O₁(ggetto) →D₂(estinatario))

FRASE B : ”Eva dà a Adamo la mela che è sull’albero” —> F(dare) -

(D₁→ O₁→ D₂) E(essere) - (S₁(soggetto) ^ O₂)

FRASE C : ”Eva prende la mela che è sull'albero e la porge a Adamo” —

> F(prendere) - S₁→ (S₂ ^ O₁) F(porgere) (D₁→O₁→D₂)

L’attore (elemento manifesto) non corrisponde sempre all’’attante

(elemento immanete) —> “Eva” per esempio nella frase C (vedi sopra)

costituisce soggetto di stato, del fare e destinante mentre nella normale

analisi logica costituisce solamente il soggetto (A₁, A₂, A₃ = a₁).

Gli oggetti (o conferiscono al soggetto e questo rappresenta

dono) valore

la relazione che li lega (non conforndere con l’oggetto stesso che è

materiale, mentre valore astratto). I valori circolano per attribuzione/

e (es. nella favola della

rinuncia appropriazione/spoliazione

principessa rapita dal drago, dopo la battaglia tra eroe e drago, l’eroe si

della principessa e il drago ne rimane

appropria spoliato)

La è il momento in cui il soggetto si può appropriare dell’oggetto,

prova

divisa in 3 prove: acquista abilità, scontro con

qualificante: decisiva:

l’anti soggetto, e giudizio o premio negativo o positivo —>

glorificante:

sotto divise in e

confronto dominio conseguenza.

TEORIA DELLE MODALITA’

La teoria della modalità, creata per indagare la realtà cognitiva dei

personaggi, indaga il verbo e asserisce che un predicato è quando

modale

modifica un secondo predicato, che lo segue (quindi un

descrittivo,

enunciato) nel discor so. Questa modificazione è chiamata

in quanto OGNI AZIONE ha luogo su un precedente

modalizzazione,

stato.

Lo schema è questo: una persona vuole o deve fare una cosa(1), persuaso o

non persuaso da qualcosa/uno(2), sa o crede di poterla fare(3) quindi la

farà o non la farà(4).

1) essere che modalizza il fare —> Eva pensa sia giusto

Competenza:

prendere la mela, quindi Eva vuole prendere la mela

pertiene al destinatore: essere che

Competenza cognitiva (sanzione)

1) modalizza essere —> Eva (destinatario) crede (o non crede) di poter

prendere la mela, in seguito che il serpende (destinante) attribuisce

valore alla mela (oggetto) (forma di persuasione/

Performanza cognitiva (manipolazione)

2) provocazione/tentazione che pertiene al destinante): fare che modalizza

fare —> Il serprente (destinante) fa prendere la mela ad Eva

3) il fare che che modalizza l’essere —> Eva è (…) quindi

Performanza:

Eva prende la mela (fare che modalizza stato pre-esistente)

è l’insieme di una competenza e di una performanza,

L’atto pragmatico

in cui il soggetto di stato e il soggetto del fare è lo stesso.

L’analisi dell’azione dei personaggi in virtù del oggetto valore da

raggiungere si chiama Vi sono programmi

programma narrativo (PN).

semplici e programmi complessi, che si servono di sotto-programmi

intrapresi dal soggetto quando ha un problema con il programma

narrativo maggiore.

SEMIOTICA DISCORSIVA

Il esprime un’idea, o in un semplice enunciato o in più capitoli.

discorso

Si parla in questo caso di o che si possono

condensazione espansione

operare attraverso l’utilizzo di implicite) (omettere

catalisi (frasi elissi

azione), e o posticipare un’azione che è già

catafora anafora(anticipare

accaduta o che deve accadere) —> servono anche per formulare

del testo, ovvero, in avvicinamento dell’oggetto

l’aspettualizzazione

valore scegliere di creare o diminuire la tensione.

Nel momento in cui un soggetto produce un discorso crea sia una

componente sintattica (costruisce oggetto, spazi e tempi) sia una

componente semantica (disegna valori e relazioni ecc. da raggiungere e da

intraprendere). Questo processo in particolare si articola su due livelli, il

e il

livello tema

Dettagli
A.A. 2015-2016
7 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anielloferrone@gmail.com di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marsciani Francesco.