vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
INSIEME DI DIFFERENZE.
L’oggetto strutturale di una scienza strutturale è un SISTEMA DI RELAZIONI: la vocale non è ciò che sentiamo, ma ciò che sta
in un sistema di differenze.
Per capire cos’è una cosa bisogna costruire il sistema su cui è fatta la cosa stessa.
PESCA e PESCA sono la stessa cosa, ma hanno 2 significati differenti. Tutto è tenuto in piedi da questo sistema di differenze:
ogni vocale ha il suo posto e se si elimina una cosa va riorganizzato tutto.
Teoria del segno di Saussure.
Cosa succede se applichiamo il triangolo di Pierce alla teoria di Saussure?
Quella cosa lì (finestra) non ha il nome con sé. SIGNIFICANTE che rinvia al suo SIGNIFICATO. Il SEGNO è una relazione tra i
due. “Finestra” è sia significante che significato.
Poi c’è lo stato pensabile. Le parole non sarebbero nulla se non avessero una parola-‐suono che li definisce in forma. E’
appunto il segno a differenziare finestra da porta. Se finestra ha (questo) rumore nel mondo è perché è un segno. Il VALORE è
il sistema delle differenze: il valore di porta è il fatto di non essere finestra = messa in forma. Il segno è quella garanzia che ci
permette di cogliere una cosa per un’altra.
“Sole” non è “Sole”. Il “Sole” è “Sole” perché noi lo chiamiamo “Sole”.
• HJELMSLEV.
“Neve”, cioè la SOSTANZA, può essere considerata con molti segni (“la roba bianca che scende”).
Il segno crea sostanze, cioè materia formata che non è altro che
TUTTO Ciò CHE è ARTICOLABILE, nonché il senso.
“Sinistra” può significare “mancino”, “il diavolo”, ma non sarebbe “sinistra” se non fosse distinguibile da “destra”.
1. Il fatto che il segno sia un
insieme tra C ed E
, costituisce per Hjelmslev il principio fondamentale;
2. Un elemento si distingue dagli altri che avrebbero potuto occupare quell’elemento, ma sono stati nel virtuale perché
non sono stati scelti.
“Paolo Mangia La Mela”: pezzi che insieme hanno un significato. 4 modi di stare insieme. 4 parti di un PROCESSO.
L’asse verticale rappresenta il
SISTEMA. “Paolo” è una delle possibilità di riempimento, cosi come “Mangia”. 2 assi:
COESISTENZA: asse logico di SUCCESSIONE.
ALTERNATIVA: asse logico di SOSTITUZIONI POSSIBILI.
3. Ci sono delle REGOLE DI COMBINAZIONE. “Paolo mangia la mela”, “La mela mangia Paolo”. Le combinazioni sono
basate su delle regole e variano di frase in frase. C’è una regola di buona forma: soggetto, predicato e verbo.
4. Condizione di MUTABILITà: se invece di Paolo metto Giovanni cambio sia il piano del contenuto che quello
dell’espressione.
SINTAGMA: messa in catena.
PARADIGMA: sistema delle alternative.
Si può cambiare qualcosa nel processo ( permutazione) o nel sistema ( commutazione).
La teoria del segno di Hjelmslev.
Invece di significante e significato parla di ESPRESSIONE e CONTENUTO.
Per Hjemslev la forma della significazione dipende dal PRINCIPIO FORMATIVO, non da cosa viene formato. Lui distingue
quello che viene formato (sostanza) dal suo processo di formazione (forma). Le forme del contenuto si creano in
contemporanea con quelle dell’espressione. Il principio formativo è la differenza che mi permette di distinguere sedia da
finestra. 1
INTRODUZIONE.
Dal segno al linguaggio.
La semiotica ha mosso i primi passi con PEIRCE (scienza dei segni) e SAUSSURE (lingua come sistema di segni). La visione
sistematizzante di SAUSSURE ha preso il sopravvento con HJELMSLEV, che portò alla sostituzione dei segni con i linguaggi
(la struttura di ciascuna semiotica). I linguaggi sono sempre sistemi di segni, ma non tutti i loro elementi sono riducibili a
degli insiemi di significante e significato, come nel caso delle composizioni musicali. Secondo HJELMSLEV, le semiotiche
hanno uno dei cardini del loro funzionamento non solo nell’opposizione significante/significato, ma anche in quella
processo/sistema.
Dal linguaggio al testo.
All’inizio degli anni ’60, la ricerca semiotica ha iniziato ad incentrarsi sull’analisi dei testi, basate, ancora senza piena
coscienza, sulla dialettica strutture più superficiali/strutture più profonde. Il discorso articolava la superficie dei testi,
mentre la riflessione sulle unità del racconto portava ad ordinare la trama testuale in strutture cronologiche più astratte e
profonde.
Lo spostamento più recente ha portato alla nascita di una semiotica che s’interroga sui sistemi di significazione, che condivide
ancora i principi della linea SAUSSURE/HJELMSLEV. Essendo sottoposta a criteri di verifica, essa (la semiotica generativa) è
più vicina alla linguistica che alla filosofia del linguaggio.
Generazione e interpretazione.
Si distinguono due semiotiche: generativa e interpretativa. La prima è quadro generale dove si tenta di posizionare
reciprocamente gli strumenti di cui dispone