Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Riassunto esame Scienze semiotiche, prof. Tani, libro consigliato Elementi di Semiotica generativa, Marsciani Pag. 1 Riassunto esame Scienze semiotiche, prof. Tani, libro consigliato Elementi di Semiotica generativa, Marsciani Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Scienze semiotiche, prof. Tani, libro consigliato Elementi di Semiotica generativa, Marsciani Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Qualora si stabilisca un’ulteriore relazione di contenuto avremo una connotazione.

Es: /albero/ denota il contenuto “albero” che a sua volta connota “natura”

(1.3-1.4- 1.5 Assi: processo e sistema) Gli assi del linguaggio sono il processo e il sistema e corrispondono

rispettivamente a ciò che Saussure chiamava rispettivamente parole e langue.

Il processo è una gerarchia di funzioni di relazione di tipo “e…e” (gli elementi che vengono sommati, addizionati tra

loro). Il processo viene scomposto, attraverso la partizione, in catene e poi successivamente in parti.

Partizione (analisi delle funzioni di relazione):

 

Processo (frase) Catene (parole) parti (lettere)

Il processo è caratterizzato dalla linearità, una proprietà che Saussure aveva assegnato invece al significante.

Successivamente la nozione di linearità viene sostituita da Hjelmslev con quella di ordine posizionali, per evitare

riferimenti allo spazio e al tempo.

Graficamente il processo si può rappresentare con una linea orizzontale, convenzionalmente orientata verso destra (

che potrebbe però essere orientata verso sinistra nel caso dei sistemi di scrittura orientali).

Processo

Per fare un esempio concreto il processo è una frase (il falegname pialla la porta), un uso della lingua individuale, dove

i vari elementi: IL+FALEGNAME+PIALLA+LA+PORTA sono sommati tra loro.

Il sistema è invece una gerarchia di funzioni di correlazione o disgiunzione, di tipo “o…o”. La disgiunzione costituisce

l’alternativa possibile a uno dei componenti della catena. Il concetto di sistema corrisponde alla langue di Saussure,

cioè all’insieme di regole e segni socialmente condiviso che è sotteso all’uso della lingua.

Attraverso un processo di articolazione (di analisi delle funzioni di correlazione) possiamo scomporre il sistema in

categorie, paradigmi e membri.

Hjelmslev individua inoltre tre tipi di correlazioni: qualitative, privative e partecipative.

Graficamente il sistema si rappresenta con una linea verticale che interseca l’asse del processo.

processo

s

i

s

t

e

m

a

(1.7 commutazione) La commutazione mette in rapporto piani e assi ed è un criterio empirico che porta a stabilire

l’inventario del sistema di una lingua. C’è commutazione quando una sul piano dell’espressione comporta una

mutazione sul piano del contenuto. Cane pane (se cambio la C con la P)

Avrò una sostituzione se invece non modifico il contenuto della frase. Ad esempio pronuncio la c di cane in maniera

aspirata come fanno i toscani. La permutazione invece avviene sul processo, e comporta una modifica del contenuto.

1.8 segni e figure

Hjelmslev scompone il segno in unità minimali dette figure( che non hanno significazione propria) e allo stesso tempo

ingloba il segno nell’unità ad esso superiore, ovvero il discorso.

(1.9) La non conformità implica che non ci sia corrispondenza biunivoca tra il piano dell’espressione e quello del

contenuto, pertanto una mutazione del rango di una figura procura una mutazione del rango del segno sull’altro

piano.

(1.12 tipologia dei sistemi) I sistemi vengono differenziati in tre categorie:

-sistemi simbolici –monoplanari (conformità tra i piani e non commutabilità tra gli elelementi)

-sistemi di segni- biplanari (non conformità tra i piani e commutabilità tra gli elementi, come nelle lingue naturali)

-sistemi semi-simbolici (stabiliscono la relazione tra categorie e non tra elementi isolati, come nel discorso poetico o

pubblicitario)

2. Semiotica narrativa e discorsiva

Greimas vuole dare vita ad una semantica strutturale, tale disciplina avrebbe avuto come compito quello di fornire

una strumentazione per rendere conto dell’emergere di effetti di senso. Il senso, cioè, diventa il suo oggetto di studio.

(2.1.1) Per prima cosa Greimas decide di oggettivare il contenuto di un segno, renderlo cioè un oggetto di indagine.

Per farlo occorre distanziare il linguaggio descritto da quello con cui lo si descrive, che chiameremo metalinguaggio

che dovrà essere descrittivo, adeguato e coerente.

Individua poi quelli che in un primo momento chiama “tratti distintivi” ovvero degli elementi minimali dell’espressione

la cui combinazione poteva dare luogo a fonemi realizzati (fasci di tratti distintivi, appunto). I tratti distintivi sono unità

di immanenza, astratte, ricostruite dalla teoria e non manifestabili se non aggregandosi e dando vita a fonemi,

elementi minimali di manifestazione.

Tratti distintivi (immanenza) fonemi realizzati (fasci di tratti distintivi), prime unità di manifestazione.

Sul piano del contenuto i tratti distintivi saranno chiamati semi e le unità di manifestazione (fasci di tr. Distintivi)

sememi. Le unità di manifestazione dell’espressione saranno invece dette fonemi.

I tratti distintivi hanno esistenza relazionale e strutturale, il loro valore si determina solo in virtù di una relazione. Tale

relazione è una categoria semantica (di natura teorica, costruita) con cui il linguaggio tenta di rendere conto di

un’articolazione di senso.

La categoria semantica viene rappresentata graficamente grazie al quadrato semiotico.

(Dal 2.1.2 al 2.14) I semi (tratti distintivi del contenuto) vengono divisi in tre classi fondamentali: semi figurativi

(esterocettivi), semi astratti (interocettivi) e semi timici (propriocettivi). Greimas propone un’ulteriore divisione dei

semi: quelli nucleari e quelli contestuali (classemi).

I semi nucleari sono specifici di un dato lessema e non variano al variare del contesto in cui sono inseriti. Es: il lessema

testa è caratterizzato dai semi nucleari “sferoidità” ed “estremità”.in contesti specifici potrà essere caratterizzato

anche da semi contestuali quali “anteriorità”, estremità”…ecc.

Ogni semema (unità minimale di manifestazione dei tratti distintivi) è formato da almeno un sema nucleare + almeno

un classema o sema contestuale. (figura semica+figura classematica)

La funzione del classema è quella di disambiguare il lessema e specificarne le caratteristiche. La ricorrenza all’interno

di un testo di questi semi contestuali che assicurano al discorso la sua omogeneità, consiste nella nozione greimasiana

di isotopia. L’isotopia consente quindi la disambiguazione dell’enunciato. In un testo è possibile che ci siano più

isotopie compresenti (si parlerà di testo pluri-isotopico). Sarà possibile distinguere un’ isotopia di base, delle isotopie

parziali,figurative, grammaticali, generali che emergono i determinati momenti del discorso.

(2.1.5)

Il quadrato semiotico è l’unità base della significazione e ci permette di rappresentare l’articolazione logica di una

categoria semantica (relazione di più tratti distintivi).

Es. la categoria semantica della “sessualità” si rappresenta nel seguente modo.

F M (contrario)

-F (contraddittorio)

-M (non femminile implica femminile)

M+F (ermafrodita)

donna F M uomo

-M -F

-M –F (angelo)

La costruzione del quadrato si basa su relazioni di contrarietà (linea orizzontale rossa) e contraddittorietà (linea

diagonale azzurra). Iniziando dal F (sema femminile, donna) avremo il suo contrario che è M e il suo contraddittorio

che è non F. Lo stesso per M. Le frecce verdi tratteggiate sono delle deissi ( -M implica F, e –F implica M). I termini

complessi sono invece –M-F (angelo, che non è né uomo né donna) e M+F (ermafrodita, sia maschio che femmina).

Nel quadrato abbiamo poi assi, schemi e deissi.

Gli assi sono quelli in rosso (Es la freccia che unisce F e M) ed implicano relazioni di presupposizione reciproca, gli

schemi invece sono le due diagonali e articolano due termini contraddittori tra loro mentre le deissi rappresentano

relazioni di presupposizione unilaterale.

(2.2.1-2.2.2) L’enunciato viene studiato da Greimas partendo dalla prospettiva di Tesnière.

Tesnière sosteneva che al centro dell’enunciato c’era un nodo verbale, una sorta di piccolo dramma con attori

(attanti) un verbo (processo) e tempo e luogo (circostanti). Gli attanti sono i termini coinvolti nell’azione del verbo.

Suddivide gli enunciati in enunciati a 0,1,2,3 attanti.

Greimas prende in considerazione soltanto gli enunciati a due e tre attanti (binari e terziari) definendoli enunciati

elementari.

Gli enunciati binari avranno un attante soggetto e uno oggetto, gli enunciati terziari avranno un destinante, un

Oggetto e infine un Destinatario.

Un’ulteriore divisione degli enunciati viene fatta in base al verbo: avremo enunciati statici,dell’essere (predicati statici,

che mantengono la situazione inalterata) e dinamici, del fare (predicati dinamici, trasformano la situazione).

(2.2.4-2.2.5) Gli enunciati dell’essere prevedono una giunzione o disgiunzione del soggetto con l’oggetto. Gli enunciati

del fare prevedono una trasformazione, che può anche in questo caso essere disgiuntiva o congiuntiva.

2.3 Modello attanziale

Nel modello attanziale Greimas prevede sei categorie attanziali (tipologie di attanti) per la struttura dei racconti. Tale

modello è composto da un soggetto, un oggetto, un destinante, un destinatario e un aiutante e un opponente. Il

soggetto e l’oggetto si interdefiniscono a vicenda, un soggetto è tale solo in relazione all’oggetto e viceversa.

Il soggetto cerca quindi di congiungersi con l’oggetto che per lui è investito di un valore. Tale congiunzione è

ostacolata dall’opponente e favorita dall’aiutante, che sono proiezioni della volontà o della reticenza ad agire del

soggetto stesso.

2.8.1 Debrayage

Consiste nella proiezione fuori di sè, da parte del soggetto che produce l’enunciato, di un io, qui e ora corrispondenti a

delle procedure di personalizzazione, spazializzazione e temporalizzazione.

Greimas individua tre tipi di debrayage. Debrayage attanziale: consiste nella proiezione di un “non io” nell’enunciato.

Tale debrayage può essere enunciazionale quando il soggetto dell’enunciazione proietta un simulacro di se stesso

(come nei racconti in prima persona) o enunciazionale ( se proietta altre persone).

Vi è poi un debrayage temporale: viene proiettato un non ora e si istituisce un tempo dell’allora. Il tempo dell’azione

può essere colto alla fine (terminoattività), nel corso (iterattività), o all’inizio (icoattività) di quest’ultima.

Infine abbiamo un debrayage spaziale: viene proiettato nell’enunciato un non qui. Gli spazi nell’enunciato possono

essere topici ed eterotopici. Lo spazio topico è lo spazio principale

Dettagli
A.A. 2014-2015
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.galeotti.54 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze semiotiche del testo e dei linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tani Ilaria.