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Come è noto si ha un mercato di Libera Concorrenza quando esistono sul mercato
infiniti Produttori, gli uni indipendenti dagli altri, e infiniti Consumatori, anch’essi
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indipendenti che offrono e domandano un certo bene ad un dato Prezzo, quello di 21
Mercato.
Le possibilità di Traslazione, in un regime di Concorrenza Perfetta, sono diverse a
seconda che l'imposta sia:
Generale, se colpisce tutti i redditi - o gruppi di redditi analoghi – nella stessa
misura;
Speciale, se colpisce dati redditi e non altri - ad esempio, i profitti di date
industrie anziché altre - oppure se colpisce dati redditi in misura maggiore di altri.
Se l'Imposta è Speciale la Traslazione potrà avvenire facilmente!
Infatti, in tal caso gli imprenditori colpiti dall'imposta avranno convenienza a trasferire i
loro capitali in altri settori colpiti in maniera minore o esentati dall'imposta, per non
lavorare in perdita.
Ciò determinerà una diminuzione dell'offerta e dei prodotti dalle imprese colpite
e, quindi, un aumento dei prezzi: questo aumento dei prezzi significa che l'imposta
viene trasferita.
Ma la ripercussione non finisce qui! Infatti, nel ramo produttivo esente da imposta,
o colpito in misura minore, l'affluire di maggiori iniziative e capitali determina, al
contrario, un aumento di offerta e, in conseguenza, una diminuzione dei prezzi, il
che significherà una sostanziale diminuzione dei profitti degli imprenditori. Questa
diminuzione dei profitti costituisce un ulteriore fenomeno di Traslazione (Laterale)
dell'imposta.
Tutto questo non accade quando l'Imposta è Generale!
I contribuenti, che ne sono colpiti, non hanno convenienza a trasferire i propri
capitali in altri settori, perché dovunque vadano si batteranno, comunque, in
un’eguale imposta.
Così, l'offerta rimane invariata e con essa anche il prezzo e l'imposta tende ad
incidere sui Produttori, ossia a non essere traslata.
Tuttavia, nel lungo periodo, anche l'imposta generale tende a trasferirsi: questo
avviene perché dopo la sua introduzione, gli imprenditori marginali - che producevano ad
un costo uguale al prezzo di mercato - si troverebbero a produrre in perdita, pertanto, si
troveranno costretti, anche in questo caso, ad uscire dal mercato.
Qui la differenza consiste nel fatto che, non potendo gli imprenditori trasferire in
altri settori i propri capitali, dovranno liquidare l'impresa oppure rischieranno di
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Quindi - come si può notare - l'una e l'altra soluzione avrà come conseguenza che, alla 22
lunga, la produzione e l'offerta diminuiranno e con ciò il prezzo aumenterà. Questo
significa che l'imposta si è, almeno in parte, trasferita.
Risulta evidente come l'entità della traslazione dipende dalla diversa Elasticità
della Domanda e dell'Offerta.
In particolare, la Traslazione:
è irrilevante o non si è del tutto quando la Domanda del bene colpito
dall'imposta è Elastica, poiché qualsiasi aumento dell'imposta e, pertanto, dei
costi daranno luogo ad una riduzione della quantità domandata. (Figura 1 a)
è maggiore quando la Domanda del bene colpito dall'imposta è Rigida.
Infatti, in questo caso, qualsiasi aumento dei costi viene trasferito interamente sui
prezzi, senza che ne consegua una sensibile riduzione della quantità richiesta.
(Figura 1 b) universitaria.me@libero.it
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Come è noto, in regime di monopolio il prezzo è stabilito, entro certi limiti, dal
venditore monopolista, il quale, operando o sul prezzo sulla quantità offerta, tende a
raggiungere il c.d. Punto di Cournot, ossia quel prezzo che gli assicura il
massimo profitto.
Introdotta l'imposta, al monopolista si possono presentare due alternative:
non traslare l'imposta, quindi, lasciare immutato il prezzo: in questo caso dovrà
sopportare il peso dell'imposta. (Figura 2a)
Se viene introdotta un'imposta sul reddito, questa ridurrà i Profitti del Monopolista
innalzando i Costi Unitari a C .
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Poiché il Punto di Cournot è rimasto invariato la quantità prodotta ed il prezzo di vendita
del bene rimarranno gli stessi: il Profitto del Monopolista si riduce.
traslare l'imposta, elevando il prezzo: in questo caso egli allontanandosi dal
Punto di Cournot vedrà diminuire il suo profitto. (Figura 2b)
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Se viene introdotta un'imposta sulla quantità i Costi Marginali aumentano è il Punto di 24
Cournot si sposta a sinistra nel punto in cui la quantità prodotta si riduce a OQ ed il
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prezzo aumenta fino al livello OP .
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Una volta stabilito il quantum delle Entrate e delle Spese complessive che lo Stato
intende prelevare dalla collettività, i Problemi che si presentano sono:
individuare i Soggetti che dovranno concretamente pagare le imposte;
individuare il Criterio in base al quale il carico tributario deve essere
ripartito tra i cittadini.
Per quanto concerne il primo profilo, è noto che in uno Stato di Diritto in cui vige il
Principio dell'Uguaglianza tra i cittadini: “tutti devono pagare le imposte e tutti devono
contribuire al mantenimento del Governo in proporzione alla loro Capacità Contributiva”
(= Reddito).
Tuttavia, esistono delle Eccezioni a siffatto Principio, ad esempio per:
coloro che non godono di alcun Reddito, poiché, in tal caso, manca il
Presupposto stesso della Capacità Contributiva!
coloro che - pur godendo di un Reddito - riescono con esso a soddisfare
esclusivamente i bisogni ritenuti essenziali.
Il secondo aspetto da esaminare riguarda, invece, la Giustizia Fiscale, cioè i Criteri in
base ai quali determinare quanto ciascun individuo deve pagare a titolo d'imposta.
Le Teorie sul punto sono due:
La Teoria del Beneficio - anche detta “delle Prestazioni e delle
Controprestazioni”. Essa ritiene che le imposte si possono considerare equamente
distribuite soltanto quando, per ogni singolo contribuente, vi è equivalenza tra
imposte pagate (Prestazioni) e servizi pubblici ricevuti (Controprestazioni).
Tale Principio risponde pienamente ad una Ottica Contrattualistica, secondo la quale il
cittadino cede volontariamente parte dei suoi Diritti allo Stato, in cambio di alcune
attività che gli procurano benefici!
Le imposte, cioè, sono viste come il prezzo contrattuale dei benefici forniti dallo
Stato!
Questa interpretazione conduce a vedere il Governo come una “Grande Azienda”, il cui
scopo è quello di produrre beni e servizi che il Mercato non è in grado di produrre
spontaneamente. universitaria.me@libero.it
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Lo Stato può prelevare dai cittadini soltanto l'equivalente del valore dei beni e 26
dei servizi pubblici forniti, ma mai e per nessun motivo di più perché altrimenti
commetterebbe un sopruso, una vera e propria usurpazione dei diritti del cittadino.
Si deve osservare, tuttavia, come se da una parte il Principio in esame è assai valido;
dall'altra, però, esso può trovare facile applicazione soltanto se utilizzato in termini di
beneficio collettivo; mentre più complicata appare la sua applicazione ai fini della
ripartizione del carico tributario tra i diversi contribuenti.
Infatti, rilevanti difficoltà accompagnano l'individuazione degli effettivi
destinatari di tali benefici, in quanto il beneficio apportato da un certo ammontare di
beni e servizi può risultare diverso per diverse classi di Reddito.
Come si vede, allora, il Principio del Beneficio, certamente valido ad un livello
astratto, incontra una lunga serie di difficoltà a livello operativo che ne rendono
problematica, se non impossibile, l'applicazione.
Ad una visione certamente più limitata risponde, invece, la Teoria quella del Sacrificio.
La Teoria del Sacrificio è stata variamente intesa attraverso il tempo.
Secondo le diverse formulazioni, le imposte per essere equamente distribuite
dovrebbero rispettivamente cagionare per ciascun contribuente un Sacrificio:
uguale per tutti;
proporzionale rispetto ai benefici che ciascuno può procurarsi con il suo Reddito;
minimo per la massa dei contribuenti collettivamente considerata.
Le Teorie del Sacrificio, nelle tre diverse configurazioni, sono caratterizzate da un punto
di partenza comune: esse fanno, infatti, ricorso al concetto di Capacità Contributiva
solo con riferimento al pagamento delle imposte, trascurando l'analisi della Spesa
Pubblica che per definizione è “Neutrale” nel senso che i benefici che i cittadini traggono
da essa in termini di Utilità non sono determinabili.
Le Teorie del Sacrificio si basano sulla Teoria Neoclassica della Utilità Marginale
Decrescente. Ora tale Teoria risulta valida ed è applicabile anche per il reddito,
essendo questo la somma potenziale di tutti i beni che possono essere consumati.
La Teoria del Sacrificio Uguale. Essa sostiene che il sacrificio, affrontato per
il pagamento dell’imposta deve essere uguale per tutti; sicché essa dovrà
comportare una perdita di Utilità Uguale per i contribuenti.
Questo comporta che la quantità d'imposta che pagano i più ricchi cresce nella
misura in cui decresce l'Utilità Marginale del loro Reddito. (Figura 1)
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Nella figura 1 sono rappresentati due contribuenti, caratterizzati dal fatto che il pri