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Secondo Inglehart l’ondata di protesta degli anni sessanta è collegata all’emergere di valori post-

materialisti cioè all’allontanarsi dall’interesse materiale di un numero crescente di individui. Questa tesi si

basa su due assunti: 

1. Presenza di una gerarchia dei bisogni i bisogni di ordine più elevato sono concepibili soltanto

dopo che sono stati soddisfatti quelli di livello più basso

2. Momento decisivo della socializzazione politica si colloca nel passaggio dalla giovinezza all’età

adulta principi ed priorità acquisiti in quel momento tendono a mantenersi anche nell’età

adulta

Il benessere economico che caratterizza le generazioni nate nel dopo guerra avrebbe portato ad un

indebolimento dei valori di tipo materialistico che riflettono preoccupazioni relative al benessere

economico ed alla sicurezza personale e collettiva orientati piuttosto verso bisogni di natura espressiva.

Queste trasformazioni spiegano le nuove caratteristiche della partecipazione politica sviluppatasi negli anni

70.

Forme di partecipazione ed opportunità politiche

Lo sviluppo economico ha creato maggiori risorse materiali da investire nella partecipazione politica. La

modernizzazione ha accresciuto i tassi di scolarizzazione aumentando la capacità dei cittadini di intervenire

nel processo politico. I movimenti sociali interagiscono con gli attori che in tale ordine godono di una

posizione consolidata. Le caratteristiche di queste interazioni condizionano sia le forme assunte dall’azione

collettiva sia le sue possibilità di successo.

Un elemento rilevante nel rapporto tra istituzioni politiche e partecipazione è il decentramento territoriale:

tanto maggiori i poteri distribuiti alla periferia tanto maggiore sarà la possibilità per i singoli movimenti di

trovare un punto di accesso al sistema decisionale. Tale distribuzione sarà vista come un’apertura del

sistema istituzionale alle spinte provenienti dal basso.

Per quanto riguarda invece la separazione funzionale del potere il sistema si può considerare tanto più

aperto quanto maggiore è la divisione dei compiti tra legislativo, esecutivo e giudiziario.

Vi è poi un altro insieme di variabili considerate come parte della struttura delle opportunità politiche che

sono più dinamiche. I movimenti sociali si muovono all’interno di un campo organizzativo interagendo con

vari attori. I fattori istituzionali sono in qualche modo mediati da due insiemi di variabili intervenienti: il

comportamento del sistema di alleanza ed il comportamento del sistema di conflitto.

 Sistema di alleanza è composto dagli attori politici che li sostengono e il sistema di conflitti è

composto da quelli che vi si oppongono. Il sistema di alleanza fornisce risorse e crea opportunità

politiche, il sistema di conflitto tende a peggiorare quelle condizioni.

La partecipazione fa bene alla democrazia?

Democrazia ed apatia

Lipset negli anni 60 sostenne che un certo livello di apatia fa bene alla democrazia. La non partecipazione

può essere segno di un positivo consenso con chi governa. La crescita della partecipazione porta ad un

aumento delle domande creando dei rischi di sovraccarico. Secondo gli studi degli anni 70 la crescita della

partecipazione avrebbe portato ad una crisi della democrazia portando a disintegrazione dell’ordine civile,

crollo della disciplina sociale, indebolimento dei leaders e alienazione dei cittadini.

Exit o voice?

Se la protesta è vista come causa di delegittimazione alcuni hanno sostenuto i suoi effetti positivi.

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Hirschman ha distinto diverse strategie per esprimere scontento, un cittadino può reagire utilizzando

strategie in uscita o di protesta cioè voce.

Uscita si riferisce all’abbandono di un prodotto per un altro, strategia per salvaguardare il proprio

benessere o migliorare la propria posizione.

Entrata relazione politica tipica definita come un tentativo di cambiamento sollecitato sia

collettivamente che individualmente.

Entrambe in dosi eccessive possono danneggiare l’impresa per questo occorre anche una certa dose di

attaccamento affettivo o lealtà. Essa può limitare l’uscita presentandosi per il cliente-cittadino come

un’alternativa ed essa. Tali manifestazioni non istituzionali consentono al cittadino di ottenere mete

politiche.

Associazionismo e democrazia

La partecipazione è stata vista anche a favore della democrazia. Alla partecipazione si attribuisce infatti la

valenza positiva di favorire l’autogoverno.

Il capitale sociale secondo toque ville favorirebbe il buon governo in quanto le associazioni assolvono al

ruolo dello sviluppo delle virtù civiche.

L’associazionismo nelle regini del centro-nord è particolarmente diffuso. Qui il sistema di valori premi

solidarietà, impegno civico, cooperazione ed onestà. Il capitale sociale quindi migliorerebbe l’azione del

governo nella misura in cui esso genera fiducia negli altri oltre che aumentare la capacità di autogoverno

dei cittadini. Non sempre la presenza di capitale sociale porta buon governo. Esso è composto da tutte

quelle risorse sociali che aiutano a fare le cose cioè quegli aspetti della struttura sociale che facilitano

l’azione. In oltre il capitale sociale può essere prodotto anche da istituzioni dal basso come la famiglia e il

gruppo dei pari o dall’alto come scuole o chiese.

Partecipazione e democrazia:sintesi

 Rapporto tra democrazia e partecipazione è intenso e delicato.

 Esistenza di livelli bassi di partecipazione convenzionale e diseguali capacità di attivazione politica

da parte dei diversi gruppi sociali con tassi di attivazione dei gruppi economicamente e socialmente

privilegiati.

 La ricerca sui movimenti sociali ha evidenziato fattori di possibile riequilibrio nelle capacità di

attivazione politica di diversi gruppi sociali

 La diffusione di valori post-materialistici e una crescente apertura delle opportunità di accesso al

sistema politico si sono riflessi in una crescente e duratura legittimazione di nuovi repertori di

partecipazione

 Gli effetti della partecipazione sulle democrazie dipendono dalla loro capacità di integrare nei

meccanismi delle rappresentanze le forme emergenti di partecipazione

Capitolo 9

I partiti politici

I partiti sono stati considerati a lungo come fondamentali attori delle democrazie rappresentative.

 Weber: partiti si caratterizzano per essere formalmente organizzati, basati su una partecipazione

volontaria e orientati ad influenzare il potere. Sono associazioni fondate su un’adesione libera e

costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di un gruppo sociale

e ai propri militanti attivi possibilità per il perseguimento di fini oggettivi o per il perseguimento di

vantaggi personali o per tutti e due gli scopi

 Il partito è quindi un’associazione cioè un gruppo organizzato e basato su una partecipazione

volontaria con uno scopo

Tale scopo è quello di influenzare lì ordinamento e l’apparato di persone che guidano un qualsiasi

tipo di comunità sociale attraverso la strategia della conquista delle cariche elettive

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 Downs: il partito politico è una compagine di persone che cercano di ottenere il controllo

dell’apparato governativo a seguito di regolari elezioni

Le funzioni dei partiti

I partiti agiscono come mediatori tra le istituzioni pubbliche e la società civile tra lo stato e i cittadini

Le funzioni dei partiti: introduzione

1. Una prima funzione riguarda la strutturazione delle domande, i partiti sono indispensabili per

organizzare la volontà pubblica attraverso una semplificazione della complessità degli interessi

degli individui. I partiti operano una mediazione tra interessi individuali formando l’interesse

collettivo sono cioè mediatori di idee attraverso una costante opera di chiarificazione,

sistematizzazione e presentazione della teoria del partito. I partiti quindi raggruppano persone con

atteggiamenti e valori simili rappresentando comunque più di un interesse.

2. Altra funzione è quella di mettere ordine al caos attraverso un processo di strutturazione del voto.

Il partito è l’identità con cui gli elettori si identificano dando stabilità nel lungo periodo ai

componenti di voto individuale.

3. Terza funzione è quella di socializzazione politica i partiti insegnano cioè ad occuparsi della

collettività modellando atteggiamenti inculcando valori e distribuendo capacità politiche ai

cittadine e alle elites. Mirano a trasformare gli individui in cittadini integrati in una comunità.

4. Altra funzione è quella del reclutamento che avviene attraverso la selezione delle candidature.

5. Grazie ai partiti si può aspirare ad un controllo dei governati sui governanti perché i partiti sono un

elemento di collegamento tra cittadini e governo.

6. I partiti possono assolvere al controllo perché essi rappresentano non solo i principali canali di

selezione della classe di governo ma anche attori importanti nella formazione delle politiche

pubbliche.

Partiti e mercato elettorale

I partiti sono innanzitutto apparati orientati alla conquista dei voti.

Teoria economica della democrazia di Downs propone una interpretazione del fenomeno elettorale

basata su un concetto di razionalità. L’assunto di fondo dell’approccio razionale è che l’individuo sia capace

di stabilire un ordine tra le varie alternative per lui disponibili e che scelga quella che si colloca più in alto

nella sua graduatoria di preferenze. Gli individui posseggono delle informazioni sulla cui base scelgono di

ottimizzare le loro preferenze.

Nel mercato politico i candidati avrebbero come unico fine la propria elezione alle cariche pubbliche. Il

partito politico in questo senso è visto come coalizione di individui che aspirano a controllare gli organi di

governo attraverso elezioni o influenza legittima. Come nel mercato si parla di sovranità del consumatore

qui si parla di sovranità dell’elettore.

Approccio della scelta pubblica di Buchanan anche qui si mantiene l’assunto dell’homo economicus qui

però la dipendenza dei politici dal sostegno degli elettori rischia di avere un effetto negativo. Secondo

l’autore il bisogno degli elettori di perseguire le richieste degli elettori comporta la tendenza degli

amministrati a spendere denaro pubblico mettendo in pericolo la democrazia. Mirando alla rielezione nel

breve periodo non si preoccuperebbero degli effetti della crescita del debito pubblico. Una soluzione a

questa crescita di debito sarebbe quella di sottrarre il potere decisionale agli organi elettivi.

Iden

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A.A. 2014-2015
34 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Puntini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Nevola Gaspare.